Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

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05.06.2013 Views

avesse avuto il telefono sotto controllo a causa del ruolo nell'organizzazione di alcune attività del No Dal Molin. Poi, con grande naturalezza, disse che sicuramente la Digos aveva già visto il sito del gruppo e il forum. Mentre la fissavamo con sguardi attoniti e dominati dallo sconcerto, suggerì la strategia che da quel giorno divenne uno dei punti saldi del modus operandi della Santa Alleanza: fare riunioni in posti sempre diversi e non segnalare mai luogo, data e giorno degli attacchi su internet. Una peculiarità delle riunioni è dunque quella vedere i membri attivi del gruppo riuniti attorno ad un tavolo, il più delle volte in un locale pubblico. Questi incontri cominciano sempre con uno dei membri del gruppo che espone “l'ordine del giorno”. Non si tratta sempre della stessa persona, ma il più delle volte sono soggetti che scrivono spesso sul forum o che per lo meno si tengono aggiornati sull'andamento delle discussioni. Le riunioni vengono convocate per una pluralità di ragioni, ma ogni volta ce n'è una che prevale sulle altre. I presenti riconoscono la rilevanza di quest'ultima e il più delle volte le dedicano l'apertura della discussione o comunque uno spazio molto ampio rispetto alla durata totale dell'incontro. Uno dei motivi per cui inizialmente mi sembrava di non poter usare la parola rituale quando descrivevo le riunioni era che molto spesso vedevo venire meno il focus attentivo comune. Questo era dovuto alla composizione stessa del gruppo. Non trattandosi di una delegazione di esperti di botanica, le decisioni pratiche relative alle piante da usare finivano sistematicamente per essere prese solo da chi se ne intendeva almeno un po'. Coloro i quali si autodefinivano “dotati di pollice nero” tendevano a tagliar corto o a 44 44

prendere in giro chi insisteva nell'usare nomi latini. Questa modalità comunicativa dominata da feedback ottusi si trasformò lasciando spazio a feedback intelligenti (Bateson, 1972) quando, dopo aver metacomunicato sul forum, i cosiddetti “esperti” di botanica abbandonarono, o per lo meno cercarono di abbandonare, alcune pratiche che altri percepivano come pedanti. Da allora l'uso di terminologia tecnica è spesso accompagnato da ventate di ironia, come nel caso delle piante di Coleus, che all'interno della cerchia della Santa Alleanza sono diventate Turpiloquius. La conoscenza pratica si è progressivamente diffusa e questo permette un dialogo più bilanciato senza che si sviluppi troppo frequentemente una dinamica del tipo oratore-ascoltatori passivi. Esiste ancora un divario tra chi propone le piante da usare e chi non lo fa ma, rispetto ai primi mesi di attività, ho notato una maggiore apertura e disponibilità all'ascolto da parte di tutti. A proposito di questa considerazione cito un'affermazione di uno dei ragazzi che si autodefiniscono incapaci di tenere in vita qualsiasi tipo di pianta. “Ho un sacco di responsabilità al lavoro... Mi piace l'idea di venire qui e farmi dire cosa devo fare... mi sento libero una volta tanto. Anche se non capisco niente di piante mi piace fare questi lavori manuali e poi era da un po' che cercavo qualcosa del genere da fare, qualcosa di slegato da istituzioni e partiti... Anche se i miei amici mi prendono in giro [ride] io ci credo.” Il motivo per cui inizialmente, nonostante la dinamica comunicativa 45 45

avesse avuto il telefono sotto controllo a causa del ruolo nell'organizzazione<br />

di alcune attività del No Dal Molin. Poi, con grande naturalezza, disse che<br />

sicuramente la Digos aveva già visto il sito del gruppo e il forum. Mentre la<br />

fissavamo con sguardi attoniti e dominati dallo sconcerto, suggerì la<br />

s<strong>tra</strong>tegia che da quel giorno divenne uno <strong>dei</strong> punti saldi del modus operandi<br />

della Santa Alleanza: fare riunioni in posti sempre diversi e non segnalare<br />

mai luogo, data e giorno de<strong>gli</strong> attacchi su internet.<br />

Una peculiarità delle riunioni è dunque quella vedere i membri attivi<br />

del gruppo riuniti attorno ad un tavolo, il più delle volte in un locale<br />

pubblico.<br />

Questi incontri cominciano sempre con uno <strong>dei</strong> membri del gruppo<br />

che espone “l'ordine del giorno”. Non si <strong>tra</strong>tta sempre della stessa persona,<br />

ma il più delle volte sono soggetti che scrivono spesso sul forum o che per<br />

lo meno si tengono aggiornati sull'andamento delle discussioni.<br />

Le riunioni vengono convocate per una pluralità di ragioni, ma ogni<br />

volta ce n'è una che prevale sulle altre. I presenti riconoscono la rilevanza di<br />

quest'ultima e il più delle volte le dedicano l'apertura della discussione o<br />

comunque uno spazio molto ampio rispetto alla durata totale dell'incontro.<br />

Uno <strong>dei</strong> motivi per cui inizialmente mi sembrava di non poter usare la<br />

parola rituale quando descrivevo le riunioni era che molto spesso vedevo<br />

venire meno il focus attentivo comune. Questo era dovuto alla<br />

composizione stessa del gruppo.<br />

Non <strong>tra</strong>ttandosi di una delegazione di esperti di botanica, le decisioni<br />

pratiche relative alle piante da usare finivano sistematicamente per essere<br />

prese solo da chi se ne intendeva almeno un po'. Coloro i quali si<br />

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