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Henning Mankell L'UOMO INQUIETO - fc60

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Hàkan von Enke aveva nascosto nella stanza di sua figlia. La prima<br />

impressione fu quella di trovarsi di fronte a un guazzabuglio<br />

indescrivibile: foglietti con brevi annotazioni incomprensibili, fotocopie<br />

di estratti del diario del capo di stato maggiore durante la crisi<br />

nell'autunno del 1982, aforismi più o meno chiari formulati dallo stesso<br />

Hàkan, ritagli di articoli di giornali, fotografie e anche acquarelli<br />

dall'esecuzione affrettata e approssimativa e tante altre cose. Esaminò<br />

pagina dopo pagina quello strano diario, se così si poteva chiamare,<br />

sempre più sorpreso perché non si sarebbe mai aspettato che fosse stato<br />

l'ex capitano a metterlo insieme. Prima sfogliò rapidamente il tutto per<br />

farsi un'idea generale. Poi riprese dall'inizio, soffermandosi con più<br />

attenzione sulle singole pagine. Giunto al termine della sua analisi, si<br />

appoggiò allo schienale della poltrona, disorientato perché gli sembrava<br />

di essere sempre al punto di partenza. Niente gli era più chiaro di prima.<br />

Uscì per andare a cena. La pioggia era cessata del tutto. Quando tornò<br />

nell'appartamento abbandonato erano le nove di sera. Prese il<br />

raccoglitore con la copertina nera per la terza volta e ricominciò da capo.<br />

Cosa sto cercando, si chiese. L'altro contenuto. Le parole invisibili<br />

scritte fra le righe.<br />

Che dovevano esserci. Ne era sicuro.<br />

13.<br />

Quando Wallander si alzò e andò alla finestra erano quasi le tre. La<br />

pioggia aveva ripreso a cadere, una pioggia sottile che picchiettava sulle<br />

strade ancora bagnate. Per l'ennesima volta tornò con il pensiero alla<br />

festa di compleanno a Djursholm, quando Hàkan von Enke gli aveva<br />

raccontato la storia dei sottomarini. Era convinto che già allora quelle<br />

carte fossero state nascoste fra i volumi di Babar nella camera di Signe.<br />

Quella era la stanza segreta di Hàkan, più sicura di una cassaforte. Del<br />

resto la certezza gli derivava dal fatto che su diversi documenti erano<br />

state scritte le date. L'ultima annotazione risaliva al giorno precedente al<br />

suo settantacinquesimo compleanno. Era andato a trovare sua figlia<br />

almeno un'altra volta, il giorno prima della sua scomparsa, ma di quel<br />

giorno non c'era alcun appunto.<br />

140

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