Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

CAPITOLO 4
RITUALI
Il nome Santa Alleanza dei Guerriglieri Verdi comparve per la prima
volta su un foglietto raccolto dal fondo di uno zaino. Su quel foglietto
troneggiano piccoli schemi della disposizione delle piante in un'aiuola del
quartiere vicentino di S. Giuseppe, tentativi di costituzione di un'identità
inedita sotto forma di denominazioni volutamente blasfeme e una lista dei
materiali necessari per mettersi all'opera.
Ancor prima di aver affondato per la prima volta una paletta nella
terra di aiuola pubblica, eccoci intenti a snocciolare acronimi accattivanti
tra le mura di un'osteria del centro di Vicenza.
Quella fu una riunione costitutiva a tutti gli effetti, al termine della
quale tornammo a casa con un nuovo self (Goffman, 1959) nel taschino.
Nessuno tra coloro che vi presero parte ricorda con precisione la data
di quell'incontro; era un venerdì d'aprile.
Richard Reynolds, nello spiegare la progettazione di un intervento di
guerrilla gardening a Current tv, disse che procedeva segnalando data, ora e
luogo sul forum da lui curato, presentandosi poi con tutto il materiale
necessario (attrezzi, terriccio, piante ecc). Gli utenti che rispondevano al
suo appello, ovvero coloro che decidevano di aiutarlo, venivano indirizzati
verso un compito specifico, ad esempio mettere a dimora delle piante di
tagete piuttosto che distribuire volantini ai passanti per spiegare cosa stava
succedendo sotto i loro occhi.
Questa modalità di guerrilla gardening è una delle tante diffuse a
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