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gherita, oltre la vecchia Porta Palazzo, oramai spodestata
dai modernissimi Mercati Orto-frutticoli che
alla Barriera di Nizza elevano nel cemento i loro
40 mila mq. di tettoie coperte, si giunge di fronte
alla Mole Antonelliana il più alto edificio d'Europa
(176 m.) originalissimo problema di statica risolto.
La tramvia sale aggirando i Reali Giardini ed incontra
il nuovissimo monumento di Edoardo Rubino,
sintesi di classica e moderna ispirazione fusa nel
bronzo ad esaltare le glorie e la storia della fedelissima
Arma dei Carabinieri.
La terza sosta dovrà essere la più lunga, la più
ricca di commozione, di ricordi. Accanto alla vecchia
piazza Castello, cuore della Torino storica, si
apre la breve piazza del Duomo: il bel San Giovanni
dei Torinesi. Bisogna porsi all'angolo di via
Torquato Tasso. C'è il ricordo del grande infelice
poeta che visse forse un'ora di gioia alla Corte di
Piemonte negli scomparsi giardini della Villa del
Parco; c'è la suggestione di un'ampiezza aerea di
linee. Il terreno declina dal piano dell'età romana,
là dove c'era il «Valium»; la Basilica fa pensare
alla calma aristocratica dell'architettura toscana del
'400; nobilissime le linee dei fianchi, singolare poi
l'angolo severo ed aristocratico che è serrato tra
l'ignudo Palazzo Chiablese dei Duchi di Genova, la
Torre campanaria che Juvara non completò, la piramide
fantasiosamente orientale della cupola guariniana
del Santo Sudario, gli scavi romani, la sfilata
dei balconi di Palazzo Reale, il sentore di tutta una
Città che lavora tra i fiumi e i colli e che qui sembra
dormire con le sue memorie. Silenzio! Il tempio
eretto dal Cardinale Della Rovere nel dotto '400
ha un convinto e modesto equilibrio, una sicura e
sapiente austerità, una unità linda di piani inve-