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Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi

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Mentre cercavo informazioni sui gruppi esistenti in Italia fui colpita<br />

dall'assenza di “cellule” non solo in Veneto, ma in tutta l'area del<br />

cosiddetto “nord-est”. I centri nevralgici erano Milano, Torino e Bologna.<br />

Mi domandai che ne fosse di luoghi come Marghera e Taranto. Se il<br />

guerrilla gardening era una semplice reazione di dubbia natura ad un<br />

presunto “disagio urbano”, perché Bologna ospitava ben due gruppi e<br />

Napoli 5 nessuno?<br />

Trovai una risposta assemblando <strong>gli</strong> scritti di Alberto Melucci e ciò<br />

che abducevo dalla mia etnografia.<br />

“I fenomeni collettivi emergenti nelle società complesse non possono essere<br />

considerati semplici reazioni alla crisi, effetti di marginalità o devianza, puri<br />

problemi di esclusione del mercato politico. Occorre riconoscere che i<br />

fenomeni collettivi che at<strong>tra</strong>versano le società avanzate sono i sintomi di<br />

movimenti antagonisti, anche se questo non è il loro unico significato. Nelle<br />

società ad alta densità di informazione la produzione non riguarda più le sole<br />

risorse economiche, ma investe rapporti sociali, simboli, identità e bisogni<br />

individuali.” (Melucci, 1982, pg. 64)<br />

Ciò che le analisi superficiali del fenomeno del guerrilla gardening<br />

non ci dicono è che non basta una gettata di cemento per <strong>tra</strong>sformare i<br />

nostri vicini di casa in “ecoattivisti” (Foti, 2009).<br />

Se da un lato <strong>gli</strong> autori della resource mobilization theory 6 hanno<br />

5 In Campania pare sia attivo solo il Gruppo Salvaguardia Casalucese, in provincia di Caserta, che<br />

ha portato a termine due interventi <strong>tra</strong> il 2007 e il 2008. (fonte: http://www.guerrillagardening.it)<br />

6 L'approccio della resource mobilization theory “considera l'azione collettiva come consumo,<br />

produzione, scambio di risorse <strong>tra</strong> gruppi organizzati (comprese le agenzie del controllo sociale),<br />

ma anche come lotta per benefici collettivi considerati come risorsa scarsa. Mobilitazione,<br />

organizzazione, formazione della leadership sono elementi dell'agire collettivo che vengono<br />

analizzati in termine di gestione delle risorse, sulla base <strong>dei</strong> rapporti stabitisi <strong>tra</strong> attori; essi<br />

compiono un calcolo razionale del rapporto <strong>tra</strong> costi e benefici, e scelgono una modalità d'azione<br />

basata sulla valutazione di una gamma di possibilità e <strong>dei</strong> loro effetti.<br />

L'analisi della mobilitazione in questo filone di ricerca consente di superare definitivamente la<br />

concezione dell'azione collettiva come condotta irrazionale, sottolineando invece la cen<strong>tra</strong>lità <strong>dei</strong><br />

meccanismi razionali di presa delle decisioni, di calcolo e previsione de<strong>gli</strong> effetti dell'azione.”<br />

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