Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

PREMESSA
Curiosamente, l'oggetto della mia ricerca prese forma nei giorni in cui
realizzai la non esistenza di un gruppo di guerrilla gardening in Veneto.
Chissà perché, ero convinta che dovesse esserci.
Dopo aver contattato tutte le “cellule” (o quasi) presenti allora in Italia
ed aver ottenuto risposte utili solo dal gruppo Badili Badola di Torino,
pareva che la mia ipotetica ricerca fosse giunta ad un punto morto ancor
prima di avere ufficialmente inizio.
Nel contempo avevo parlato del mio progetto e del guerrilla gardening
ad un gran numero di amici e conoscenti, sperando che qualcuno mi potesse
aiutare a scovare il gruppo di Padova.
Fu così che, nel tardo pomeriggio di una non meglio identificata
giornata di aprile 2009, mi scoprii intenta a sorseggiare del vino in
compagnia di quello che, insieme alla sottoscritta, sarebbe poi divenuto il
nucleo originario della Santa Alleanza dei Guerriglieri Verdi.
Partecipando fin dal principio alle attività del gruppo ho avuto modo
di studiare la genesi di un piccolo nucleo di guerrilla gardeners e di seguirne
poi gli sviluppi.
Oggetto della mia etnografia sono state le riunioni, i cosiddetti
“attacchi” o “azioni di ripristino”, le comunicazioni sul forum o più in
generale la presenza del gruppo online nonché il reticolo d'interazioni
sviluppatesi tra “guerriglieri”, associazioni, comitati, gruppi spontanei e
comuni cittadini.
In generale ho cercato di monitorare il più possibile ciò che accadeva
ogni qual volta mi trovassi in una situazione che potesse essere riferita
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