Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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Eventi di questo tipo si sono susseguiti così spesso da en<strong>tra</strong>re nella<br />
routine vicentina. Si sa, ad esempio, che andando alle manifestazioni ci sarà<br />
polizia in abbondanza 13 , indipendentemente dal numero di partecipanti. Ci<br />
sono poi quelli che, essendo in disaccordo con il No Dal Molin, hanno<br />
metabolizzato la vitalità contestatrice <strong>dei</strong> comitati e ora non esitano ad<br />
esclamare: “Basta! Un'al<strong>tra</strong> manifestazione! Ma non sono ancora stufi?”<br />
In un contesto di questo tipo, che non ha equivalenti nel nord Italia 14<br />
15 , era dunque prevedibile che sorgessero gruppi ed iniziative mai viste<br />
prima a Vicenza e che hanno trovato una casa nel presidio permanente.<br />
La stampa nazionale e parte di quella locale dimenticano spesso di<br />
sottolineare la valenza ambientalista 16 del No Dal Molin, che difatti non si<br />
paura, un po' perché reggere un ritmo così... non tutti erano più disponibili come tre anni fa,<br />
magari a prendersi una denuncia... e quindi anche noi adesso stiamo tornando un po' indietro...<br />
ricominciando con azioni simboliche, che riavvicinino la gente”<br />
13 Un sera di ottobre 2009 mi recai ad una conferenza del sindaco di Vicenza (Variati, PD) e di<br />
quello di Aviano, dedicata al tema della gestione delle città militarizzate. Nella sala erano presenti<br />
un gran numero di attivisti del No Dal Molin in borghese, ovvero non sfoggianti il simbolo del<br />
movimento. Il giorno prima ero stata in loro compagnia ad un seminario chiamato “Teorie e<br />
tecniche dell'applauso”. L'idea era quella di apprendere qualcosa sull'argomento e di presentarsi<br />
poi alla conferenza per il “saggio” di fine corso. Durante la serata ci divertimmo a generare lo<br />
scompi<strong>gli</strong>o applaudendo nei momenti “sba<strong>gli</strong>ati” o in modo “anomalo”. Al termine della<br />
conferenza uscimmo tutti in s<strong>tra</strong>da e trovammo due volanti della polizia, chiamate da qualcuno che<br />
evidentemente aveva poco senso dell'umorismo.<br />
14 “ Il No Tav è nato prima e ha “dato il la”, invece il No Dal Molin ha dato la carica, ha dato<br />
l'immagine. È stato visto come uno <strong>dei</strong> movimenti che hanno cambiato l'Italia ne<strong>gli</strong> ultimi anni,<br />
quindi cose che magari il No Tav, No Mose, no discarica, No Ponte non sono riusciti a fare...<br />
perché inquadravi la tua batta<strong>gli</strong>a su qualcosa di molto più grande, ti mettevi contro l'esercito più<br />
grande del mondo, ponevi tematiche di tipo ambientale, di servitù militare, di impatto sui<br />
cittadini.” (Nicola, 21 anni)<br />
15 La campagna del No Dal Molin “propone <strong>gli</strong> stessi frames <strong>dei</strong> No Tav e No Ponte, oltre a quello<br />
del rifiuto della guerra e della militarizzazione del territorio: il rifiuto dell'accusa di sindrome<br />
Nimby (“non vo<strong>gli</strong>amo che la base sia costruita né nella nos<strong>tra</strong> città né altrove”), la “difesa <strong>dei</strong><br />
beni comuni e del territorio, no alla guerra, e nuove forme di democrazia e partecipazione ai<br />
processi decisionali...”; inoltre anche questa campagna viene descritta come “una lotta che vede<br />
accomunate persone di diversi orientamenti politici, con culture, linguaggi e storie diverse <strong>tra</strong><br />
loro”” (Della Porta, 2008, pg. 164)<br />
16 Il sito su cui sta sorgendo l'aereoporto Nato era considerato uno <strong>dei</strong> polmoni verdi della città. I<br />
lavori stanno inoltre danneggiando la falda acquifera cittadina, la più grande del nord Italia.<br />
Stando ad un resoconto scaricabile dal sito del No Dal Molin i lavori di costruzione prevedono<br />
“308 metri lineari di palificazioni distribuite su un fronte di 400 metri, allineati<br />
perpendicolarmente al flusso della falda, che nei primi 50 metri sotto il piano della campagna<br />
scorre da Est a Ovest, alla profondità media di un metro. [...] Ad una riduzione di luce va aggiunta<br />
la riduzione di flusso dovuta alla costipazione del terreno <strong>tra</strong> palo e palo ed al fatto che per un<br />
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