Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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limita ad una contestazione pacifista e antimilitarista 17 . Non a caso Foti,<br />
nella sua “cromatologia comparata dell'Europa eretica del XXI secolo”<br />
(Foti, 2009), colloca il movimento veneto nella stessa categoria <strong>dei</strong> gruppi<br />
di guerrilla gardening, ovvero nel filone “green”.<br />
Una volta consolidatosi, il No Dal Molin ha proposto svariate<br />
iniziative volte a tutelare il territorio berico, come il primo gruppo di<br />
acquisto solidale della città e il mercato mensile <strong>dei</strong> produttori locali e delle<br />
autoproduzioni. Inoltre ha anticipato le attività del gruppo oggetto del mio<br />
studio piantumando un gran numero di alberi all'interno del territorio<br />
militarizzato, con l'intento di realizzare il Parco della Pace.<br />
La Santa Alleanza <strong>dei</strong> Guerri<strong>gli</strong>eri Verdi non è dunque nata in seno al<br />
No Dal Molin, ma vi è naturalmente confluita nel corso <strong>dei</strong> mesi, poiché i<br />
suoi componenti erano stati tutti segnati dall'esperienza antagonista portata<br />
avanti dai comitati.<br />
3.3. Il Parco della Pace<br />
fronte di 210 metri (Edificio truppa e Silos auto) la palificazione è doppia. [...] Il Dr. Altissimo,<br />
nella sua relazione osserva che: “si stima in circa 280/320 il numero di pali per un solo parcheggio.<br />
Per tanto, per sei edifici in questione avremo mi<strong>gli</strong>aia di pali. Poiché ogni palo occupa 7 m³, viene<br />
sot<strong>tra</strong>tto un grande volume utile all'immagazzinamento dell'acqua in un acquifero già di per sé a<br />
bassa <strong>tra</strong>smissività, riducendone ulteriormente la porosità. Questo impatto non è stato valutato””<br />
(Verneau, 2009)<br />
17 Della Porta, nel descrivere le campagne <strong>dei</strong> comitati No TAV e No Ponte, che molto hanno in<br />
comune con quelle del No Dal Molin, afferma: “Nonostante l'accento posto sulla difesa della<br />
natura e della salute de<strong>gli</strong> abitanti, le mobilitazioni in Val di Susa e sullo Stretto non possono<br />
comunque essere definite come proteste esclusivamente ecologiste, limitate cioè a un solo tema<br />
(single issue), la difesa dell'ambiente. [...] I comitati di cittadini [difatti non] hanno [...] una<br />
dimensione puramente ambientalista; come hanno rivelato recenti ricerche su varie città italiane, le<br />
rivendicazioni tendono infatti a intrecciare tematiche di difesa della qualità della vita locale, tutela<br />
del patrimonio artistico e naturale, salute e integrazione sociale. In effetti, nelle nostre due<br />
campagne, i diversi gruppi sociali e le organizzazioni politiche che si oppongono alle grandi opere<br />
hanno elaborato [...] un discorso su un modello di sviluppo alternativo, definito più in termini di<br />
“giustizia ambientale” (environmental justice) – come combinazione di attenzione all'ambiente e<br />
alle discriminazioni etniche, sociali o di genere e di “decrescita” [...] - che di “sviluppo<br />
sostenibile”, come attenzione ai limiti naturali della crescita economica. Tale modello di sviluppo<br />
comprende infatti anche riferimenti alla difesa del lavoro, della salute, della giustizia e della<br />
partecipazione democratica.” (Della Porta, 2008, pg. 12)<br />
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