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05.06.2013 Views

2.5 T PM2 Fogliol M. giganteus (Casteggio) M. giganteus (Laglio) PM3 PM4 M1 M2 M3 Figura 7 - Diagramma delle spezzate relativo al rapporto lunghezza/larghezza (Indice di Quadratura) dei denti nelle emimandibole di Megaloceros giganteus (Blumenbach) di Laglio (Como) e di Casteggio. Sembra abbastanza evidente come gli indici di quadratura in M.giganteus di Laglio e in quello di Casteggio siano molto vici ni fra di loro; ma in quest'ultimo resto i valori assoluti sono sem pre superiori passando da P2 a M3. Ciò permette di constatare come il reperto megacerino padano abbia una dentatura dimen sionalmente sempre superiore a quella della mandibola comasca avvalorando così il dato morfometrico assoluto della mandibola (cfr. la tabella 1 in: Anfossi, Rossi & Santi in corso di stampa). In secondo luogo, l'andamento delle spezzate, a parte il primo trat to relativo a l^-P^si snoda su due linee parallele a partire da P4 confermando ulteriormente la similitudine dei reperti e la mede sima appartenenza alla specie M. giganteus. La divergenza riscontrata nelle spezzate del secondo premolare potrebbe avere una logica se si considera la possibilità che sia il dente meno utilizzato nell'alimentazione, al contrario della serie P4-M3 e quindi maggiormente sottoposto a variabilità. I denti del mega cero comasco appaiono più tozzi rispetto a quelli dell'esempla re qui studiato in cui, al contrario, sono più slanciati. La possibi le spiegazione, al di là della variabilità specifica, può essere ritro vata nel diverso habitat nel quale vivevano gli esemplari: mag giormente facilitata l'alimentazione in pianura (essenze più tenere con conseguente minor difficoltà nella masticazione), più diffìcile in ambito pedemontano dove la dentatura, più massic cia, serviva a masticare vegetazione costituita in prevalenza da essenze più dure. Indubbiamente questa è solo un'ipotesi che ulteriori dati in futuro potranno confermare o meno. In definitiva può essere confermata la conclusione derivata dal confronto con gli indici di quadratura di Cervus e Alces propo- 43

Ringraziamenti Bibliografia 44 sta da Anfossi, Rossi & Santi (in corso di stampa, fig. 6):"Nei cervidi le variazioni a livello puramente dimensionale, sono evi denti maggiormente nei primi premolari ed in Ma, raggiungen do un'uniformità relativamente ai denti centrali PM/1-MI-M2... e ... sembrerebbe che PM4, nell'ambito delle forme studiate, non vari dimensionalmente, assumendo un ruolo fondamentale nel riconoscimento dei generi all'interno della famiglia, proprio in riferimento al profilo della superficie masticatoria". Sicuramente questi rinvenimenti, del tutto particolari per la grande completezza dei reperti, permetteranno di inquadrare sempre meglio i megaceri nella fauna padana di fine Pleistocene e di indagare con maggior dettaglio il ruolo da essi giocato. Purtroppo l'impossibilità di identificare il livello di giacitura pri maria dei resti impedisce una più sicura collocazione cronolo gica dei fossili. Appendice: fonti di provenienza dei campioni utilizzati nei diagrammi craniali SANTI (in corso di stampa) MSNPl - MLJSEO SCIENZE NATURALI PAVIA MSNP2 - MUSEO SCIENZE NATURALI PAVIA MCAPC1 - MUSEO CIVICO ARCHEOLOG1CO-PALEONTOLOGI- CO CASTEGGIO MCAPC2 - MUSEO CIVICO ARGIIEOLOG1CO-PALEONTOLOGI- CO CASTEGGIO MCSNC1 - MUSEO CIVICO STORIA NATURALE CREMONA 1573 CR - BIBLIOTECA COMUNALE DI CREMA (CREMONA) DAL SASSO (1993a) N. 356 (FEMMINA),V 366,V 1527,Vl665 Gli autori desiderano ringraziare il prof. Stella (Casteggio- Pavia) per aver concesso la possibilità di studiare i fossili. La ricerca è stata compiuta con fondi EA.R. 60%. Anfossi G., Galli C. & Santi G., 1994 - Rinvenimenti di resti di Megaloceros euryceros (Aldrovandi)-Brookes, 1827 nella pro vincia di Cremona (Lombardia-Italia), Pianura, 6: 7-20. Anfossi G., Rossi M. & Santi G., in corso di stampa -

2.5 T<br />

PM2<br />

Fogliol<br />

M. giganteus (Casteggio)<br />

M. giganteus (Laglio)<br />

PM3 PM4 M1 M2 M3<br />

Figura 7 - Diagramma delle spezzate relativo al rapporto lunghezza/larghezza<br />

(In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Quadratura) dei denti nelle emiman<strong>di</strong>bole <strong>di</strong> Megaloceros giganteus<br />

(Blumenbach) <strong>di</strong> Laglio (Como) e <strong>di</strong> Casteggio.<br />

Sembra abbastanza evidente come gli <strong>in</strong><strong>di</strong>ci <strong>di</strong> quadratura <strong>in</strong><br />

M.giganteus <strong>di</strong> Laglio e <strong>in</strong> quello <strong>di</strong> Casteggio siano molto vici<br />

ni fra <strong>di</strong> loro; ma <strong>in</strong> quest'ultimo resto i valori assoluti sono sem<br />

pre superiori passando da P2 a M3. Ciò permette <strong>di</strong> constatare<br />

come <strong>il</strong> reperto megacer<strong>in</strong>o padano abbia una dentatura <strong>di</strong>men<br />

sionalmente sempre superiore a quella della man<strong>di</strong>bola comasca<br />

avvalorando così <strong>il</strong> dato morfometrico assoluto della man<strong>di</strong>bola<br />

(cfr. la tabella 1 <strong>in</strong>: Anfossi, Rossi & Santi <strong>in</strong> corso <strong>di</strong> stampa). In<br />

secondo luogo, l'andamento delle spezzate, a parte <strong>il</strong> primo trat<br />

to relativo a l^-P^si snoda su due l<strong>in</strong>ee parallele a partire da P4<br />

confermando ulteriormente la sim<strong>il</strong>itud<strong>in</strong>e dei reperti e la mede<br />

sima appartenenza alla specie M. giganteus. La <strong>di</strong>vergenza<br />

riscontrata nelle spezzate del secondo premolare potrebbe<br />

avere una logica se si considera la possib<strong>il</strong>ità che sia <strong>il</strong> dente<br />

meno ut<strong>il</strong>izzato nell'alimentazione, al contrario della serie P4-M3<br />

e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> maggiormente sottoposto a variab<strong>il</strong>ità. I denti del mega<br />

cero comasco appaiono più tozzi rispetto a quelli dell'esempla<br />

re qui stu<strong>di</strong>ato <strong>in</strong> cui, al contrario, sono più slanciati. La possibi<br />

le spiegazione, al <strong>di</strong> là della variab<strong>il</strong>ità specifica, può essere ritro<br />

vata nel <strong>di</strong>verso habitat nel quale vivevano gli esemplari: mag<br />

giormente fac<strong>il</strong>itata l'alimentazione <strong>in</strong> pianura (essenze più<br />

tenere con conseguente m<strong>in</strong>or <strong>di</strong>fficoltà nella masticazione), più<br />

<strong>di</strong>ffìc<strong>il</strong>e <strong>in</strong> ambito pedemontano dove la dentatura, più massic<br />

cia, serviva a masticare vegetazione costituita <strong>in</strong> prevalenza da<br />

essenze più dure. Indubbiamente questa è solo un'ipotesi che<br />

ulteriori dati <strong>in</strong> futuro potranno confermare o meno.<br />

In def<strong>in</strong>itiva può essere confermata la conclusione derivata dal<br />

confronto con gli <strong>in</strong><strong>di</strong>ci <strong>di</strong> quadratura <strong>di</strong> Cervus e Alces propo-<br />

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