Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

del senso comune e quello del guerrilla gardener.
“Chiamo “dissonanza” nel nostro ambiente culturale tutte le situazioni in cui
le incomprensioni e i conflitti si perpetuano, nonostante i tentativi degli
attori di adottare tattiche e strategie mutevoli. In altre parole tutte le
situazioni che per essere comprese richiedono [...] una uscita “forte” da
cornici “forti”; il superamento di resistenze che tutti i protagonisti in qualche
modo collaborano, spesso inconsapevolmente, a riprodurre.” (Sclavi, 2003,
pg. 176)
Pur agendo in base al frame del guerrilla gardener sapevo che i miei
vicini di casa avrebbero reagito ignorandomi o mostrandosi sconcertati,
perché il senso comune degli abitanti del mio quartiere prescrive che debba
essere così.
Questi casi mi erano parsi conformi al risultato della ricerca
sopraccitata.
L'episodio dei pomodori e della madonna di gesso, invece, mi
comunicava qualcosa di diverso.
Io e i miei amici, nel progettare quell'intervento, ci eravamo detti che,
per quanto discutibile da un punto di vista ecologista 3 , esso era un modo di
“dare il buon esempio”, “scuotere le coscienze intorpidite dei vicentini”.
Era dunque un gesto dimostrativo carico di intenzionalità e che, dal nostro
punto di vista, ci faceva passare per persone dotate di senso civico. Al
contempo, però, il pensionato che compare nel resoconto ci vide con occhi
radicalmente diversi. Per lui eravamo un branco di “giovinastri” con intenti
devianti. La sua postura e il sottolineare il suo ruolo nella stesura del
regolamento di circoscrizione volevano essere una legittimazione del suo
3 I pomodori (che furono poi tranciati da un giardiniere comunale) sarebbero difficilmente
sopravvissuti senza cure giornaliere.
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