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Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

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palazzine e supermercati. Dieci anni fa, dal luogo in cui scrivo queste righe,<br />

riuscivo a vedere frammenti di orizzonte. Ora il mio sguardo si infrange<br />

contro una costruzione di cinque o sei piani che ospita banche, bar, uffici<br />

pubblici, negozi, studi professionali ed appartamenti. Contro il cielo si<br />

sta<strong>gli</strong>a una gru. Non so da quando tempo sia lì. È come se ci fosse sempre<br />

stata.<br />

Molte persone hanno indossato e indossano la maschera del guerrilla<br />

gardener perché non posseggono della terra da lavorare. Questo è<br />

particolarmente vero nei grandi centri <strong>urbani</strong> del Regno Unito, dove il<br />

giardinaggio è una delle passioni più diffuse. Nel suo libro Richard<br />

Reynolds descrive <strong>gli</strong> appartamenti s<strong>tra</strong>colmi di piante di amici e<br />

concittadini costretti a confinare la loro creatività botanica entro le quattro<br />

mura domestiche.<br />

Le aiuole progettate e realizzate da Reynolds -le cui foto sono<br />

consultabili sul suo blog 5 - sono spesso più lussureggianti di quelle gestite<br />

dall'amminis<strong>tra</strong>zione comunale di Londra, anche se rispondono ad un<br />

canone di bellezza condiviso dai più.<br />

I community gardens 6 del Lower East Side di Manhattan, invece,<br />

“raccontano sogni di natura selvaggi, cantate di parchi all'inglese,<br />

5 Http://www.guerrillagardening.org<br />

6 I community gardens del Lower East Side nascono come veri e propri guerrilla gardens, realizzati<br />

senza autorizzazione alcuna su un gran numero di lotti di terreno coperti di macerie. “L'iniziativa<br />

sorse dal basso, dai cittadini stessi, che si sostituirono a un governo lontano e indifferente<br />

all'emergenza ambientale e sociale. [...] Superata ormai l'emergenza alimentare, ciò che spinse<br />

giovani e vecchi, ricchi e poveri, studenti e professionisti, carcerati, persino malati e disabili a<br />

partecipare alla conversione di vacant lot in giardini e orti furono la necessità e il desiderio di<br />

rendere più vivibile la città, mi<strong>gli</strong>orando le condizioni di degrado <strong>dei</strong> quartieri periferici con la<br />

creazione di aree verdi pulite e sicure. [...] Accanto ai grandi interventi, i singoli cittadini si<br />

organizzano per dedicarsi nel tempo libero all'”altro verde” e non è raro incon<strong>tra</strong>re persone che<br />

curano, sistemano e <strong>tra</strong>piantano fiori annuali e perenni nelle aiuole sparti<strong>tra</strong>ffico, intorno a<strong>gli</strong><br />

alberi, sui marciapiedi davanti a casa e in tutti <strong>gli</strong> angoli dov'è possibile far crescere qualcosa”<br />

(Pasquali, 2008, pg. 29-30 e 35)<br />

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