Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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icreata <strong>tra</strong>mite l'azione <strong>dei</strong> soggetti. Da un lato, le persone sono in grado di<br />
creare una nuova realtà sociale; dall'altro, con la loro azione continuano a<br />
riprodurla e la mantengono così in vita. [...]<br />
L'oggettivazione è il processo con cui la realtà sociale nata dall'azione umana<br />
assume una propria autonomia, retroagendo sulle persone e imponendo loro<br />
vincoli e richieste. [...]<br />
L'interiorizzazione è il processo con cui “facciamo nostre” le realtà create e<br />
ricreate socialmente con l'esteriorizzazione e divenute parzialmente<br />
autonome con l'oggettivazione. Ciò avviene innanzitutto at<strong>tra</strong>verso il<br />
processo di socializzazione.” (Spera, 2007, pg. 129 e 130)<br />
Ian Hacking ha scritto che l'espressione “costruzione sociale”, dal<br />
1966 in poi, è stata ampiamente abusata. Dal suo punto di vista le<br />
pubblicazioni sull'argomento si sprecano, perché pare che la sorgente <strong>dei</strong><br />
costruzionismi sia imperitura.<br />
A costo di turbare Hacking, penso che a questo punto sia necessario<br />
riflettere sulle aiuole e i parchi pubblici tenendo a mente la teorizzazione di<br />
Berger e Luckmann.<br />
“Ogni giardino è una critica alla natura”, dicevano <strong>gli</strong> architetti del<br />
paesaggio in epoca barocca. Persino le tecniche di coltivazione che si<br />
rifanno ai ritmi e alle forme naturali, come la permacultura, rappresentano<br />
una deviazione umana rispetto al normale fluire della vita vegetale.<br />
Non ho idea di come i parchi pubblici del vicentino siano stati<br />
concepiti. Mi risulta dunque difficile descrivere il loro processo di<br />
costruzione sociale a partire dalla dimensione dell'esteriorizzazione.<br />
Mi viene allora in aiuto un brano <strong>tra</strong>tto da una raccolta di lettere di Pia Pera<br />
e Antonio Perazzi. Quest'ultimo scrive:<br />
“Cara Pia,<br />
ho appena letto la tua ultima [lettera] e ti rispondo subito. Sono molto felice.<br />
[...] Veramente sono più agitato che felice. [...] Agitato, perché la bella<br />
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