ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 80 — voleva che il giornale fosse sospeso, ma solo richiamato a più moderato linguaggio (1): e il Direttorio è formalmente sconfessato dal Corpo Legisla­ tivo, il quale stabilisce il principio che nelle sue attribuzioni « non vi potrà mai essere compresa quella d’impedire direttamente o indirettamente in qualunque maniera anche ne’ casi più necessari a chichesia, di dire, pub­ blicare o far stampare i suoi pensieri, nè sottoporre ad alcuna censura li scritti prima della loro pubblicazione » (2), il principio cioè, della piena libertà di stampa, che provocherà, naturalmente e tra breve, la più assoluta restrizione. Ma intanto il 10 agosto il giornale riprende, sebbene con tono molto mutato, le pubblicazioni, per troncarle poi, in modo definitivo, in situazione radical­ mente trasformata, nel gennaio 1800 (3). C on legge del 2 maggio sono dati al Direttorio esecutivo pieni poteri contro i nemici interni, dei quali si teme imminente una rivolta, e contro le esterne minacce, e ancora si proclama la patria in pericolo e si estende lo stato d ’assedio a tutto il territorio, e l’i l novembre anche alla città di Ge­ nova, e si arrestano ancora i nobili sospetti, Giacomo Filippo e Ippolito Duraz­ zo tra gli altri, e poi Spinola, De Mari, Pallavicini e così via, e interviene anche il comandante del Presidio francese a raccomandare con un proclama ai parroci e al clero di mantener tranquille le popolazioni, al governo di proce­ dere contro i perturbatori e i propalatori di notizie false (4). Il pericolo maggiore è nelle campagne sollevate dagli Austro-Russi, dice un interessante rapporto del Ministro di Polizia, Nepomuceno Rossi, non all’interno, dove lo spirito pubblico è « piuttosto moderato sulle idee delle invasioni nemiche ». Non è difficile, aggiunge, contenere i nemici interni nè occorrono nuove leggi: basta applicare rigorosamente quelle che ci sono (5); purché però, si aggiunge da tutte le parti, cessino le ruberie e le violenze dei sol­ dati e degli ufficiali francesi, che sembrano fatte apposta per alienare le popolazioni: quel che è successo nella Riviera di Levante, da parte delle truppe provenienti dal regno di Napoli, Io prova. A parole, ne sono convinti anche a Parigi, dove si assicura il Boccardo che « la Francia, ben lungi di abbandonare la Liguria, è decisa anzi a liberar l’Italia tutta dai barbari che l’hanno invasa, ed a proclamare solennemente la libertà e l’indi­ pendenza di questa bella parte d’Europa, indipendenza vera e compiuta, (1) C o l u c c i, IV, 253. (2) Raccolta d i Leggi e A tti del Corpo legislativo, voi. IV, pag. 53, 2 agosto 1799. (3) Redattore Italiano, n. 53, pag. 417, 10 agosto. L’ultimo numero è il 60, del 25 gennaio 1800, pag. 470. Il 10 agosto ricompare anche il Censore, v. Monitore Ligure n. ICO, 30 agosto 1799, pag. 400. (4) Raccolta delle Leggi ed A tti del Corpo Legislativo, voi. Ili, pag. 253; 296; IV, passim. Proclami al popolo 21 maggio (III, 295), 4 novembre (iV, 188). (5) Arch. di Stato, Genova, Filza n. 151, A tti del Governo Provvisorio, maggio 1799. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 I

— 81 — garantendola per sempre dall’abominevole sistema proconsolare, che in nome della libertà l’aveva finora tiranneggiata ed oppressa » (1). E vero che intanto non cessano i divertimenti, e i teatri coi terzetti e i quartetti fanno uno strano contrasto con la gravità della situazione; e uno spettacolo sono anche le elezioni fatte in quelle condizioni e le discus­ sioni violente dei Consigli, mentre nel Direttorio Esecutivo le dimissioni sono continue e i membri si cambiano con una velocità vertiginosa, rendendo impossibile ogni efficace azione di governo (2). E poiché la piccola repub­ blica ancella deve seguire le orme della maggiore e dominatrice, come si è avuto un piccolo fruttidoro, così si ha una pallida imitazione del 30 pratile (18 giugno), allorché Sieyès e Barras avevano allontanato gli altri tre direttori. Appena rinnovati del terzo con le elezioni suppletive i consigli — nei quali con Paolo Sbarbaro giornalista e scrittore, appaiono in prima linea due personaggi per diverso rispetto notevoli, Gaetano Marrè e Antonio Maghella (3) — il dissidio tra i due poteri appare evidente e profondo. Nel Consiglio dei Sessanta si muovono aperte accuse contro i Direttori e si propone un’inchiesta: Agostino Maglione e Ambrogio Molfino si dimettono (4). Dopo la battaglia di Novi e l’accerchiamento quindi di Genova, il dis­ sidio anche tra i Consigli si aggrava: i Giuniori vorrebbero portare il governo a Ventimiglia per non perdere il contatto con la Francia, i Seniori si oppongono; e nello stesso Consiglio dei Sessanta Maghella dichiara mostruosa la proposta di trasferire altrove il Direttorio, denuncia alcuni rappre­ sentanti che si sono allontanati, propone che bastino quindici deputati a Genova per formare una commissione legislativa legale e chi vi si opponga sia dichia­ rato reo di lesa sovranità popolare. E intanto chiede che sia erogata una (1) Dispaccio B. Boccardo, 22 luglio 1799, in C o l u c c i, IV, 211. Insiste su questo in altro interessante dispaccio del 6 agosto, ibid. pag. 228. Gran parte dell’azione diplomatica del Boccardo è però rivolta a lamentare le violenze delie truppe e le insopportabili esazioni, a chiedere aiuti per pagare le truppe francesi e permessi, di rado ottenuti, di esportare grano dalla Francia per mantenerle. (2) Gazzetta Nazionale, n. 47, 48 sgg., maggio 1799, pag. 374-387; M onitore, n. 66 sgg., pag. 262 sgg.; n. 84 sgg., pag. 393-415. In questo momento il Lupi, nominato Direttore, lascia l’ufficio diplomatico di Parigi, sostituito ancora da Bartolomeo Boccardo, C o l u c c i, IV, 153 sgg. (3) Sullo Sbarbaro notizie si ricavano dai giornali e in particolare dal Censore che egli diresse dopo la morte del Biagini e che ne fa naturalmente gran lode: « unisce ai rari talenti e ad una delle migliori penne della Liguria, una virtù maschia, un’integrità senza pari, ed una costanza che Io distingue fra i veri zelanti del ben pubblico e dell’amor della Patria »; Il CensOre, n. 82, 14 maggio 99, pag. 327 e passim. Come del Marrè, manca uno studio compiuto sulla strana e complessa figura del Maghella, che ha più vasta importanza e sul quale non mancano particolari notizie: altre per il suo periodo genovese ne aggiungerò nel corso di questo studio. (4) Redattore, 3 luglio, n. 46, pag. 362.; // Censore, n. 104, 4 luglio; Monitore ligure, n. 84, 6 luglio, pag. 395; n. 86, 13 luglio, pag. 451. V. anche SciOUT, pag. 173. 6 Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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voleva che il giornale fosse sospeso, ma solo richiamato a più moderato<br />

linguaggio (1): e il Direttorio è formalmente sconfessato dal Corpo Legisla­<br />

tivo, il quale stabilisce il principio che nelle sue attribuzioni « non vi potrà<br />

mai essere compresa quella d’impe<strong>di</strong>re <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente in<br />

qualunque maniera anche ne’ casi più necessari a chichesia, <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, pub­<br />

blicare o far stampare i suoi pensieri, nè sottoporre ad alcuna censura li scritti<br />

prima della loro pubblicazione » (2), il principio cioè, della piena libertà <strong>di</strong><br />

stampa, che provocherà, naturalmente e tra breve, la più assoluta restrizione.<br />

Ma intanto il 10 agosto il giornale riprende, sebbene con tono molto mutato,<br />

le pubblicazioni, per troncarle poi, in modo definitivo, in situazione ra<strong>di</strong>cal­<br />

mente trasformata, nel gennaio 1800 (3).<br />

C on legge del 2 maggio sono dati al Direttorio esecutivo pieni poteri<br />

contro i nemici interni, dei quali si teme imminente una rivolta, e contro le<br />

esterne minacce, e ancora si proclama la patria in pericolo e si estende lo<br />

stato d ’asse<strong>di</strong>o a tutto il territorio, e l’i l novembre anche alla città <strong>di</strong> Ge­<br />

nova, e si arrestano ancora i nobili sospetti, Giacomo Filippo e Ippolito Duraz­<br />

zo tra gli altri, e poi Spinola, De Mari, Pallavicini e così via, e interviene anche<br />

il comandante del Presi<strong>di</strong>o francese a raccomandare con un proclama ai<br />

parroci e al clero <strong>di</strong> mantener tranquille le popolazioni, al governo <strong>di</strong> proce­<br />

dere contro i perturbatori e i propalatori <strong>di</strong> notizie false (4). Il pericolo<br />

maggiore è nelle campagne sollevate dagli Austro-Russi, <strong>di</strong>ce un interessante<br />

rapporto del Ministro <strong>di</strong> Polizia, Nepomuceno Rossi, non all’interno, dove<br />

lo spirito pubblico è « piuttosto moderato sulle idee delle invasioni<br />

nemiche ». Non è <strong>di</strong>fficile, aggiunge, contenere i nemici interni nè occorrono<br />

nuove leggi: basta applicare rigorosamente quelle che ci sono (5); purché<br />

però, si aggiunge da tutte le parti, cessino le ruberie e le violenze dei sol­<br />

dati e degli ufficiali francesi, che sembrano fatte apposta per alienare le<br />

popolazioni: quel che è successo nella Riviera <strong>di</strong> Levante, da parte delle<br />

truppe provenienti dal regno <strong>di</strong> Napoli, Io prova. A parole, ne sono<br />

convinti anche a Parigi, dove si assicura il Boccardo che « la Francia, ben<br />

lungi <strong>di</strong> abbandonare la Liguria, è decisa anzi a liberar l’Italia tutta dai<br />

barbari che l’hanno invasa, ed a proclamare solennemente la libertà e l’in<strong>di</strong>­<br />

pendenza <strong>di</strong> questa bella parte d’Europa, in<strong>di</strong>pendenza vera e compiuta,<br />

(1) C o l u c c i, IV, 253.<br />

(2) Raccolta d i Leggi e A tti del Corpo legislativo, voi. IV, pag. 53, 2 agosto 1799.<br />

(3) Redattore Italiano, n. 53, pag. 417, 10 agosto. L’ultimo numero è il 60, del 25 gennaio<br />

1800, pag. 470. Il 10 agosto ricompare anche il Censore, v. Monitore <strong>Ligure</strong> n. ICO, 30 agosto<br />

1799, pag. 400.<br />

(4) Raccolta delle Leggi ed A tti del Corpo Legislativo, voi. Ili, pag. 253; 296; IV,<br />

passim. Proclami al popolo 21 maggio (III, 295), 4 novembre (iV, 188).<br />

(5) Arch. <strong>di</strong> Stato, Genova, Filza n. 151, A tti del Governo Provvisorio, maggio 1799.<br />

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