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Henning Mankell L'UOMO INQUIETO - fc60

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avevano spiato, perseguitato e tormentato i propri compatrioti. Aveva<br />

anche avuto il privilegio di stringere la mano di Erich Honecker durante<br />

un banchetto ufficiale e questo l'aveva riempito di orgoglio. Avrebbe<br />

preferito non avere mai avuto quell'onore. I suoi dubbi sul lavoro che<br />

svolgeva e il progressivo convincimento che la Ddr fosse un progetto<br />

condannato a fallire si erano così radicati in lui che aveva deciso di<br />

fuggire. Aveva scelto la Svezia semplicemente perché era il paese che<br />

gli avrebbe più facilmente concesso asilo politico. Con un passaporto<br />

falso era salito su uno dei traghetti per Trelleborg.<br />

Wallander sapeva che Herman era angosciato dalla paura che un<br />

giorno il suo passato lo avrebbe raggiunto. Anche se la Ddr non esisteva<br />

più, molte delle vittime di quel regime erano ancora in vita. E sapeva<br />

anche che nessuno sarebbe mai stato in grado di curare quella sua paura,<br />

esisteva e forse non sarebbe mai scomparsa. Col tempo era diventato<br />

sempre più timido e riservato e i loro incontri si erano rarefatti fino a<br />

cessare del tutto.<br />

L'ultima volta che Wallander era andato a trovarlo, l'aveva fatto<br />

spinto dalla voce che lo dava malato. Una domenica pomeriggio era<br />

andato a controllare come stava. Non gli sembrò cambiato, forse un po'<br />

più magro. Eber aveva dieci anni meno di lui, ma sembrava invecchiare<br />

più rapidamente. L'incontro si era consumato per lo più in silenzio. Non<br />

l'aveva poi più rivisto, ma aveva pensato spesso al suo destino.<br />

Sceso dall'auto, notò che la porta della casa era socchiusa.<br />

«Sono io» gridò. «Il tuo vecchio amico da Ystad.»<br />

Herman Eber uscì sulle scale esterne. Indossava una vecchia tuta che<br />

Wallander aveva l'impressione di ricordare dal giorno del suo primo<br />

incontro, uno dei pochi indumenti che Eber aveva portato con sé dopo<br />

la fuga dalla Ddr. Il cortile era pieno di rottami. Si chiese se avesse delle<br />

trappole o qualche tipo di allarme intorno alla casa.<br />

Eber lo guardò sbattendo le palpebre, come se dovesse abituarsi alla<br />

luce del giorno.<br />

«Ne è passato di tempo dall'ultima volta, Kurt Wallander.»<br />

«Sì, molti anni. Ma anche tu non ti sei più fatto vivo. Scommetto che<br />

non sai neppure che mi sono trasferito in campagna.»<br />

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