ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 36 nelle loro cospirazioni presso il Morando prima, nell’intervento poi all azione innovatrice è da vedere l’effetto del malcontento di questa parte della borghesia colta, che si riteneva meno considerata di quanto meritasse e che probabilm ente partecipava all’avversione diffusa per la classe deg i avvocati e dei notai (l). Era la nomina di quella commissione il primo accenno al mutamento di governo e l’attuazione dell’espediente già suggerito dal Calvi di chiamar a partecipare al potere i rappresentanti delle arti e della classe borghese. E vero però che nelle torbide vicende di quei giorni e nel sopraggiunto intervento francese quella commissione ebbe breve vita e azione limitata e il Morando dopo il 22 non si mosse dal palazzo della legazione (2), anzi tra i passaporti chiesti dal Faypoult per sè e i suoi quando minacciò la partenza ci son quelli di Felice M orando e di tre persone della sua famiglia, e la sera del 1 giugno partirono tutti insieme per Milano, donde tornarono, accolti da gratuli feste, con una scorta di 150 cavalieri, soltanto il 13 giugno (3). Nella giunta prov- visoria nom inata ai primi di giugno entrava il solo Mongiardini, probabilmente perchè il più moderato e non compromesso nelle torbide giornate. Assegnato al Com itato di polizia, aveva poi una parte cospicua nel governo provvisorio (4), dal quale, non ostante le insistenze di Faypoult, il Bonaparte, accettando il savio consiglio dei delegati, escludeva coloro che avevano attivamente par­ tecipato ai moti del maggio (5). Stabilita infatti per la Convenzione di Mombello del 5 e 6 giugno la trasformazione della repubblica e fissate le norme generali della costituzione che doveva reggerla, si era appunto formato, d’accordo tra i plenipotenziari e il generale, il governo provvisorio che doveva entrare in carica il 14 giugno, com posto di quattordici borghesi e di otto nobili favorevoli al nuovo ordine di cose, tutti uomini prudenti e lontani da voglie estreme, come scriveva Bonaparte al Direttorio (6). Per questo appunto Morando e i più accesi, (1) La Storia filosofica ed imparziale della Rivoluzione ecc. (Ms. Civ. Bibi. Berio, D bis, 6, 11, 33, pag. 4) pone tra le cause del malcontento generale l’alterigia dei Dottori i Legge e dei Notai « Gonfi questi dalla confidenza che godevano presso de’ Nobili stimavano, egualmente che questi, quasi tanti schiavi coloro d’una classe inferiore ». (2) Storia filosofica ecc., pag. 44; TRUCCO, pag. 289. (3) D ia rio , in Collezione ecc., voi. 20, c. 327. (4) Forse per la sua moderazione, certo anche per motivi personali che sfuggono, fu poi violentemente attaccato con astiosa insistenza da Sebastiano Biagini nel Censore, fino dal primo numero dell’l l nov. 97. (5) T r u c c o , pag. 438. Tipico è il caso di Marco Federici sul quale v. Bio o n i, pag. 292 sgg. e A. N e r i in Giornale storico della Lunigiana, 1918 pag. 131 sgg. (6) B i o o n i , pag. 291. Il Minor Consiglio approvò il 9 giugno la convenzione, po­ nendo fine così alla propria esistenza, con 80 voti su 87; T r u c c o, pag. 443. Assai vivace la narrazione del diario anonimo, che è piuttosto una serie di appunti disordinati, rappresentante Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 37 — come Figari e Bonomi, non vi avevano parte. Avvenuto il mutamento, era evidente l’ intento del Bonaparte e anche di coloro che avevano assunto ora la direzione del moto — come i commercianti che avevano patrocinato l’istitu­ zione di una guardia nazionale e nominato apposta dal 4 giugno una com ­ missione di cinque (1) — di conservare il potere agli elementi più moderati. E a rendere meno aspro il trapasso, alla testa del nuovo governo l’arbitro della situazione voleva conservato il doge, « quella pasta molle del Brignole, burbanzoso ma cedevole, che andò alla prima seduta del Provvisorio, anziché in robone, in robetta; e gli parve che fosse tutto e la vita di Genova potesse continuare » (2). La grande processione del 14 giugno, l’ erezione dell’ albero della libertà (3), l’abbattimento delle statue di Andrea e G ian Andrea Doria, condannato col notissimo aspro rimbrotto dal Bonaparte (4), l’abbruciamento del Libro d ’oro e della portantina dogale, e l’altra festa del 14 luglio in onore della Francia (5), accompagnata dalla liberazione degli schiavi barba­ reschi, aprivano l’era della repubblica democratica; e il Governo provvisorio doveva consumare una parte cospicua del suo tempo in ascoltare i fiumi della nuova retorica prolissa, stucchevole, convenzionale, delle infinite deputa­ zioni che venivano da comuni, da enti, da associazioni a fare atto di civismo e i più fieri giuramenti democratici e repubblicani. Alla processione del 14 giugno hanno preso parte i professori universitari e non è mancata la loro commissione al Governo Provvisorio, come non è mancata — e fu anzi delle prime, e si comprende — quella dei medici (6). Ma notizie individuali i consiglieri in atto di tornare a casa frettolosi senza ferraiolino, mentre la gente cerca di scrutare sui loro volti le decisioni. Collez. A ppunti e documenti ecc., voi. 20, c. 308. (1) Erano: Emanuele Balbi, Emanuele Gnecco, Emanuele Scorza, Vincenzo Piccardo e G. B. Rossi tutti destinati ad aver parte notevole negli avvenimenti successivi. Veramente il governo morente si dava l’aria di nominar lui la Giunta commerciale (B i o o n i , pag. 296, 326); in realtà non faceva che ratificare un provvedimento degli interessati. (2) R u i n i, Corvetto, pag. 21; B i o o n i, pag. 279 sgg. Sul Brignole, v. L e v a t i, IV, pag. 31 sgg., 76 sgg. — Alla fine del giugno, avendo Gaetano Marrè dapprima fatto osservare alla Municipalità e poi addirittura scritto al Brignole che il titolo di Doge richiamava ai tempi sorpassati, egli vi rinunciò chiamandosi soltanto Presidente; in realtà prese scarsa parte ai lavori, Registro Sessioni Gov. Provv., p. 108 e passim. (3) A. N e r i, G li alberi della libertà a Genova nel 1797, Giornale Ligustico, 1S76, pag. 391. Più ornato di fiori era fra tutti, naturalmente, quello accanto alla spezieria Morando (Collezione A ppunti ecc., voi. 20, c. 316 v.). (4) B i o o n i, pag. 293; A. N e r i, La statua e una medaglia d i A. D o ria, Giornale Ligustico, 1887, pag. 22. (5) C o l u c c i: III, 60 sgg. Era una prova della nuova servitù francese. Pochi giorni dopo, in un discorso solenne a Parigi il Boccardo smentiva l’accusa che Bonaparte e Faypoult fossero stati promotori dell’insurrezione genovese e inveiva contro il governo sin allora servito, pag. 63. (6) Is n a r d i, Storia dell’Università d i Genova, II, 99. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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come Figari e Bonomi, non vi avevano parte. Avvenuto il mutamento, era<br />

evidente l’ intento del Bonaparte e anche <strong>di</strong> coloro che avevano assunto ora la<br />

<strong>di</strong>rezione del moto — come i commercianti che avevano patrocinato l’istitu­<br />

zione <strong>di</strong> una guar<strong>di</strong>a nazionale e nominato apposta dal 4 giugno una com ­<br />

missione <strong>di</strong> cinque (1) — <strong>di</strong> conservare il potere agli elementi più moderati.<br />

E a rendere meno aspro il trapasso, alla testa del nuovo governo l’arbitro<br />

della situazione voleva conservato il doge, « quella pasta molle del Brignole,<br />

burbanzoso ma cedevole, che andò alla prima seduta del Provvisorio, anziché<br />

in robone, in robetta; e gli parve che fosse tutto e la vita <strong>di</strong> Genova potesse<br />

continuare » (2).<br />

La grande processione del 14 giugno, l’ erezione dell’ albero della<br />

libertà (3), l’abbattimento delle statue <strong>di</strong> Andrea e G ian Andrea Doria,<br />

condannato col notissimo aspro rimbrotto dal Bonaparte (4), l’abbruciamento<br />

del Libro d ’oro e della portantina dogale, e l’altra festa del 14 luglio in<br />

onore della Francia (5), accompagnata dalla liberazione degli schiavi barba­<br />

reschi, aprivano l’era della repubblica democratica; e il Governo provvisorio<br />

doveva consumare una parte cospicua del suo tempo in ascoltare i fiumi<br />

della nuova retorica prolissa, stucchevole, convenzionale, delle infinite deputa­<br />

zioni che venivano da comuni, da enti, da associazioni a fare atto <strong>di</strong> civismo<br />

e i più fieri giuramenti democratici e repubblicani. Alla processione del 14<br />

giugno hanno preso parte i professori universitari e non è mancata la loro<br />

commissione al Governo Provvisorio, come non è mancata — e fu anzi<br />

delle prime, e si comprende — quella dei me<strong>di</strong>ci (6). Ma notizie in<strong>di</strong>viduali<br />

i consiglieri in atto <strong>di</strong> tornare a casa frettolosi senza ferraiolino, mentre la gente cerca <strong>di</strong><br />

scrutare sui loro volti le decisioni. Collez. A ppunti e documenti ecc., voi. 20, c. 308.<br />

(1) Erano: Emanuele Balbi, Emanuele Gnecco, Emanuele Scorza, Vincenzo Piccardo e<br />

G. B. Rossi tutti destinati ad aver parte notevole negli avvenimenti successivi. Veramente il<br />

governo morente si dava l’aria <strong>di</strong> nominar lui la Giunta commerciale (B i o o n i , pag. 296, 326);<br />

in realtà non faceva che ratificare un provve<strong>di</strong>mento degli interessati.<br />

(2) R u i n i, Corvetto, pag. 21; B i o o n i, pag. 279 sgg. Sul Brignole, v. L e v a t i, IV, pag.<br />

31 sgg., 76 sgg. — Alla fine del giugno, avendo Gaetano Marrè dapprima fatto osservare<br />

alla Municipalità e poi ad<strong>di</strong>rittura scritto al Brignole che il titolo <strong>di</strong> Doge richiamava ai<br />

tempi sorpassati, egli vi rinunciò chiamandosi soltanto Presidente; in realtà prese scarsa parte<br />

ai lavori, Registro Sessioni Gov. Provv., p. 108 e passim.<br />

(3) A. N e r i, G li alberi della libertà a Genova nel 1797, Giornale Ligustico, 1S76, pag. 391.<br />

Più ornato <strong>di</strong> fiori era fra tutti, naturalmente, quello accanto alla spezieria Morando (Collezione<br />

A ppunti ecc., voi. 20, c. 316 v.).<br />

(4) B i o o n i, pag. 293; A. N e r i, La statua e una medaglia d i A. D o ria, Giornale Ligustico,<br />

1887, pag. 22.<br />

(5) C o l u c c i: III, 60 sgg. Era una prova della nuova servitù francese. Pochi giorni dopo,<br />

in un <strong>di</strong>scorso solenne a Parigi il Boccardo smentiva l’accusa che Bonaparte e Faypoult fossero<br />

stati promotori dell’insurrezione genovese e inveiva contro il governo sin allora servito, pag. 63.<br />

(6) Is n a r d i, <strong>Storia</strong> dell’Università d i Genova, II, 99.<br />

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