Il tradimento della medicina - Tisana Caisse combatte i tumori

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05.06.2013 Views

errori commessi da alcuni ricercatori. Questi sono i nodi venuti al pettine di una catena di errori di secoli; è il punto finale del vicolo cieco che la scienza ha imboccato molto tempo fa. Per uscirne, l'unica cosa da fare è percorrere a ritroso la strada fatta, trovare l'errore che ci ha fatto prendere la direzione sbagliata in quel bivio ed imboccare finalmente la strada giusta. Per lungo tempo i fisici furono divisi in due categorie che potremmo così definire: gli illusionisti e i visionari. Ai primi appartenevano quelli che sostenevano lo spazio vuoto in cui, come i conigli dal cappello del prestigiatore, apparivano dal nulla le forze ed i campi elettromagnetici e gravitazionali. Ai secondi appartenevano quelli che credevano di “vedere” l'etere per spiegare i fenomeni fisici. Il grande visionario Cartesio fu sconfitto dal grande illusionista Newton, così la “forza” entrò a pieno diritto, come reale entità, nel campo delle scienze fisiche. Ma la forza, come entità fisica reale, esiste veramente? È veramente un qualcosa chiamato forza che muove la materia o semplicemente è materia che urta altra materia? È la forza in azione o si tratta semplicemente di un trasferimento di moto? Per avere lumi su ciò dobbiamo fare ancora un passo indietro fino a Galilei. Nel mettere le basi della scienza moderna, egli delimitò come campo di indagine di essa solo ciò che può essere percepito oggettivamente. Espresse anche l'opinione che il colore, il sapore e l'odore non fossero altro che realtà soggettive, non proprie della realtà oggettiva, ma semplicemente effetti di questa sul percepente e che quindi non dovessero essere campo di indagine della scienza. Questa tesi deve essere ovviamente estesa anche ad altre qualità, come il calore, la luce, il suono, ecc... Per quanto riguarda la luce (e quindi i colori) ora sappiamo che in sé non esiste, siamo noi che la percepiamo così; in realtà non è che una vibrazione elettromagnetica. Similmente il suono, che è vibrazione molecolare, cioè puro movimento. Il tono, il volume, il timbro siamo noi ad “inventarli”, a crearli col nostro percepire; ciò che esiste è solo movimento di molecole. E così pure il calore non è che percezione tattile del 74

movimento molecolare. E per la forza? La forza non è che la percezione di un urto di materia sul nostro corpo; in realtà lì, fisicamente, non c'è una forza, c'è solo movimento e accelerazione di massa. Evidentemente, nonostante le buone intenzioni di Galilei, c'è ancora oggi molta confusione su ciò che deve essere il campo di indagine della scienza fisica. Ancora oggi una sezione della fisica è l'ottica, una è l'acustica, un'altra la termologia, un'altra ancora la dinamica; ma l'argomento di indagine sono dunque le percezioni o la realtà oggettiva? È evidente che non è ancora stata fatta una precisa distinzione tra il substrato oggettivo della realtà e le sensazioni che tale substrato genera nel percepente, che sono di natura soggettiva. Dopo Galilei Newton affermò che la scienza non deve cercare spiegazioni: “ipotesi non fingo”. Lo scienziato deve limitarsi a descrivere i fenomeni e a trovare le leggi che li regolano senza cercarne il perché. In realtà Newton, per spiegare le sue teorie ipotizzò 1) l'esistenza dello spazio vuoto, 2) l'esistenza della forza di gravità in tale spazio, 3) una forza primordiale che ha provocato il moto iniziale dei pianeti che essi ora mantengono per inerzia. Tutto ciò laddove oggettivamente vi è solo movimento di masse. Dunque questa confusione tra elementi oggettivi e soggettivi, non il metodo scientifico sperimentale, è l'errore di base che stavamo cercando. Gli effetti di questo errore sono stati e sono ancora devastanti per la cultura occidentale. Da Galilei iniziò la frattura tra scienza da una parte e filosofia e religione dall'altra; ma si iniziò anche a fare della scienza una filosofia. Essendo la scienza verificabile, sperimentabile, essa si affermò come l'unica disciplina vera, relegando tutto il resto a indimostrabile e perciò falso. Poi, confondendo l'oggetto col soggetto, finì per considerare oggetto anche il soggetto, cioè l'essere umano. Attribuì le leggi della materia e dell'energia, che sono essenzialmente meccaniche, anche a ciò che non lo è (lo spirito, la coscienza, l'etica, ecc...), arrivando alla fine a negarne l'esistenza. D'altra parte, considerando fuori dal metodo sperimentale tutto ciò che riguarda il soggetto, l'indagine su spirito e uomo è andata in pasto 75

errori commessi da alcuni ricercatori. Questi sono i nodi venuti al<br />

pettine di una catena di errori di secoli; è il punto finale del vicolo<br />

cieco che la scienza ha imboccato molto tempo fa. Per uscirne,<br />

l'unica cosa da fare è percorrere a ritroso la strada fatta, trovare<br />

l'errore che ci ha fatto prendere la direzione sbagliata in quel bivio ed<br />

imboccare finalmente la strada giusta.<br />

Per lungo tempo i fisici furono divisi in due categorie che<br />

potremmo così definire: gli illusionisti e i visionari. Ai primi<br />

appartenevano quelli che sostenevano lo spazio vuoto in cui, come i<br />

conigli dal cappello del prestigiatore, apparivano dal nulla le forze ed<br />

i campi elettromagnetici e gravitazionali. Ai secondi appartenevano<br />

quelli che credevano di “vedere” l'etere per spiegare i fenomeni fisici.<br />

<strong>Il</strong> grande visionario Cartesio fu sconfitto dal grande illusionista<br />

Newton, così la “forza” entrò a pieno diritto, come reale entità, nel<br />

campo delle scienze fisiche. Ma la forza, come entità fisica reale,<br />

esiste veramente? È veramente un qualcosa chiamato forza che<br />

muove la materia o semplicemente è materia che urta altra materia? È<br />

la forza in azione o si tratta semplicemente di un trasferimento di<br />

moto? Per avere lumi su ciò dobbiamo fare ancora un passo indietro<br />

fino a Galilei.<br />

Nel mettere le basi <strong>della</strong> scienza moderna, egli delimitò come<br />

campo di indagine di essa solo ciò che può essere percepito<br />

oggettivamente. Espresse anche l'opinione che il colore, il sapore e<br />

l'odore non fossero altro che realtà soggettive, non proprie <strong>della</strong><br />

realtà oggettiva, ma semplicemente effetti di questa sul percepente e<br />

che quindi non dovessero essere campo di indagine <strong>della</strong> scienza.<br />

Questa tesi deve essere ovviamente estesa anche ad altre qualità,<br />

come il calore, la luce, il suono, ecc... Per quanto riguarda la luce (e<br />

quindi i colori) ora sappiamo che in sé non esiste, siamo noi che la<br />

percepiamo così; in realtà non è che una vibrazione elettromagnetica.<br />

Similmente il suono, che è vibrazione molecolare, cioè puro<br />

movimento. <strong>Il</strong> tono, il volume, il timbro siamo noi ad “inventarli”, a<br />

crearli col nostro percepire; ciò che esiste è solo movimento di<br />

molecole. E così pure il calore non è che percezione tattile del<br />

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