Programmare in C su Amiga (261 - digiTANTO.it

- coordinamento
di Andrea de Prisco
Programmare in C su Amiga (261
Continuiamo la nostra carrella fa Nella scorsa puntata avevamo proposto
sulle strutture elementari utilizzate semplice esercizio ailo scopo di dida
quadri e controlli. In questa mostrare come certi colori e modi grafipuntata
parleremo di bordi.
ci siano più adattati di altri qualora non
si sappia con esattezza su che tipo di
Ritornano inoltre la Scheda Tecnica
fondo si stia opemndo, ,n pmtica si
e la rubrica cr Casella Postaleii trattava di generare un fondo formato
da rettangoli savrapposti di varie forme
e colori, e quindi di stampare su tale
sfondo una frase qualunque utilizzando
varie combinazioni di colori e modi grafici.
Owiamente questo esercizio serviva
anche a farvi prendere confidenza con
la struttura IntuiText presentata nella
scorsa puntata.
In figura 1 viene mostrato un possibi-
le esempio della soluzione all'esercizio
proposto. Naturalmente 1 1 vostro pro-
gramma può essere molto differente da
quello presentato. L'importante B che
soddisfi i requisiti richiesti.
La struttura del programma è molto
semplice. Dopo te oramai classiche di-
chiarative iniziali. il programma principa-
le non fa altro che chiamare in sequen-
za cinque sottoprogrammi. 11 primo e
~ ~ . t . ~ m * ~ * ~ ~ a ~ s * * ~ ~ m * m * t ~ t l ~ ~ ~ a m a r n ~ * r n a ~ * x * t ~ h* . f ~ struct m * c . Iatuihssage ~ t ~ ~ l*S6;
"* R.iylrariiare In C cm Aiiga (C) 1983 Oario & Judictbus - Rom (I) ** tydef rtruet IntufTmt ITm
--_---.--_--_~--_----------------~------
*a typdef rtruct TextAttr WA;
'" Sehelstro dl m program df vlsuallr~ziias dei testi «i
ttL,:?l
CI H l*
*"**~~*m-*-tn*~*mtt~m***im*~mt******~~*n*"
W hattwirtlche finestna': df MI-, dl'&~ljllbk~~*,
** di ~ ~ restaura airtiiatiw 0 4ntetlTrpt6, ,
tipi a, attiva.
%lnclda cexsdtypes.C
~tuclds *iinuitlon/lntnlti~nba~~h7
*I
*fiw W WL W I I R I C L ~ E ~ U I ~ ~ ~ W I ~ ~ ~ G
Wiiflda cgraphfcsIgfxhse.b
Ili~clude dibrarlerIdos.b
~etlne W ~ E C
Pinclilda +ots/all .h*
atnclods -tdllb.b
linclrde

l il
01 I* Efftttriam le chima di partm~a. '1
DrawTitutf(); I* Ulssgrlaii m po' di miu *l
Orawlcxti() ; p Scriviam un p' dl riba *I
Let* 0: I* Va h-. E' tutto pronto. Mi4 'I
ClasR11 01 P Flilto. Eliludlmn tutti. 'I
1
-"mt***t**ft+mft*.1Ht"*"f*mf"cm**rrcr~**m**t****.f***I**."**
a*
* Stmlli chlriate dl partenza
*.l*m-tcl*cl-m*m-*-fHf~t.c.fI~cm~~t~m*~mam*CtI*Hf*/
vnid StartRlI()
long t:
I ** Ilprs li libra-ie (Intuitlon & whlcs) i la finertra
i; Intultlmhse I (stnict IntsitinnBaPe *)Oprnllhy(1~IE,IUEY):
if (1ntmitioasasm - ILL) C1meR11~);
resk I-WIYT:
6fxhse = (Ztruct Gfxke +)(panlihrmy(GMME,6RCY);
If (GlxBase - W) Clas~ll()i
msk t* M-GFX:
x - (struct iii- *)@mMndew(&mr):
if (W - YULL) cl~llo:
issk 1- HSK-MY:
rp .
UaaPOrfl I* wP.Tt pw la Qmtica *I
up - ~Jererport; l* Porta utsnte per IOCR *f
j**wa**tm*lr*m*ft**t**~rn**ffh**tft~~****tl*tmtffaw**~~~**~
** W tuff: diselpii s casa
fflH*ttC**e****HttH*HXtCCX*X~*H*~***1~~***ttCHHft~ttm*-*Cf
votd DrarStuffO
(
1,Ji
int ~.ri.xM,Jll,~t,rt;
SuthPsa(rp,rsnd()Kals);
far (jdij4EPEaT; j++)
I
~****m**mmntm*>n4*ftt*t****-*ttt*+**
*I
** OMwTexti: test1 nbn a caso
.I-*~ttf**~~*H*~*~**~a*-~f*tt*fftt*~*ff*~t*tt**~+mff
vnld mT&s()
I
MCmicrocomputer n. 1 O - ottobre 1990
W
h.F~olrtmri = cm%;
bnse.BafWeii -cali
base.- - mi
haaa.TopWga * UNE;
he.IText - "COLO C W Yltim:
PriitTTs*t(rp,~se,B,O);
haie.lkarilbda - JAltt:
ba4a.TopEdge += LINE;
Lwe.IText - .COLI Cm JAW;
mitIra*t(rp,ho,e);
tiase.lkmhdo = COIIP-:
hase.Top6dga t- LIRE;
hse.ITe*t - .COL8 CNi UIWLE1BRH:
RiitITsxt(rp,Wa.%,W):
bnse.DmwWe = COIPLEEHTI IWFVID;
basa.TipEdg~gs LIME;
bare.lText - "WL0 COLI UIIIPL~MIIIIY~~~~D';
PrfatlTtxt(rp,~se,B,B};
base.Pr&m - J~M~~IIYL~~SYIDI
base.Tapw +I LIME;
bbss.ITaxt = "COW COLI JMI~IIIYEWID":
PriatlTaxt(rp,Bbass,B.B):
base.lffavllpde - JAlll;
he.TapEdge n LXWEI
hso.ITmxt = "rnU WL3 dRIIP;
PrliitlText(rp,U~nse,S,B);
- SAl(t:
h . ~ s
hTop*t +- UNE:
base.IText - "WL2 WL3 JAID";
klirtlText (rp,ke,8,B);
bast.Drail(Dde 1 CBIPLb.Top&s
c UNE:
+~.ITUX~ - -FOU mu ~DIIP~*:
kint IText (rp,&base,I,B);
base.tw- = ccwmml~rnrnv~~;
base.TopEdge t= LI*
ba~e.~~e*t m -mu WW WI~L~IE~(~~?HU~D-;
*irrtrrsrt(rp,sbms.eS8)i
bmie.ML = JMUITW~NERSYIDZ
hse.TapEdge *I LI%,
bara.mmt = "Cm UW JAH~~I~IYOISVID"~
PrintiText(rp,2&ase,B,B) ;
base.* - UIZIWW~VID;
hs~.Top* n LIREI
base.lText - "COU C0i.à WllWERWIO*:
RintlText(rp,&bse,B,B);
1
pm-m--m*ffcmmammf+mtm*icmrrnrr**rrtnmi*m*
C" LetsSa: DK. Blicw principale di unire110
m-~*t*mmtcl~t~~rnm~cl--*~-*cmIm1~rn~rnfC1Hf
wid Latsh(wfd)
l
P
H Sw~otjam la d a e-i i iettlariqci in attera del sircccsslw
*/
m E R I' Ciclm inftfialtoi si intorarpe cm %-e&" '/
I
Figura 1 - Esercuio proposto nella 25* puntata,
ft

.-
B l B Z W 3 8 4 B 5 0 ~ 7 8 W 9 0
e ~ l l l l l l l l t l l l l l l l l L
- Drlglna del contenltm R IZR,l(l)
vertiu! 2- YO (38,tB)
S (68,38) V4 (88,39)
SHRT LsttEdgdgs, Topme; I* Posizione relativa all'orlglne
O F
UBYi€ FrmitPen. -: I* Penee per il tratto ed il f d a 'i2 (68,481
m Ordwn; I' mh $raflcn v1 (#,48)
EYrE Cnd: l* n- dì coordidata "I 58 -
YIOIIT "m P coordlwte relativo a WtEbgeiiqEdgs *I -
*ma Border fYexfIiirdar: P pumtatom d ?'altra str$ty v *I W - Cmtenitare
Ftp~Ia 2 - Border.
Eoordlnatm
1
Assolute Ilelatiui i P Relative a V0
ze - in n - e non sipificative
ie-20 [la-te1 a - e
38 - [i! i] 46
60 - M
68 - 38 49 E: - i: 29 bW t t 0 ~
P - 30 6B - 20
dtsagnande slrccesslvaments i segioiti ad i vertici squemti.
Una volta tminato, se il caiipo Lxtbrder noa I nulla,
LeftEd#e,Top~dga
rtmct Lrder esempio -
I
1% m, I* Codlrate del vsrtiw zmv rispetttti I'origims'8
Dtwdardsrl) chimd se stessa rlcorrfvamenti.
void DmMordw I* Staw $1 bde nel raster in uaa mts posizione */
struct RastPort *RsstPort , I' Datiharione del bordi *I
struct uurder *@arder . I" nonlo di a-ra (anche una C&-) *I
TopUfhet , f* Posizione dal1 'alto
LsitOffret I' Posizione da dnistra
l, 9, JMi,
4,
I
8. 2%
30, 20,
I* hlmi delle p- e mim grafico nirrmle *I
I* Qmttro vmtici
"t
P V1 - &lo *artlee rlsptttm il vartice zero *I
P W - Secondo vdiw r l w t o fl ve'rtffs zar0 *I
P V1 - Tsrzo vrrt-e rlspMtm il vortice zero *I
f* Y4 - m usrtlca rispetta 11 vertici zaro *I
/* Won ci c m altrl bord!_collegati a questo *I
Figura 4 - Draw BordeN.
--
p
F~gum 3 - Dsfinizbne di un bordo
. I-
I'ultirno sono i soliti StartAll() e Cloge-
AIl() che sfruttano la tecnica delle maschere
di controllo per l'apertura e la
gnare sul fondo della finestra. Come si
vede in figura, è stata utilizzata la funzione
rand() del Lattice C per calcolare
le dimensioni ed i colori dei vari remngoli
che famnno da sfondo al testo. Il
il rettangolo degeneri in una linea. oggetti sono. come nel caso di Intui-
La terza procedura serve a rendere i Text, strutture elementari utilizzabili ditesti.
Per comoditd, ogni testo riporta ì rettamente o referenziabili da altri
getti più complessi. In entrambì i casi,
Itre. al comunque. esse fanno sempre riferimento
ad un elemento contenitore che
deciso di utilizzare sempre la stessa rappresenta anche il sistema di coordistruttura
IntuiText. nate nel quale vanno posizionate. Come
La penultima procedura altro non B giB detto nella scorsa puntata, il punto
che il ciclo di attesa dell'evento che del contenitore rispetto al quale sono
indica che l'utente ha deciso di chiudere definiti tali oggetti si chiama origine.
valore ottenuto da rand(] è rinormalizza- la finestra e terminare il programma.
to nella gamma richiesta di valori utiliz- Dato che questo è l'unico evento che
zando l'operatore modulo%. inoltre. per può arrivare alla porta IDCMP. come
quello che riguarda le coordinate dei specificato nella struttura NewWinverticì
dei rettangoli. si B scelto di pren- dow, non c'e bisogno di una procedura
dersi 10 pixel di bordo e di evitare valori tipo HandleEvents(1.
nulli sommando uno at risultato detl'o- Nog entrerò ulteriormente nel dettabder
La struttura Border non serve solo,
come farebbe pensare il nome, a dise
gnare cornici, ma 8 la base per rendere
qualunque figura formata da segmenti
perazione rand(]%latomax. Questo
non è in effetti necessario, dato che
stiamo utilizzando una finestra GZZ, ma
non fa certo male. Rimrdo che. nel
caso avessimo deciso di non usare una
glio del codice anche perché ritengo sia
sufficientemente chiaro a chi mi abbia
seguito nelle ultime puntate od abbia
comunque una certa conoscenza di Intuition
e del C. Chi vuole pub comunque
cònnessi di qualunque inclinazione. Inoltre,
legando fra di loro più strutture
Border a formare l'oramai classica catena
di strutture, è possibile di fatto disegnare
qualunque gruppo di figure anche
GimmeZeroZero, avremmo dovuto v+ divertirsi a modificarlo aggiungendo non connesse fra loro.
Ogni bordo ha inoltre una sua propria
origine, cioè un punto rispetto al quale
vanno date le coordinate di tutti i vertici.
tangolo siano maggiori di quelle del
primo vertice. A questo scopo si utilizzano
due semplici istruzioni di scambio
[swapl. Se uno vuole può anche aggiup
gere un paio di istruzioni per evitare che
rlo più
~ ~ ~
.
In questa puntata parleremo di bordi
Le strutture che servono a definire tali
Per distinguerla dall'origine del contenìtore
la chiameremo ,vertice zero. In pr*
tica, per definire un bordo basta fornire
d
il vettore delle
~
coordinate
~
relative al
;
vertice zero di tutti i vertici della figura
da disegnare.
La struttura Border (vedi figura 2) B
-
MCmicrocomputer n. 1 DO - ottobre 1990
I

l-
La scheda tecnica
Anche questa volta presenteremo cinque comandi dell'Arni-- riportati nella forma completa, le specifiche non includono
,gaDOS 1.3 a partire da GiTENV. Ricordo ancora una volta che
le informazioni qui riportata sono specifiche della versione 1.3
e che, sebbene la sintassi ed il formato di ogni comando siano
anche quelle informazioni che possono essere trovate nel
manuale dell'AmigaDOS 7.2.
LESEKDh
cprsiatrce parawtro da ipceificart
[co@zlon*] pnmtri apriaule
I-z-rip*) parametro opionalt che pud tssm rfpettito n wlie
... serie che pw esien! cantinuiti
/A
[ repritori p.r uia lista di qrlmi di cui via disnm VA
specifldu
indici chc il parmiri i#3€ cirim sp~ifieitm
!I: indica cha qualla ditsraimtn parola chiari VA spseifiea-
sr ai vimlc UHIC l'opzime ad eisr iiimciiti
15 indica ims. parola chiavt da speciffeart per attlnrt
I'apirizione ad nu nroriati .
EO.M~: cmm
Fnmto: 6mRY e-
Sintassi: 6ETEiiV 'lu#/A' -
Scqo: Ritorna 11 valore dl una vuiibile di.slstaa
Spciflchc: kuc per vlsualizzars il Laierp di W vir(ibile di sl5taa.
wfzzata tramite l'hdlcr W:. Questo i! attuilm sililato
via -la W, m dircinato i di-= ui 'veri'
handler nelli mriimi 2.l dnl risteru operatiui.
Coundo: ICOW
Fomto: IEOIOI
Sintusii: ICOm
Scopo: Erepn uu macro kiga00S da !hrWmth
Specifieha: Permette di eseguir* =*o [script] PriigmWC h YrYenth.
Per usar@ IWW si devc procekrt caht segua: .
- si cc= um -D di sistem utllizzaido un editom
- il associa a wiiaiti file una icona di tipo 'progstti'
- si cMam da UorYwh ti voce IiiFO e s4 assegna al
pardro OEFMilT TWl il va1 ire C:IEOI(X
- se lo si desidera si possono speciffcprt i pararrtri
-
dì
tipo (TIIOL TYPE)
WIYOW per sptcifiuri l+ dimmimi e la posiziona dilli
fimtra tipu ELI che IWKX apre all'tiseitliinc
della
OELIIY. pcr specificare un eventuals intirnllo di t-
tra la fim dcll'estcuziom dalli aicr* e la
chiusura della finestra. in d a & perrettere atl'
utente di lmggar. l'mmwlt risultato wiiirlizxati
dalla WFP. OEIAY-0 mi din?: chiudi la finntm
quar~Io l 'utente prcn* Ctrl-t.
Ul3lizundo la trcnia della SEtEIIOiE ESTESA, truitr i1
tasti SHIFI iartri si stlezlaiu un file. è piiL11t puepre
alla mcm il contssiutu del f(lr c m ytri dilla ecro.
kr far ciò, qwsiu d.Yt ~mrt +n testa I'lstriaiom
.kty "
olipure
.fSp.LilP
MCmicrocornputer n. 100 - ottobre 1990
C-h: IF
[m 7
[ma [FflU
F-to: IF [stringa €4 6~16~ strinpl FALI
*file]
[m
Sintassi: IF "IIBT/S,~S.~5,FN~,EM,61/K,WK,VW5,WSTS/K~
Scop: P e t i l'csecuriy cdirimitl di Istrwiani nelle mero
Spetfflche: Esegue m blocco di Irtruzionl fsm ad m c d e EtSE d
EIAIF, qmlors 14 cdiziim spicificrti sii mi.
61 s a m irra. prninti nilli vmfam 1.2. In geme 11
coqarmzionc vime tffettuab tr, rtrin*, tuttavia, se i1
spttfica VAL. usa dtvlene di tipo niaicrico.
Eserpio: IFmSTScfil-
IF cfileilzsJ'C1 2WB V&
ELETE cfil- PUfEi
E WF
EYOIF
Cdo: IBFO
Fumato: IWFD cunstb --
Sintassi: IMFO " O M W
Scopo: Visualizuid~irnlsull'orpaniz~iomWfili
Specifiche: Virwl4za infaioni sui voliei mntiti e sulla ripartlziane
dello spazio mlls mrii di =sa.
La vnrriom 1.3 pcractte una torma &stione &?i ~ l cm m
nmi malto limghi e pvuttt di vfiuali~xiri li infirurioni
relative anche ad un singolo volm.
Eseaplo: IBFO dfl:
produce
Hnuntd disbi:
Unit Size Used FmFullErn Statu b
DF1: BBBK i219 539 W e U d aily Boot Disk
o :
IIIZTALL DRIE ~EBIDF~~D~~DFW:
~wsoorl [MCKI
Sintrssi : IHSTALL 'ORI~A,IOBWT/S.EHEWS~
Scopo: M c il dlsco un disci BOS
Rcl blocco pia nrim crricato o sm. il codis di cari-to
del slstm a sunuda
-
che l'wiom YOBW sia oasssa o spirifica-.
CHECK serve a varifiurc se il bloccm di ciritaewto i
di tipo -li& Q m. In quest'ultim caso 11 cou pt&e
a s m dovuta alli prssma di im virus. Ci scm. t d a ilcunf
prodotti chi LlofJif anmli a i- di protniont
i ptr altri wtivi; la *~gglor parte soeu giochi. Se 11 disco
cantimi un blueo di carirr*snto valido td L stata rg.cifisiti
FHECK. IHSTdLL rltorna O. altrimti rltm 5 W).

I
I *n
- - 4 1
fprlltCf(wnfp,*Reii ma u pii cnratterl ed IHUIDinESC per uscire\nw):
*. dnd(eonfp);
** Pmgraiiwe in C su hlga - Wi de Judlclim m98 ** C - fgetc(c0nfp):
fl ........................................ C. rewind(cunfp);
+h E & q h dl scdttura e lettura in finutre MIRI a Mil: *C fprintf(confp."Hex equivalente: 0f%tX\nm,c);
** Ufilizzm& 5010 le fmiionl standard dal Ldttlce C 5.u **
**
**I~Il*1~..**.~*M*mfl~"~I~*fC*1*1*mtCIfCC.H-*.~
1
whfle (C != BxlB);
fclose(confp);
Xlucloda "a*ec/tmss.h'
linclude 'Intuitim/intiition.ho
Hncld~ *proto/ewc.hW
Hnclude 'pmtoJintuition.ho
rwfp ~O~~("WL~~~/ZO~~~OI~~B~RC.Y:',"~+"J;
tf (rawfp - WLL) tlisdlT();
&
Pincludc "stdla.ha
tlncluda "std1lb.h'
#faelude *striag.h"
(
reinnd(rarfp);
fprintf(cnnfp."Preii
rewiadIrawfp);
un carattm senza IWIO\nE5C per uscire\nU);
vaid StmtAll (votd):
C = fgetc(nawfp);
uoid Oosdll (wldl:
Msflne IRR O
Bdsf *ne I- *irituitIon.llbrary'
ctrud latultlonEara *IntwltloWase:
rewind(confp);
fpristf(emmfp,"iiex
1
Alle (C 1- BxiE);
fclose(rarfp);
eqwivalebta: -nv,=);
FILE *~~ifp, *rawfp; ~imsnrio;
1
-ud~f~r~c IY:
wfd ClosuAlI(J I* ordine inversol!l *I
I
if (mask 8 IIIRSK) Elo~eLibrary(IntuitimBase)~
txlt(8);
1
vofd StartA110
(
P
*. Rpri le llbrerie
cmfp - ~O~~~("CMI:ZBIZB/~ZBI~~~IC~:*,?U*~J i *I
if (wnfp IIIILL) ClossAll(); IntuitionBase = (stmt IituitionEase *)ganLibrary(IHR#,IR€V)I
If (IntuitlonBase - YULL) Closdll();
uask 1- 1#9SK;
1
Fgura 5 - M in finestte CON: e MW:
formata da otto campi:
MEdge: indica la posizione del vertice
zero del Bordo, in pixel, rispetto al
lato sinistro dell'elemento che io con-
FrontPen: è il numero del registro
del colore utilizzato per tracciare i segmenti
che compongono il bordo;
BackPen: non 6 utilizzato per i bordi;
DrawMode: è il modo grafico di tracciamento
del bordo (Qedi più avanti);
un paio di questi campi. Innanzi tutto
DrawMode. Questo campo, differentemente
da quanto succede per Intui-
Text, pub assumere solo due valori:
JAMI : che indica che va usata
er il tracciamento dei seg
ENT: con 11 quale il segmento
viene tracciato cambiando lo
sfondo con il suo compiemento binario
(in termini di numero del registro di
colore).
Ecco perché il campo BackPen viene
di fatto ignorato. Esso non ha alcuna
utilità se si usa uno di questi due modi
non sia I'uitima coppia (vedi figura 3).
Una caratteristica interessante di que
sto vettore B quella di rappresentare di
fatto La forma del bordo, indipendente
mente da dove esso sia posizionato nel
contenitore. Questo permette di riutilizzare
lo stesso vettore per definire più
bordi che abbiano la stessa forma ma
che si trovano in punti diversi di un
elemento contenitore o che appartenga
no addirittura a contenitori diversi. Que
sto B il motivo per il quale i vertici del
bordo vanno misurati relativamente at
vertice zero, piuttosto che rispetto all'e
rigine del contenitore. Se fosse stata
Count: specifica il numero di vertici
forniti nel vettore XY;
XY: 4 il vettore che contiene le coorgrafici.
Veniamo ora al vettore XY. Esso &
formato dalle coordinate (coppia X. Y) di
i che compongono il bordo,
scelta quest'ultima soluzione, infatti,
avremmo dovuto usare vettori differenti
SOIO per un fattore costante pur essendo
i bordi da disegnare esattamente
iù
t-
qualche parola in più su
misurate a partire dal vertice zero. Quest'ultimo
non fa necessariamente parte
del bordo, a meno che una delle coppie
La prima
oordinate
successiivo
di un
segmento ed, eventualmente, quello di
partenza del successivo, a meno che
identici, sprecando così memoria e
complicando inutilmente il programma.
E importante capire le ragioni che
stanno alla base delle scelte operate
dagli sviluppatori di un sistema opemtivo
o di un programma, piuttosto che
limitarsi ad accettarle ed utilizzarle, perché
prima o poi vi capiterà sicuramente
di dover fare scelte analoghe. L'espe-
MCmicrocomputer n. 100 - ottobre 1990
. .

ienza di un programmatore non sta
infatti tanto nella sua conoscenza di un
linguaggio o di un sistema operativo,
quanto nell'insieme di tutte quelle tecni-
che logiche (chiamate a volte, scheno-
sarnente, trucchi) che sono in effetti il
vero motore di un programma. Molti
ottimi programmatori infatti, conoscono
cosi tanti linguaggi da aver bisogno c e
munque della guida di riferimento men-
tre programmano, sia per evitare errori
di sintassi, sia per trovare le funzioni ed
i servizi messi a disposizione da quello
specifico linguaggio. Non è quindi tanto
importante conoscere a menadito un
linguaggio od il formato delle funzioni di
Casella Postale
Questo mese rispondo ad una lettera rice-
vuta da Campagna, in provincia di Salerno, il
30 luglio 1990.
Oggetto:
Chiarimenti sulle funzioni getehafl) e simili,
programmando in C su Amiga 500 - V. 1.3.
Gentilissimo Signor Dario de Judicibus,
sono un lettore dt MC dal lontano 1985. Da
allora non ho perso un numero del suddetto
mensile ed ho avuto cosi Ibccasione di seguire
i vostri articoli soprattutto quelli legati
all'Amiga ed al Linguaggio C. Come avete gi8
capito, posseggo un Amiga 500 e program
mando in C su di esso ho riscontrato I'evrdente
difficoltà di usare correttamente la
funzione getcher(1 e le sue simili nei pro-
gmmm~ tipo i classici di K&C.
banalmente evidente che potrei fare a
meno di scrivere proprio questi programmi.
dedicandomi a cose pio serie. Ma due motivi
mi spingono ad insistere nella risoluzione di
questo problema:
il primo B che sono metodico e testardo,
percid devo menere anche questo tassello al
posto giusto, se voglio andare avanti serena
mente.
i li secondo motiva B legato a voi (ecco il
perché della lettera! 7) e precisamente ad un
mtro nve~chiottoi> articolo: ~Pmgramrnare
in C su Amiga (2)w del giugno 1988. In esso
(scusate se I'ho ripescatol?) mi confermate i
problemi //O che si riscontrano nel CL/ di
Amiga - mi riferisco alle finestre aperte
come CON: o come RAW: - ma nello
stesso tempo rimandate ad un chnrimento
prossimo, che però non mi risulta abbiate
fatto snmra. Avete si toccato motti temi
interessanti, quanta piuttosto ostici per ma
ma non più quello.
Sono alquanto imbarazzato nel parlarvi pro-
MCrnicrocomputer n. 100 - ottobre 1990
un sistema, quanto avere la capacith di
sviluppare una logica di programmazio-
ne semplice, flessibile e potente.
Naturalmente anche i bordi, come già
i testi, possono essere direttamente
disegnati in un raster utilizzando una
funzione apposita, okre che essere indi-
rettamente resi quando viene visualizz*
to un oggetto che li referenzia, come ad
esempio un quadro od un controllo.
Questa funzione si chiama DrawBor-
der0 ed B riportata in figura 4.
Conclusione
Nella prossima puntata parleremo
prio di qu#sto pro&lema, percbd sono wnvin-
to che non lo riteniate più molto interesan-
te; tuttavia vi pregherei lo stesso d! dami
una risposta. anche minima, anche solo m
me il titolo di un libro (facilmente reperibile.. .)
sul quale posm studiare da solo quesm solu-
zione.
Credo di aver abusato gid abbastanza della
vostra wrtese attenzione per finire vi elenca
il sistema su cui studio:
Amiga 500 con espansione ed accessori vari
.t Lattice C 5.04 (semi-originale).
Se anche non meritassi la vostra risposta,
vi ringrazio per avermi seguito fin qua e vi
saluto cordialmente.
Cim Liberato - Campagna (SAI
Innanzi tutto non penso che provare pro-
grammini classici alla K&R sia da considerare
stupido o banale. Il linguaggio C, benché
indubbiamente potente. non può certo consi-
derarsi uno dei più lineari e semplici per
quello che riguarda leggibilità e sintassi.
Spesso questi piccoli programmi possono
insegnare pio mse di quante se ne può
imparare affrontando programmi upiù serin.
E se qualcuno ha qualche dubbio a riguardo.
vada a lwgersi lo splendido The C Puzzle
Book di Alan R. Feuer, pubblicato dalla Pren-
trceHall (ISBN @l 3-10992W).
Veniamo ora al problema in questione. La
funzione getchar[), implementata in realtà
nel Lattice C 5.xx come macro, dovrebbe
leggere un carattere per votta da console. Se
apriamo una finestra come CON:, tuttavia, i
dati immessi da tastiera vengono filtrati in
modo da lasciar passare colo i caratteri da
0x20 a Ox7E e da 0x80 a OxFF. La maggior
parte dei caratteri di controllo, i tasti cursore
ed i tasti funzionali sono intercettati ed utiliz-
zati dal gestore di CON:. Ad esempio, se si
usa NEWCON:, il tasto di cancellazione in-
versa pub essere utilizzato per cancellare un
carattere mentre i tasti cursore permettono
di spostarsi su e giù per il testo. Se poi si
della strurtura Image. Purtroppo lo spa-
zio limitato non mi ha consentito di farlo
in questa puntata. Ad ogni modo vi
lascio un semplice esercizio per la pros-
cima volta. Modificate nel programma
che avete scritto a soluzione dell'eserci-
zio che vi avevo proposto nella 24"
puntata, la parte relativa alla generazio-
ne del fondo su cui stampare una frase
in differenti modi grafici. Invece di dise-
gnare sul fondo tanti rettangoli di diffe-
renti dimensioni e colori, tracciate un
certo numero di bordi scegliendo a caso
vuoi le coordinate dei vertici. vuoi ì
colori ed il modo grafico.
Buon lavoro!
utilika ConMan. anche alcuni tasti funzione
sono attivi per varie operazioni. Inoltre. 1
testo non viene presentato al programma
fintanto che non viene premuto il tasto di
invio. Ecco perché la ge'Kchar() non si wm
porta come ci si potrebbe aspettare in una
console pura. Per risolvere il problema, d
necessario aprire la finestra come RAW:. ma
in questo caso bisogna aspettarsi di dwer
gestire anche un certo numero di altri carat-
teri oltre a quelti stampabili, e precisamente:
i tasti funzione,
il tasto di aiuto,
i tasti cursore.
In aggiunta a tali sequenze (non si tratta
infatti di singoli caratteri quanto di sequenze
di due o più byte), e possibile chiedere alla
console di ricevere informazioni pio dettaglia-
te relativamente al codice del tasto premuto.
il tempo di durata della pressione. i tasti
qualificatori premuti contemporaneamente al
tasto in questione e così via. Usando RAW:
quindi, la getchad) pub funzionare a condi-
zione di ridefinire stdin, ma la gestione dei
dati in ingresso e più complessa.
Un esempio di quanto detto, che utilizza la
fgetd] invece dalla getchm in quanto. piut-
tosto che ridefinire stdin, si è scelto di usare
la fopen() per ottenere il puntatore al flusso
110, è riportato in figura 5. Provi a wrnpilare
questo semplioe programmino con Ic -L ed
a farlo girare.
Una tecnica più completa per le operazioni
di 10 coinvolge la console.device. A questo
riguardo Le consiglio di leggere l'articolo 112
serial device a pag. 220 di MC88 del settem*-
bre '89, e la lettera La 1nput.Device pubblica
ta neiia rubrica Softwre Amiga a pag. 244 di
MC89 delt'ottobre '89. Si tratta di due letture
molto interescanti per comprendere il cow
cetto di device e quindi affrontare successi-
vamente la conrwle.devke, di cui spero di
parlare quanto prima.