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TASSONOMIA DEI PAESAGGI URBANI - Politecnico di Milano

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Laboratorio <strong>di</strong> progettazione Urbanistica<br />

Prof.sa Paola Pucci, Prof. Marco Mareggi<br />

<strong>TASSONOMIA</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PAESAGGI</strong> <strong>URBANI</strong><br />

Dalla poetica della piazza alla pratica della friche<br />

PhD Arch. Chiara Locar<strong>di</strong><br />

<strong>Politecnico</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> . Polo Territoriale <strong>di</strong> Piacenza. A.A. 2012/2013


<strong>PAESAGGI</strong>O .<br />

REALTA’ DIACRONICA E CONTEMPORANEA<br />

TEMPO<br />

TRASFORMAZIONE<br />

PASSATO<br />

PRESENTE<br />

FUTURO<br />

TUTELA<br />

vs<br />

TRASFORMAZIONE?<br />

PROCESSO DINAMICO<br />

intro


La Pratica Paesaggistica come risposta alla Crisi <strong>di</strong> Senso<br />

• TRASFORMAZIONE e CRISI<br />

La Crisi del progetto contemporaneo si concretizza nell’incapacità <strong>di</strong> gestire la Trasformazione del territorio, e si sintetizza in<br />

- CRISI AMBIENTALE , CRISI INSEDIATIVA , CRISI IDENTITARIA;<br />

• Processi <strong>di</strong> Trasformazione <strong>di</strong> luoghi ‘sensibili’della contemporaneità: il Ruolo del Progetto <strong>di</strong> Paesaggio.<br />

Il Paesaggio è per sua natura un luogo ‘Critico’: accetta e include il principio <strong>di</strong> Trasformazione costante, <strong>di</strong> passaggio da uno<br />

status ad un altro;<br />

• In questo senso la Pratica Paesaggistica (intesa come démarche paysagère – cfr. Bernard Lassus) può assumere un ruolo<br />

risolutivo nell’organizzazione e nella gestione del Territorio e dei complessi sistemi <strong>di</strong> Relazioni che ne costituiscono le trame<br />

intrinseche;<br />

• Il Paesaggio è oggi il Luogo della ‘manifestazione’ e dell’evidenza <strong>di</strong> una crisi che non è puramente e soltanto Inse<strong>di</strong>ativa,<br />

ma certamente anche Culturale;<br />

• Il Progetto <strong>di</strong> Paesaggio si offre quale Spazio della Risoluzione <strong>di</strong> questa Crisi.<br />

intro


Alcunetipologie<strong>di</strong>paesaggiopiù<strong>di</strong>altresiconfiguranocomeiluoghirappresentatividellaCrisi<strong>di</strong>Senso:<br />

•I <strong>PAESAGGI</strong> FRAGILI<br />

•I <strong>PAESAGGI</strong> DISMESSI<br />

•I <strong>PAESAGGI</strong> IN VIA DI DISMISSIONE.<br />

Questi soggetti complessi e portatori <strong>di</strong> ‘alterità’, sono occasione per riflettere sulle modalità con cui l’organizzazione<br />

‘armonica’ dell’eterogeneo può condurre a un processo <strong>di</strong> trasformazione ‘etico’ e rispondere <strong>di</strong>namicamente e<br />

creativamente alle nuove esigenze innescate dalla crisi inse<strong>di</strong>ativa degli ultimi anni.<br />

????<br />

intro


Bernard Lassus . La Villette . 1982 . Schema concettuale Bernard Lassus . Le puits . 1972<br />

DAL DEMISURABILE AL FUZZY<br />

Bernard Lassus . La cascade . 1982 Gilles Clément . Continente Teorico<br />

PROCESSI DI <strong>PAESAGGI</strong>O<br />

La superficie attiva della Terra<br />

_La <strong>di</strong>mensione dell’immaginario<br />

La necessità dell’ eterogeneo<br />

_La <strong>di</strong>mensione culturale<br />

Le <strong>di</strong>mensioni del paesaggio<br />

L’ identità dell’ eterogeneo e la société paysagiste<br />

_La <strong>di</strong>mensione ecologica<br />

Dallo spazio dell’ immaginario alla poetica della friche


Frank Lloyd Wright . Broadacre city . 1932-58<br />

Andrea Branzi . Agronica-Urbanizzazione debole . 1995<br />

Archizoom Associati . No-stop city . 1969-72<br />

1.2 <strong>PAESAGGI</strong> DI TRANSIZIONE<br />

La costruzione della città contemporanea<br />

_La <strong>di</strong>mensione olistica<br />

Verso la città-paesaggio<br />

_La <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>namica<br />

Lo spazio <strong>di</strong> relazione<br />

_La <strong>di</strong>mensione dell’attesa<br />

DAL DEMISURABILE AL FUZZY<br />

Le <strong>di</strong>mensioni del paesaggio<br />

L’urbanizzazione debole e la logica fuzzy


Cedric Price . Three Eggs Diagrams<br />

Gilles Clément . Île Derborence - Parc Henri Matisse . Lilla. 1989-92<br />

Diller Scofi<strong>di</strong>o+Renfro/James Corner . New York High Lines Park . NYC, 2004<br />

DOV’È IL MARGINE<br />

_Sconfinamenti<br />

Proposte per una categoria<br />

CITTÀ = <strong>PAESAGGI</strong>O<br />

I margini deboli della città contemporanea<br />

_ L’iconema del cerchio<br />

Dal recinto costruito alla murazione verde<br />

_ Paesaggi periurbani<br />

Il confine mutevole della città<br />

_Paesaggi interme<strong>di</strong><br />

Risignificazione dei luoghi urbani indecisi<br />

PROGETTO DI <strong>PAESAGGI</strong>O DI MARGINE<br />

_La Convenzione Europea del Paesaggio tra tutela e<br />

trasformazione<br />

IL <strong>PAESAGGI</strong>O DEL MARGINE<br />

Il margine è paesaggio


ECOLOGIA<br />

Ecologia ecosistemica Ecologia cognitiva<br />

Landscape Urbanism Ecological Urbanism<br />

Relazione<br />

Evoluzione<br />

Ecologia urbana<br />

PROGETTO<br />

ECOSOFIA<br />

Partecipazione<br />

Limite<br />

2.1 ECOLOGIA DEL PENSIERO<br />

Transizioni <strong>di</strong>sciplinari<br />

_New Ecologies<br />

Discipline a confronto<br />

_ Il paesaggio ecosistemico<br />

La <strong>di</strong>mensione spaziale<br />

_ Il paesaggio-interfaccia<br />

La <strong>di</strong>mensione cognitiva<br />

_Il paesaggio come risorsa<br />

LO SGUARDO ECOLOGICO<br />

Interpolazioni <strong>di</strong>mensionali<br />

Verso una nuova etica urbana


Gilles Clément . Climax evolutivo <strong>di</strong> un habitat da prato a bosco <strong>di</strong> latifoglie.<br />

ECO-ORGANIZZAZIONE<br />

CLIMAX<br />

INTERFERENZA<br />

EVOLUZIONE<br />

SOPRAVVIVENZA<br />

2.2 TERMINOLOGIA CRITICA<br />

Strumenti per un linguaggio trans-<strong>di</strong>sciplinare<br />

_Coevoluzione<br />

_Ecosistema Urbano<br />

_Potenziale connettivo<br />

LO SGUARDO ECOLOGICO<br />

Verso una nuova etica urbana


Almo Farina . Genesi <strong>di</strong> un ecotono<br />

Almo Farina . Ontogenesi della patch ecotonale.<br />

Disturbo e Spontaneità<br />

Almo Farina . Diversità <strong>di</strong> comportamento<br />

degli in<strong>di</strong>vidui in prossimità <strong>di</strong> un ecotono.<br />

Almo Farina . Cinque <strong>di</strong>verse strategie per le specie <strong>di</strong><br />

interagire con un Ecotono.<br />

ECOTONO<br />

Il margine interno del paesaggio<br />

Oikos (casa) e Tonos (tensione)<br />

‘Zone <strong>di</strong> congiunzione tra due comunità’ Clements -1905<br />

‘Zone <strong>di</strong> transizione fra due o più comunità’ Odum-1959<br />

‘Zone <strong>di</strong> congiunzione tra sistemi ecologici a<strong>di</strong>acenti’ Holland -1988<br />

Persistenza, la capacità <strong>di</strong> preservare funzione e struttura<br />

sotto la pressione <strong>di</strong> un agente mo<strong>di</strong>ficatore;<br />

Resilienza, capacità <strong>di</strong> un ecotono <strong>di</strong> mantenere le sue<br />

caratteristiche originarie a seguito <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo;<br />

Porosità, capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i flussi <strong>di</strong> energia, materiali<br />

e organismi che attraversano l’ecotono.<br />

Selezione e trasmissione <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong>rette a<br />

elementi vicini;<br />

Ritenzione, accumulo e concentrazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

quantità <strong>di</strong> elementi<br />

LO SGUARDO ECOLOGICO<br />

Verso una nuova etica urbana


Paesaggio Ecotonale 1 Paesaggio Ecotonale 2 Paesaggio Ecotonale 3<br />

Paesaggio Ecotonale 4<br />

Paesaggio Ecotonale 5 . Il progetto<br />

EMBT . Diagonal Mar Park . Barcellona<br />

IL <strong>PAESAGGI</strong>O NON HA LIMITI<br />

_ Margine-Paesaggio<br />

_Paesaggi or<strong>di</strong>nari<br />

_La friche<br />

_Urban infill<br />

_Esigenza ambientale/ecologica<br />

Esigenza estetico/culturale<br />

_Transcalarità e Traiezione<br />

LA DIMENSIONE ECOTONALE<br />

Atlante


HABITAT RUDERALI BARENE<br />

CANOPEE<br />

IL <strong>PAESAGGI</strong>O ECOTONALE<br />

_Sperimentazioni progettuali<br />

Descrizione . Habitat stabile o <strong>di</strong> transizione<br />

L’ecotono è un gra<strong>di</strong>ente ambientale, interscalare, che si può<br />

configurare come habitat stabile, per specie che solo lì trovano le<br />

con<strong>di</strong>zioni o semplicemente come area <strong>di</strong> passaggio.<br />

Genesi . Disturbo o Spontaneità<br />

Inten<strong>di</strong>amo per <strong>di</strong>sturbo quei fattori bruschi o improvvisi o che<br />

mo<strong>di</strong>ficano ra<strong>di</strong>calmente l’assetto <strong>di</strong> un luogo.; per spontaneità<br />

invece, quei processi più docili, più modulati nel tempo, che<br />

derivano da partecipazioni collettive o da una naturale<br />

pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un luogo ad assumere un certo assetto.<br />

Estensione . Verticale o Orizzontale<br />

La <strong>di</strong>mensione Verticale come quella riferita alla sfera<br />

dell’immaginario, del desiderio, del sogno, in<strong>di</strong>viduali e collettive.<br />

Per <strong>di</strong>mensione Orizzontale inten<strong>di</strong>amo invece la prassi<br />

attraverso la quale l’uomo mo<strong>di</strong>fica i propri paesaggi, il proprio<br />

ecumene.<br />

Scala. Macro-Meso-Micro<br />

LA DIMENSIONE ECOTONALE<br />

Atlante<br />

I progetti che presentiamo lavorano a tutte le scale micro-meso-<br />

macro. Sono luoghi <strong>di</strong> passaggio, piazze, infrastrutture, o <strong>di</strong> sosta,<br />

parchi, giar<strong>di</strong>ni. Inse<strong>di</strong>ano nuove logiche o colonizzano lo spazio.


HABITAT RUDERALI<br />

L’habitat ruderale costituisce un importante tassello<br />

dell’evoluzione paesaggistica.<br />

Possiamo <strong>di</strong>re ruderale un ambiente povero <strong>di</strong> sostanza<br />

organica, con scarichi <strong>di</strong> pietre, calcinacci, materiali <strong>di</strong>messi,<br />

oppure bor<strong>di</strong> <strong>di</strong> strade, massicciate ferroviarie, oppure ancora<br />

legato all’abbandono <strong>di</strong> colture.<br />

A questi ambienti sono legate specie vegetali in<strong>di</strong>cate come<br />

ruderali, che costituiscono il gruppo delle specie<br />

sinantropiche, con<strong>di</strong>zionate dalla presenza umana. La<br />

vegetazione <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata che vi si inse<strong>di</strong>a nei primi tempi, cede<br />

il passo a comunità più graduali e meto<strong>di</strong>che, che tendono a<br />

riportare l’ambiente naturale nelle con<strong>di</strong>zioni precedenti<br />

l’inse<strong>di</strong>amento umano.<br />

In questo senso, il paesaggio vegetale degli ambienti ruderali<br />

non è che un elemento transitorio, destinato ad essere<br />

soppiantato da una vegetazione stabile perfettamente coerente<br />

e integrata nei suoi vari aspetti.<br />

Gli habitat ruderali costituiscono una sorta <strong>di</strong> riserva genetica,<br />

dalla quale molte specie sono pronte al balzo <strong>di</strong> conquista <strong>di</strong><br />

nuovi ambienti.<br />

Atlante


IL GIARDINO IN MOVIMENTO<br />

LA POETICA DELLA FRICHE DI GILLES CLÉMENT<br />

« On est maintenant dans la salle d'attente d'une nouvelle époque»<br />

IL GIARDINO PLANETARIO IL TERZO <strong>PAESAGGI</strong>O<br />

Gilles Clément<br />

Atlante


Parc André-Citroën, Parigi (1986 - 1992)<br />

Gilles Clément-Patrick Berger<br />

"Ciò che l'incolto ci <strong>di</strong>ce, riassume tutte le problematiche del<br />

giar<strong>di</strong>no e del paesaggio: il movimento. Ignorare questo movimento,<br />

significa non solo considerare la pianta come un oggetto finito, ma<br />

anche isolarla storicamente e biologicamente dal contesto che la fa<br />

esistere. A me piace l'incolto perché esso non si riferisce a niente<br />

che possa perire".<br />

Atlante


http://www.paris-france.org<br />

http://www.viguier.com/projets/Citroen<br />

http://www.gardenvisit.com<br />

http://www.hdo.com/archtours/paris102697/Parc_Citroen.htm<br />

http://www.oclandscape.com<br />

Atlante


Les jar<strong>di</strong>ns sériels<br />

Couleur métal planète jour de la<br />

semaine<br />

état de l’eau sens<br />

Bleu cuivre Vénus vendre<strong>di</strong> pluie odorat<br />

Vert étain Jupiter jeu<strong>di</strong> source ouïe<br />

Orange mercure Mercure mercre<strong>di</strong> ruisseau toucher<br />

Rouge fer Mars mar<strong>di</strong> cascade goût<br />

Argent argent Lune lun<strong>di</strong> rivière vue<br />

Or or Soleil <strong>di</strong>manche évaporation 6 e sens,<br />

intuition


Jar<strong>di</strong>ns me<strong>di</strong>terranees du Domaine du Rayol, Var (Francia- 2000)<br />

Conservatoire du littoral<br />

Gilles Clément<br />

Le Domaine du Rayol veut être un lieu de référence pour la gestion des<br />

jar<strong>di</strong>ns et des paysages mé<strong>di</strong>terranéens. Des choix de gestion y sont donc<br />

clairement affirmés et permettent d’évoquer quelques thèmes-clés :<br />

mouvement, brassage, évolution des espèces et des paysages,<br />

transition et transformation des végétaux (le monde vivant), de la<br />

matière (la terre) et de l’esprit.<br />

« Le Jar<strong>di</strong>n Planétaire est une manière de considérer l’écologie en intégrant<br />

l’homme - le jar<strong>di</strong>nier - dans le moindre de ses espaces. La philosophie qui le<br />

<strong>di</strong>rige emprunte <strong>di</strong>rectement au Jar<strong>di</strong>n en Mouvement : Faire le plus<br />

possible avec, le moins possible contre.<br />

La finalité du Jar<strong>di</strong>n Planétaire consiste à chercher comment exploiter la<br />

<strong>di</strong>versité sans la détruire. Comment continuer à faire fonctionner la «<br />

machine » planète, faire vivre le jar<strong>di</strong>n, donc le jar<strong>di</strong>nier ».<br />

G. Clément<br />

Atlante


“Contrairement à la majorité des jar<strong>di</strong>ns, exécutés en vue d'atteindre une image<br />

prévue (car dessinée), les jar<strong>di</strong>ns du Rayol ne cessent d'évoluer […]. Comme si la<br />

recherche, en tant que principe actif, dominait toujours l'aménagement, et comme si<br />

la pédagogie qui s'y trouve obligatoirement associée prenait le pas sur l'ornement et la<br />

simple promenade.”<br />

Atlante


AUSTRALIA ASIA SUB TROPICALE CHILE<br />

AMERICA ARIDA AFRICA DEL SUD MEDITERRANEO<br />

Atlante


http://www.domainedurayol.org<br />

GIARDINO MARINO<br />

Atlante


Île Derborence, Parco Henry-Matisse, Lille<br />

(Francia)<br />

Gilles Clément<br />

“L’histoire ayant produit une architecture de défense – muraille<br />

pour protéger l’homme – je m’interrogeais sur qu’il y avait de plus<br />

urgent à protéger ajourd’hui: quel symbole le jar<strong>di</strong>n pouvait-il offrir à<br />

la ville en expansion? […] On protégera une forêt du futur, forge<br />

par les temps et les aléas de l’histoire, un système de nature érigé en<br />

symbole, aux parois verticales, […] un morceau de nature laissé à<br />

lui-même au coeur de la ville, une île.”<br />

G. Clément<br />

Atlante


Atlante


Atlante


Atlante


HABITAT RUDERALI<br />

Incursioni<br />

Colonizzazioni<br />

Ripopolamenti<br />

Partecip-azioni<br />

Ri-organizzazioni<br />

Atlante


AGRICIVISMO<br />

Progetto . Spontaneo-Globale<br />

Descrizione . HABITAT STABILE / <strong>di</strong><br />

TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO/SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MICRO - MESO<br />

Richard Ingersoll ha definito l’agricivismo come<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> attività agricole in zone urbane per<br />

migliorare la vita civica e la qualità ambientale e<br />

paesaggistica della città. Viene smontata un'immagine<br />

antica dell'agricoltura, che <strong>di</strong>venta uno strumento per<br />

restituire ai citta<strong>di</strong>ni uno spazio e un ruolo. La<br />

campagna ora è dentro la città.<br />

La coltivazione, che è cura, fonda un nuovo senso <strong>di</strong><br />

appartenenza e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> responsabilità verso lo spazio.<br />

Si possono coltivare i tetti, i parcheggi, i terreni liberi...<br />

L'agricivismo richiede la partecipazione attiva dei<br />

citta<strong>di</strong>ni, e questa partecipazione rende più urbano ogni<br />

spazio perché crea legami sociali, può rispondere a un<br />

fabbisogno locale, può coinvolgere le parti più deboli<br />

delle società.<br />

Atlante


LOISAIDA COMMUNITY GARDENS<br />

Manhattan Island. NYC<br />

Progetto . Collettivo - Fine 1800 / in corso…<br />

Descrizione HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO/SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MICRO<br />

Esempio straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> verde urbano nascosto e<br />

ine<strong>di</strong>to, i giar<strong>di</strong>ni spontanei <strong>di</strong> Loisaida sono precari,<br />

marginali, anonimi e vernacolari. Instabili e <strong>di</strong> incerta<br />

durata, mutano e si evolvono nel corso del tempo.<br />

Estranei alla cultura ufficiale, giar<strong>di</strong>nieri-bricoleurs<br />

colonizzano spazi urbani interstiziali, terrains vagues e<br />

vacant lots.<br />

Nel segno della marginalità, spontaneità e creatività<br />

assoluta, questi spazi rappresentano quel ‘verde’ non<br />

istituzionale e nascosto che colonizza e sperimenta<br />

nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare e abitare.<br />

La natura precaria come un’istallazione e insieme traccia<br />

del <strong>di</strong>morare e del prendersi cura.<br />

Atlante


GUERRILLA GARDENERS<br />

Progetto . Collettivo-Spontaneo-Globale<br />

1973/ in corso…<br />

Descrizione . HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MICRO-MESO-MACRO<br />

Il termine Guerrilla Gardening descrive forme <strong>di</strong><br />

giar<strong>di</strong>naggio ra<strong>di</strong>cale. Il termine include sia il giar<strong>di</strong>naggio<br />

inteso come gesto politico, una forma <strong>di</strong> azione non<br />

violenta <strong>di</strong>retta, sia quello dall'ambizione prettamente<br />

orticulturale.<br />

Gli attivisti colonizzano lacerti <strong>di</strong> suolo marginale<br />

abbandonato, pubblico o <strong>di</strong> privata proprietà, per<br />

inse<strong>di</strong>are vegetazione decorativa o produttiva. Certi<br />

gruppi <strong>di</strong> guerrilla gardeners compiono vere e proprie<br />

incursioni. Altri lavorano più apertamente, cercando <strong>di</strong><br />

coinvolgere le comunità locali. Il movimento, acefalo,<br />

apolare, non gerarchico, autonomo, ha un <strong>di</strong>chiarato<br />

intento <strong>di</strong> sensibilizzazione collettiva e sostiene ad un<br />

nuovo senso <strong>di</strong> responsabilità.<br />

Atlante


NEW YORK’S HIGH LINE PARK<br />

Manhattan Island. NYC<br />

Progetto . Diller Scofi<strong>di</strong>o+Renfro/James Corner<br />

2004/in corso…<br />

Descrizione . HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MESO<br />

Il tempo è il soggetto principale <strong>di</strong> questo intervento.<br />

Esso nasce dalla riflessione che la trasformazione della<br />

città contemporanea non è il risultato della<br />

giustapposizione <strong>di</strong> progetti, ma si costruisce attraverso<br />

processi in cui convergono conoscenze tecniche,<br />

interessi economici, volontà politiche e consenso<br />

sociale.<br />

Il giar<strong>di</strong>no pensile della High Line ha trasformato un<br />

relitto post-industriale in un paesaggio ine<strong>di</strong>to. In esso<br />

la città svela se stessa attraverso punti <strong>di</strong> vista insoliti e<br />

utilizzando tracce e materiali esistenti.<br />

Si tratta della messa a punto <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo temporale,<br />

che ridefinisce la complessa identità <strong>di</strong> un luogo che,<br />

prima infrastruttura, poi relitto, si trasforma in un vero e<br />

proprio generatore <strong>di</strong> paesaggio. Il valore della<br />

trasformazione non è nella sua configurazione finale,<br />

ma esiste già nelle sue fasi <strong>di</strong> transizione.<br />

Atlante


ROUND BLUR<br />

Torino<br />

Progetto . Nicole_fvr/2A+P . 2005<br />

Descrizione . HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MESO<br />

Fra paesaggio e arte pubblica, la rotonda-giar<strong>di</strong>no si<br />

impone per la sua forte immagine del tutto inattesa, che<br />

la fa <strong>di</strong>ventare un importante elemento <strong>di</strong> riferimento<br />

per la città. I caratteri <strong>di</strong>stintivi del progetto sono quelli<br />

tipici <strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no astratto, che gioca sull’incertezza del<br />

rapporto fra elementi naturali e artificiali, tra <strong>di</strong>urno e<br />

notturno, sull’instabilità infine della percezione in<br />

movimento <strong>di</strong> chi percorre le strade che vi<br />

confluiscono.<br />

Luogo <strong>di</strong> transito per eccellenza, questo <strong>di</strong>spositivo<br />

raccoglie-accoglie l’eterogeneità dei flussi che lo<br />

attraversano e si <strong>di</strong>spone ad accoglierne nuovi e <strong>di</strong>versi,<br />

mai preve<strong>di</strong>bili, sempre in movimento.<br />

Atlante


MEMORIALE della DEPORTAZIONE<br />

Borgo San Dalmazzo - Cuneo<br />

Progetto . Stu<strong>di</strong>o Kuadra<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE/VERTICALE<br />

Scala . MICRO<br />

Il progetto del Memoriale della Deportazione si<br />

inserisce all’interno del progetto Interreg, volto a<br />

raccontare gli avvenimenti storici attraverso i luoghi. Il<br />

racconto che Borgo San Dalmazzo conserva, si snoda a<br />

partire dalla sua vecchia stazione ferroviaria, che fu<br />

campo <strong>di</strong> concentramento. Sui binari si raccolsero i<br />

destini <strong>di</strong> 329 ebrei stranieri, in fila davanti ai vagoni<br />

ferroviari che li portarono nei campi <strong>di</strong> sterminio<br />

europei. Uno spazio che racchiude un tempo sospeso, il<br />

tempo dell’attesa, dell’incerta risoluzione.<br />

Sono storie ricostruite dall’alternarsi <strong>di</strong> spazi vuoti e <strong>di</strong><br />

strutture <strong>di</strong> acciaio che ne spezzano il silenzio: sono gli<br />

oggetti a parlare, la loro presenza a testimoniare una<br />

vita salvata, l’assenza a raccontare una fine. Non c’è<br />

nessuna concessione alla retorica della memoria: solo i<br />

fatti, i nomi, la storia <strong>di</strong> un transito.<br />

Atlante


FRESH KILLS PARK<br />

Staten Island. NYC<br />

Progetto . James Corner, Field Operation<br />

2003/in corso…<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MESO-MACRO<br />

L’ex-<strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Fresh Kills, viene trasformata in un<br />

parco urbano <strong>di</strong> circa 2.000 acri. Questa vasta appen<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> Staten Island ospita un modello <strong>di</strong> riqualificazione<br />

urbana ed ecosistemica <strong>di</strong> proporzioni senza precedenti,<br />

teso a generare, una riserva ecologica, culturale e sociale.<br />

La strategia <strong>di</strong> intervento è denominata Lifescape, si basa<br />

sull’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> nuove con<strong>di</strong>zioni ambientali, piuttosto che<br />

sulla loro definizione statutaria. Si tratta dunque <strong>di</strong> un<br />

processo <strong>di</strong> riconversione ambientale alla scala vasta,<br />

finalizzato alla salvaguar<strong>di</strong>a della bio<strong>di</strong>versità esistente, al<br />

ripristino delle con<strong>di</strong>zioni ecologiche compromesse e allo<br />

sviluppo nel tempo <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> interazione tra<br />

uomo-natura-tecnologia. L’uomo è dunque parte attiva <strong>di</strong><br />

questo nuovo habitat complesso in continua trasformazione.<br />

Atlante


BARENA<br />

Le barene sono terreni <strong>di</strong> forma tabulare tipici delle<br />

lagune, che vengono perio<strong>di</strong>camente sommerse dalle<br />

maree.<br />

Il nome barena deriva dal vocabolo veneto baro che<br />

in<strong>di</strong>ca un cespuglio o un ciuffo d'erba, un terreno<br />

acquitrinoso su cui crescevano sterpi e arbusti.<br />

L’acqua marina penetra nelle barene attraverso<br />

tortuosi canali, che ne determinano la tipica<br />

morfologia.<br />

L’ambiente acquatico che ne deriva ha una<br />

composizione salmastra, ibrida, pertanto la<br />

vegetazione che si sviluppa in queste severe con<strong>di</strong>zioni<br />

ha adottato <strong>di</strong>fferenti strategie per sopravvivere,<br />

adattandosi alla salinità dell’ambiente.<br />

Le barene rivestono un ruolo ecologico <strong>di</strong> estrema<br />

importanza: contribuiscono a favorire il ricambio<br />

idrico, moderano l'azione del moto ondoso, ospitano<br />

importanti nicchie <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità, dovute al naturale<br />

idro<strong>di</strong>namismo lagunare. Le mo<strong>di</strong>ficazioni antropiche<br />

influiscono su queste <strong>di</strong>namiche, accelerando i ritmi <strong>di</strong><br />

oscillazione della marea e i processi <strong>di</strong> erosione<br />

costiera.<br />

Atlante


LANDSCAPE on THE EDGE<br />

La Big-Foot Revolution <strong>di</strong> Turenscape<br />

«Il rigido e l’inflessibile sono amici della morte.<br />

Il tenero ed il flessibile sono amici della vita.»<br />

Lao Zi ‘Daodejing’<br />

Atlante


Qinhuangdao Beach Restoration<br />

Project Location: Qinghuangdao City, Hebei Province,<br />

China<br />

Project Size: 60km2,6.4 km in length<br />

Date of Complete: 2008<br />

Konjian YU, Turenscape<br />

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Qinhuangdao Red Ribbon Park<br />

Project Location:<br />

Qinhuangdao City, Hebei Province, China<br />

Project Size: 20 Hectares<br />

Date of Complete: 2008<br />

Konjian YU, Turenscape<br />

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Tianjin Qiaoyuan Wetland Park<br />

Project Location: Tianjin City, China<br />

Project Size: 22h<br />

Date of Complete: 2008<br />

Konjian YU, Turenscape<br />

ADAPTATION PALETTES<br />

REGENERATIVE NATURE<br />

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Atlante


HABITAT BARENICOLI<br />

Memoriali<br />

Connettive<br />

Inse<strong>di</strong>ative<br />

Interscalari<br />

Atlante


MUSEUMPARK<br />

Rotterdam . 1990<br />

Progetto . OMA e Yves Brunier<br />

Descrizione HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MESO<br />

Il Museum Park è un luogo <strong>di</strong> attraversamento per chi si<br />

sposta tra le aree centrali e le zone residenziali della città<br />

e costituisce lo spazio pubblico legante tra gli e<strong>di</strong>fici<br />

istituzionali che vi si affacciano: l’Istituto <strong>di</strong> Architettura<br />

e la Kunstalle, progettata dagli stessi OMA. Il progetto<br />

riguarda la sistemazione <strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no esistente,<br />

pertanto nuovi scenari convivono accanto alla<br />

conservazione delle preesistenze, generando un<br />

intenzionale contrasto <strong>di</strong> mon<strong>di</strong> contrapposti.<br />

Protagonisti del giar<strong>di</strong>no sono il colore e la luce. La<br />

grana, le mezze tinte, i riverberi e i risalti cromatici<br />

definiscono la qualità dello spazio. Il carattere<br />

sperimentale e artificiale del giar<strong>di</strong>no racconta <strong>di</strong> un<br />

rapporto appassionato con la natura, privo <strong>di</strong> nostalgia.<br />

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JARDIN BOTANIQUE<br />

Bordeaux . 2001-2006<br />

Progetto . Mosbach Paysagistes<br />

Descrizione HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . ORIZZONTALE /<br />

VERTICALE<br />

Scala . MESO<br />

Striscia <strong>di</strong> collegamento tra il quartiere della Bastide<br />

<strong>di</strong>segnato da Dominique Perrault e la riva sinistra della<br />

Garonne, il giar<strong>di</strong>no botanico si presenta come il<br />

risultato dell’incontro tra la ricerca sulla bio<strong>di</strong>versità, le<br />

risorse naturali rinnovabili, le mutazioni dei paesaggi e<br />

le <strong>di</strong>namiche naturali.<br />

Oggetto del giar<strong>di</strong>no botanico è la vegetazione naturale,<br />

declinata e mostrata in tutte le sue forme e habitat,<br />

nell’unione tra mondo vegetale e sapere scientifico,<br />

processi <strong>di</strong> crescita naturale e colture, <strong>di</strong>versità biologica<br />

e progettazione del paesaggio.<br />

Tre sono le principali tematiche approfon<strong>di</strong>te: l’esotico<br />

(serre), l’etnobotanico (champ de cultures) e l’ecologico<br />

(galerie des milieux). Oltre a questa sud<strong>di</strong>visione, il<br />

giar<strong>di</strong>no è percorso da passaggi e aree <strong>di</strong>dattiche. Il<br />

Sentièr des pionnières è un cammino che percorre il<br />

limite sud dell’area, accompagnato da una struttura <strong>di</strong><br />

tavole in legno che ospita una collezione <strong>di</strong> piante<br />

briofite, licheni e felci.<br />

Atlante


PARCO URBANO .<br />

LA SPONDA DESTRA DELLA GARONNA<br />

Bordeaux . 2004-2006<br />

Progetto . Michel Desvigne<br />

Descrizione HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MESO<br />

La riva destra della Garonna, a lungo occupata da<br />

industrie ora in fase <strong>di</strong> ri-<strong>di</strong>slocazione, si confronta<br />

<strong>di</strong>rettamente con la sponda sinistra, orizzonte compatto<br />

del centro storico. Il progetto tenta <strong>di</strong> stabilire un<br />

rapporto <strong>di</strong> riconoscimento tra le due rive, conilri<strong>di</strong>segno,<br />

attraverso la vegetazione, <strong>di</strong> un profilo urbano che<br />

avvicini quel brano <strong>di</strong> città alla <strong>di</strong>mensione del fiume.<br />

L’aspetto temporale è protagonista del progetto che si<br />

struttura in tre fasi conseguenti, durante le quali i terreni<br />

vengono acquisiti dal comune e poi piantumati. La<br />

strategia progettuale coinvolge le attuali parcelle libere,<br />

le aree industriali, i parcheggi abbandonati e le strade:<br />

tutto il tessuto frammentato e <strong>di</strong>somogeneo dell’area è<br />

partecipe del processo <strong>di</strong> riconversione.<br />

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FRENTE FLUVIAL<br />

Esposizione Internazionale Zaragoza . 2008<br />

Progetto . Battle I Roig Arquitectes<br />

Descrizione HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MESO<br />

L’area <strong>di</strong> progetto, fascia <strong>di</strong> transizione tralarivadelfiume<br />

e il recinto della Expo, viene ricoperta da un pattern<br />

puntiforme, tessuto continuo e interstiziale, che non<br />

offre resistenza ad un metaforico attraversamento<br />

dell’acqua. La pianta è <strong>di</strong>segnata come una trama <strong>di</strong><br />

punti, trasformati in pilastri, che sostengono a tratti una<br />

copertura con giochi d’acqua microclimatici. Gli spazi<br />

espositivi sono vuoti, scavati nella trama dei pali, come<br />

appesi alla grande copertura.<br />

Il boulevard è composto da una serie <strong>di</strong> spazi mutevoli<br />

e agerarchici, colmi <strong>di</strong> suggerimenti e sfumature, in cui<br />

concetti come la profon<strong>di</strong>tà e la mescolanza delle<br />

suggestioni giocano un ruolo fondamentale.<br />

Attraversando questa membrana isotropa il senso che<br />

prevale è quello dello smarrimento e della proiezione in<br />

un altrove liquido, tutto da determinare.<br />

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ISSODOUN DISTRICT .<br />

PIANO <strong>PAESAGGI</strong>STICO<br />

Issodoun (Francia) . 2005<br />

Progetto . Michel Desvigne<br />

Descrizione . HABITAT DI TRANSIZIONE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MACRO<br />

Come costruire un ambiente con<strong>di</strong>viso tra il territorio<br />

della ruralità e quello della città futura?<br />

Il progetto risponde a questo interrogativo<br />

reinterpretando il <strong>di</strong>spositivo della Green Belt, non<br />

come un contenimento della crescita urbana, bensì<br />

come la struttura aperta attraverso i cui interstizi la città<br />

avrà modo <strong>di</strong> svilupparsi. L’intervento inverte la<br />

tendenza <strong>di</strong> crescita urbana, inse<strong>di</strong>ando un rapporto<br />

<strong>di</strong>namico tra la città e il suo territorio.<br />

Il sistema proposto è un ibrido tra cintura verde, cunei<br />

ver<strong>di</strong> e stategie infill, al fine <strong>di</strong> stabilire una serie <strong>di</strong><br />

connessioni fisiche e identitarie tra il paesaggio naturale che<br />

circonda la città, le aree rurali che sopravvivono a<br />

corona, le zone degradate periferiche e il centro storico.<br />

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GREENMETROPOLIS<br />

Regione metropolitana Limburg/Aachen<br />

Belgio/Olanda/Germania . Start 2005<br />

Progetto . Henri Bava, Erick Behresen,<br />

Steven Craig, Alex Wall<br />

Descrizione . HABITAT STABILE / <strong>di</strong><br />

TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . ORIZZONTALE<br />

Scala . MACRO<br />

Greenmetropolis è un progetto pionieristico <strong>di</strong><br />

collaborazione transnazionale che investe l’area<br />

metropolitana compresa tra le regioni <strong>di</strong> Limburg e<br />

Aachen. Il punto <strong>di</strong> partenza è l’esigenza <strong>di</strong><br />

riconfigurare gli assetti economici, politici e spaziali <strong>di</strong><br />

questo territorio, nell’epoca post-industriale.<br />

Il progetto è una proposta inse<strong>di</strong>ativa ibrida tra cultura<br />

urbana e naturale, posizionata sullo snodo <strong>di</strong> uno dei<br />

maggiori corridoi logistici e <strong>di</strong> sviluppo europei.<br />

Le attività industriali ed estrattive hanno a lungo<br />

stressato queste regioni, producendo un tessuto amorfo<br />

<strong>di</strong> campi e inse<strong>di</strong>amenti, perforazioni e degra<strong>di</strong>.<br />

Greenmetropolis è un processo <strong>di</strong> riconversione attiva che<br />

sintetizza gli attributi urbani, post-industriali,<br />

agricolturali e naturali in un nuovo modello <strong>di</strong> cittàregione.<br />

Atlante


CANOPEA<br />

La canopea, dal latino Canopus, famosa città egizia<br />

conosciuta per i suoi fasti, designa lo strato superiore<br />

della foresta, ovvero la cima degli alberi.<br />

Situata a parecchie decine <strong>di</strong> metri d'altezza, la<br />

canopea è formata da uno strato superiore <strong>di</strong> qualche<br />

metro <strong>di</strong> spessore dove viene captato il 95%<br />

dell'energia solare e assorbito dal fogliame il 30% delle<br />

precipitazioni.<br />

Dalla metà degli anni '80 la comunità scientifica<br />

internazionale si concentra sullo stu<strong>di</strong>o della volta<br />

delle foreste pluviali equatoriali, il più vasto e variegato<br />

ecosistema naturale del pianeta. Cingendo ad anello la<br />

fascia corrispondente all'equatore, è lì che si concentra<br />

la stragrande maggioranza delle specie vegetali ed<br />

animali del nostro bioma.<br />

Gli stu<strong>di</strong> condotti hanno permesso <strong>di</strong> scoprire solo<br />

una parte <strong>di</strong> questo mondo sospeso tra terra e cielo.<br />

Il tetto della foresta o canopea è uno scrigno <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versità genetica, valore inestimabile.<br />

Atlante


LA PROFONDITÀ DELLO SGUARDO<br />

La poetica <strong>di</strong> Paolo L. Bürghi<br />

«Quando si ama la storia, ci si lascia affascinare, si cerca <strong>di</strong><br />

leggerla con gli occhi del suo tempo (forse la cosa più <strong>di</strong>fficile),<br />

<strong>di</strong> scoprirne i lati accattivanti. E poi cresce un desiderio <strong>di</strong><br />

raccontarla a qualcuno, <strong>di</strong> immergersi, <strong>di</strong> sognare, <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi a<br />

me<strong>di</strong>tazione filosofica. Ed è proprio in questa riscoperta che<br />

nasce e si sviluppa la volontà <strong>di</strong> reinterpretarla, <strong>di</strong> trovarne i<br />

valori intriseci e <strong>di</strong> riproporli poi, con un linguaggio attuale in un<br />

progetto»<br />

Paolo L. Bürghi, Memoria e immaginazione<br />

Osservatorio Geologico <strong>di</strong> Cimetta (Cardada)<br />

Svizzera-2000<br />

Atlante


«La linea insubrica che da quasi cento milioni <strong>di</strong> anni separa la placca<br />

europea da quella africana è la storia della terra, e non solo umana, che<br />

entra in questo progetto»<br />

Atlante


Atlante


CANOPEE<br />

Sensoriali<br />

Sacre<br />

Effimere<br />

Urbane<br />

Produttive<br />

Atlante


RYOAN-JI . GIARDINO D’ACQUA<br />

New York . 1959<br />

Progetto . Isamu Noguchi<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . VERTICALE<br />

Scala . MESO<br />

Il progetto per la corte del Chase Manhattan Bank, è un<br />

accidente urbano che apre ad una <strong>di</strong>mensione spaziotemporale<br />

altra.<br />

Èunospazioinaccessibile all’uomo, così come lo è una<br />

canopea, e come in<strong>di</strong>ca la tra<strong>di</strong>zione del giar<strong>di</strong>no zen a<br />

cui la corte si ispira: il Ryoanji <strong>di</strong> Kyoto. La <strong>di</strong>sposizione<br />

delle pietre, corrisponde alla narrazione <strong>di</strong> una storia<br />

cosmogonica, che racconta della genesi del mondo<br />

come inesplicabile interazione tra forze ed elementi.<br />

L’essere umano è fisicamente escluso da questo habitat,<br />

ma la carica evocativa e figurale che esso contiene,<br />

proiettano il visitatore in una <strong>di</strong>mensione verticale,<br />

profon<strong>di</strong>tà insondabile la cui misura si perde alle origini<br />

della vita.<br />

Atlante


PATIO TRÈS GRANDE BIBLIOTHÈQUE<br />

DE FRANCE<br />

Parigi . 1996<br />

Progetto . Dominique Perrault, Eric Jacobsen<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . VERTICALE<br />

Scala . MESO<br />

Il progetto per la corte interna della Grande<br />

Bibliothèque de France è un esempio contemporaneo<br />

<strong>di</strong> bosco sacro, luogo del mito, foresta primitiva, spazio <strong>di</strong><br />

continuità che sorge dalla profon<strong>di</strong>tà della Terra per<br />

elevarsi alla sommità della Cultura dell’Uomo.<br />

La suggestione va alle gran<strong>di</strong> foreste dell’Europa<br />

continentale, con la compresenza in un unico habitat <strong>di</strong><br />

due strutture vegetali <strong>di</strong>stinte: il bosco ad assetto<br />

or<strong>di</strong>nato e quello ad assetto informale.<br />

Una bolla <strong>di</strong> clorofilla, come i progettisti stessi l’hanno<br />

definita, che riverbera i suoi effetti alla scala della città.<br />

Atlante


SWAMP GARDEN .<br />

SPOLETO ART FESTIVAL<br />

Charleston (USA) . 1997<br />

Progetto . WEST 8<br />

Descrizione . HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . VERTICALE<br />

Scala . MICRO<br />

La suggestione dello Swamp Garden è il paesaggio<br />

naturale subtropicale della città <strong>di</strong> Charleston. Oceani,<br />

estuari, fiumi, lagune e palu<strong>di</strong>: l’acqua è ovunque.<br />

Da qui nasce il progetto <strong>di</strong> West8. Una stanza all’aperto<br />

circondata da alte mura che la isolano dal contesto,<br />

racchiude un micro-ecosistema paludoso, costellato da<br />

esemplari <strong>di</strong> Metasequoia glyptostroboides, specie con ra<strong>di</strong>ci<br />

acquatiche, che preferisce habitat umi<strong>di</strong>.<br />

Il progetto, temporaneo e reversibile, evocativo nella sua<br />

<strong>di</strong>mensione minuta e raccolta, proietta il visitatore in<br />

uno spazio molto più ampio rispetto a quello in cui si<br />

trova. Swamp Garden è un giar<strong>di</strong>no e<br />

contemporaneamente metafora <strong>di</strong> ogni paesaggio.<br />

Atlante


MFO PARK<br />

Zurigo . 1998-2002<br />

Progetto . Burckhardt+Partner /<br />

Raderschall Landschaftsarchitekten<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . VERTICALE<br />

Scala . MESO<br />

Il parco urbano si inse<strong>di</strong>a nel Neu-Oerlikon<br />

District <strong>di</strong> Zurigo, città <strong>di</strong>menticata, <strong>di</strong>stretto<br />

industriale in parte <strong>di</strong>smesso e riconvertito in<br />

quartiere residenziale. Il progetto costituisce un<br />

precedente unico nel suo genere: un parco-piazza<br />

verticale che accoglie realtà molto <strong>di</strong>verse tra<br />

loro. Uno spazio multi-layer: la quota 0 con<br />

sedute, bacini d’acqua e vegetazione, si apre alla<br />

città, invitando all’accesso; la quota interme<strong>di</strong>a<br />

ospita pedane e terrazze sospese; l’ultimo livello<br />

raggiunge la sommità della struttura e apre<br />

l’orizzonte dello sguardo e dell’esperienza al<br />

profilo dei tetti e alle cime innevate. MFO Park,<br />

introduce una nuova <strong>di</strong>mensione dello spazio<br />

urbano, quella verticale.<br />

Atlante


ECO BOULEVARD DE VALLECAS<br />

Madrid . Fase I 2004-2005, Fase II 2006-2007<br />

Progetto . Ecosistema Urbano<br />

Descrizione . HABITAT <strong>di</strong> TRANSIZIONE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . VERTICALE<br />

Scala . MICRO-MESO<br />

Il progetto, definito un’opera <strong>di</strong> riciclaggio urbano,<br />

consiste nell’installazione <strong>di</strong> tre alberi d’aria<br />

all’interno <strong>di</strong> un ampio boulevard. Le strutture<br />

dei pa<strong>di</strong>glioni, lu<strong>di</strong>co-climatico-me<strong>di</strong>atico,<br />

costruite con materiali industriali <strong>di</strong> scarto e<br />

sormontate da pannelli fotovoltaici, sono il<br />

supporto per piante rampicanti e altri <strong>di</strong>spositivi<br />

che permettono l’adeguamento a <strong>di</strong>stinte<br />

attività. L’obiettivo è sociale ed ambientale: nelle<br />

piazze all’interno dei volumi cilindrici si innesca<br />

un meccanismo <strong>di</strong> evapo-traspirazione in grado<br />

<strong>di</strong> riverberarsi all’intorno, raffrescando l’aria <strong>di</strong><br />

circa 10-15 ºC. Da una parte aumenta la<br />

vivibilità dello spazio urbano, che <strong>di</strong>venta luogo<br />

aggregativo per la comunità recentemente<br />

inse<strong>di</strong>ata; dall’altra si ingenerano le con<strong>di</strong>zioni<br />

microclimatiche adatte alla crescita <strong>di</strong> altofusti<br />

messi a <strong>di</strong>mora. I pa<strong>di</strong>glioni sono temporanei:<br />

verranno smantellati quando la vegetazione sarà<br />

adulta, e riutilizzati in altre aree suburbane.<br />

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DUTCH PAVILLION - PIG CITY<br />

Esposizione Universale Hannover 2000<br />

Progetto . MVRDV<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . DISTURBO<br />

Estensione . VERTICALE<br />

Scala . MICRO-MESO-MACRO<br />

Il pa<strong>di</strong>glione olandese nasce dall’intenzione <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>ficare uno spazio-icona. I layers della struttura<br />

includono campi <strong>di</strong> tulipani, dune <strong>di</strong> sabbia,<br />

foreste <strong>di</strong> latifoglie, e turbine eoliche: un<br />

paesaggio sostenibile, metafora della natura<br />

artificiale e densamente popolata dell’Olanda.<br />

Il progetto fa parte <strong>di</strong> una ricerca sulla densità<br />

inse<strong>di</strong>ativa e sulle sfide ecologiche generate dallo<br />

sprawl urbano, che il gruppo MVDRV<br />

condensa nella provocatoria proposta Pig-City:<br />

una città in elevazione, costruita per allocare i<br />

15 milioni <strong>di</strong> maiali che <strong>di</strong>vidono il suolo<br />

olandese con i 16 milioni <strong>di</strong> abitanti. La<br />

proposta consiste in una fattoria verticale,<br />

autosufficiente e a impatto 0.<br />

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BOSCO VERTICALE .<br />

FORESTAZIONE URBANA<br />

<strong>Milano</strong> . 2007<br />

Progetto . BoeriStu<strong>di</strong>o<br />

Descrizione . HABITAT STABILE<br />

Genesi . SPONTANEO<br />

Estensione . VERTICALE - ORIZZONTALE<br />

Scala . MICRO-MESO-MACRO<br />

Bosco Verticale è un progetto <strong>di</strong> forestazione<br />

metropolitana che contribuisce a rigenerare<br />

l’ambiente e la bio<strong>di</strong>versità urbana senza<br />

implicare una espansione della città nel<br />

territorio, un nuovo modello <strong>di</strong> densificazione<br />

in altezza del verde e del costruito all’interno<br />

della città. Bosco Verticale si collega alle<br />

politiche <strong>di</strong> riforestazione e rinaturalizzazione<br />

dei bor<strong>di</strong> delle gran<strong>di</strong> aree urbane e<br />

metropolitane (i Metroboschi): due <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong><br />

sopravvivenza ambientale, due mo<strong>di</strong> per<br />

ricostruire un rapporto tra natura e città nel<br />

territorio. È un sistema che ottimizza, recupera<br />

e produce energia. Il Bosco Verticale aiuta a<br />

costruire un microclima e a filtrare le polveri<br />

sottili nell’ambiente urbano. È un progetto <strong>di</strong><br />

ecologia civica tramandabile e <strong>di</strong>vulgabile, che<br />

cresce e evolve insieme con il Bosco Verticale.<br />

Atlante


BIBLIOGRAPHY


www.europaconcorsi.com<br />

www.landezine.com<br />

www.miasarquitectes.com<br />

www.aldayjover.com

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