ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 24 - m issione sanitaria nella Riviera di Ponente, pronunciò ancora il discorso inau­ gurale (1). Anche qui, pur nelle lodi ancor più aperte e accese all’ordine esistente, si sente l’uomo del tempo, nutrito di idee ormai entrate in pubblico dom inio. Nella prima parte infatti gli accenni alla felicità primitiva degli uom ini, nell’assoluta libertà ed eguaglianza, corrotte poi per gli abusi dei prepotenti, e alla concezione dell’origine contrattuale dello Stato, sono di schietta derivazione da Rosseau e dalla filosofia del secolo XVIII : ritornano gli accenni e le reminiscenze che lo Scassi giovanissimo adombrava nelle tesi del 1784. Lo sforzo di conciliare idee ormai largamente diffuse con la situazione politica genovese è evidente nel discorso. Stabilita la necessità di un governo per riparare ai mali derivati dal corrompersi dello stato di felicità naturale e primitiva, « g l’incaricati a governare furono gratificati non colla semplice distinzione, ma cogli agi, coi tributi e talvolta col dispotico possesso d’un illimitato arbitrio, che diede poi origine a tante luttuose conseguenze». A G enova invece non con questi mezzi ma col » Premio imaginario delle dignità niente gravanti sul popolo » i doviziosi tutti che hanno conseguito la legale distinzione sono destinati ad occuparsi del Governo. Parole ripetute quasi letteralmente dall’altro discorso, che è poi in più parti parafrasato. Qui però è m aggiore e più esplicita la lode del presente, dei benefici effetti della forma politica della Repubblica, specialmente dall’età della riforma costituzionale, dacché i maggiori « dimenticata l’antica avididi conquiste e ingrandimento, dell’unito lido contenti ci diedero i mezzi di assistere quietamente ai propri vantaggi ». Deprecate le sanguinose rivoluzioni, che fecero la rovina dei paesi più felici e tante vittime immolarono al capriccio delle fazioni, torna al vantag­ gio di un governo ove lo splendido fasto è a spese di chi esercita il potere e nel quale a tutti è possibile arrivare alle maggiori dignità. Accenna all’opera e alle funzioni dei Serenissimi Collegi, ai provvedimenti in vario campo, special- mente per la sicurezza nazionale e in materia annonaria, per rimediare agli scarsi raccolti e agli accresciuti bisogni dei vicini, alle opere di assistenza e di carità. La chiusa è u n ’invocazione alla generosa Patria e agli antenati che hanno procurato tanto saggi ordinamenti e quelle leggi « alle quali ognun di noi tacitamente ha prestato il suo assenso, sottoscritto e rassegnato la sua volontà », alla religione infine che tutela e conserva lo Sfato. Troppo ottimistica esaltazione dopo le premesse iniziali e di un go­ verno contro il quale da ogni parte si lanciavano accuse d’ insufficienza e di incapacità funzionale, ma discorso d’occasione, riveduto dai censori sospet- (1) A vvisi d i Genova, 4 luglio 1795, pag. 209. L’autografo del discorso è conservato nell’Archivio Sauli. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 25 — tosi e arcigni dopo il caso Figari, di un tono apologetico evidentemente eccessivo e forzato, nel quale tuttavia è studiosamente evitato ogni aperto accenno alle contingenze presenti e alle preoccupazioni di uno Stato che mentre era così lodato si sentiva vacillare sotto i colpi interni ed esterni. 11 secondo discorso era stato anche più encomiastico del primo, forse perchè nel 95 la vita politica era un po’ più calma che non fosse stata nel­ l’agitato 94 e fors’anche perchè l’incarico sanitario nella Riviera e la duplice funzione inaugurale avevano avvicinato maggiormente l’oratore al Governo col quale non intendeva certo guastarsi da quell’uomo misurato e prudente che è sempre apparso. Le sue notizie da questo momento e per qualche tempo sono scarse, così sotto il rispetto scientifico e professionale come, e più, per l’atteggiamento politico. Nell’esposto citato dice che al ritorno dalla missione in Riviera fu nominato professore di fisiologia all’Università; la notizia è forse ancora precoce e neppure è esatto che succedesse nel 1795 a Nicolò Covercelli nell’insegnamento della medicina teorica, come dice l’Isnardi (1), perchè nel 1796, ultimo aggregato e meno anziano tra i dottori di Collegio di Filosofia e di Medicina (2), non appare tra i Professori che insegnano ancora nell’ospedale di Pammatone, ma come coadiutore del Covercelli, professore di medicina teorica (3); tuttavia l’assunzione alla cattedra effettiva dovè avvenire poco dopo, perchè nel 97 appare come insegnante regolare e, ciò che è più singolare, data appunto quella scarsa anzianità, nello stesso anno, a quanto risulta da notizie posteriori, ha dovuto essere Presidente del Collegio dei Medici. Quanto al suo atteggiamento politico in quel periodo non sono possibili che supposizioni. C iò solo si può affermare che, in ogni caso, non ha richiamato sopra di sè l’attenzione; non è stato certo rumoroso e violento come il Repetto, il Figari, il De Albertis, come il Bonomi, come lo speziale Morando. Il Figari aveva destato scandalo con quel suo discorso ritenuto giacobino, il Repetto era considerato capo delle congreghe massoniche e strumento di Tilly, e a lui è sempre associato il nome del De Albertis (4); (1) Storia dell’ Università d i Genova, voi. Il, p. 132. (2) II Curioso soddisfatto, ossia Almanacco per Panno bisestile 1796, pag. 77; è l’ultimo nell’elenco in ordine di anzianità, e dato come abitante a S. Pancrazio al Carmine. (3) Calendario d i Genova sopra l ’anno 1796, pag. 79. (4) Nell’inchiesta sulla cospirazione antioligarchica del 1794, Michele Giustiniani depone di aver frequentemente sentito da loro * discorsi in lode della uguaglianza, della libertà ed indivisibilità della Repubblica francese e di lei immortalità. Anche giocando, se trovano Re dicono: fra poco si leveranno di mezzo questi tiranni ». Collez. di A ppunti e documenti storici, Bibl. Univ., Voi. 10, c. 36-37; B e l o r a n o , p. 158. Si trovano insieme con gli altri giacobini anche in certe cene nel caffè di Banchi, denunciate con molto timore; ibid. Voi. 12, p. 1 sgg. Furono interrogati anch’essi a lungo, Voi. 11, c. 366, 376 sgg. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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tosi e arcigni dopo il caso Figari, <strong>di</strong> un tono apologetico evidentemente<br />

eccessivo e forzato, nel quale tuttavia è stu<strong>di</strong>osamente evitato ogni aperto<br />

accenno alle contingenze presenti e alle preoccupazioni <strong>di</strong> uno Stato che<br />

mentre era così lodato si sentiva vacillare sotto i colpi interni ed esterni.<br />

11 secondo <strong>di</strong>scorso era stato anche più encomiastico del primo, forse<br />

perchè nel 95 la vita politica era un po’ più calma che non fosse stata nel­<br />

l’agitato 94 e fors’anche perchè l’incarico sanitario nella Riviera e la duplice<br />

funzione inaugurale avevano avvicinato maggiormente l’oratore al Governo<br />

col quale non intendeva certo guastarsi da quell’uomo misurato e prudente che<br />

è sempre apparso. Le sue notizie da questo momento e per qualche tempo<br />

sono scarse, così sotto il rispetto scientifico e professionale come, e più, per<br />

l’atteggiamento politico. Nell’esposto citato <strong>di</strong>ce che al ritorno dalla missione<br />

in Riviera fu nominato professore <strong>di</strong> fisiologia all’Università; la notizia è<br />

forse ancora precoce e neppure è esatto che succedesse nel 1795 a Nicolò<br />

Covercelli nell’insegnamento della me<strong>di</strong>cina teorica, come <strong>di</strong>ce l’Isnar<strong>di</strong> (1),<br />

perchè nel 1796, ultimo aggregato e meno anziano tra i dottori <strong>di</strong> Collegio<br />

<strong>di</strong> Filosofia e <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina (2), non appare tra i Professori che insegnano<br />

ancora nell’ospedale <strong>di</strong> Pammatone, ma come coa<strong>di</strong>utore del Covercelli,<br />

professore <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina teorica (3); tuttavia l’assunzione alla cattedra effettiva<br />

dovè avvenire poco dopo, perchè nel 97 appare come insegnante regolare<br />

e, ciò che è più singolare, data appunto quella scarsa anzianità, nello stesso<br />

anno, a quanto risulta da notizie posteriori, ha dovuto essere Presidente<br />

del Collegio dei Me<strong>di</strong>ci.<br />

Quanto al suo atteggiamento politico in quel periodo non sono possibili<br />

che supposizioni. C iò solo si può affermare che, in ogni caso, non ha<br />

richiamato sopra <strong>di</strong> sè l’attenzione; non è stato certo rumoroso e violento<br />

come il Repetto, il Figari, il De Albertis, come il Bonomi, come lo speziale<br />

Morando. Il Figari aveva destato scandalo con quel suo <strong>di</strong>scorso ritenuto<br />

giacobino, il Repetto era considerato capo delle congreghe massoniche e<br />

strumento <strong>di</strong> Tilly, e a lui è sempre associato il nome del De Albertis (4);<br />

(1) <strong>Storia</strong> dell’ Università d i Genova, voi. Il, p. 132.<br />

(2) II Curioso sod<strong>di</strong>sfatto, ossia Almanacco per Panno bisestile 1796, pag. 77; è l’ultimo<br />

nell’elenco in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> anzianità, e dato come abitante a S. Pancrazio al Carmine.<br />

(3) Calendario d i Genova sopra l ’anno 1796, pag. 79.<br />

(4) Nell’inchiesta sulla cospirazione antioligarchica del 1794, Michele Giustiniani depone<br />

<strong>di</strong> aver frequentemente sentito da loro * <strong>di</strong>scorsi in lode della uguaglianza, della libertà ed<br />

in<strong>di</strong>visibilità della Repubblica francese e <strong>di</strong> lei immortalità. Anche giocando, se trovano Re<br />

<strong>di</strong>cono: fra poco si leveranno <strong>di</strong> mezzo questi tiranni ». Collez. <strong>di</strong> A ppunti e documenti<br />

storici, Bibl. Univ., Voi. 10, c. 36-37; B e l o r a n o , p. 158. Si trovano insieme con gli altri<br />

giacobini anche in certe cene nel caffè <strong>di</strong> Banchi, denunciate con molto timore; ibid. Voi.<br />

12, p. 1 sgg. Furono interrogati anch’essi a lungo, Voi. 11, c. 366, 376 sgg.<br />

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