ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 78 - Scassi (1). Le preoccupazioni per la situazione generale erano ogni giorno più gravi: il proclama del Direttorio per gl’imminenti comizi delle elezioni suppletive le lasciava trasparire evidenti, e nelle nobili parole con le quali si condannavano tutti gli eccessi e le ipocrisie e coloro che fingevano una fede che non avevano e coloro che facevano del patriottismo una speculazione (2) è probabilmente da vedere ancora la mano del Corvetto, l’ultima sua parola prima di lasciare il potere. Poi, il progresso delle armi austro-russe, il ritirarsi dei Francesi sempre più verso la Liguria, l’accorrere qua dei patrioti fuggenti dalla Cisalpina e dalle altre regioni invase, le insurrezioni popolari in tanta parte d’Italia determinano uno stato di sgomento e di parossismo che si traduce in provvedimenti tu­ multuari, dovuti al timore e all’incertezza dell’avvenire, mentre in tanto sfacelo si levano arditamente coraggiosi gli articoli del Monitore e anche più del Redattore italiano a denunciare nelle prepotenze e nelle ruberie dei commissari francesi una delle maggiori cause dell’odio popolare e delle disfatte repub­ blicane (3) e a chiedere, rimedio unico a tanti mali, salvezza sola possibile per la Francia e per 1 Italia, la costituzione della Repubblica Italiana una e indivisibile (4). È caratteristico che quanto più la situazione diventa grave e disperata tanto più questa concezione unitaria appare l’unica salvezza per la Francia e per 1 Italia. È la notissima concezione del Foscolo nella lettera allo Championnet; è l’invito ai patrioti italiani nell’indirizzo del Paribelli redatto appunto a Genova e qui firmato da profughi di tutte le regioni (5). Il Difensore della Libertà, prima, poi il Monitore Ligure e specialmente il Redattore sono stati a Genova i rappresentanti di questa idea, nella quale (1) M onitore ligure, n. 59, pag. 235; Gazzetta Nazionale, n. 44, 13 aprile, pag. 353 sgg. C l a v a r in o , II, 190. (2) Gazzetta Nazionale, n. 46, 27 aprile, pag. 367. (3) Preziose confessioni faceva anche il Belleville al Direttorio francese: « Nous avions peu d amis en Italie; ceux qui l’étaient de nos principes n’ont pas eu toujours à se louer de nos administrations »; e parlando specialmente di Genova: «Les cinq-sixiémes de la population n aiment point le système républicain, et maudissent la revolution. Les cinq-sixièmes des gouvernants sont dans le méme cas; l’autre sixième offre peu d’hommes à talent », Sc io u t , pag. 169, 173. (4) H Redattore Italiano, n. 23 sgg., aprile-agosto 99, pag. 178-432. (5) B. C r o c e, Le Relazioni dei patrioti napoletani col Direttorio e col Consolato e l idea dell unità d ’Ita lia, N apoli, Pierro, 1892, pag. 55 sgg.; A. D 'A ncona, Unità e Federazione, in Ricordi e affetti, M ilano, Treves, 1902, pag. 305 sgg.; Q . S fo rza Contributo alla vita di G iovanni Fantoni, Labindo, cap. V ili, in Giornale Storico e letterario della Liguria, 1907; F r a n c h e t t i, Storia d’Ita lia dal 1789 a l '99, pag. 563 sgg.; S. P ivano, Albori costituzionali d Ita lia, T orino, 1913, pag. 25 sgg.; P in g a u d , Bonaparte president de la République italienne, Paris, 1914, pag. 185 sgg.; F. L. M a n n u c c i, G. M azzini e la prima fase del suo pensiero letterario, M ila n o , 1919, pag. 30 sgg. ecc. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— — — l’avversione ai commissari francesi rapaci e prepotenti e il timore del ritorno al passato si fondono e si integrano nell’aspirazione a uno stato unitario. Non si può credere che questa fosse concezione del governo ufficiale; tuttavia Bartolomeo Boccardo, ambasciatore a Parigi e inviato al congresso di Rastadt, mandava di là un memoriale in cui, tentando di conciliare le ambizioni del governo ligure con le aspirazioni nazionali, proponeva la riu­ nione di parte del Piemonte alla Liguria e la creazione di quattro repubbliche federate italiane come avviamento all’unità (1). Certo s’illudeva, come tutti quanti ; e non vedevano che il Direttorio non avrebbe mai ammessa una repubblica sola, capace di gareggiare in armi e commercio con la francese (2), come vagheggiava il Redattore italiano, che in un articolo del 14 agosto affer­ mava sicura l’intenzione unitaria del Direttorio (3). Intanto però i numerosi articoli del giornale che esponevano la neces­ sità della resistenza e della difesa contro la coalizione austro-russa dovevano piacere a Parigi; e il Lupi, tenacemente illuso e ottimista, ne prendeva ar­ gomento per scrivere al Ministro Ruzza, in lode delle misure difensive del governo: « Ho la compiacenza, cittadino Ministro, di assicurarvi che tutti a Parigi ci rendono giustizia; applaudiscono alla buona condotta sì di codesto governo che de’ liguri in generale e distinguono con onore la nostra nazione dalle altre, alle quali la Francia ha procurato la libertà. Se i tiranni sono un’altra volta umiliati e distrutti, se la causa della libertà sarà, come spero, alla fine, vittoriosa e trionfante, è impossibile che la Liguria, come sarà stata a parte dei pericoli e dei sacrifici, così non sia per essere della gloria e della prosperità della Repubblica Madre » (4). Ma la Repubblica Madre, importunata da quel perpetuo, anche se riconosciuto non ingiusto, lamentare le violenze e i soprusi e le ladrerie dei suoi emissari e dei suoi generali (5), manda a Genova un commissario dei pub­ blici fogli e per suo suggerimento, subito dopo la battaglia di Novi, il Redattore, accusato di essere il « toesin » della rivolta, come fomentatore di odio contro i Francesi è sospeso (6). È vero però che il governo di Parigi si affretta a far sapere al Lupi che il Direttorio genovese ha esagerato: non si (1) Arch. di Stato, Genova, Rep. Ligure, filza 184. (2) F r a n c h e t t i , Della unità italiana nel 1799, Nuova Antologia, 1° aprile 1899, pag. 428. (3) I l Redattore italiano, 14 agosto 1799, n. 54, pag. 432. (4) Dispacci Lupi, 15 e 25 maggio 1799, in C o lu c c i, IV, pag. 121, 142. (5) Lo stesso Belleville finisce col temere le conseguenze di quegli eccessi e chiede d’esser richiamato • afin de ne pas ètre temoin à Gènes des exécutions dont cette ville est menacée ». S c i o u t , pag. 176. (6; // Redattore, 5 giugno, n. 38, pag. 302; n. 52, 24 luglio, pag. 409; C o l u c c i, IV, 243. Col 30 luglio, n. 115, cessa anche il Censore. Cfr. Monitore Ligure n. 90-91, 27-31 luglio, pag. 358, 365. - 79 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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l’avversione ai commissari francesi rapaci e prepotenti e il timore del ritorno<br />

al passato si fondono e si integrano nell’aspirazione a uno stato unitario.<br />

Non si può credere che questa fosse concezione del governo ufficiale;<br />

tuttavia Bartolomeo Boccardo, ambasciatore a Parigi e inviato al congresso<br />

<strong>di</strong> Rastadt, mandava <strong>di</strong> là un memoriale in cui, tentando <strong>di</strong> conciliare le<br />

ambizioni del governo ligure con le aspirazioni nazionali, proponeva la riu­<br />

nione <strong>di</strong> parte del Piemonte alla Liguria e la creazione <strong>di</strong> quattro repubbliche<br />

federate italiane come avviamento all’unità (1). Certo s’illudeva, come tutti<br />

quanti ; e non vedevano che il Direttorio non avrebbe mai ammessa una<br />

repubblica sola, capace <strong>di</strong> gareggiare in armi e commercio con la francese (2),<br />

come vagheggiava il Redattore italiano, che in un articolo del 14 agosto affer­<br />

mava sicura l’intenzione unitaria del Direttorio (3).<br />

Intanto però i numerosi articoli del giornale che esponevano la neces­<br />

sità della resistenza e della <strong>di</strong>fesa contro la coalizione austro-russa dovevano<br />

piacere a Parigi; e il Lupi, tenacemente illuso e ottimista, ne prendeva ar­<br />

gomento per scrivere al Ministro Ruzza, in lode delle misure <strong>di</strong>fensive del<br />

governo: « Ho la compiacenza, citta<strong>di</strong>no Ministro, <strong>di</strong> assicurarvi che tutti a<br />

Parigi ci rendono giustizia; applau<strong>di</strong>scono alla buona condotta sì <strong>di</strong> codesto<br />

governo che de’ liguri in generale e <strong>di</strong>stinguono con onore la nostra nazione<br />

dalle altre, alle quali la Francia ha procurato la libertà. Se i tiranni sono<br />

un’altra volta umiliati e <strong>di</strong>strutti, se la causa della libertà sarà, come spero,<br />

alla fine, vittoriosa e trionfante, è impossibile che la Liguria, come sarà stata<br />

a parte dei pericoli e dei sacrifici, così non sia per essere della gloria e della<br />

prosperità della Repubblica Madre » (4).<br />

Ma la Repubblica Madre, importunata da quel perpetuo, anche se<br />

riconosciuto non ingiusto, lamentare le violenze e i soprusi e le ladrerie dei<br />

suoi emissari e dei suoi generali (5), manda a Genova un commissario dei pub­<br />

blici fogli e per suo suggerimento, subito dopo la battaglia <strong>di</strong> Novi, il<br />

Redattore, accusato <strong>di</strong> essere il « toesin » della rivolta, come fomentatore<br />

<strong>di</strong> o<strong>di</strong>o contro i Francesi è sospeso (6). È vero però che il governo <strong>di</strong> Parigi<br />

si affretta a far sapere al Lupi che il Direttorio genovese ha esagerato: non si<br />

(1) Arch. <strong>di</strong> Stato, Genova, Rep. <strong>Ligure</strong>, filza 184.<br />

(2) F r a n c h e t t i , Della unità italiana nel 1799, Nuova Antologia, 1° aprile 1899, pag. 428.<br />

(3) I l Redattore italiano, 14 agosto 1799, n. 54, pag. 432.<br />

(4) Dispacci Lupi, 15 e 25 maggio 1799, in C o lu c c i, IV, pag. 121, 142.<br />

(5) Lo stesso Belleville finisce col temere le conseguenze <strong>di</strong> quegli eccessi e chiede<br />

d’esser richiamato • afin de ne pas ètre temoin à Gènes des exécutions dont cette ville est<br />

menacée ». S c i o u t , pag. 176.<br />

(6; // Redattore, 5 giugno, n. 38, pag. 302; n. 52, 24 luglio, pag. 409; C o l u c c i, IV,<br />

243. Col 30 luglio, n. 115, cessa anche il Censore. Cfr. Monitore <strong>Ligure</strong> n. 90-91, 27-31 luglio,<br />

pag. 358, 365.<br />

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