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96 valenza costituite da essenze arboree e arbustive) al fine di acce lerare l'evoluzione verso il bosco planiziale a l'arnia e carpino, 19 introdotte involontariamente con il pane di terra avvolgente le radici delle piantine trapiantate o con il terriccio (proveniente da un cumulo di compostaggio domestico) utilizzato per l'inva so temporaneo delle stesse piantine. In tutto dunque 314 spe cie, di cui ben 253 di origine spontanea. Le specie dominanti negli incolti erano quelle tipiche dei ter reni disturbati ricchi di azoto: erbacee perenni normalmente infestanti le culture di mais, quali Sorghiim halepense, Cirsium arvense, Calystegla sepium, Convolvolus arvensis e piante annuali quali Papaver rhoeas,Solanum ntgriim, Chenopodium album, Amaranthus spp., Abiitilon theophrasti, Lactuca serriola, Conyza canadensis, Frigeron animus, Xanthtum italicum.Tutte queste specie si presentavano con individui di note vole taglia, così che all'inizio della stagione invernale gli incolti mostravano una copertura quasi uniforme dei residui della vege tazione avvicendatasi durante Tanno di altezza superiore ai due metri, con la sola eccezione delle aree in cui erano stati effet tuati gli impianti, mantenuti sgombri da ripetuti slàici. Nel corso del secondo anno è proseguita l'attività di messa a dimora di specie caratteristiche della flora spontanea di pianura, con l'integrazione di pochi esemplari di specie non propriamen te tipiche della flora cremonese, ma la cui presenza è stata rite nuta opportuna in vista delle finalità anche didattiche che il pro getto di rinaturalizzazione di quest'arca si propone. Gli impianti hanno riguardato l'allargamento dei nuclei realizzati Tanno pre cedente di bosco a legno "forte", il potenziamento dei filari sulle sponde delle rogge, la costituzione di filari lungo tutto il perime tro dell'appezzamento e la creazione di nuclei iniziali di bosco a legno "dolce", costituiti da gruppetti monospecifici. Si è anche tentato di ottenere l'insediamento di alberi e arbusti negli incolti tramite Io spargimento di semi e frutti raccolti nel territorio, il cui esito sembra per ora deludente: solo tre nocciòli, due rose canine e una decina di farnie sembrano essere compar si per questa via,anche se, ovviamente, non è possibile esclude re che i semi da cui sono nate abbiano diversa origine. E' stato anche completato lo scavo per la realizzazione di un piccolo stagno, accumulando il materiale estratto per la costitu zione di due modesti rilevati, il primo con materiale provenien te dallo strato più superficiale avente consistenza argillosa, il secondo con ciucilo proveniente dallo strato inferiore, costituito da sabbia e ghiaia. Si spera così di ottenere tre ambienti con caratteristiche diverse da quelle circostanti, in modo da favorire l'insediamento di specie tipiche di tali ambienti (zone umide, terreni magri e permeabili, scarpatelle e pendii argillosi). Durante tutto Tanno si è preso nota delle presenze florisli-
che man mano che queste venivano rilevate, aggiornando il data base già realizzato nel '97 che memorizza la data del primo e del l'ultimo rilevamento, così da identificare le nuove comparse e le mancate conferme. Sono state rinvenute ulteriori 41 specie di origine spontanea, fra cui alcune di notevole interesse: Althaea hirsuta (localizzata e abbondante, prima segnalazione per la provincia di Cremona), Inula conyza (2 esemplari, specie ter mofila, forse indicatrice di un mutamento delle condizioni cli matiche, in precedenza rinvenuta una sola volta in ambiente urbano) e Inula viscosa (2 esemplari, altra specie mediterranea, rara nel nostro territorio). A fronte dei nuovi ritrovamenti si devono registrare 26 mancate conferme, alcune delle quali pro babilmente relative a specie tuttora presenti e solo sfuggite all'osservazione. Tenendo conto anche delle nuove specie introdotte volontaria mente o accidentalmente il patrimonio floristico rilevato nei due anni assomma a 371 specie diverse, di cui 297 di origine spontanea, una ricchezza notevole per un terreno di pianura, solitamente ritenuto assai povero. L'elenco dettagliato delle variazioni intercorse rispetto all'elenco del '97 viene riportato nel seguito. Un altro aspetto sorprendente riguarda la rapidità con cui è evoluta la vegetazione nel suo complesso: le specie dominanti nel '97 hanno subito un drastico ridimensionamento, alcune sono praticamente scomparse come il papavero, l'erba morella, il farinello e gli amaranti, relegati al cumulo di terra smossa rea lizzato con lo strato superficiale dello scavo, le altre invece sono tuttora presenti in abbondanza, ma con individui di taglia assai ridotta, raramente superanti i 50 cm di altezza. Gli incolti si sono coperti di un fìtto manto erboso, costituito in prevalenza da gra minacee perenni, modificando radicalmente l'aspetto comples sivo dell'appezzamento. L'ampliamento delle aree di impianto e dei conseguenti interventi di sfalcio, che hanno eliminato i resi dui di vegetazione dell'anno precedente (tuttora presenti inve ce nelle zone non toccate dal clecespugliatore), rende ancor più evidente il fenomeno, così che ora il terreno sta rapidamente perdendo l'aspetto di un incolto per assumere quello di un prato. Nella mutata situazione vegetazionale iniziano ora a essere più evidenti le specie legnose messe a dimora, anche se la per durante siccità di quest'anno ne ha fortemente limitata la cre scita: le annaffiature di soccorso effettuate sono state solo suffi cienti a garantire la sopravvivenza della quasi totalità delle pian tine, che a dicembre del '98 hanno superato il numero di 3300 esemplari fra arboree e arbustive, rappresentativi di 77 specie diverse. Circa metà delle piantine sono di origine spontanea; il numero degli esemplari spontanei è in realtà assai superiore 9"
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valenza costituite da essenze arboree e arbustive) al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> acce<br />
lerare l'evoluzione verso <strong>il</strong> bosco planiziale a l'arnia e carp<strong>in</strong>o, 19<br />
<strong>in</strong>trodotte <strong>in</strong>volontariamente con <strong>il</strong> pane <strong>di</strong> terra avvolgente le<br />
ra<strong>di</strong>ci delle piant<strong>in</strong>e trapiantate o con <strong>il</strong> terriccio (proveniente<br />
da un cumulo <strong>di</strong> compostaggio domestico) ut<strong>il</strong>izzato per l'<strong>in</strong>va<br />
so temporaneo delle stesse piant<strong>in</strong>e. In tutto dunque 314 spe<br />
cie, <strong>di</strong> cui ben 253 <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e spontanea.<br />
Le specie dom<strong>in</strong>anti negli <strong>in</strong>colti erano quelle tipiche dei ter<br />
reni <strong>di</strong>sturbati ricchi <strong>di</strong> azoto: erbacee perenni normalmente<br />
<strong>in</strong>festanti le culture <strong>di</strong> mais, quali Sorghiim halepense, Cirsium<br />
arvense, Calystegla sepium, Convolvolus arvensis e piante<br />
annuali quali Papaver rhoeas,Solanum ntgriim, Chenopo<strong>di</strong>um<br />
album, Amaranthus spp., Abiit<strong>il</strong>on theophrasti, Lactuca serriola,<br />
Conyza canadensis, Frigeron animus, Xanthtum italicum.Tutte<br />
queste specie si presentavano con <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> note<br />
vole taglia, così che all'<strong>in</strong>izio della stagione <strong>in</strong>vernale gli <strong>in</strong>colti<br />
mostravano una copertura quasi uniforme dei residui della vege<br />
tazione avvicendatasi durante Tanno <strong>di</strong> altezza superiore ai due<br />
metri, con la sola eccezione delle aree <strong>in</strong> cui erano stati effet<br />
tuati gli impianti, mantenuti sgombri da ripetuti slàici.<br />
Nel corso del secondo anno è proseguita l'attività <strong>di</strong> messa a<br />
<strong>di</strong>mora <strong>di</strong> specie caratteristiche della flora spontanea <strong>di</strong> pianura,<br />
con l'<strong>in</strong>tegrazione <strong>di</strong> pochi esemplari <strong>di</strong> specie non propriamen<br />
te tipiche della flora cremonese, ma la cui presenza è stata rite<br />
nuta opportuna <strong>in</strong> vista delle f<strong>in</strong>alità anche <strong>di</strong>dattiche che <strong>il</strong> pro<br />
getto <strong>di</strong> r<strong>in</strong>aturalizzazione <strong>di</strong> quest'arca si propone. Gli impianti<br />
hanno riguardato l'allargamento dei nuclei realizzati Tanno pre<br />
cedente <strong>di</strong> bosco a legno "forte", <strong>il</strong> potenziamento dei f<strong>il</strong>ari sulle<br />
sponde delle rogge, la costituzione <strong>di</strong> f<strong>il</strong>ari lungo tutto <strong>il</strong> perime<br />
tro dell'appezzamento e la creazione <strong>di</strong> nuclei <strong>in</strong>iziali <strong>di</strong> bosco a<br />
legno "dolce", costituiti da gruppetti monospecifici.<br />
Si è anche tentato <strong>di</strong> ottenere l'<strong>in</strong>se<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> alberi e arbusti<br />
negli <strong>in</strong>colti tramite Io spargimento <strong>di</strong> semi e frutti raccolti nel<br />
territorio, <strong>il</strong> cui esito sembra per ora deludente: solo tre nocciòli,<br />
due rose can<strong>in</strong>e e una dec<strong>in</strong>a <strong>di</strong> farnie sembrano essere compar<br />
si per questa via,anche se, ovviamente, non è possib<strong>il</strong>e esclude<br />
re che i semi da cui sono nate abbiano <strong>di</strong>versa orig<strong>in</strong>e.<br />
E' stato anche completato lo scavo per la realizzazione <strong>di</strong> un<br />
piccolo stagno, accumulando <strong>il</strong> materiale estratto per la costitu<br />
zione <strong>di</strong> due modesti r<strong>il</strong>evati, <strong>il</strong> primo con materiale provenien<br />
te dallo strato più superficiale avente consistenza arg<strong>il</strong>losa, <strong>il</strong><br />
secondo con ciuc<strong>il</strong>o proveniente dallo strato <strong>in</strong>feriore, costituito<br />
da sabbia e ghiaia. Si spera così <strong>di</strong> ottenere tre ambienti con<br />
caratteristiche <strong>di</strong>verse da quelle circostanti, <strong>in</strong> modo da favorire<br />
l'<strong>in</strong>se<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> specie tipiche <strong>di</strong> tali ambienti (zone umide,<br />
terreni magri e permeab<strong>il</strong>i, scarpatelle e pen<strong>di</strong>i arg<strong>il</strong>losi).<br />
Durante tutto Tanno si è preso nota delle presenze florisli-