Un'artista alla moda - Istituto Superiore Statale Cardarelli
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La <strong>moda</strong>, l’inconscio e l’immaginazione poetica<br />
A questo punto gli abiti realizzati da Dalì iniziarono a starle stretti poiché erano volti a comunicare un<br />
unico significato erotico - sessuale. La <strong>moda</strong> femminile nel corso del tempo espresse fondamentalmente<br />
due contenuti: quello erotico/seduttivo, anche se in forma meno esplicita di come aveva fatto Dalì, e quello<br />
sociale. Elsa voleva ricorrere ad altri universi linguistici per esprimere altri significati.<br />
L’obiettivo del surrealismo era liberare l’immaginazione poetica e dare sfogo al mondo dei sogni. Il metodo<br />
era la libera creazione d’immagini prive di significato e di scopo, lasciate scaturire come nascono d<strong>alla</strong><br />
fantasia. Il sogno, l’infanzia, il favoloso e il meraviglioso erano le fonti cui ricorrere. Schiapparelli scoprì<br />
che questo metodo le era congeniale per creare un linguaggio vestimentario che comunicasse la dimensione<br />
interiore della donna. Capì infatti che quello che riusciva più stimolante era considerare il corpo della donna<br />
e la forma dell’indumento come pagine bianche su cui scrivere il flusso delle fantasie, che sorgevano spontaneamente<br />
nel momento in cui si metteva a lavorare su un tema; immagini isolate e precise, che nella loro<br />
libera sequenza ricostruivano il suo immaginario, come si era costruito nel tempo, attraverso mille esperienze<br />
diverse. Il problema poteva sorgere nel momento in cui queste immagini dovevano essere accostate <strong>alla</strong> realtà<br />
degli abiti e qui le venne in aiuto il ricordo di Marchel Duchamp e i suoi ready-made.<br />
Schiapparelli scelse lo stesso sistema: le figure si aggregarono sui suoi modelli senza alcun senso preciso<br />
che non fosse quello della sua fantasia e quindi della sua immaginazione, creando favole che raccontava alle<br />
donne.<br />
Nel ’38 nacque la prima collezione che seguì questo criterio, dedicata al circo. Per la prima volta una<br />
sfilata ebbe le caratteristiche di uno spettacolo, nella boutique di place Vendome gruppi di acrobati facevano<br />
i loro numeri entrando e uscendo da finestre e vetrine. La novità era nella decorazione che diventava una<br />
sorta di gioiello sul capo. I cappelli si adeguarono <strong>alla</strong> linea generale e furono piccoli feltri conici ispirati ai<br />
pagliacci, cappellini con la piuma, finte galline da accompagnare a bottoni a forma di uova.<br />
Elsa Schiaparelli un’artista <strong>alla</strong> <strong>moda</strong>