Guerrilla gardeners tra gli scarti urbani - L'odore dei pomeriggi
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causarono più danni che benefici alla città. La manifestazione fu rivendicata<br />
da Reclaim the Streets.<br />
I volantini che pubblicizzavano l'evento recitavano:<br />
“Resistance is fertile. Come prepared and ready to get your hands dirty.<br />
Bring with you everything you need to make a <strong>Guerrilla</strong> Garden: a sapling,<br />
vegetable seedlings flowers, herbs. Subvert the packaging of the Capital:<br />
turn designer <strong>tra</strong>iners into plant pots, <strong>tra</strong>ffic cones into hanging baskets...<br />
Start planting now”.<br />
Se i risultati sul piano pratico di quest'azione sono stati pochi, vale<br />
però la pena di sottolineare il modo in cui i fatti del May Day 2000<br />
ispirarono poi un gran numero di gruppi ed individui votati al guerrilla<br />
gardening. L'attitudine carnevalesca e situazionista di chi partecipò a quella<br />
manifestazione è la stessa che anima oggi molti giardinieri dediti alla<br />
guerri<strong>gli</strong>a vegetale.<br />
Una conferma in tal senso è data dal modo in cui i gruppi si<br />
presentano:<br />
Nel 2000 Reclaim the Streets si definiva così: “A direct action<br />
network for global and local social-ecological revolution(s) to <strong>tra</strong>nscend<br />
hierachical and authoritarian society (capitalism included), and still be<br />
home in time for tea.”<br />
Oggi, invece, la Santa Alleanza <strong>dei</strong> Guerri<strong>gli</strong>eri Verdi si descrive in<br />
questi termini: “Giardinaggio rigo<strong>gli</strong>oso e ribelle, rapido e duraturo.<br />
Quando zappare è figo, avere una vanga è uno status symbol e il concime e<br />
la torba sono terribilmente sexy.”<br />
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