Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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Michele Trasi e Andrea Zabiello, l'unico manuale italiano sull'argomento. Si tratta dunque di un rapporto tra due entità di un network più vasto, nel quale il No Dal Molin emerge come uno degli attori centrali, mentre la Santa Alleanza dei Guerriglieri Verdi occupa una posizione più marginale. In questo contesto il No Dal Molin, “avendo legami estesi a tutte le componenti di un sistema, ne favorisce l'integrazione svolgendo vari tipi di funzioni, che si possono sintetizzare nella circolazione di informazione, nella fornitura di servizi e risorse, nella proposta di un modello in grado di influenzare e orientare il comportamento di altri attori.” (Diani, 1988, pg. 88) Il rapporto tra le due entità si è consolidato in virtù di una piena adesione dei giardinieri alle istanze del No Dal Molin e grazie a fenomeni di doppia militanza nonché a contatti personali pregressi tra attivisti. Scrive Diani: “i movimenti ecologisti si sono definiti non solo come organizzazioni di rappresentanza degli interessi, ma come reticoli di rapporti tra gruppi, comunità, singoli individui interessati anche alla pratica del cambiamento in prima persona; accanto alle componenti strumentali dell'azione hanno avuto ampia rilevanza quelle espressive e solidaristiche. [...] Di questo tipo di legami, orizzontali e “sommersi”, i contatti attivati dai singoli militanti rappresentano un ottimo indicatore. Una densa rete di rapporti personali moltiplica infatti le opzioni disponibili per la circolazione delle risorse, evidenzia la presenza di una solidarietà diffusa tra le varie componenti dell'area e connota quest'ultima come uno specifico sottosistema sociale. [...] L'analisi dei contatti personali non può essere ridotta ai fenomeni di doppia militanza in senso stretto, ma va estesa anche ad altri tipi di partecipazione meno intensa, nonché alle relazioni di amicizia personale intercorrenti tra attivisti di gruppi diversi.” (Diani, 1988, pg. 114-115) 30 30
Considerando l'informalità del gruppo di guerrilla gardening analizzato e la tendenza di alcuni dei suoi componenti ad insistere sullo scarso peso che conseguentemente la Santa Alleanza dovrebbe avere in città, risultano privilegiate le relazioni di amicizia con attivisti di altri gruppi, piuttosto che i contatti con i leader dei gruppi stessi. Durante la seconda metà del 2009, il Parco della Pace è comparso più volte nella rassegna stampa del presidio permanente. Il 26 ottobre il parco è stato “aperto” a seguito dell'intervento di un centinaio di attivisti che, una volta entrati nell'area del Dal Molin, “hanno posizionato panche, tavoli e un'insegna ad arco che indica l'ingresso.” 20 Tra alcuni interventi di manutenzione e cura degli alberi e del parco in generale, emerge l'episodio concernente la vicenda del pacifista Turi Vaccaro. Nel comunicato stampa del 12 novembre viene descritta la sua azione: “era entrato [...] all'interno del cantiere della nuova base [...] “armato” di bandiera della pace, volantini e di alcune palline di argilla con all'interno semi di alberi da frutto. Con lui Agnese, una donna vicentina del Presidio Permanente No Dal Molin, che dopo essere stata portata con Turi al comando Setaf della Ederle era stata denunciata e rilasciata. [...] A Turi Vaccaro “viene contestato – si legge in una nota dell'agenzia Ansa – l'articolo 260 del codice penale che punisce con la reclusione da uno a cinque anni chi si introduce da clandestino in una installazione militare con il possesso ingiustificato di mezzi di spionaggio.”” 21 L'arresto dell'attivista viene qui descritto come “un'intimidazione” volta a scoraggiare la volontà dei vicentini di sapere cosa si nasconde dietro 20 Comunicato stampa del presidio permanente (27 ottobre 2009) 21 Comunicato stampa del presidio permanente (12 novembre 2009) 31 31
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Considerando l'informalità del gruppo di guerrilla gardening<br />
analizzato e la tendenza di alcuni <strong>dei</strong> suoi componenti ad insistere sullo<br />
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città, risultano privilegiate le relazioni di amicizia con attivisti di altri<br />
gruppi, piuttosto che i contatti con i leader <strong>dei</strong> gruppi stessi.<br />
Durante la seconda metà del 2009, il Parco della Pace è comparso più<br />
volte nella rassegna stampa del presidio permanente.<br />
Il 26 ottobre il parco è stato “aperto” a seguito dell'intervento di un<br />
centinaio di attivisti che, una volta en<strong>tra</strong>ti nell'area del Dal Molin, “hanno<br />
posizionato panche, tavoli e un'insegna ad arco che indica l'ingresso.” 20<br />
Tra alcuni interventi di manutenzione e cura de<strong>gli</strong> alberi e del parco in<br />
generale, emerge l'episodio concernente la vicenda del pacifista Turi<br />
Vaccaro.<br />
Nel comunicato stampa del 12 novembre viene descritta la sua azione:<br />
“era en<strong>tra</strong>to [...] all'interno del cantiere della nuova base [...] “armato” di<br />
bandiera della pace, volantini e di alcune palline di argilla con all'interno<br />
semi di alberi da frutto. Con lui Agnese, una donna vicentina del Presidio<br />
Permanente No Dal Molin, che dopo essere stata portata con Turi al<br />
comando Setaf della Ederle era stata denunciata e rilasciata. [...]<br />
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cinque anni chi si introduce da clandestino in una installazione militare con<br />
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L'arresto dell'attivista viene qui descritto come “un'intimidazione”<br />
volta a scoraggiare la volontà <strong>dei</strong> vicentini di sapere cosa si nasconde dietro<br />
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