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Henning Mankell L'UOMO INQUIETO - fc60

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svedesi a proposito di quella situazione incresciosa. E non solo con loro,<br />

ma in particolare anche con inglesi, norvegesi e francesi. Ci dovevamo<br />

misurare con un agente estremamente abile. Avevamo anche capito che<br />

doveva esserci un intermediario, un fornitore svedese. Qualcuno che<br />

dava informazioni all'agente che poi le passava ai russi. Eravamo stupiti<br />

di non riuscire, anzi che i colleghi svedesi non riuscissero a trovarne<br />

alcuna traccia. I tuoi compatrioti avevano una short-list di venti nomi,<br />

tutti ufficiali appartenenti a diverse armi. Gli investigatori non<br />

riuscivano a ottenere alcun risultato concreto e noi non siamo stati in<br />

grado di aiutarli. Era come dare la caccia a un fantasma a cui qualcuno<br />

pensò di attribuire il nome di Diana, la principessa amazzone di<br />

Superman. Mi sembrava una sciocchezza, visto che non avevamo<br />

nessuna prova che fosse coinvolta una donna. Ma in seguito fu<br />

dimostrato che quel furbetto aveva avuto ragione. In ogni caso, questa<br />

era la situazione fino al marzo del 1987. L'8 di quel mese, per essere<br />

esatti. Quel giorno successe qualcosa che cambiò radicalmente l'intera<br />

situazione, e diversi uomini dei servizi segreti svedesi furono sent out in<br />

the colà, per citare John Le Carré, e noi fummo costretti a rivedere tutte<br />

le nostre ipotesi. Non credo che Hàkan te ne abbia parlato.»<br />

«No.»<br />

«Tutto iniziò un mattino presto a Schipool, l'aeroporto di Amsterdam.<br />

Un uomo bussò alla porta dell'ufficio del distaccamento della polizia.<br />

Indossava un vestito trasandato, camicia bianca e cravatta. In mano<br />

aveva una piccola valigia, un impermeabile sul braccio e un cappello<br />

nell'altra mano. Lo si sarebbe detto arrivato da un altro tempo, forse<br />

uscito da un film in bianco e nero, uno di quelli con una musica<br />

drammatica come colonna sonora. Parlò con un poliziotto, che era<br />

troppo giovane per essere all'altezza del compito che in quel momento<br />

avrebbe dovuto svolgere. Un'epidemia di influenza aveva falcidiato i<br />

colleghi anziani e lui era lì come sostituto, e davanti a lui c'era un uomo<br />

che, cercando di farsi capire in un inglese stentato, chiedeva asilo<br />

politico in Olanda. Mostrò un passaporto russo intestato a Oleg Linde,<br />

un nome strano, ma non falso, per un cittadino di quel paese. L'uomo<br />

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