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Henning Mankell L'UOMO INQUIETO - fc60

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Si diresse lentamente verso la cucina, come se temesse che quei<br />

pensieri potessero volatilizzarsi. Il pavimento era freddo sotto i suoi<br />

piedi. Si mise a sedere e fissò i mattoncini e le figure del Lego. «Un<br />

nascondiglio» disse a bassa voce. Tutto pianificato perfettamente, un ex<br />

capitano di sommergibili sa come organizzare la sua esistenza nei<br />

minimi dettagli. Cercò di immaginare il nascondiglio. Nella sua mente<br />

si stava facendo largo la sensazione di sapere dove fosse von Enke.<br />

Come se lui stesso ci fosse passato vicino senza notarlo.<br />

Si chinò sul tavolo e mise in fila un certo numero di figure del Lego.<br />

Ciascuna di loro aveva avuto a che fare con Hakan e Louise. Sten<br />

Nordlander, la figlia Signe, Steven Atkins nella sua casa fuori San<br />

Diego. Ma anche le persone che entravano marginalmente in questa<br />

vicenda. Fece scorrere lo sguardo sulle figure chiedendosi chi avrebbe<br />

potuto aiutare von Enke, qualcuno che aveva fatto in modo che tutto il<br />

necessario, compreso il denaro, fosse a sua disposizione.<br />

E questo quello che sto cercando, si disse Wallander. Un<br />

nascondiglio. Ytterberg starà pensando la stessa cosa, o sta giocando<br />

con un diverso tipo di Lego? Lo chiamò sul cellulare. La pioggia era<br />

aumentata d'intensità, scrosciando sui vetri della finestra. Dai rumori<br />

che disturbavano la risposta capì che Ytterberg era in strada.<br />

«Ho appena finito di mangiare in un ristorante all'aperto e sto per<br />

pagare il conto. Posso richiamarti?»<br />

Lo fece venti minuti dopo dal suo ufficio in Bergsgatan.<br />

«Appartengo alla categoria di persone che non hanno problemi a<br />

riprendere il lavoro dopo una vacanza» gli disse rispondendo alla<br />

domanda su cosa provava a tornare in servizio.<br />

«Non è così per me» disse Wallander. «Riprendere il lavoro significa<br />

trovarsi subito di fronte a una scrivania sovraccarica di rapporti,<br />

messaggi, post-it gialli che ti fanno rimpiangere i giorni di libertà.» Poi<br />

passò a raccontare il suo incontro con Herman Eber. L'altro lo ascoltò<br />

attentamente e fece diverse domande. A seguire gli comunicò la<br />

ricomparsa di Hàkan von Enke con un resoconto dettagliato di quanto<br />

Linda gli aveva detto e mentre lo faceva si rafforzò nella convinzione<br />

che lei non si era sbagliata. «Tua figlia può aver visto male?»<br />

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