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Henning Mankell L'UOMO INQUIETO - fc60

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«Niente, a dire il vero. È stata aperta un'inchiesta. Fu riconosciuta la<br />

correttezza delle mie decisioni. Forse quell'incidente era semplicemente<br />

l'anteprima di quello che sarebbe successo due anni dopo, quando i<br />

sottomarini iniziarono a infestare le acque territoriali svedesi, in<br />

particolare nell'arcipelago di Stoccolma. Per noi quell'episodio<br />

rappresentò un'importante conferma che l'interesse dei russi per le<br />

nostre coste non era venuto meno col tempo. È successo in un Periodo<br />

in cui nessuno avrebbe immaginato che il muro di Berlino sarebbe<br />

caduto o che l'Unione Sovietica sarebbe implosa. La gente dimentica<br />

facilmente. La guerra fredda non era finita. Dopo l'incidente al largo di<br />

Utò, il budget della difesa fu aumentato considerevolmente. Ma fu<br />

tutto.»<br />

Hàkan smise di parlare e bevve l'ultimo sorso di caffè. Wallander<br />

stava per alzarsi, quando l'altro riprese: «Non ho ancora finito. Come ho<br />

detto, due anni dopo eravamo daccapo. Io ero arrivato al vertice della<br />

mia carriera. Il quartier generale della marina militare era a Berga e il<br />

comando operativo dello stato maggiore in servizio ventiquattro ore su<br />

ventiquattro. Il primo ottobre ricevemmo una segnalazione che aveva<br />

dell'incredibile. Uno o più sottomarini erano stati individuati nelle acque<br />

di Hàrsfjarden, poco lontano dalla nostra base a Muskò. Non si trattava<br />

più soltanto di una violazione delle acque territoriali, ma della presenza<br />

di sottomarini in un'area che era il perno della nostra difesa costiera<br />

antinvasione. Ricorderai sicuramente questi fatti.»<br />

«I giornali non parlavano d'altro, la costa brulicava di giornalisti e<br />

telecamere.»<br />

«Non saprei trovare un paragone che dia l'idea della gravità e dello<br />

scalpore suscitato da quell'intrusione nelle vicinanze delle nostre basi<br />

navali più segrete. Forse un elicottero straniero che atterra nel cortile<br />

interno del palazzo reale.»<br />

«Proprio allora avevo avuto la conferma che la mia domanda di<br />

trasferimento alla centrale di polizia di Ystad era stata accettata.»<br />

La porta si aprì d'improvviso e von Enke sussultò. Per una frazione di<br />

secondo, Wallander riuscì a percepire un movimento della sua mano<br />

destra verso la tasca della giacca scivolando poi sul ginocchio. Sulla<br />

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