Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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1990) di quella zona doveva essere molto scarso. Ora mi domando se la<br />
questione del capitale sociale non vada sommata ad un chiaro problema di<br />
comunicazione <strong>tra</strong> il gruppo di guerrilla gardening e il quartiere. Forse i<br />
miei vicini di casa non sono preparati a simili modifiche del loro paesaggio<br />
quotidiano. Magari il gruppo non è stato sufficientemente eloquente e molti<br />
de<strong>gli</strong> abitanti non hanno saputo ascoltare il non detto.<br />
La Cecla suggerisce che comportamenti di questo tipo siano<br />
riconducibili ad uno sviluppo edilizio che impedisce a<strong>gli</strong> abitanti di<br />
interagire lo spazio urbano modificandolo e che “lobotomizza”<br />
progressivamente la “mente locale”.<br />
“Il funzionalismo della edilizia moderna si basa sull'assunto che il cittadino<br />
non deve perdere tempo con una relazione troppo complessa con il suo<br />
ambiente. Basta che il suo ambiente funzioni, soprattutto dal punto di vista<br />
igienico, ed e<strong>gli</strong> potrà agevolmente <strong>tra</strong>sferirsi da una periferia all'al<strong>tra</strong><br />
seguendo le esigenze del lavoro.” (La Cecla, 1988)<br />
Mi domandavo cosa sarebbe successo se avessimo realizzato delle<br />
aiuole come quelle che avevamo visto nelle foto del libro di Michela<br />
Pasquali, soprattutto viste le reazioni ad un approccio ben più moderato e<br />
convenzionale.<br />
Per certi versi ho avuto la risposta che cercavo durante un <strong>pomeriggi</strong>o<br />
dedicato allo studio e alla stesura di questo scritto. Ero uscita nel mio<br />
giardino domestico per mettere <strong>dei</strong> fondi di caffè nel bidone del compost.<br />
Mentre stavo rien<strong>tra</strong>ndo in casa fui fermata da una vicina che abita nel mio<br />
stesso edificio.<br />
Con una certa arroganza mi disse: “Margherita, il tuo giardino è una<br />
discarica... non ho mai visto un giardino così.” La sua faccia corrucciata<br />
deriva dalle strutture di relazione.” (Bagnasco, 1999, pg. 66-67)<br />
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