Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

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05.06.2013 Views

climatica, lo inscrivono nel modello di funzionamento delle aree a due poli, rappresentati da “silenzio e azione” (Melucci, 1984, pg. 444): “Quando i piccoli gruppi emergono lo fanno per confrontarsi con un'autorità politica su terreni specifici. La mobilitazione ha una funzione simbolica su diversi piani: da una parte annuncia l'opposizione alla logica che guida il decision-making rispetto ad una specifica politica pubblica; nello stesso tempo la mobilitazione opera come una media, indica cioè al resto della società il legame tra il problema specifico e la logica dominante nel sistema; infine annuncia che sono possibili dei modelli culturali alternativi, che già l'azione collettiva pratica e dimostra.” (Melucci, 1984, pg. 445) La differenza rispetto a cellule di movimento la cui azione è più autoevidente consiste nel fatto che il gruppo di guerrilla gardening necessita di due ambiti nei quali rendersi visibile. Oltre all'azione tout court e alle tracce così lasciate sullo spazio cittadino, la Santa Alleanza dei Guerriglieri Verdi utilizza i cosiddetti “banchetti” per spiegare ai profani il senso della propria attività e per “diffondere il verbo”, ovvero invitare altri cittadini a compiere azioni di guerrilla gardening. Questo, per certi versi, fa dei banchetti il vero spazio della visibilità, della ribalta (Goffman, 1959), poiché si tratta delle uniche occasioni durante le quali i giardinieri espongono il proprio viso apertamente, invitando i profani ad avvicinarsi e porre domande. Anche le azioni vere e proprie rappresentano un'uscita dallo spazio- tempo della latenza, pur rimanendo in un'area grigia tra ribalta e retroscena. In questo caso la visibilità sta non tanto nei saltuari incontri con i passanti, che il più delle volte fuggono intimoriti, quanto nel fatto di lasciare delle tracce vegetali e talvolta un cartello con il nome del gruppo. Durante le azioni i corpi dei giardinieri sono sulla ribalta, eppure l'oscurità, la frenesia 90 90

e lo scarso interesse ad interloquire con i profani costituiscono elementi che fanno piuttosto pensare all'ambigua soglia tra ribalta e retroscena. La peculiarità di questo tipo di repertorio d'azione sta nel fatto che esso non è indissolubilmente legato all'oscillazione tra latenza e visibilità, silenzio e azione. Può essere solo apparentemente assimilato ad una manifestazione che, per la durata di qualche ora, tramuta i corpi di coloro che vi partecipano in aggregato. Nel guerrilla gardening una parte significativa del lavoro viene svolta dalle piante, che silenziosamente si riappropriano dello spazio che è stato loro sottratto dall'edilizia. Un caso emblematico in tal senso è quello del progetto denominato “Bulbami 2009”, portato avanti dalla Santa Alleanza dei Guerriglieri Verdi tra luglio e novembre. Durante le cinque giornate di Festambiente sono stati raccolti i fondi che hanno permesso l'acquisto di duemila bulbi. Essi sono poi stati messi a dimora in autunno nel corso di un gran numero di azioni, la maggior parte delle quali hanno occupato singoli individui o coppie. Si è trattato di una serie di uscite sulla ribalta; eppure l'intento del gruppo era quello di agire velocemente, coprendo un gran numero di aiuole sparse in giro per la città, onde predisporre l'emersione silente dei fiori che avverrà solo nella primavera del 2010. In quel periodo l'azione del gruppo all'interno dell'”operazione Bulbami” si limiterà al mero monitoraggio e ad eventuali uscite di manutenzione. Ciononostante, agli occhi dei profani, questo mero residuo di un'azione già conclusasi sembrerà più eloquente di tutto il lavorio nel retroscena, delle discussioni preliminari e degli scavi tra scarti edili. 91 91

climatica, lo inscrivono nel modello di funzionamento delle aree a due poli,<br />

rappresentati da “silenzio e azione” (Melucci, 1984, pg. 444):<br />

“Quando i piccoli gruppi emergono lo fanno per confrontarsi con un'autorità<br />

politica su terreni specifici. La mobilitazione ha una funzione simbolica su<br />

diversi piani: da una parte annuncia l'opposizione alla logica che guida il<br />

decision-making rispetto ad una specifica politica pubblica; nello stesso<br />

tempo la mobilitazione opera come una media, indica cioè al resto della<br />

società il legame <strong>tra</strong> il problema specifico e la logica dominante nel sistema;<br />

infine annuncia che sono possibili <strong>dei</strong> modelli culturali alternativi, che già<br />

l'azione collettiva pratica e dimos<strong>tra</strong>.” (Melucci, 1984, pg. 445)<br />

La differenza rispetto a cellule di movimento la cui azione è più<br />

autoevidente consiste nel fatto che il gruppo di guerrilla gardening necessita<br />

di due ambiti nei quali rendersi visibile. Oltre all'azione tout court e alle<br />

<strong>tra</strong>cce così lasciate sullo spazio cittadino, la Santa Alleanza <strong>dei</strong> Guerri<strong>gli</strong>eri<br />

Verdi utilizza i cosiddetti “banchetti” per spiegare ai profani il senso della<br />

propria attività e per “diffondere il verbo”, ovvero invitare altri cittadini a<br />

compiere azioni di guerrilla gardening.<br />

Questo, per certi versi, fa <strong>dei</strong> banchetti il vero spazio della visibilità,<br />

della ribalta (Goffman, 1959), poiché si <strong>tra</strong>tta delle uniche occasioni<br />

durante le quali i giardinieri espongono il proprio viso apertamente,<br />

invitando i profani ad avvicinarsi e porre domande.<br />

Anche le azioni vere e proprie rappresentano un'uscita dallo spazio-<br />

tempo della latenza, pur rimanendo in un'area grigia <strong>tra</strong> ribalta e retroscena.<br />

In questo caso la visibilità sta non tanto nei saltuari incontri con i passanti,<br />

che il più delle volte fuggono intimoriti, quanto nel fatto di lasciare delle<br />

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