3. NOTE AL TESTO 3.1 Gli antroponimi Le tre principali categorie di antroponimi, che troviamo nel nostro catalogo, sono quelle consuete dei nomi personali (o individuali), dei nomi aggiunti e dei soprannomi; il numero complessivo dei nomi, per le tre categorie, è abbastanza rilevante, trovandosene anche tre o quattro per ogni riga della pergamena. Fanno parte della prima classe di nomi, i personali o individuali, gli appellativi della tradizione latina, germanica, greca, cristiana, o di origine augurale, forme che stanno alla base di numerosissimi nomi propri e cognomi friulani moderni. 8 L’elenco di tipi che qui brevemente si propone comprende anche numerosi derivati, con la presenza di alcune forme di diminutivo, soprattutto, con i suffissi -UTTUS, -ITTUS, -INUS, -USS(I)US, -ELLUS, -UCIUS, di accrescitivo, in -ONE, -OTTUS, -ATTUS, quest’ultimo talora anche con valore dispregiativo. I diminutivi, come prevedibile, risultano particolarmente numerosi; ciò si deve anche al fatto che nel catalogo prevalgono i nomi femminili, che spesso, con il diminutivo, sottolineano la grazia e la gentilezza della persona che li porta, doti che si sogliono attribuire alle donne. Molto diffusi sono anche gli ipocoristici, cioè le forme abbreviate dei nomi stessi, di norma per aferesi della sillaba atona iniziale. Tra i nomi tradizionalmente più diffusi nella regione friulana troviamo qui alcuni continuatori di ‘Giovanna’, con Çuana e le due forme di diminutivo Çuanella e Çuanina; il nome corrispondente al maschile ‘Nicola, Nicolao’ è rappresentato dalla forma di diminutivo niculusse, anche ipocoristico culusse, e dall’accrescitivo nicholosa. Per ‘Giacoma, Giacomina’, altro nome in genere molto diffuso, abbiamo invece i due ipocoristici chumina e cuminuç, quest’ultimo con doppio suffisso diminutivo; ‘Domenica’ presenta la regolare forma friulana domenia, con dileguo della velare intervocalica, e gli ipocoristici menia, miniùs, quest’ultimo al diminutivo. ‘Caterina’, un nome solo femminile, si registra con la forma primaria Katerina o catarina e il diminutivo cataruç. Particolarmente numerosi per i nomi femminili, come si diceva, sono i diminutivi. Abbiamo gnisùs da gnesa ‘Agnese’, anussa ‘Annetta’, vignudìs da vignuda ‘Benvenuta’, entrambi ipocoristici di Benvignude, che si trova anche nella forma vignudaç, con suffisso dispregiativo, Birtulina da ‘Berta’, Blasiola ‘Biagetta’, iustina ‘Giustina’, madalùs da madalena ‘Maddalena’, marchiole per ‘Marcolina’, margitùs e gitùs da margaretta ‘Margherita’, Paschuta da ‘Pasqua’ e tomasina da ‘Tommasa’; 8 Il processo di fissazione di vere e proprie forme cognominali, nel Friuli del Tre e Quattrocento, non è però ancora compiuto; nel caso dei patronimici e dei matronimici tale processo pare, però, più avanzato rispetto ad altri tipi. Per un’analisi storica ed etimologica degli appellativi qui proposti, si rimanda comunque al fondamentale lavoro di Rossebastiano/Papa (2005), anche se non sempre, in realtà, i tipi friulani equivalgono o corrispondono precisamente a quelli italiani. Per una presentazione generale dell’onomastica personale friulana si rimanda a Frau (1988); altri lavori, su singoli pezzi o raccolte, sono proposti da Vicario (2008b) e (2008c). 270
nella forma tussa, infine, possiamo vedere una forma breve per Bertussa o per margitussa. Altri nomi personali, questa volta senza diminutivo, sono poi agite ‘Agata’, aligranze ‘Allegranza’, Baltrama ‘Bertanda’, Betta ‘Elisabetta’, Biatrìs ‘Beatrice’, Bortholomee e Bortolamea ‘Bartolomea’, chostanza ‘Costanza’, clara ‘Chiara’, dorotea ‘Dorotea’, filipa ‘Filippa’, flor ‘Fiora’, francescha ‘Francesca’, galdrut ‘Geltrude’, galiana ‘Galliana’, lena per ‘Elena’ o ‘Maddalena’, leonarde ‘Leonarda’, lorença ‘Lorenza’, lucia ‘Lucia’, maria ‘Maria’, marta ‘Marta’, milena ‘Milena’, Palma ‘Palma’, sabida ‘Sabata’, silia ‘Marsilia’, simona ‘Simona’, stella ‘Stella’, subette ‘Alzubetta’, tonie ‘Antonia’, uliana ‘Giuliana’, ursula e ursule ‘Orsola’, viniria ‘Veneria’. Molti e vari sono anche i nomi maschili, nel nostro catalogo; si tratta, in genere, dei nomi dei padri, dei mariti o dei fratelli delle donne che vi sono indicate. Numerosi sono, in particolare, gli appellativi di origine germanica, alcuni decisamente desueti, appellativi che hanno avuto grande fortuna e circolazione nel Friuli patriarcale. Abbiamo, in ogni caso: aitor ‘Ettore’, antony ‘Antonio’, anche con l’ipocoristico toni, Baldiçar ‘Baldassarre’, Benedet ‘Benedetto’, Blas ‘Biagio’, Bortolomio ‘Bartolomeo’, Bortolot e Burtulùs da ‘Berto’, corat ‘Corrado’, Çorç ‘Giorgio’, cristoful ‘Cristoforo’, dinel ‘Daniele’, domeni ‘Domenico’, con i diminutivi domenìs, menìs e minigin, durì e durich ‘Odorlico’, fidrich ‘Federico’, francesch ‘Francesco’, anche al diminutivo Çichut, iacum ‘Giacomo’, indrea ‘Andrea’, indrich ‘Enrico’, con il diminutivo indriùs, il germanico ingistalt, che non risulta avere corrispondenti in italiano, iosef ‘Giuseppe’, lazer ‘Lazzaro’ e il diminutivo laçarin, lenart ‘Leonardo’, anche con il diminutivo lenardin, lorenç ‘Lorenzo’, con il diminutivo laurinzut, con conservazione del dittongo, luca ‘Luca’, il diminutivo madùs per ‘Amedeo’, march ‘Marco’ e il suo diminutivo marcuç, martin ‘Martino’ e il diminutivo martinuzo, matio ‘Matteo’ con l’accrescitivo mation, mian ‘Damiano’, michel ‘Michele’, nichulau ‘Nicolao, Nicolò’, con il comune ipocoristico culau, Philipan ‘Filippo’, Pieri ‘Pietro’, con Pedròs, Pilirin ‘Pellegrino’, Pontaleaon ‘Pantaleone’, ridolf ‘Rodolfo’, il raro siart ‘Sigheardo’, simion ‘Simeone’ e simon ‘Simone’, stiefin e stefin ‘Stefano’, stolf ‘Astolfo’, tomat ‘Tommaso’, con l’accrescitivo tomadot, vignut ‘Benvenuto’ e, infine, zuan ‘Giovanni’, con la variante iançil, di tradizione germanica. Le categorie dei nomi aggiunti e dei soprannomi comprendono gli appellativi forse più interessanti e curiosi, tra quelli che si registrano nel catalogo, appellativi entrati, di norma, dal lessico friulano comune e attribuiti per molti e diversi motivi, talora oscuri. Tra questi, scorrendo la lista, si segnala il comune Pilot (r. 2), frl. pilot ‘verrettone, freccia’, a definire una persona alta, magra o nervosa; abbiamo poi questa chumina la schusarie (r. 3) ‘Giacomina la Sbucciatrice, la Scortecciatrice’, dal frl. scussâ ‘sbucciare, scorzare, escoriare’, ad indicare una persona che aiutava in un mulino o in un’altra manifattura. Il merlot della r. 6 è il ‘merlo comune’, il vidiço della r. 23 richiama il frl. vidice, vidiçon ‘tralcio della vite’, a significare magari la passione o l’abuso di vino. Asciutta o con la voce chiara sarà la uçilutta ‘Uccellina’ della r. 33, mentre galdrut dicta Pirlùs, della riga successiva, richiama il frl. pirlâ ‘girare come una trottola’, anche pirli ‘trottola’, quindi ‘Geltrude detta Trottolina’, di persona sempre 271
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