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A.2 Relazione geologica - Valutazioneambientale.Regione ...

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Dr. Geol. BITONTO Mario Giuseppe<br />

Via B. Lanzillotti, 136 – 75013- FERRANDINA – MT – tel. 0835 -556227<br />

NOTE PRELIMINARI<br />

Nell’ambito della Legislazione vigente in materia di produzione di energia elettrica da<br />

fonti rinnovabili, la FERGAS SOLAR Srl ha in programma la realizzazione di una serie di<br />

campi fotovoltaici nella Provincia di Matera, la cui energia opportunamente convogliata in<br />

opportuna cabina di trasformazione sarà immessa nella rete di distribuzione Nazionale.<br />

In tale contesto la FERGAS SOLAR Srl ha affidato l’ incarico allo scrivente di redigere<br />

appropriato studio geologico che possa individuare e proporre opere collaterali annesse<br />

alle eventuali problematiche legate all’ opera da realizzare.<br />

La presente indagine riferisce sui risultati che hanno interessato il campo denominato<br />

“Rossi 1” ubicato in contrada “Santa Chiara ” del territorio comunale di Ferrandina.<br />

L’ area interessata, ha una estensione di circa 70 ha, dovrà ospitare pannelli fotovoltaici<br />

per la produzione di energia elettrica e relative cabine di trasformazione ricade, nello<br />

strumento urbanistico del Comune di Ferrandina nella zona “E” (zona agricola) la quale, ai<br />

sensi del D.Lgs 387/03 può ospitare impianti per la produzione di energia.<br />

I problemi che coinvolgono la progettazione sono stati affrontati con le seguenti<br />

modalità operative:<br />

1) Indagine <strong>geologica</strong> e geomorfologia generale di base dell’area in studio, con<br />

particolare riferimento ad eventuali processi di erosione, di instabilità ed allo stato di<br />

alterazione dei litotipi presenti.<br />

2) Rilievo sismico superficiale in onda P e MASW riferito a quello dell’area Rossi2.<br />

3) Elaborazione di tutti i dati di campagna e di laboratorio che hanno permesso di<br />

Indagine <strong>geologica</strong> per la realizzazione di un campo fotovoltaico denominato ROSSI 1- Comune di Ferrandina (MT)<br />

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ricostruire la stratimetria locale e la realtà morfologica, idro<strong>geologica</strong>, geotecnica e sismica<br />

del sito in cui si andrà ad operare.<br />

Fanno parte integrante dello studio i seguenti elaborati:<br />

• UBICAZIONE AREA D’INTERVENTO SCALA 1: 100.000<br />

• CARTA GEOLOGICA SCALA 1:25.000<br />

• UBICAZIONE DELL’AREA NEL PIANO STRALCIO DELLE FASCE FLUVIALI<br />

EDITO DALL’AUTORITA’ DI BACINO DELLA BASILICATA SCALA 1: 25.000<br />

• STRALCIO DALLA CARTA INVENTARIO DELLE FRANE DELL’AUTORITA’ DI<br />

BACINO DELLA BASILICATA SCALA 1 : 25.000<br />

• STRALCIO CATASTALE.<br />

Non si è ritenuto dover procedere alla esecuzione di prove di laboratorio in<br />

quanto lo scrivente è in possesso di dati ottenuti in precedenti indagini nello stesso<br />

ambiente geologico le quali risultano esaustive ai fini della problematica progettuale.<br />

Nella presente relazione, considerata l’importanza della situazione geomorfologia e<br />

geotecnica, la trattazione dei problemi loro connessi sarà, comunque, preceduta da una<br />

rassegna sintetica dei caratteri litostratigrafici.<br />

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COSTITUZIONE DEL SOTTOSUOLO<br />

La zona oggetto della presente relazione è ubicata nel comune di Ferrandina ed<br />

occupa una porzione del versante posto in sinistra del Torrente Salandrella in località<br />

“Santa Chiara”.<br />

Essa presenta quote assolute comprese tra 227 e 202 s.l.m.<br />

Il programma di indagini in sito aveva la finalità di consentire la definizione della<br />

struttura del sottosuolo dell’area, di determinare le proprietà meccaniche dei terreni<br />

rinvenuti e individuare il regime idrico sotterraneo.<br />

Le caratteristiche geologiche e litostratigrafiche dell’area che dovrà ospitare l’<br />

impianto e delle aree finitime sono state accertate mediante rilievi di superficie integrati da<br />

uno stendimento sismico con un’ estensione di 120 m.<br />

Le osservazioni hanno accertato che l’area investigata è condizionata dalla presenza<br />

di terreni legati alle fasi sedimentarie plioceniche generalmente pelitiche di mare profondo<br />

con depositi di tipo prevalentemente argillosi sovrastati da una serie di terrazzi.<br />

La diversità degli apporti costieri e deltizi sul fondo de mare che si stava ritirando ha<br />

prodotto una forte eterogeneità negli strati rocciosi.<br />

Questi, infatti, presentano brusche variazioni litologiche sia in senso verticale che in<br />

senso orizzontale.<br />

Alle quote più basse è dato osservare come i terreni appartenenti alla facies costiera<br />

del Pliocene si incastrano con le sottostanti argille tramite un’alternanza di strati lenticolari<br />

di argilla e sabbia.<br />

Il motivo geolitologico e strutturale di cui sopra, si riscontra nella parte alta che<br />

interessa la viabilità di accesso all’area e la strada Provinciale per San Mauro Forte.<br />

All’alternanza sabbie-argille basali,seguono,verso l’alto, sabbie e conglomerati.<br />

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La porzione sommitale della parte pianeggiante è costituita da terreni appartenenti al<br />

Calabriano o piano basale del Quaternario.<br />

I terreni Calabriani si compongono di:<br />

a) Conglomerati semi-sciolti o poco cementati e talora passanti a ghiaie grossolane<br />

con spessore compreso tra 3.00m e 15.00m così come evidenziato dallo stendimento<br />

sismico.<br />

b) Argille grigio-azzurre mascherate da una coltre di alterazione e presente nella<br />

maggior parte dell’area indagata.<br />

I litotipi sopra descritti risultano sempre mascherati da un miscuglio detritico con<br />

ciottolame sparso in matrice sabbioso-argillosa variamente alterato, con spessore<br />

compreso tra 3.00m e 5.00m.<br />

La distribuzione areale dei terreni sopra descritti e riportata nella carta<br />

geologitologica allegata.<br />

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GEOMORFOLOGIA<br />

La geomorfologia di un’area rappresenta un momento di processo evolutivo che<br />

deve essere analizzato nei fattori che lo determinano: fattori “attivi” e “passivi” sulle forme<br />

di rilievo:<br />

attivi.<br />

passivi quelli che condizionano, senza svolgere azione diretta, l’azione dei fattori<br />

I fattori “attivi”, connessi all’atmosfera ed all’idrosfera, agiscono attraverso una serie<br />

di azioni quali: decomposizione, denudazione dovuta alle acque non incanalate, erosione<br />

da parte delle acque incanalate, deflezione e corrosione.<br />

I fattori passivi sono rappresentati da litologia, tettonica, clima e vegetazione.<br />

Il tipo di paesaggio geomorfologico è, quindi, il risultato dell’azione contemporanea e<br />

successiva di forze, variamente agenti, che sono condizionate dal clima, dalla<br />

composizione litologica e dalla tettonica.<br />

Di seguito, si esaminano gli elementi geomorfologici più importanti presenti nell’area<br />

oggetto d’indagine.<br />

Il territorio, ricade nel bacino del Fiume Cavone e presenta una conformazione<br />

orografica e motivi morfologici pressochè uniformi, caratteristici di ambienti collinari.<br />

L’aspetto dei versanti è legato a molti dei fattori prima menzionati (clima,<br />

vegetazione, piovosità, litologia e fasi tettoniche).<br />

L’intervento antropico, esplicatosi nei secoli scorsi con disboscamenti indiscriminati,<br />

ha concorso ad accelerare le manifestazioni erosive. Si osservano, pertanto, fenomeni<br />

diffusi di demolizione rapida delle pendici che si manifestano mediante solchi più o meno<br />

profondi, calanchi e motivi legati a movimenti di massa, quali colate e scoscendimenti.<br />

In questo settore del territorio regionale, l’evoluzione morfogenetica , facilitata<br />

“purtroppo” dall’intervento umano con la eliminazione della coltre arborea (macchia<br />

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mediterranea), ha prodotto comunque un paesaggio di notevole pregio naturalistico:<br />

calanchi, piramidi di argilla, fossi con profili di fondo ripidi e testate “svasate” per erosione<br />

rimontante.<br />

L’orografia è oggi caratterizzata da rilievi sensibilmente elaborati dagli agenti esterni:<br />

essenzialmente da sottili dorsali subparallele, da depressioni con sezione trasversale a V<br />

per i versanti acclivi, ad U per le zone meno acclivi.<br />

Il settore esaminato, rientra nell’ambiente morfologico collinare in cui l’erosione è<br />

accelerata dall’assenza di vegetazione e dalla presenza di litotipi facilmente aggredibili e<br />

degradabili.<br />

Non sono stati osservati, in verità, movimenti che interessino grosse superfici ma,<br />

localmente, al di fuori dell’area indagata, si osservano dissesti superficiali impostati in<br />

zone di compluvio, mentre le sponde dei fossi principali e di quelli minori, senza soluzioni<br />

di continuità, risultano aggredite dalle acque meteoriche che, infiltrandosi attraverso le<br />

fessure da disseccamento, ne provocano il crollo.<br />

Nel dettaglio, il settore di intervento attualmente risulta stabile con pendenze che non<br />

superano il 10% e non rientra tra quelle cartografate e riportate nella carta delle frane edita<br />

dall’Autorità di bacino della Basilicata.<br />

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IDROGEOLOGIA<br />

Nelle linee generali, la zona studiata si presenta incisa da un reticolo a geometria<br />

dendritica, discretamente organizzato, che sottolinea la natura impermeabile dei terreni su<br />

cui si imposta. L’accentuata azione erosiva di tale assetto idrologico di superficie ha<br />

prodotto valli talora fortemente approfondite, ed opera un notevole richiamo di materiali<br />

dei versanti attigui.<br />

I corsi di acqua sono caratterizzati da portate legate direttamente al regime delle<br />

piogge: prevale, perciò, un carattere torrentizio con periodi di secca, estivi.<br />

L’idrogeologia dell’area è comunque condizionata dal carattere decisamente<br />

impermeabile dei terreni basali (argille), così come è anche emerso dai dati di laboratorio<br />

in possesso ottenuti da prove di permeabilità eseguite nello stesso ambiente geologico.<br />

Ciò determina bassi valori di filtrazione delle acque meteoriche ed un prevalente<br />

scorrimento superficiale che, insieme ai fattori morfologici, di regime pluviometrico,<br />

produce accentuati valori di erosione e di trasporto solido, maggiormente visibili laddove la<br />

copertura vegetale ed arborea è pressochè nulla.<br />

In definitiva, il forte sviluppo del drenaggio superficiale, dovuto alla quasi totale<br />

impermeabilità dei terreni di fondo ed alla loro facile erodibilità, dà luogo a dei veri e propri<br />

“patterns dendritici”, con la tipica arborescenza delle incisioni. Non si tratta di veri e propri<br />

reticoli idrografici, ma di una serie di incisioni superficiali in cui periodicamente abbiamo<br />

l’acqua.<br />

Nel caso in esame,il reticolo evidenzia una serie di incisioni lungo le linee di max<br />

pendenza che data la presenza dei terreni molto allentati in superficie, produce una<br />

erosione lineare di modesta entità che già a poche decine di metri dalla testa, ove la<br />

pendenza diminuisce, si ha la sedimentazione dei materiali prima erosi.<br />

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Tale situazione trascurabile per le coltivazioni agricole, potrebbe creare problemi alla<br />

struttura portante dei pannelli per l’accumulo dei materiali alla base.<br />

Pertanto, si consiglia prevedere la riprofilatura dell’intera area e la realizzazione di un<br />

canale di scolo principale ove convogliare le acque di ruscellamento e che potrebbe<br />

coincidere con l’incisione del fosso del Turo presente nell’area oggetto d’indagine.<br />

La sezione del deflusso del fosso sarà opportunamente dimensionata e rivestita<br />

almeno alla base per permettere una corretta manutenzione ogni qualvolta risulti colmata<br />

dai materiali erosi.<br />

In alternativa, qualora l’estensione dell’area lo permetta, si potrebbero abbandonare<br />

le aree interessate dalle incisioni, utilizzando siti posti a congrua distanza dalle linee di<br />

drenaggio.<br />

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CARATTERI DI PERMEABILITA’ DEI TERRENI<br />

Partendo dal concetto generale che la “permeabilità” di una roccia è la proprietà di<br />

essere attraversata da un fluido, senza che cambi la tessitura o l’assestamento dei<br />

granuli, va anche evidenziato che la stessa permeabilità può variare entro uno stesso<br />

campione secondo diverse direzioni.<br />

Da ciò emerge che la valutazione della permeabilità nelle rocce coerenti del<br />

substrato, quando non sia regolata dalla Legge di Darcy, non può intendersi<br />

quantitativamente “assoluta”.<br />

Nel caso in esame, date le finalità del lavoro e la scala su cui si opera, è possibile<br />

distinguere la permeabilità da “media a ridotta” e da “ridotta a molto ridotta”.<br />

Con permeabilità da media a ridotta sono stati classificati i materiali di copertura, a<br />

prevalente componente argillosa e limosa; in essa è ancor possibile una certa circolazione<br />

idrica in considerazione dello scarso addensamento e della degradazione.<br />

Trattasi, pertanto, di depositi nei quali le frazioni fini hanno una importanza notevole,<br />

sino ad essere predominanti.<br />

La loro permeabilità può essere valutata da 10 -5 e sino a 10 -7 m/sec.<br />

Rocce con permeabilità da ridotta a molto ridotta (praticamente impermeabili) si<br />

intendono quelle con una permeabilità inferiore a 10 -7 m/sec. (limi, argille, torba).<br />

I parametri di permeabilità riscontrati in laboratorio, propri per questi tipi litologici,<br />

sono sempre intorno a 5-6 x 10 -8 cm/sec.; i terreni d’imposta dell’impianto rientrano tra<br />

questi ultimi.<br />

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In realtà, anche durante i lavori di perforazione eseguiti per la ricerca di idrocarburi,<br />

non sono state intercettate falde idriche stante la potenza dei litotipi argillosi aventi, uno<br />

spessore di oltre 2.000 m.<br />

***************<br />

PROPRIETA’ GEOTECNICHE DEI TERRENI<br />

Come già precedentemente detto, non si è ritenuto opportuno eseguire prove di<br />

laboratorio poiché lo scrivente è in possesso dei risultati ottenuti da precedenti indagini<br />

eseguite nelle immediate vicinanze in occasione della costruzione di un fabbricato<br />

agricolo.<br />

3.00 m<br />

La parametrizzazione ottenuta fa riferimento ad un campione estratto alla quota di -<br />

Su questo terreno è stata condotta analisi granulometrica che ha individuato un fuso<br />

caratterizzato da sabbia pari al 55.00%; la componente pelitica è rappresentata da limi<br />

ed argille presenti rispettivamente con il 33.47% e l'11.53%.Trattasi, pertanto, di "sabbia<br />

leggermente argillosa con limo"<br />

La plasticità è media con valore di Ip pari al 18%.<br />

Il peso di volume ha un valore intorno a 1.95 t/mc<br />

Il grado di saturazione è prossimo all'unità (80%) e l'indice di consistenza (Ic), nelle<br />

diverse determinazioni effettuate, risulta di poco minore dell'unità (0.9 - 1.2).<br />

I valori maggiori dell'unità si registrano in corrispondenza dei primi metri e tanto è<br />

giustificato dal fatto che gli strati più superficiali risultano preconsolidati per effetto del<br />

periodico essiccamento.<br />

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L'insieme dei punti sperimentali ricavati da prova triax è correlabile mediante una<br />

retta di regressione definita da coesione c' pari a 0.05 kg/cmq ed angolo di attrito φ pari a<br />

20°<br />

PREMESSA<br />

***************<br />

CLASSIFICAZIONE SISMICA<br />

Il presente Report Geofisico riferisce sulle risultanze di un’indagine indiretta condotta<br />

per la caratterizzazione sismoelastica dei terreni presenti in un’area sita nel comune di<br />

Ferrandina (MT) ove è in progetto un campo fotovoltaico denominato Rossi 2 (Committ.:<br />

Mara Solar Srl).<br />

Si sono adottate metodologie geofisiche quali Rilievi Sismici in onda P, Rilievi Sismici<br />

con tecnica MASW, per valutare la risposta dei terreni alle differenti metodologie ed<br />

ottenere informazioni stratigrafiche al di sotto delle sezioni tracciate dai rilievi di campo; si<br />

è valutata inoltre la risposta sismica locale del sito ai sensi del NTC 2008 - DM 14 gennaio<br />

2008.<br />

Allo scopo l’indagine realizzata in loco è consistita in:<br />

- realizzazione di n. 1 rilievo sismico a rifrazione in onda P (sigla: SS1), ubicato nell’area<br />

di indagine come da planimetria allegata, con interpretazione Tomografica dei dati di<br />

velocità in onda P;<br />

- esecuzione di n. 1 prospezione sismica con tecnica MASW (Multi-channel Analysis of<br />

Surface Waves) sulla medesima traccia della prospezione a rifrazione SS1 (sigla:<br />

Masw1), per ottenere il profilo verticale delle onde S (Vs) nella posizione baricentrica<br />

rispetto all’allineamento citato.<br />

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Le tipologie di rilievo condotte sul terreno e le ubicazioni corrispondenti, sono state<br />

indicate dalla DD.LL., in maniera tale da investigare al meglio l’area di interesse<br />

compatibilmente con gli spazi fisici a disposizione.<br />

1. RILIEVI SISMICI ONDA P<br />

Come riferito in premessa, nell’area interessata dal presente studio, si è realizzato<br />

n.1 rilievo sismico ubicato come da planimetria allegata, per una lunghezza pari a<br />

L=120ml, con interpretazione Tomografica dei dati di velocità sismica in onda P.<br />

Data la lunghezza della base, la profondità utile di investigazione è risultata pari a<br />

circa 30.0m.<br />

2.5m.<br />

La spaziatura tra i geofoni sullo stendimento è risultata pari a 5.0m, con "offset" di<br />

Per la rilevazione delle onde P si è effettuata la energizzazione tramite “Hammer<br />

Blow” da 8 Kg fatto impattare su una piastra in lega di acciaio solidale con il terreno e<br />

posta sui vari punti di scoppio (Shots), ed utilizzati n.24 geofoni con frequenza di<br />

vibrazione 10-14 Hz.<br />

I valori di velocità cui si farà riferimento di seguito, riportati nelle sezioni<br />

sismostratigrafiche allegate, sono quelli medi valutati sullo stendimento con il metodo<br />

GRM-Tomografico (GRM-type Analysis).<br />

1.1 Metodologia Adottata Rilievi Sismici in onda P<br />

La tecnica di esecuzione della sismica di rifrazione, consiste nel rilevare a distanze<br />

orizzontali variabili rispetto ad un punto di origine, gli arrivi di onde sismiche di<br />

compressione e di taglio (con appositi geofoni da 10-14 Hz per le onde P) generate da una<br />

sorgente di impulsi sismici e rifratte da discontinuità geologico-strutturali .<br />

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La velocità di propagazione delle onde sismiche (Vp), costituisce il parametro<br />

discriminante per la determinazione della natura litologica del mezzo investigato.<br />

La associazione delle velocità rilevate ad i corrispondenti litotipi ("taratura" delle<br />

misurazioni geofisiche)è stata fatta sulla base di dati stratigrafici desunti da dati diretti<br />

desunti da indagini puntuali eseguite nei pressi dell’area di indagine, oltrechè da dati di<br />

affioramento.<br />

Per ogni profilo (copertura tomografica eseguita con n. 5 shots distanziati in maniera<br />

regolare) si sono eseguiti n. 2 scoppi (Shots 1-5) agli estremi del rilievo e n. 3 scoppi<br />

interni al rilievo (Shots 2-3-4), che permettono di tracciare il diagramma delle velocità<br />

complementari e di ottenere una buona ricopertura di dati (informazioni sullo stesso<br />

rifrattore da energizzazioni diverse), ricavare giaciture dei livelli rifrattori e ridurre infine il<br />

margine di errore in una investigazione di tipo indiretto.<br />

Dopo aver determinato il tempo totale (total time), si sono definite profondità e<br />

velocità del/i rifrattore/i sotto ciascun geofono con il metodo GRM (Generalized Reciprocal<br />

Time-Palmer 1980) e SeisOpt Pro v.4.0 (Optim Inc. USA) per la elaborazione tomografica<br />

delle velocità sismiche in onda P.<br />

1.2 Strumentazione Adottata e Trattamento dati<br />

- Sismica di Superficie:<br />

-Sismografo Mod. AMBROGEO mod. Echo24 : acquisizione con risoluzione di 16-24 bit,<br />

con 24 canali con segnale analogico/digitale memorizzato direttamente sullo strumento;<br />

trasferimento dati su PC e filtraggio del segnale con filtri passa basso con frequenza<br />

principale di taglio a 250 Hz;<br />

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Fig.3) Sismografo AMBROGEO mod. Echo24<br />

-Apparato di ricezione (per Sismica di Superficie in onda P): 24 geofoni marca OYO 8-14<br />

Hz, per onda P con time break sincrono con la sorgente di energia;<br />

-Sorgente di Energia (per Sismica di Superficie in onda P : energizzatore a cartucce a<br />

salve ESI; “Hammer Blow” da 8 Kg che impatta su una piastra in lega d’acciaio (onda P);<br />

-Trattamento dati (per Sismica di Superficie): display sismogrammi, lettura first break<br />

points per le onde P (FBP), analisi delle intensità dei segnali sismici, costruzione delle<br />

dromocrone, tramite programma trattamento dati : “WINSISM V.7-8”, inversione<br />

tomografica (onda P) tramite programma SeisOpt Pro v.4.0 (Optim Inc. USA), definizione<br />

della profondità dei rifrattori tramite GRM-Type-Analysis; ottimizzazione e trasferimento<br />

dati in sistema C.A.D.<br />

1.3 Risultanze del Rilievo Sismico in onda P<br />

Per il rilievo in parola, è stata effettuata la correzione topografica della quota dei<br />

geofoni posti sullo stendimento, data la presenza di un area di rilievo in debole pendenza.<br />

La analisi di insieme dei parametri geofisici derivanti dall’indagine condotta, consente<br />

di effettuare una suddivisione di max n.3 differenti sismostrati, associati a differenti<br />

situazioni geologico-tecniche:<br />

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I° livello: (Vp=450 m/sec; Vs=111 m/sec), associato a coperture areate sabbioso-<br />

limose, a scadenti caratteri geotecnici; tale livello si individua per una profondità media<br />

pari a 3.4 m circa da p.c.;<br />

II° livello: (Vp=1.900 m/sec; Vs=292 m/sec), associato sulla base di informazioni<br />

stratigrafiche dirette a substrato sabbio-limo-ghiaioso dotato di discreti caratteri<br />

geotecnici; tale livello si individua sino a profondità da p.c. in media pari a 19.0 m circa<br />

da p.c.;<br />

III° livello: (Vp=2.300 m/sec; Vs=410 m/sec), associato con buona probabilità a<br />

litologie argillo-limo-sabbiose di base a buona risposta acustica, quindi geotecnica. Lo<br />

strato in parola è collocato alla base del sismostrato appena descritto ed è posto sino<br />

alla profondità di massima investigazione; le caratteristiche tecniche di tale sismostrato<br />

sembrano aumentare gradualmente con la profondità, visto l’andamento delle linee di<br />

isovelocità letto con i tomogrammi specifici.<br />

2 RILIEVI SISMICI ONDA S (Tecnica MASW)<br />

La risposta sismica locale dell’area di interesse, ai sensi della normativa sismica<br />

vigente (NTC 2008 – DM 14 gennaio 2008), è stata valutata con Tecnica MASW (Multi-<br />

channel Analysis of Surface Waves) sulla medesima linea del rilievo SS1; si è ottenuto il<br />

profilo verticale medio delle Vs nel baricentro della linea considerata denominata Masw1.<br />

2.1 Cenni Teorici<br />

La tecnica MASW (Multi-channel Analysis of Surface Waves), consente di fornire un<br />

profilo verticale medio delle Vs relative al volume di sottosuolo sotteso dallo stendimento<br />

operato.<br />

Tale profilo verticale delle Vs viene ricavato per inversione o per modellizzazione<br />

diretta della velocità di fase delle onde di superficie (Rayleigh).<br />

Le onde di Rayleigh costituiscono un particolare tipo di onde di superficie che si<br />

trasmettono sulla superficie libera di un mezzo isotropo ed omogeneo, e sono il risultato<br />

dell’interferenza tra onde P ed onde Sv (onde di taglio verticali).<br />

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In un mezzo stratificato, tali onde sono di tipo guidato e dispersivo.<br />

La dispersione è una deformazione di un treno d’onde dovuta ad una variazione di<br />

propagazione di velocità con la frequenza.<br />

Le componenti con frequenza minore, penetrano più in profondità rispetto a quelle a<br />

frequenza maggiore, per un dato modo, e presentano normalmente più elevate velocità di<br />

fase.<br />

Il profilo di velocità onde di Rayleigh (Vfase/frequenza), può essere convertito nel<br />

profilo Vs/profondità.<br />

Il metodo SASW (Nazarian e Stokoe, 1984) utilizza una sorgente attiva e due<br />

sismometri da 1Hz polarizzati verticalmente spaziati da 1m sino a 500m; le Vs sono<br />

ricavate dallo studio delle velocità di fase delle onde di Rayleigh.<br />

Tali velocità di fase sono ricavate per confronto diretto degli spettri d’ampiezza e fase<br />

di ciascuna coppia di sismometri, ottenuti istantaneamente in sito tramite un oscilloscopio<br />

che esegue una trasformata veloce di Fourier; l’interpretazione è svolta nel dominio delle<br />

frequenze, e si suppone che gli arrivi più energetici appartengano al treno d’onde di<br />

Rayleigh.<br />

In ambienti rumorosi, la metodologia SASW non porta sempre a risultati<br />

soddisfacenti per il fatto che, nel dominio delle frequenze non è possibile separare le onde<br />

di Rayleigh da quelle di altra natura.<br />

Il metodo MASW (Park et al., 1999) è stato sviluppato in parte per superare le<br />

difficoltà del metodo SASW in ambienti rumorosi.<br />

Viene effettuata infatti una registrazione simultanea di 12 o più canali, che fornisce<br />

una ridondanza statistica delle misure di velocità di fase e ne avvalora la veridicità.<br />

In questo caso la interpretazione e salvataggio dati nel dominio temporale, consente<br />

di separare le onde di Rayleigh presenti nelle acquisizioni (caratterizzate normalmente da<br />

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elevata ampiezza di segnale); si stima che circa il 60% dell’energia prodotta dalla sorgente<br />

artificiale si tramuta in onde di superficie.<br />

L’analisi spettrale detta “overtone analisys”, produce un grafico Velocità di fase-<br />

frequenza in cui si può distinguere il modo fondamentale delle onde di superficie sul quale<br />

effettuare il picking della curva di dispersione, ed ottenere per successiva inversione il<br />

profilo 1-D delle Vs. La tecnica prevede inoltre di eseguire misure ripetute spostandosi<br />

nella direzione di allineamento dello stendimento.<br />

2.2 Acquisizione e Processing dati<br />

L’analisi mediante tecnica MASW, è stata effettuata registrando onde di superficie<br />

(sorgente attiva-massa battente) registrando i dati sismici (common-shot ghaters)<br />

mediante array lineare di 24 geofoni (bassa frequenza: 4.5 Hz) su n.3 tracce da 1 sec/cad,<br />

con geofoni distanziati con passo 1.0-2.0m e offset variabile 2-5-10m.<br />

Si sono registrate su n. 24 canali, onde con range di frequenza 2-30Hz, che in<br />

condizioni ottimali offrono dettagliate informazioni sulla ricostruzione del profilo Vs in<br />

profondità.<br />

Dopo aver caricato il dataset di campo, si è determinato tramite software dedicato lo<br />

spettro di velocità (diagramma Velocità/Frequenza).<br />

Nello spettro di velocità v-f sono visualizzati gli andamenti con evidente coerenza di<br />

fase e potenza significativa che consentono di riconoscere in modo “visivo” le onde di<br />

Rayleigh che hanno carattere dispersivo (Modo Fondamentale), rispetto a quelle (onde<br />

Rayleigh di ordine superiore, onde di pressione, suono e rumore incoerente) che hanno<br />

altri Modi e tipi di onde (Modo superiore – Aliasing spaziale).<br />

Si è eseguito il picking (Modo Fondamentale) della curva di dispersione; tali valori<br />

sono stati poi plottati su un diagramma velocità-frequenza, per l’analisi della curva di<br />

dispersione ed ottimizzazione del modello diretto monodimensionale di Vs.<br />

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Negli elaborati prodotti sono stati riportati oltre al sismogramma prescelto per<br />

l’inversione, i seguenti spettri:<br />

Spettro FX: proviene da una FFT 2D applicata all'intero sismogramma, considerando il<br />

valore assoluto delle frequenze positive.<br />

La figura viene mostrata in un sistema distanza -frequenza. Analizzando lo spettro è<br />

possibile comprendere a quali frequenze è situato l'impulso di energia e se al segnale è<br />

sovrapposto del noise.<br />

Spettro FK : proviene da una FFT 2D applicata all'intero sismogramma medio,<br />

considerando il valore assoluto delle frequenze positive.<br />

La figura viene mostrata in un sistema numero d'onda-frequenza. Da tale spettro è<br />

possibile estrarre la curva di dispersione sperimentale.<br />

Spettro FV : proviene da una FFT 2D applicata all'intero sismogramma, considerando il<br />

valore assoluto delle frequenze positive.<br />

La figura viene mostrata in un sistema frequenza-velocità. Anche da tale spettro è<br />

possibile estrarre la curva di dispersione sperimentale.<br />

2.3 Strumentazione Adottata e Trattamento dati<br />

- Tecnica MASW:<br />

-Sismografo Mod. AMBROGEO mod. Echo24 : acquisizione con risoluzione di 16-24 bit,<br />

con 24 canali con segnale analogico/digitale memorizzato direttamente sullo strumento;<br />

trasferimento dati su PC;<br />

-Apparato di ricezione (per Sismica di Superficie in onda S): 24 geofoni marca OYO-<br />

GEOSPACE 4.5 Hz con time break sincrono con la sorgente di energia (starter);<br />

-Sorgente di Energia (per Sismica di Superficie in onda P tipo “Hammer Blow” da 8 Kg che<br />

impatta su una piastra in lega d’acciaio (onda P);<br />

-Trattamento dati (per Sismica di Superficie): display sismogrammi, processing dei dati<br />

SEGY, calcolo dello spettro di velocità per ogni traccia acquisita, effettuazione del picking<br />

della curva di dispersione, plottaggio su un diagramma periodo-velocità di fase,<br />

ottimizzazione del modello diretto di velocità delle onde di taglio: softwares:<br />

winMASW 4.0 (Eliosoft); SWAN 1.4 (GeoStudi Astier Srl).<br />

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2.4 Richiamo alla normativa vigente sulla classificazione sismica dei suoli (NTC<br />

2008 -D.M. 14 gennaio 2008)<br />

Il D.M. 14 genn. 2008 (NTC 2008), definisce la pericolosità sismica, intesa come<br />

"accelerazione massima attesa ag su sito di riferimento rigido con superficie topografica<br />

orizzontale (cat. A - Vs30>800 m/s)", in funzione del sito e non più in relazione alla zona<br />

sismica del comune cui appartiene l'area oggetto dell'intervento.<br />

La stima dei parametri spettrali necessari per la definizione dell'azione sismica di<br />

progetto (allegato A del D.M. 14 gennaio 2008), viene ora effettuata direttamente per il sito<br />

in esame, sulla base delle informazioni disponibili nel reticolo di riferimento riportato nella<br />

tabella 1 nell'allegato B del D.M. 14 gennaio 2008.<br />

Tale reticolo è costituito da 10.751 nodi (distanziati di non più di 10 km) e copre<br />

l'intero territorio nazionale ad esclusione delle isole (tranne Sicilia, Ischia, Procida e Capri)<br />

dove vengono forniti parametri spettrali costanti per tutto il territorio (tabella 2 nell'allegato<br />

B del D.M. 14 gennaio 2008).<br />

Per ciascuno dei nodi sono forniti i valori dei parametri ag (espresso in g/10), Fo<br />

(adimensionale) e T*c (espresso in secondi) necessari per la definizione dell'azione<br />

sismica.<br />

Una volta individuate le coordinate del sito oggetto d'intervento, il calcolo di ciascuno<br />

dei relativi parametri spettrali su indicati può essere effettuato attraverso la media pesata<br />

dei corrispondenti valori nei 4 punti della griglia di accelerazioni (Tabella 1 in Allegato B)<br />

che circondano il sito in esame secondo la seguente formula:<br />

dove :<br />

p è il parametro di interesse nel punto in esame;<br />

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pi è il valore del parametro di interesse nell'i-esimo punto della maglia elementare contenente il<br />

punto in esame;<br />

di è la distanza del punto in esame dall'i-esimo punto della maglia suddetta.<br />

Se il tempo di ritorno considerato non coincide con nessuno dei tempi di ritorno forniti<br />

in tabella, per ricavare il valore del parametro di interesse sarà necessario effettuare<br />

un'ulteriore interpolazione (tra i valori dei parametri corrispondenti ai due tempi di ritorno<br />

che comprendono quello di calcolo) con la formula seguente:<br />

dove<br />

p è il valore del parametro di interesse corrispondente al periodo di ritorno TR considerato<br />

TR1 e TR2 sono i valori del tempo di ritorno più prossimi a TR per i quali si dispone dei valori di p1 e<br />

p2<br />

2.4.1 Categorie di sottosuolo<br />

E’ possibile determinare l’azione sismica di progetto per un dato secondo un<br />

approccio semplificato, basato sulle seguenti categorie di sottosuolo di riferimento<br />

(A,B,C,D,E) e n.2 categorie aggiuntive (S1-S2):<br />

Tabella I – Categorie di sottosuolo<br />

Categoria Descrizione<br />

Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800<br />

A m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore<br />

massimo pari a 3 m.<br />

B<br />

C<br />

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto<br />

consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle<br />

proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s<br />

(ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).<br />

Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente<br />

consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle<br />

proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s<br />

(ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a<br />

grana fina).<br />

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D<br />

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Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina<br />

scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale<br />

miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180<br />

m/s (ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana<br />

fina).<br />

E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di<br />

riferimento (con Vs > 800 m/s).<br />

Fatta salva la necessità della caratterizzazione geotecnica dei terreni nel volume<br />

significativo, ai fini della identificazione della categoria di sottosuolo, la classificazione si<br />

effettua in base ai valori della velocità equivalente Vs30 di propagazione delle onde di<br />

taglio entro i primi 30 m di profondità.<br />

La misura diretta della velocità di propagazione delle onde di taglio è<br />

fortemente raccomandata.<br />

Per sottosuoli appartenenti alle ulteriori categorie S1 ed S2 di seguito indicate (Tab.<br />

II), è necessario predisporre specifiche analisi per la definizione delle azioni sismiche,<br />

particolarmente nei casi in cui la presenza di terreni suscettibili di liquefazione e/o di argille<br />

d’elevata sensitività possa comportare fenomeni di collasso del terreno.<br />

Tabella II – Categorie aggiuntive di sottosuolo<br />

Categoria Descrizione<br />

S1<br />

Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20<br />

kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza,<br />

oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.<br />

S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di<br />

sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.<br />

2.5 Risultanze del rilievo a Tecnica Masw e parametri elastodinamici<br />

L’analisi delle velocità delle onde di taglio rilevate con tecnica Masw, ha considerato<br />

un numero adeguato di strati (n.5) per effettuare un fitting migliore della curva di<br />

dispersione; per la Masw effettuata si sono “normalizzati” i dati dei n.5 sismostrati<br />

portandoli a n. 3 (media ponderara), per poter effettuare un confronto con i dati in onda P<br />

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(in considerazione degli spessori rilevati con le onde di compressione) ed ottenere i<br />

parametri sismoelastici richiesti.<br />

I parametri ottenuti nella interpretazione sono sintetizzati nella tabella che segue:<br />

Profilo Verticale Vs Masw1<br />

Spessore Profondità<br />

Vs Tipo di analisi:<br />

(m) (da m) (a m) (m/sec) Onde di Rayleigh<br />

2.51 0.00 2.51 111<br />

3.42 2.51 5.93 168 VS30 (m/s): 274<br />

4.63 5.93 10.56 299<br />

7.67 10.56 18.23 343<br />

11.77 18.23 30.00 410 Tipo di Suolo: C<br />

e, dopo l’operazione di normalizzazione a n.3 strati, lasciando inalterato il valore di Vs30<br />

ottenuto tramite best fit della curva di dispersione:<br />

Profilo Verticale Vs (media livv. 2-3-4) Masw1 norm.<br />

Spessore Profondità<br />

Vs Tipo di analisi:<br />

(m) (da m) (a m) (m/sec) Onde di Rayleigh<br />

2.51 0.00 2.51 111<br />

15.72 2.51 18.23 292 VS30 (m/s): 274<br />

11.77 18.23 30.00 410 Tipo di Suolo: C<br />

per cui l’area in esame può essere classificata nella categoria C.<br />

I dati di sintesi delle rilevazioni in onda P/S effettuate, il calcolo dei parametri<br />

elastodinamici sono riportati nella tabella che segue:<br />

STRATO prof.media(m)<br />

Vp Vs µ δ Edin Gdin Kdin Estat<br />

Km/sec Km/sec T/m³ Kg/cm² Kg/cm² Kg/cm² Mpa<br />

I 3.40 0.45 0.11 0.47 1.63 600 204 3088 0.9<br />

II 19.04 1.90 0.29 0.49 2.14 5536 1861 76291 29.8<br />

III max invest (P). 2.30 0.41 0.48 2.22 11286 3804 114626 90.6<br />

Legenda parametri dinamici<br />

Moduli Elastodinamici Impianto Fotovoltaico Rossi2-Ferrandina MT<br />

Tp Tempi onde di compressione millisecondi δ Densità geofisica T/m³<br />

Ts Tempi onde di taglio millisecondi Edin Modulo di Elasticità dinamico Kg/cm²<br />

Vp Velocità onde di compressione Km/sec Gdin Modulo di Taglio dinamico Kg/cm²<br />

Vs Velocità onde di taglio Km/sec Kdin Modulo di Compressibilità dinamico Kg/cm²<br />

µ Coefficiente di Poisson - Estat Modulo di Elasticità statico Mpa<br />

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** Ciò chiarito, per le tipologie di rilievo effettuate, si rimanda agli elaborati specifici<br />

prodotti, per una più approfondita analisi dello studio condotto.<br />

CONCLUSIONI<br />

Le indagini condotte portano ad affermare l’idoneità del sito e, quindi, del progetto<br />

sotto tutti quelli che sono gli indicatori geoambientali più importanti<br />

- geomorfologico;<br />

- idrologico ed idrogeologico;<br />

- geotecnico.<br />

- aspetto geomorfologico<br />

La struttura degli affioramenti e dei terreni in substrato è tale da garantire, di per sé,<br />

la stabilità generale dell’area. Se a questo si aggiunge una favorevole situazione<br />

topografica e, quindi, morfologica, si avrà come tale “indicatore ambientale” sia<br />

assolutamente “favorevole”.<br />

- aspetto idrologico ed idrogeologico<br />

Riguarda i problemi connessi alla circolazione delle acque superficiali e di quelle<br />

endogene.<br />

Dall’esame morfologico è facile osservare come il sito di progetto sia localmente<br />

interessato da canali di erosione in cui solo periodicamente si evidenzia presenza idrica;<br />

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non sono da escludere interazioni con tali acque. In ogni caso, il grado di permeabilità<br />

dei terreni di copertura è tale da escludere la presenza di falde idriche importanti a breve<br />

distanza dal piano campagna. Nessuna importanza assumono i filetti idrici periodici,<br />

percolanti nella fascia corticale in occasione di piovosità intensa.<br />

Si consiglia di evitare il posizionamento della struttura portante dei pannelli in<br />

prossimità dei canali di erosione, a meno che non si proceda alla riprofilatura delle<br />

porzioni di terreno interessate dai solchi e conseguente regolarizzazione delle acque<br />

dilavanti.<br />

Appare, inoltre, necessario prevedere la regolarizzazione della linea di drenaggio<br />

principale (Fosso del Turo), almeno nei settori direttamente interessati dai pannelli al fine<br />

di annullare l'approfondimento del profilo di fondo e richiamo di materiale dalle sponde<br />

per scoscendimenti.<br />

- aspetto geotecnico<br />

Riguarda la valutazione dei parametri fisico - meccanici dei terreni impegnati.<br />

Tenuto conto delle caratteristiche dell'intervento, i terreni impegnati, come detto in<br />

precedenza, saranno quelli riferibili alla copertura eluvio-colluviale le cui caratteristiche<br />

fisiche sono state discusse in apposito capitolo.<br />

Ferrandina, Aprile 2011<br />

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Profilo Verticale Vs Masw1<br />

Spessor Profondità<br />

Vs Tipo di analisi:<br />

(da m) (a m)<br />

e (m)<br />

(m/sec) Onde di Rayleigh<br />

2.51 0.00 2.51 111<br />

3.42 2.51 5.93 168 VS30 (m/s): 274<br />

4.63 5.93 10.56 299<br />

7.67 10.56 18.23 343<br />

11.77 18.23 30.00 410 Tipo di Suolo: C


CANTIERE:<br />

COMITTENTE: Mara-Solar Srl<br />

DATA: apr-11<br />

TOMOGRAFIA SISMICA SS1<br />

I° Sismostr. 450 111 3,40<br />

II° Sismostr. 1.900 292 19,04<br />

2.300 410 max indagine<br />

Parziali Quota Rifratt.1 Topografia Prof. Rifratt.1 Parziali Quota Rifratt.2 Topografia Prof. Rifratt.2<br />

Relativa Relativa da p.c. Relativa Relativa da p.c.<br />

(m) (m slm) (m slm) (m) (m) (m slm) (m slm) (m)<br />

0,0 -2,33 1,0 3,33 0,0<br />

5,0 -2,33 1,0 3,29 5,0<br />

10,0 -1,79 0,9 2,71 10,0 -14,92 0,9 15,84<br />

15,0 -1,79 0,9 2,67 15,0 -14,92 0,9 15,80<br />

20,0 -1,79 0,8 2,63 20,0 -15,45 0,8 16,29<br />

25,0 -2,33 0,8 3,13 25,0 -16,26 0,8 17,06<br />

30,0 -2,60 0,8 3,36 30,0 -17,06 0,8 17,82<br />

35,0 -2,86 0,7 3,58 35,0 -18,40 0,7 19,12<br />

40,0 -2,86 0,7 3,54 40,0 -19,47 0,7 20,15<br />

45,0 -2,86 0,6 3,50 45,0 -19,74 0,6 20,38<br />

50,0 -2,86 0,6 3,46 50,0 -18,94 0,6 19,54<br />

55,0 -3,40 0,6 3,96 55,0 -18,67 0,6 19,23<br />

60,0 -3,67 0,5 4,19 60,0 -18,67 0,5 19,19<br />

65,0 -2,86 0,5 3,34 65,0 -18,67 0,5 19,15<br />

70,0 -2,06 0,4 2,50 70,0 -19,20 0,4 19,64<br />

75,0 -1,79 0,4 2,19 75,0 -20,01 0,4 20,41<br />

80,0 -2,60 0,4 2,96 80,0 -22,15 0,4 22,51<br />

85,0 -3,40 0,3 3,72 85,0 -22,15 0,3 22,47<br />

90,0 -3,94 0,3 4,22 90,0<br />

95,0 -3,94 0,2 4,18 95,0<br />

100,0 -3,67 0,2 3,87 100,0<br />

105,0 -3,67 0,2 3,83 105,0<br />

110,0 -3,67 0,1 3,79 110,0<br />

115,0 -3,67 0,1 3,75 115,0<br />

MEDIA MEDIA<br />

3,40 19,04


! "# $% % & ! '<br />

UBICAZIONE AREA D’INTERVENTO<br />

() ) )* ( *+ , - * ( + $ .. ! / + (" ( 0 1<br />

"#$ %.. %$.$


Ubicazione Aree (Scala 1:100.000)<br />

®<br />

0 1.5 3


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CARTA GEOLOGICA<br />

() ) )* ( *+ , - * ( + $ .. ! / + (" ( 0 1<br />

"#$ %.. %$.$


! "# $% % & ! '<br />

UBICAZIONE DELL’AREA NEL PIANO<br />

STRALCIO DELLE FASCE FLUVIALI EDITO<br />

DALL’AUTORITA’ DI BACINO DELLA<br />

BASILICATA<br />

() ) )* ( *+ , - * ( + $ .. ! / + (" ( 0 1<br />

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STRALCIO DALLA CARTA INVENTARIO<br />

DELLE FRANE DELL’AUTORITA’ DI<br />

BACINO DELLA BASILICATA<br />

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STRALCIO CATASTALE<br />

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UBICAZIONE INDAGINE SISMICA<br />

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NOTE PRELIMINARI<br />

Nell’ambito della Legislazione vigente in materia di produzione d’energia elettrica da<br />

fonti rinnovabili, la FERGAS SOLAR Srl ha in programma la realizzazione di una serie di<br />

campi fotovoltaici nella Provincia di Matera, la cui energia opportunamente convogliata in<br />

opportuna cabina di trasformazione sarà immessa nella rete di distribuzione Nazionale.<br />

In tale contesto la FERGAS SOLAR Srl ha affidato l’incarico allo scrivente di<br />

redigere appropriato studio geologico che possa individuare e proporre opere collaterali<br />

annesse alle eventuali problematiche legate all’opera da realizzare.<br />

La presente indagine riferisce sui risultati che hanno interessato il settore<br />

denominato “ RAGO STAZIONE”, ubicato lungo il versante destro del Torrente<br />

Salandrella e ricadente nel tenimento comunale di Garaguso.<br />

In tale settore saranno realizzate tutte le opere necessarie alla consegna<br />

dell’energia elettrica prodotta nei campi “ROSSI 1” e “ROSSI 2” mediante opportuna<br />

cabina di trasformazione RTN.<br />

L’ area interessata, ha un’estensione di circa 30 ha e ricade, nello strumento<br />

urbanistico del Comune di Garaguso nella zona “E” (zona agricola) la quale, ai sensi del<br />

D.Lgs 387/03 può ospitare impianti per la produzione d’energia.<br />

I problemi che coinvolgono la progettazione sono stati affrontati con le seguenti<br />

modalità operative:<br />

1) Indagine <strong>geologica</strong> e geomorfologia generale di base dell’area in studio, con<br />

particolare riferimento ad eventuali processi di erosione, di instabilità ed allo stato di<br />

alterazione dei litotipi presenti.<br />

2) Rilievo sismico superficiale in onda P e MASW.<br />

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3) Elaborazione di tutti i dati di campagna e di laboratorio che hanno permesso di<br />

ricostruire la stratimetria locale e la realtà morfologica, idro<strong>geologica</strong>, geotecnica e sismica<br />

del sito in cui si andrà ad operare.<br />

Fanno parte integrante dello studio i seguenti elaborati:<br />

a) UBICAZIONE AREA D’INTERVENTOSCALA1: 100.000.<br />

b) CARTA GEOLOGICA SCALA 1: 25.000<br />

c) UBICAZIONE DELL’AREA NEL PIANO STRALCIO DELLE FASCE FLUVIALI<br />

EDITO DALL’AUTORITA’ DI BACINO DELLA BASILICATA SCALA 1: 25.000<br />

d) STRALCIO DALLA CARTA INVENTARIO DELLE FRANE DELL’AUTORITA’ DI<br />

BACINO DELLA BASILICATA SCALA 1:25.000<br />

e) STRALCIO CATASTALE.<br />

Non si è ritenuto dover procedere all’esecuzione di prove di laboratorio in<br />

quanto lo scrivente è in possesso di dati ottenuti in precedenti indagini nello stesso<br />

ambiente geologico le quali risultano esaustive ai fini della problematica progettuale.<br />

Nella presente relazione, considerata l’importanza della situazione geomorfologia e<br />

geotecnica, la trattazione dei problemi loro connessi sarà, comunque, preceduta da una<br />

rassegna sintetica dei caratteri litostratigrafici.<br />

*************************<br />

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COSTITUZIONE DEL SOTTOSUOLO<br />

La zona oggetto della presente relazione è ubicata a cavallo dei Comuni di Garaguso<br />

e San Mauro Forte occupa una porzione del versante posto in destra del Torrente<br />

Salandrella in prossimità dell’attraversamento dell’acquedotto Lucano dell’Agri.<br />

Il programma d’indagini in sito aveva la finalità di consentire la definizione della<br />

struttura del sottosuolo dell’area, di determinare le proprietà meccaniche dei terreni<br />

rinvenuti e individuare il regime idrico sotterraneo.<br />

Le caratteristiche geologiche e litostratigrafiche dell’area che dovrà ospitare<br />

l’impianto e delle aree finitime sono state accertate mediante rilievi di superficie integrati<br />

da uno stendimento sismico con un’estensione di 120 m.<br />

Le osservazioni hanno accertato che l’area investigata è condizionata dalla presenza<br />

di terreni legati alle fasi sedimentarie plioceniche generalmente pelitiche di mare profondo<br />

con depositi di tipo prevalentemente argillosi sovrastati da una serie di terrazzi.<br />

La diversità degli apporti costieri e del tizi sul fondo de mare che si stava ritirando ha<br />

prodotto una forte eterogeneità negli strati rocciosi.<br />

Questi, infatti, presentano brusche variazioni litologiche sia in senso verticale sia in<br />

senso orizzontale.<br />

Alle quote più basse è dato osservare come i terreni appartenenti ai depositi<br />

terrazzati del torrente Salandrella si incastrano con le sottostanti argille tramite<br />

un’alternanza di strati lenticolari d’argilla e sabbia.<br />

In particolare sono stati rinvenuti e cartografati i seguenti tipi litologici:<br />

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a) Argille grigio-azzurre<br />

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Sono state rinvenute in prossimità di Masseria Mascolo e Molino in località<br />

“Canalecchi” .<br />

Risultano costituite da micelle argillose e grumi di argille, con abbondante limo e<br />

poca sabbia, di tonalità grigiastra e giallastra per alterazione chimico-fisica.<br />

Non mancano fenomeni di efflorescenza salina osservabile lungo le aree calanchive.<br />

Data la loro facile preda all’erosione, da parte degli atmosferili ed alla franosità, si<br />

osservano episodicamente lungo l’alveo in piccole lenti e/o bancate.<br />

b) Depositi alluvionali terrazzati<br />

Sono stati rinvenuti nella parte centrale dell’area e risultano sopraelevati rispetto<br />

all’attuale alveo di qualche metro.<br />

Costituiscono una fascia spianata e risultano costituiti da sabbie limose e ciottoli di<br />

natura calcarea, calcarenitica ed arenacea; quasi sempre mascherati da una coltre di<br />

eluvium.<br />

c) Depositi alluvionali recenti e attuali<br />

Sono presenti lungo il corso e costituiscono un materasso prevalentemente ghiaioso-<br />

sabbioso aventi spessori cospicui.<br />

Per il susseguirsi di piene e magra, caratteristiche dei corsi d’acqua della nostra<br />

<strong>Regione</strong> e per la irregolarità locale della velocità, i depositi sedimentari mostrano<br />

un’alternanza di ghiaie, sabbie e limi, in lenti più o meno estese e sovrapposte.<br />

Prevale la componente fine nel tratto medio e finale.<br />

I tipi litologici più frequenti riscontrabili in tali depositi sono di natura calcarea,<br />

calcarenitica ed arenacea.<br />

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La presenza, inoltre, lungo il letto di magra di depositi fini ( limi ed argille) è da<br />

ascriversi alle prolungate secche cui sono soggetti i corsi d’acqua regionali.<br />

La distribuzione areale dei terreni sopra descritti e riportata nella carta<br />

geologitologica allegata.<br />

*************<br />

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NOTE IDROLOGICHE E MORFOLOGICHE<br />

Di seguito si riportano alcune considerazioni di carattere generale sul drenaggio,<br />

termine con cui si intende l’idrografia superficiale.<br />

L’idrografia superficiale viene classificata in un certo numero di categorie in base al<br />

disegno e al tipo di arborescenza, cui danno luogo i corsi di acqua di uno stesso bacino<br />

con le forme particolari dei loro corsi, la loro densità ed i modi di confluire gli uni negli altri.<br />

Questi disegni geometrici che si ripetono con maggior presenza in una determinata<br />

area, vengono chiamate patterns”.<br />

Il tipo di “patterns” mostrato da una determinata zona è chiaramente funzione del tipo<br />

di roccia affiorante, delle sue proprietà fisiche, nonché della morfologia e della tettonica.<br />

Nell’area oggetto di indagine sono presenti soltanto “patterns” subparalleli,<br />

caratterizzati cioè, dall’avere i rami tributari paralleli.<br />

Si sviluppano su pendii ripidi, lungo le linee di massima pendenza, parallele fra loro.<br />

Non si tratta di veri e propri reticoli idrografici, ma di una serie di incisioni in cui<br />

periodicamente abbiamo acqua.<br />

Nel tratto oggetto di indagine, il corso d’acqua risulta essere in una fase di stanca,<br />

tantè che in più parti l’alveo si dirama dando origine ad isole di poco rialzate rispetto al<br />

corso attuale e sommerse in periodi di piena.<br />

Tuttavia, così come evidenziato nella carta dell’Autorità di bacino della <strong>Regione</strong><br />

Basilicata, l’area risulta non essere interessata da fenomeni di esondazioni anche con<br />

tempo di ritorno superiore ai 200 anni.<br />

ripidi.<br />

La morfologia delle superfici limitrofe è caratterizzata da terreni pelitici e con versanti<br />

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Anche in questo caso l’area non rientra tra quelle soggette a rischio frana, così come<br />

riportato nel PAI Autorità di Bacino Basilicata.<br />

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CARATTERI DI PERMEABILITA’ DEI TERRENI<br />

Partendo dal concetto generale che la “permeabilità” di una roccia è la proprietà di<br />

essere attraversata da un fluido, senza che cambi la tessitura o l’assestamento dei granuli,<br />

va anche evidenziato che la stessa permeabilità può variare entro uno stesso campione<br />

secondo diverse direzioni.<br />

Da ciò emerge che la valutazione della permeabilità nelle rocce coerenti del<br />

substrato, quando non sia regolata dalla Legge di Darcy, non può intendersi<br />

quantitativamente “assoluta”.<br />

Nel caso in esame, date le finalità del lavoro e la scala su cui si opera, è possibile<br />

distinguere la permeabilità da “media" a "medio - alta"<br />

Con permeabilità media sono classificabili i materiali di copertura, a prevalente<br />

componente limosa e sabbiosa; in essa è possibile una certa circolazione idrica in<br />

considerazione dello scarso addensamento e della degradazione.<br />

Trattasi, pertanto, di depositi nei quali le frazioni fini hanno un’importanza notevole,<br />

sino ad essere predominanti.<br />

La loro permeabilità può essere valutata da 10 -4 e sino a 10 -6 m/sec.<br />

Rocce con permeabilità medio-alta si intendono i depositi alluvionali con elevate<br />

percentuali di ghiaia e sabbia. Queste sono sede di subalvea la cui portata è strettamente<br />

legata alla piovosità.<br />

***************<br />

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PROPRIETA’ GEOTECNICHE DEI TERRENI<br />

Come già precedentemente detto, non si è ritenuto opportuno eseguire prove di<br />

laboratorio poiché lo scrivente è in possesso dei risultati ottenuti con precedenti indagini<br />

eseguite nello stesso ambiente geologico e confortati da dati di letteratura.<br />

Sotto il profilo granulometrico, la copertura è rappresentata da termini<br />

prevalentemente sabbioso - limosi con contenuto di sabbia compresi tra 50% e 65%<br />

mentre la componente politica è rappresentata da limi e argille con tenori variabili.<br />

Trattasi, in ogni caso, di "sabbia con limo e/o argilla"<br />

La plasticità è media con valore di Ip pari al 20%.<br />

Il peso di volume ha un valore intorno a 1.90 t/mc<br />

Il grado di saturazione è prossimo all'unità (90%) e l'indice di consistenza (Ic), nelle<br />

diverse determinazioni effettuate, risulta intorno all'unità.<br />

I valori maggiori dell'unità si registrano in corrispondenza dei primi metri e tanto è<br />

giustificato dal fatto che gli strati più superficiali risultano preconsolidati per effetto del<br />

periodico essiccamento.<br />

L'insieme dei punti sperimentali ricavati da prova triax è correlabile mediante una<br />

retta di regressione definita da coesione c' pari a 0.12 kg/cmq ed angolo di attrito pari a<br />

20°.<br />

I depositi alluvionali terrazzati e le argille plioceniche sono da ritenere i terreni<br />

tecnicamente significativi (substrato locale).<br />

Depositi alluvionali terrazzati:<br />

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Trattandosi di materiale prevalentemente clastico non si è in possesso di dati di<br />

prove meccaniche di laboratorio; pertanto, i caratteri di resistenza a taglio e compressione<br />

sono forniti a "stima", sulla scorta delle osservazioni morfologiche.<br />

Ad essi si possono attribuire i seguenti parametri geomeccanici:<br />

angolo di attrito = 25°/30°<br />

coesione = 0<br />

peso volume = 1.80/1.85 t/mc<br />

Argille grigio-azzurre<br />

La parametrizzazione ottenuta fa riferimento a due campionature estratte alla quota<br />

di –3.00 m. e –12.00 m.<br />

Dal punto di vista granulometrico, tutti i campioni esaminati sono classificabili come<br />

“limo debolmente sabbioso con argilla”.<br />

La frazione passante al setaccio n.200 (0.074 mm.) determina, di regola, valori del<br />

limite liquido superiori al 50%.<br />

Le caratteristiche ponderali sono date dal peso di volume naturale che è valutabile<br />

intorno a 1.85 t/mc .<br />

Prove di taglio diretto hanno fornito, per campioni compresi entro i 3.00 metri dal pc,<br />

un valore di phi’ pari a 24° mentre la coesione assume valori intorno a 0.8 kPa.<br />

Le caratteristiche migliorano sensibilmente con la profondità, infatti per il campione<br />

estratto a –12.00 m. la coesione vale 1.3 kPa mentre l’angolo d’attrito assume un valore<br />

pari a 27°.<br />

***************<br />

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PREMESSA<br />

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CLASSIFICAZIONE SISMICA<br />

Il presente Report Geofisico riferisce sulle risultanze di un’indagine indiretta condotta<br />

per la caratterizzazione sismoelastica dei terreni presenti in un’area sita nel comune di<br />

Garaguso (MT) ove sono in progetto Opere connesse agli Impianti Fotovoltaici denominati<br />

Rossi1 e Rossi 2 (Committ.: Fergas Solar Srl).<br />

Si sono adottate metodologie geofisiche quali Rilievi Sismici in onda P, Rilievi Sismici<br />

con tecnica MASW, per valutare la risposta dei terreni alle differenti metodologie ed<br />

ottenere informazioni stratigrafiche al di sotto delle sezioni tracciate dai rilievi di campo; si<br />

è valutata inoltre la risposta sismica locale del sito ai sensi del NTC 2008 - DM 14 gennaio<br />

2008.<br />

Allo scopo l’indagine realizzata in loco è consistita in:<br />

- realizzazione di n. 1 rilievo sismico a rifrazione in onda P (sigla: SS1), ubicato nell’area<br />

di indagine come da planimetria allegata, con interpretazione Tomografica dei dati di<br />

velocità in onda P;<br />

- esecuzione di n. 1 prospezione sismica con tecnica MASW (Multi-channel Analysis of<br />

Surface Waves) sulla medesima traccia della prospezione a rifrazione SS1 (sigla:<br />

Masw1), per ottenere il profilo verticale delle onde S (Vs) nella posizione baricentrica<br />

rispetto all’allineamento citato.<br />

Le tipologie di rilievo condotte sul terreno e le ubicazioni corrispondenti, sono state<br />

indicate dalla DD.LL., in maniera tale da investigare al meglio l’area di interesse<br />

compatibilmente con gli spazi fisici a disposizione.<br />

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1. RILIEVI SISMICI ONDA P<br />

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Come riferito in premessa, nell’area interessata dal presente studio, si è realizzato<br />

n.1 rilievo sismico ubicato come da planimetria allegata, per una lunghezza pari a<br />

L=120ml, con interpretazione Tomografica dei dati di velocità sismica in onda P.<br />

Data la lunghezza della base, la profondità utile di investigazione è risultata pari a<br />

circa 30.0m.<br />

2.5m.<br />

La spaziatura tra i geofoni sullo stendimento è risultata pari a 5.0m, con "offset" di<br />

Per la rilevazione delle onde P si è effettuata la energizzazione tramite “Hammer<br />

Blow” da 8 Kg fatto impattare su una piastra in lega di acciaio solidale con il terreno e<br />

posta sui vari punti di scoppio (Shots), ed utilizzati n.24 geofoni con frequenza di<br />

vibrazione 10-14 Hz.<br />

I valori di velocità cui si farà riferimento di seguito, riportati nelle sezioni<br />

sismostratigrafiche allegate, sono quelli medi valutati sullo stendimento con il metodo<br />

GRM-Tomografico (GRM-type Analysis).<br />

1.1 Metodologia Adottata Rilievi Sismici in onda P<br />

La tecnica di esecuzione della sismica di rifrazione, consiste nel rilevare a distanze<br />

orizzontali variabili rispetto ad un punto di origine, gli arrivi di onde sismiche di<br />

compressione e di taglio (con appositi geofoni da 10-14 Hz per le onde P) generate da una<br />

sorgente di impulsi sismici e rifratte da discontinuità geologico-strutturali .<br />

La velocità di propagazione delle onde sismiche (Vp), costituisce il parametro<br />

discriminante per la determinazione della natura litologica del mezzo investigato.<br />

La associazione delle velocità rilevate ad i corrispondenti litotipi ("taratura" delle<br />

misurazioni geofisiche) è stata fatta sulla base di dati stratigrafici desunti da dati diretti<br />

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desunti da indagini puntuali eseguite nei pressi dell’area di indagine, oltrechè da dati di<br />

affioramento.<br />

Per ogni profilo (copertura tomografica eseguita con n. 5 shots distanziati in maniera<br />

regolare) si sono eseguiti n. 2 scoppi (Shots 1-5) agli estremi del rilievo e n. 3 scoppi<br />

interni al rilievo (Shots 2-3-4), che permettono di tracciare il diagramma delle velocità<br />

complementari e di ottenere una buona ricopertura di dati (informazioni sullo stesso<br />

rifrattore da energizzazioni diverse), ricavare giaciture dei livelli rifrattori e ridurre infine il<br />

margine di errore in una investigazione di tipo indiretto.<br />

Dopo aver determinato il tempo totale (total time), si sono definite profondità e<br />

velocità del/i rifrattore/i sotto ciascun geofono con il metodo GRM (Generalized Reciprocal<br />

Time-Palmer 1980) e SeisOpt Pro v.4.0 (Optim Inc. USA) per la elaborazione tomografica<br />

delle velocità sismiche in onda P.<br />

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1.2 Strumentazione Adottata e Trattamento dati<br />

- Sismica di Superficie:<br />

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-Sismografo Mod. AMBROGEO mod. Echo24 : acquisizione con risoluzione di 16-24 bit,<br />

con 24 canali con segnale analogico/digitale memorizzato direttamente sullo strumento;<br />

trasferimento dati su PC e filtraggio del segnale con filtri passa basso con frequenza<br />

principale di taglio a 250 Hz;<br />

Fig.3) Sismografo AMBROGEO mod. Echo24<br />

-Apparato di ricezione (per Sismica di Superficie in onda P): 24 geofoni marca OYO 8-14<br />

Hz, per onda P con time break sincrono con la sorgente di energia;<br />

-Sorgente di Energia (per Sismica di Superficie in onda P : energizzatore a cartucce a<br />

salve ESI; “Hammer Blow” da 8 Kg che impatta su una piastra in lega d’acciaio (onda P);<br />

-Trattamento dati (per Sismica di Superficie): display sismogrammi, lettura first break<br />

points per le onde P (FBP), analisi delle intensità dei segnali sismici, costruzione delle<br />

dromocrone, tramite programma trattamento dati : “WINSISM V.7-8”, inversione<br />

tomografica (onda P) tramite programma SeisOpt Pro v.4.0 (Optim Inc. USA), definizione<br />

della profondità dei rifrattori tramite GRM-Type-Analysis; ottimizzazione e trasferimento<br />

dati in sistema C.A.D.<br />

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1.3 Risultanze del Rilievo Sismico in onda P<br />

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Per il rilievo in parola, non è stata effettuata la correzione topografica della quota dei<br />

geofoni posti sullo stendimento, data la presenza di un area di rilievo pressoché<br />

pianeggiante.<br />

La analisi di insieme dei parametri geofisici derivanti dall’indagine condotta, consente<br />

di effettuare una suddivisione di max n.3 differenti sismostrati, associati a differenti<br />

situazioni geologico-tecniche:<br />

I° livello: (Vp=400 m/sec; Vs=211 m/sec), associato a coperture areate sabbioso-<br />

ghiaiose, a scadenti caratteri geotecnici; tale livello si individua per una profondità media<br />

pari a 1.9 m circa da p.c.;<br />

II° livello: (Vp=1.200 m/sec; Vs=289 m/sec), associato sulla base di informazioni<br />

stratigrafiche dirette a substrato sabbio-ghiaioso dotato di medi caratteri geotecnici; tale<br />

livello si individua sino a profondità da p.c. in media pari a 5.6 m circa da p.c.;<br />

III° livello: (Vp=1.650 m/sec; Vs=418 m/sec), associato con buona probabilità a<br />

rifrattori ghiaio-sabbio-limosi, conglomeratici-sabbiosi di base a discreta risposta acustica,<br />

quindi geotecnica. Lo strato in parola è collocato alla base del sismostrato appena<br />

descritto ed è posto sino alla profondità di massima investigazione; le caratteristiche<br />

tecniche di tale sismostrato sembrano aumentare gradualmente con la profondità, visto<br />

l’andamento delle linee di isovelocità letto con i tomogrammi specifici.<br />

2 RILIEVI SISMICI ONDA S (Tecnica MASW)<br />

La risposta sismica locale dell’area di interesse, ai sensi della normativa sismica<br />

vigente (NTC 2008 – DM 14 gennaio 2008), è stata valutata con Tecnica MASW (Multi-<br />

channel Analysis of Surface Waves) sulla medesima linea del rilievo SS1; si è ottenuto il<br />

profilo verticale medio delle Vs nel baricentro della linea considerata denominata Masw1.<br />

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2.1 Cenni Teorici<br />

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La tecnica MASW (Multi-channel Analysis of Surface Waves), consente di fornire un<br />

profilo verticale medio delle Vs relative al volume di sottosuolo sotteso dallo stendimento<br />

operato.<br />

Tale profilo verticale delle Vs viene ricavato per inversione o per modellizzazione<br />

diretta della velocità di fase delle onde di superficie (Rayleigh).<br />

Le onde di Rayleigh costituiscono un particolare tipo di onde di superficie che si<br />

trasmettono sulla superficie libera di un mezzo isotropo ed omogeneo, e sono il risultato<br />

dell’interferenza tra onde P ed onde Sv (onde di taglio verticali).<br />

In un mezzo stratificato, tali onde sono di tipo guidato e dispersivo.<br />

La dispersione è una deformazione di un treno d’onde dovuta ad una variazione di<br />

propagazione di velocità con la frequenza.<br />

Le componenti con frequenza minore, penetrano più in profondità rispetto a quelle a<br />

frequenza maggiore, per un dato modo, e presentano normalmente più elevate velocità di<br />

fase.<br />

Il profilo di velocità onde di Rayleigh (Vfase/frequenza), può essere convertito nel<br />

profilo Vs/profondità.<br />

Il metodo SASW (Nazarian e Stokoe, 1984) utilizza una sorgente attiva e due<br />

sismometri da 1Hz polarizzati verticalmente spaziati da 1m sino a 500m; le Vs sono<br />

ricavate dallo studio delle velocità di fase delle onde di Rayleigh.<br />

Tali velocità di fase sono ricavate per confronto diretto degli spettri d’ampiezza e fase<br />

di ciascuna coppia di sismometri, ottenuti istantaneamente in sito tramite un oscilloscopio<br />

che esegue una trasformata veloce di Fourier; l’interpretazione è svolta nel dominio delle<br />

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frequenze, e si suppone che gli arrivi più energetici appartengano al treno d’onde di<br />

Rayleigh.<br />

In ambienti rumorosi, la metodologia SASW non porta sempre a risultati<br />

soddisfacenti per il fatto che, nel dominio delle frequenze non è possibile separare le onde<br />

di Rayleigh da quelle di altra natura.<br />

Il metodo MASW (Park et al., 1999) è stato sviluppato in parte per superare le<br />

difficoltà del metodo SASW in ambienti rumorosi.<br />

Viene effettuata infatti una registrazione simultanea di 12 o più canali, che fornisce<br />

una ridondanza statistica delle misure di velocità di fase e ne avvalora la veridicità.<br />

In questo caso la interpretazione e salvataggio dati nel dominio temporale, consente<br />

di separare le onde di Rayleigh presenti nelle acquisizioni (caratterizzate normalmente da<br />

elevata ampiezza di segnale); si stima che circa il 60% dell’energia prodotta dalla sorgente<br />

artificiale si tramuta in onde di superficie.<br />

L’analisi spettrale detta “overtone analisys”, produce un grafico Velocità di fase-<br />

frequenza in cui si può distinguere il modo fondamentale delle onde di superficie sul quale<br />

effettuare il picking della curva di dispersione, ed ottenere per successiva inversione il<br />

profilo 1-D delle Vs. La tecnica prevede inoltre di eseguire misure ripetute spostandosi<br />

nella direzione di allineamento dello stendimento.<br />

2.2 Acquisizione e Processing dati<br />

L’analisi mediante tecnica MASW, è stata effettuata registrando onde di superficie<br />

(sorgente attiva-massa battente) registrando i dati sismici (common-shot ghaters)<br />

mediante array lineare di 24 geofoni (bassa frequenza: 4.5 Hz) su n.3 tracce da 1 sec/cad,<br />

con geofoni distanziati con passo 1.0-2.0m e offset variabile 2-5-10m.<br />

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Si sono registrate su n. 24 canali, onde con range di frequenza 2-30Hz, che in<br />

condizioni ottimali offrono dettagliate informazioni sulla ricostruzione del profilo Vs in<br />

profondità.<br />

Dopo aver caricato il dataset di campo, si è determinato tramite software dedicato lo<br />

spettro di velocità (diagramma Velocità/Frequenza).<br />

Nello spettro di velocità v-f sono visualizzati gli andamenti con evidente coerenza di<br />

fase e potenza significativa che consentono di riconoscere in modo “visivo” le onde di<br />

Rayleigh che hanno carattere dispersivo (Modo Fondamentale), rispetto a quelle (onde<br />

Rayleigh di ordine superiore, onde di pressione, suono e rumore incoerente) che hanno<br />

altri Modi e tipi di onde (Modo superiore – Aliasing spaziale).<br />

Si è eseguito il picking (Modo Fondamentale) della curva di dispersione; tali valori<br />

sono stati poi plottati su un diagramma velocità-frequenza, per l’analisi della curva di<br />

dispersione ed ottimizzazione del modello diretto monodimensionale di Vs.<br />

Negli elaborati prodotti sono stati riportati oltre al sismogramma prescelto per<br />

l’inversione, i seguenti spettri:<br />

Spettro FX: proviene da una FFT 2D applicata all'intero sismogramma,<br />

considerando il valore assoluto delle frequenze positive.<br />

La figura viene mostrata in un sistema distanza -frequenza. Analizzando lo spettro<br />

è possibile comprendere a quali frequenze è situato l'impulso di energia e se al<br />

segnale è sovrapposto del noise.<br />

Spettro FK : proviene da una FFT 2D applicata all'intero sismogramma medio,<br />

considerando il valore assoluto delle frequenze positive.<br />

La figura viene mostrata in un sistema numero d'onda-frequenza. Da tale spettro è<br />

possibile estrarre la curva di dispersione sperimentale.<br />

Spettro FV : proviene da una FFT 2D applicata all'intero sismogramma,<br />

considerando il valore assoluto delle frequenze positive.<br />

La figura viene mostrata in un sistema frequenza-velocità. Anche da tale spettro è<br />

possibile estrarre la curva di dispersione sperimentale.<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // 0<br />

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2.3 Strumentazione Adottata e Trattamento dati<br />

- Tecnica MASW:<br />

! "# $% % & ! '<br />

-Sismografo Mod. AMBROGEO mod. Echo24 : acquisizione con risoluzione di 16-24 bit,<br />

con 24 canali con segnale analogico/digitale memorizzato direttamente sullo strumento;<br />

trasferimento dati su PC;<br />

-Apparato di ricezione (per Sismica di Superficie in onda S): 24 geofoni marca OYO-<br />

GEOSPACE 4.5 Hz con time break sincrono con la sorgente di energia (starter);<br />

-Sorgente di Energia (per Sismica di Superficie in onda P tipo “Hammer Blow” da 8 Kg che<br />

impatta su una piastra in lega d’acciaio (onda P);<br />

-Trattamento dati (per Sismica di Superficie): display sismogrammi, processing dei dati<br />

SEGY, calcolo dello spettro di velocità per ogni traccia acquisita, effettuazione del picking<br />

della curva di dispersione, plottaggio su un diagramma periodo-velocità di fase,<br />

ottimizzazione del modello diretto di velocità delle onde di taglio: softwares:<br />

winMASW 4.0 (Eliosoft); SWAN 1.4 (GeoStudi Astier Srl).<br />

2.4 Richiamo alla normativa vigente sulla classificazione sismica dei suoli (NTC<br />

2008 -D.M. 14 gennaio 2008)<br />

Il D.M. 14 genn. 2008 (NTC 2008), definisce la pericolosità sismica, intesa come<br />

"accelerazione massima attesa ag su sito di riferimento rigido con superficie topografica<br />

orizzontale (cat. A - Vs30>800 m/s)", in funzione del sito e non più in relazione alla zona<br />

sismica del comune cui appartiene l'area oggetto dell'intervento.<br />

La stima dei parametri spettrali necessari per la definizione dell'azione sismica di<br />

progetto (allegato A del D.M. 14 gennaio 2008), viene ora effettuata direttamente per il sito<br />

in esame, sulla base delle informazioni disponibili nel reticolo di riferimento riportato nella<br />

tabella 1 nell'allegato B del D.M. 14 gennaio 2008.<br />

Tale reticolo è costituito da 10.751 nodi (distanziati di non più di 10 km) e copre<br />

l'intero territorio nazionale ad esclusione delle isole (tranne Sicilia, Ischia, Procida e Capri)<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // 0<br />

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! "# $% % & ! '<br />

dove vengono forniti parametri spettrali costanti per tutto il territorio (tabella 2 nell'allegato<br />

B del D.M. 14 gennaio 2008).<br />

Per ciascuno dei nodi sono forniti i valori dei parametri ag (espresso in g/10), Fo<br />

(adimensionale) e T*c (espresso in secondi) necessari per la definizione dell'azione<br />

sismica.<br />

Una volta individuate le coordinate del sito oggetto d'intervento, il calcolo di ciascuno<br />

dei relativi parametri spettrali su indicati può essere effettuato attraverso la media pesata<br />

dei corrispondenti valori nei 4 punti della griglia di accelerazioni (Tabella 1 in Allegato B)<br />

che circondano il sito in esame secondo la seguente formula:<br />

dove :<br />

p è il parametro di interesse nel punto in esame;<br />

pi è il valore del parametro di interesse nell'i-esimo punto della maglia elementare contenente il<br />

punto in esame;<br />

di è la distanza del punto in esame dall'i-esimo punto della maglia suddetta.<br />

Se il tempo di ritorno considerato non coincide con nessuno dei tempi di ritorno forniti<br />

in tabella, per ricavare il valore del parametro di interesse sarà necessario effettuare<br />

un'ulteriore interpolazione (tra i valori dei parametri corrispondenti ai due tempi di ritorno<br />

che comprendono quello di calcolo) con la formula seguente:<br />

dove<br />

p è il valore del parametro di interesse corrispondente al periodo di ritorno TR considerato<br />

() ) )* (<br />

"#$ %//<br />

*<br />

%$/$<br />

+ , - * .$ // 0


p2<br />

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TR1 e TR2 sono i valori del tempo di ritorno più prossimi a TR per i quali si dispone dei valori di p1 e<br />

2.4.1 Categorie di sottosuolo<br />

E’ possibile determinare l’azione sismica di progetto per un dato secondo un<br />

approccio semplificato, basato sulle seguenti categorie di sottosuolo di riferimento<br />

(A,B,C,D,E) e n.2 categorie aggiuntive (S1-S2):<br />

Tabella I – Categorie di sottosuolo<br />

Categoria Descrizione<br />

Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a<br />

A 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore<br />

massimo pari a 3 m.<br />

B<br />

C<br />

D<br />

E<br />

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto<br />

consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle<br />

proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s<br />

(ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).<br />

Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente<br />

consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle<br />

proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s<br />

(ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a<br />

grana fina).<br />

Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina<br />

scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale<br />

miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180<br />

m/s (ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana<br />

fina).<br />

Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di<br />

riferimento (con Vs > 800 m/s).<br />

Fatta salva la necessità della caratterizzazione geotecnica dei terreni nel volume<br />

significativo, ai fini della identificazione della categoria di sottosuolo, la classificazione si<br />

effettua in base ai valori della velocità equivalente Vs30 di propagazione delle onde di<br />

taglio entro i primi 30 m di profondità.<br />

La misura diretta della velocità di propagazione delle onde di taglio è<br />

fortemente raccomandata.<br />

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! "# $% % & ! '<br />

Per sottosuoli appartenenti alle ulteriori categorie S1 ed S2 di seguito indicate (Tab.<br />

II), è necessario predisporre specifiche analisi per la definizione delle azioni sismiche,<br />

particolarmente nei casi in cui la presenza di terreni suscettibili di liquefazione e/o di argille<br />

d’elevata sensitività possa comportare fenomeni di collasso del terreno.<br />

Tabella II – Categorie aggiuntive di sottosuolo<br />

Categoria Descrizione<br />

S1<br />

S2<br />

Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20<br />

kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza,<br />

oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.<br />

Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di<br />

sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.<br />

2.5 Risultanze del rilievo a Tecnica Masw e parametri elastodinamici<br />

L’analisi delle velocità delle onde di taglio rilevate con tecnica Masw, ha considerato<br />

un numero adeguato di strati (n.5) per effettuare un fitting migliore della curva di<br />

dispersione; per la Masw effettuata si sono “normalizzati” i dati dei n.5 sismostrati<br />

portandoli a n. 3 (media ponderara), per poter effettuare un confronto con i dati in onda P<br />

(in considerazione degli spessori rilevati con le onde di compressione) ed ottenere i<br />

parametri sismoelastici richiesti.<br />

I parametri ottenuti nella interpretazione sono sintetizzati nella tabella che segue:<br />

Profilo Verticale Vs Masw1<br />

Spessore Profondità<br />

Vs Tipo di analisi:<br />

(m) (da m) (a m) (m/sec) Onde di Rayleigh<br />

0.86 0.00 0.86 189<br />

1.34 0.86 2.20 225 VS30 (m/s): 370<br />

3.44 2.20 5.64 289<br />

6.73 5.64 12.37 364<br />

17.63 12.37 30.00 438 Tipo di Suolo: B<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // 0<br />

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e, dopo l’operazione di normalizzazione a n.3 strati, lasciando inalterato il valore di Vs30<br />

ottenuto tramite best fit della curva di dispersione:<br />

Profilo Verticale Vs (media livv. 1-2, 4-5) Masw1 norm.<br />

Spessore Profondità<br />

Vs Tipo di analisi:<br />

(m) (da m) (a m) (m/sec) Onde di Rayleigh<br />

2.20 0.00 2.20 211<br />

3.44 2.20 5.64 289 VS30 (m/s): 370<br />

24.36 5.64 30.00 418 Tipo di Suolo: B<br />

per cui l’area in esame può essere classificata nella categoria B.<br />

I dati di sintesi delle rilevazioni in onda P/S effettuate, il calcolo dei parametri<br />

elastodinamici sono riportati nella tabella che segue:<br />

STRATO prof.media(m)<br />

Vp Vs µ δ Edin Gdin Kdin Estat<br />

Km/sec Km/sec T/m³ Kg/cm² Kg/cm² Kg/cm² Mpa<br />

I 1.87 0.40 0.21 0.31 1.59 1889 723 1633 5.6<br />

II 5.96 1.20 0.29 0.47 1.96 4907 1670 26568 24.7<br />

III max invest (P). 1.65 0.42 0.47 2.08 10881 3712 52886 85.6<br />

Legenda parametri dinamici<br />

Moduli Elastodinamici Opere Connesse Imp.Fotovolt. Rossi1-2<br />

Tp Tempi onde di compressione millisecondi δ Densità geofisica T/m³<br />

Ts Tempi onde di taglio millisecondi Edin Modulo di Elasticità dinamico Kg/cm²<br />

Vp Velocità onde di compressione Km/sec Gdin Modulo di Taglio dinamico Kg/cm²<br />

Vs Velocità onde di taglio Km/sec Kdin Modulo di Compressibilità dinamico Kg/cm²<br />

µ Coefficiente di Poisson - Estat Modulo di Elasticità statico Mpa<br />

** Ciò chiarito, per le tipologie di rilievo effettuate, si rimanda agli elaborati specifici<br />

prodotti, per una più approfondita analisi dello studio condotto.<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // 0<br />

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! "# $% % & ! '<br />

CONCLUSIONI<br />

Preme sottolineare che il presente studio non è da ritenersi esaustivo, tenuto conto<br />

dell’ importanza della struttura prevista (cabina di trasformazione RTN), e pertanto sarà<br />

integrato con indagine geognostica che ne accerti la stratimetria, l'idrogeologia locale e le<br />

caratteristiche fisico-meccaniche.<br />

Le indagini condotte portano ad affermare la generale idoneità del sito e, quindi,<br />

del progetto sotto tutti quelli che sono gli indicatori geoambientali più importanti.<br />

- geomorfologico;<br />

- idrologico ed idrogeologico;<br />

- geotecnico.<br />

- aspetto geomorfologico<br />

La struttura degli affioramenti e dei terreni in substrato è tale da garantire, di per sé,<br />

la stabilità generale dell’area. Se a questo si aggiunge una favorevole situazione<br />

topografica e, quindi, morfologica, si avrà come tale “indicatore ambientale” sia<br />

assolutamente “favorevole”.<br />

- aspetto idrologico ed idrogeologico<br />

Riguarda i problemi connessi alla circolazione delle acque superficiali e di quelle<br />

endogene.<br />

Dall’esame morfologico è facile osservare come il sito di progetto sia localmente<br />

interessato da canali di erosione in cui solo periodicamente si evidenzia presenza idrica;<br />

non sono da escludere interazioni con tali acque. In ogni caso, il grado di permeabilità<br />

dei terreni di copertura è tale da escludere la presenza di falde idriche importanti a breve<br />

distanza dal piano campagna. Nessuna importanza assumono i filetti idrici periodici,<br />

percolanti nella fascia corticale in occasione di piovosità intensa.<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // 0<br />

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Profilo Verticale Vs Masw1<br />

Spessor Profondità<br />

Vs Tipo di analisi:<br />

(da m) (a m)<br />

e (m)<br />

(m/sec) Onde di Rayleigh<br />

0.86 0.00 0.86 189<br />

1.34 0.86 2.20 225 VS30 (m/s): 370<br />

3.44 2.20 5.64 289<br />

6.73 5.64 12.37 364<br />

17.63 12.37 30.00 438 Tipo di Suolo: B


CANTIERE:<br />

COMITTENTE: Fergas-Solar Srl<br />

DATA: apr-11<br />

TOMOGRAFIA SISMICA SS1<br />

I° Sismostr. 400 211 1,87<br />

II° Sismostr. 1.200 289 5,96<br />

1.650 418 max indagine<br />

Parziali Quota Rifratt.1 Topografia Prof. Rifratt.1 Parziali Quota Rifratt.2 Topografia Prof. Rifratt.2<br />

Relativa Relativa da p.c. Relativa Relativa da p.c.<br />

(m) (m slm) (m slm) (m) (m) (m slm) (m slm) (m)<br />

0,0 -2,81 0,0 2,81 0,0 -6,29 0,0 6,29<br />

5,0 -2,81 0,0 2,81 5,0 -6,29 0,0 6,29<br />

10,0 -2,81 0,0 2,81 10,0 -5,76 0,0 5,76<br />

15,0 -2,81 0,0 2,81 15,0 -4,96 0,0 4,96<br />

20,0 -2,81 0,0 2,81 20,0 -6,03 0,0 6,03<br />

25,0 -3,35 0,0 3,35 25,0 -7,10 0,0 7,10<br />

30,0 -3,62 0,0 3,62 30,0 -7,63 0,0 7,63<br />

35,0 -3,62 0,0 3,62 35,0 -7,10 0,0 7,10<br />

40,0 -2,28 0,0 2,28 40,0 -6,03 0,0 6,03<br />

45,0 -1,47 0,0 1,47 45,0 -5,22 0,0 5,22<br />

50,0 -0,94 0,0 0,94 50,0 -4,96 0,0 4,96<br />

55,0 -1,47 0,0 1,47 55,0 -5,49 0,0 5,49<br />

60,0 -1,74 0,0 1,74 60,0 -6,03 0,0 6,03<br />

65,0 -1,47 0,0 1,47 65,0 -6,03 0,0 6,03<br />

70,0 -0,67 0,0 0,67 70,0 -5,49 0,0 5,49<br />

75,0 -0,40 0,0 0,40 75,0 -5,22 0,0 5,22<br />

80,0 -0,40 0,0 0,40 80,0 -5,22 0,0 5,22<br />

85,0 -0,94 0,0 0,94 85,0 -6,56 0,0 6,56<br />

90,0 -1,47 0,0 1,47 90,0 -7,10 0,0 7,10<br />

95,0 -1,47 0,0 1,47 95,0 -6,29 0,0 6,29<br />

100,0 -0,94 0,0 0,94 100,0 -4,96 0,0 4,96<br />

105,0 -0,94 0,0 0,94 105,0 -4,69 0,0 4,69<br />

110,0 -1,74 0,0 1,74 110,0 -6,03 0,0 6,03<br />

115,0 -2,01 0,0 2,01 115,0 -6,56 0,0 6,56<br />

MEDIA MEDIA<br />

1,87 5,96


! "# $% % & ! '<br />

UBICAZIONE AREA D’INTERVENTO<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // '0<br />

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Ubicazione Aree (Scala 1:100.000)<br />

®<br />

0 1.5 3


! "# $% % & ! '<br />

CARTA GEOLOGICA<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // '0<br />

%$%/ %$/$


! "# $% % & ! '<br />

UBICAZIONE DELL’AREA NEL PIANO<br />

STRALCIO DELLE FASCE FLUVIALI EDITO<br />

DALL’AUTORITA’ DI BACINO DELLA<br />

BASILICATA<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // '0<br />

%$%/ %$/$


! "# $% % & ! '<br />

STRALCIO DALLA CARTA INVENTARIO<br />

DELLE FRANE DELL’AUTORITA’ DI<br />

BACINO DELLA BASILICATA<br />

() ) )* ( * + , - * .$ // '0<br />

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STRALCIO CATASTALE<br />

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UBICAZIONE INDAGINE SISMICA<br />

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