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giorni di gare o di feste, ben 400 ospiti decisi a smaltire un ottimo pranzo a mitissime tariffe. Una sera d'inverno, al Grande Albergo « Principe di Piemonte », o al « Duchi d'Aosta », immane costruzione cilindrica di 52 metri di altezza, alla torre di Sestriere, al Sises più in alto, rimane un ricordo indimenticabile: paradiso per tutte le costituzioni fisiche, per tutte le stagioni, per tutte le borse. E come ignorare i 26 alberghi della valle dell'Evancon, o Dondena, Crissolo, Casteldelfino nella sconfinata conca della Varaita, tra selve di agrifogli a 1500 metri? La Città monumentale - Ma ritorniamo alla pietra, alla storia che seguirono il ritmo dell'arte e del tempo. Nel secolo di Carlo Emanuele II la città era invasa dall'attività costruttrice di Amedeo di Castellamonte, del Cuarini, del Lanfranchi; cadute le vecchie porte, scomparse le fabbriche medievali, imperò equilibrata fra '600 e '700 l'arte barocca che ancora oggi è dote signorile di Torino; la villa dei Birago diventava il castello del Valentino, oggi palazzo degli Ingegneri; sorgevano la villa o vigna della Regina oggi Istituto per le Figlie dei Militari, il delizioso Castello della Venaria Reale (caserma), il Palazzo del Re, quello del Municipio, la mirabile chiesa di San Lorenzo all'angolo di piazza Castello là dove Palazzo Madama riunisce nella sua mole le torri romane, il castello degli Acaja, la grande aula del primo senato italiano, l'elegante salone juvaresco ed oggi ospita uno tra i più razionali ed eleganti musei d'Europa: il civico Museo d'Arte Antica, ricco di arazzi, di pale d'altare, di cassoni, stoffe, avorii, rilegature, vetri e soprattutto della 26
Il Po - all'Eridano ricchissima collezione mondiale di maioliche e ceramiche ordinate con inimitabile buon gusto. La Torino settecentesca precorreva i tempi inaugurando con Carlo Emanuele III le prime Case popolari; la collina si costellava di ben 500 «Vigne » nobiliari; la provvidenziale dimora in città dell'abate Juvara determinava la grande rivoluzione stilistica improntata alle forme ormai classiche che doveva lasciarci il gioiello delle Basiliche: Superga. Eretta sulla destra sponda del Po, incisa nel cielo a 692 m. è raggiungibile con la moderna ferrovia a dentiera. Il mirabile pronao classico la lega al 27
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I N D I C E Il volto di Torino . .
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