Mon pays - Comune di Etroubles
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Anche altre zone del paese erano<br />
coltivate a cereali. Ora purtroppo<br />
gran parte del territorio<br />
è incolto oppure ricoperto <strong>di</strong><br />
boschi.<br />
La coltivazione del grano era<br />
molto <strong>di</strong>ffusa, <strong>di</strong> conseguenza<br />
quasi ogni frazione possedeva<br />
un suo mulino.<br />
Personalmente ricordo sei mulini<br />
funzionanti, ma certamente<br />
erano <strong>di</strong> più. Tra questi vi era<br />
“il Molen <strong>di</strong> Place” posto lungo<br />
l’argine sinistro del torrente<br />
Menouve all’altezza della frazione<br />
<strong>di</strong> Prailles Dessous.<br />
Questo mulino apparteneva a<br />
mio nonno Giuseppe Jorrioz a<br />
partire dalla seconda metà dell’ottocento.<br />
Mio papà Lorenzo<br />
Jorrioz (1908), uno dei sette figli<br />
<strong>di</strong> “Giuseppe del Mulino”,<br />
raccontava <strong>di</strong> un alluvione (accaduta<br />
probabilmente tra il<br />
1920 e il 1925) che fece crollare<br />
il muro costruito lungo l’argine<br />
del torrente a protezione del<br />
mulino.<br />
Dovendolo ricostruire, nel sistemare<br />
le fondamenta i Jorrioz<br />
trovarono <strong>di</strong>verse medagliette<br />
raffiguranti la Madonna, il Sacro<br />
Cuore <strong>di</strong> Gesù ed alcuni Santi.<br />
Questo ritrovamento li colpì<br />
molto profondamente tanto<br />
che mio papà me lo raccontò<br />
più volte durante la sua vita.<br />
La fede dei miei avi salvò il Mo-<br />
len <strong>di</strong> Place dalla furia dell’acqua<br />
del torrente Menouve in<br />
piena.<br />
Il mulino più frequentato che<br />
ricor<strong>di</strong> era quello del Borgo, “lo<br />
Molen de Fonce”. Questo mulino<br />
come altre attività artigiane<br />
(forgia, segheria, pestatrice) era<br />
azionato dall’acqua del canale<br />
proveniente dal torrente Artanavaz.<br />
Da bambina, durante il periodo<br />
delle “cuette” (cuociture del<br />
pane), a partire da novembre<br />
appena dopo che il forno era<br />
stato asciugato, fatto “sudare”,<br />
trascorrevo molto tempo nel<br />
caldo locale del pastino <strong>di</strong> questo<br />
mulino.<br />
Era entusiasmante osservare<br />
mio nonno Jean Munier mentre<br />
impastava la farina con l’acqua<br />
tiepida, il lievito e il sale per<br />
creare con tanta maestrìa dei<br />
bellissimi pani che, una volta<br />
usciti dal forno, sprigionavano<br />
un profumo delizioso.<br />
Oggi ad <strong>Etroubles</strong> esiste soltanto<br />
il forno della frazione <strong>di</strong> Eternod<br />
che a novembre cuoce i pani<br />
secondo l’antica tra<strong>di</strong>zione.<br />
Purtroppo, però, la farina non è<br />
più quella dei nostri campi.<br />
Sole<br />
Terra<br />
Grano<br />
Acqua<br />
L’ingegno dell’uomo<br />
Ecco la farina<br />
Pane dono <strong>di</strong> Dio per noi<br />
Da sempre!<br />
Dall’alto l’aiuto <strong>di</strong> Dio<br />
Più in basso<br />
Con il lavoro e l’amore degli uomini<br />
Con il tepore della legna che arde<br />
nella vecchia stufa<br />
I pani <strong>di</strong>sposti sui loro ripiani, coperti<br />
da panni e ruvide coperte<br />
Lievitano.<br />
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