Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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(Goffman, 1959), che finge però di essere monocefalo, adeguandosi ad un canovaccio condiviso. Ciononostante non sempre la rappresentazione riesce come auspicato. Ci sono casi in cui la messa in scena è più semplice e prevedibile; altri invece sono più problematici. Il mercato dei produttori locali e delle autoproduzioni del No Dal Molin, ad esempio, è una situazione in cui i ragazzi della Santa Alleanza sanno muoversi con relativa disinvoltura, mostrando agli attivisti che vi partecipano un lato del guerrilla gardening estremamente coerente con le istanze che essi portano avanti. Al contrario, durante le azioni dirette risulta difficile comprendere quali siano le intenzioni dei soggetti che si avvicinano per chiedere: “Cosa state facendo?”. Non essendo collocati in un contesto eloquente come quello del Presidio Permanente, essi sono temporaneamente classificati come “pericolosi” e la messa in scena che ne consegue è molto cauta. Un buon esempio in tal senso è stato quello già citato dell'incontro con due volanti della polizia a seguito di una telefonata da parte di una signora che temeva che i ragazzi del gruppo stessero sotterrando un cadavere. In quell'occasione vennero taciute la natura “organizzata” della Santa Alleanza, il suo nome da retroscena e gli intenti che sarebbero potuti passare per politicizzati. Chi osò aprire bocca si limitò ad affermare che l'aiuola era in cattivo stato e che era parso loro necessario darle una ripulita collocando poi delle piante. Il tocco finale fu l'affermare che i responsabili degli scavi erano “della parrocchia”. 98 98
Harold Garfinkel classifica questi accorgimenti, dettati dalla paura di perdere la faccia, come “offrire spiegazioni o giustificazioni” (Garfinkel, 1967) Quando accade qualcosa che, rispetto ai contesti normalmente dati per scontati, non è ordinario si corre il rischio di incorrere in fraintendimenti. Affermare che si è scelto di sistemare un'aiuola in tarda serata anziché di giorno per problemi di lavoro e di studio spiega una pratica che altrimenti risulterebbe priva di senso per un soggetto che ignori l'esistenza del guerrilla gardening. In questo modo la pratica viene inserita in una cornice all'interno della quale torna ad essere “normale”, ordinaria. 8.3. Le comari “Spesso esiste una differenza sistematica tra i termini usati per riferirsi a persone assenti e i termini usati per rivolgersi ai presenti. In presenza degli spettatori gli attori si rivolgono generalmente a loro in termini rispettosi. [...] A volte non ci si riferisce a membri del pubblico neppure con un soprannome, ma con una parola convenzionale che li assimila completamente ad una categoria astratta. [...] Ci si può riferire al pubblico assente con un termine collettivo che indichi insieme distanza e disprezzo, suggerendo una frattura fra il gruppo e gli “altri”. Così i membri di un complesso musicale possono chiamare i loro clienti “matusa”; le dattilografe americane possono riferirsi alle loro colleghe straniere chiamandole “G. R.s” [e] i soldati americani possono riferirsi a quelli inglesi chiamandoli limeys.” (Goffman, 1959, pg. 200 e 201) Come già ricordato in precedenza, la Santa Alleanza dei Guerriglieri Verdi ridefinisce frequentemente il proprio pubblico, producendosi in stime approssimative del potenziale di mobilitazione di pensionate ultraottantenni, leghisti, studenti delle superiori e altre categorie per lo più 99 99
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Il mercato <strong>dei</strong> produttori locali e delle autoproduzioni del No Dal<br />
Molin, ad esempio, è una situazione in cui i ragazzi della Santa Alleanza<br />
sanno muoversi con relativa disinvoltura, mos<strong>tra</strong>ndo a<strong>gli</strong> attivisti che vi<br />
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Un buon esempio in tal senso è stato quello già citato dell'incontro con<br />
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