ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 340 — ha convocato i Cortes, ed eccovi la penisola semi-Republique, semi-Mo- narchique. La sola povera Liguria resta sotto il dispotismo ». E un breve spiraglio, ma serve a far conoscere i sentimenti del genovese di fronte al governo Sardo ritenuto usurpatore e dispotico, del funzionario di Alessandro 1 ancora immerso nel suo vago liberalismo, del seguace del duca di Richelieu che aveva tentato nei due anni del suo ministero di attuare una restaurazione moderata, lontana dagli eccessi degli ultra reazionari. Qualche altro accenno politico è nelle lettere successive. Quella del 2 aprile sulle leggi intorno alla censura e alle elezioni ha il colorito di pura notizia di cronaca; l’accenno alle vicende spagnole e all’insurrezione di Ca­ dice ha il non eccezionale commento: « Guai quando il Governo non gode della confidenza pubblica ». Più importante la lettera precedente, del 26 febbraio, appunto per gli accenni al Richelieu. Tornato a Parigi da Marsiglia, lo Scassi non solo vi trova il duca che credeva ne fosse lontano ma lo trova alla testa del governo dopo l’assassinio del duca di Berry. È naturale che l’ammirazione e l’affetto per l’uomo che conosce da tanto tempo e del quale gode la stima provochino parole di grande soddisfazione e che egli si lasci andare a riferire giudizi politici uditi, i giudizi, naturalmente, di coloro che circondano il nuovo ministro e rimproverano gli errori del predecessore. « M.r Decasses ha finito come aveva cominciato, senza poter essere utile a nessun partito ha avuto l’abilità di renderseli tutti contrari. C iò lo carat­ terizza appieno: ha provato che sulla grande scena politica la mediocrità non può brillare. Un gran Ministro non riesce che allorquando ha solcato quel vasto oceano, e che ne ha una perfetta esperienza, col conoscere tutti gli elementi che influiscono e che, addotatone il piano, marcia con costanza al suo destino. M.r Decasses non aveva rotta fissa, senza carta e senza nessun compasso voleva navigare, ed avanzare sempre, con venti contrari ». Ma a questo punto l’uomo d’affari e il navigatore, che ha parlato del resto col lin­ guaggio che gli è proprio, si riprende: * Non credete che perchè arrivato su questa tempestuosa spiaggia io cominci pure a politichizzare, no, carissimo Onofrio, vi dico ciò che ho sentito dai più consumati in questo genere ». Queste parole e tutto l’insieme della corrispondenza tolgono ogni attendi­ bilità all’affermazione poliziesca che Girolamo Serra chiedesse la naturalizzazione russa « aiutato da un agente segreto russo, il fratello del medico Scassi » (1). Quale che possa essere stato l’interessamento dello Scassi per il suo insigne concittadino (2), nulla autorizza a considerarlo agente segreto, special- (1) V. P a l a z z i , L'attività politica del marchese Gerolamo Serra, in Risorgimento ita­ liano, X, 1917, pag. 143. (2) I rapporti sono attestati anche dalla lettera del 21 maggio - 2 giugno in cui si accenna a sua corrispondenza col Serra. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 341 - mente se s’intende questa espressione in significato politico e poliziesco. Incaricato di trattare questioni mercantili ed economiche si, con ogni probabi­ lità, ma non funzioni di altro genere. Il viaggio in occidente nel 1820 appare provocato e occupato interamente nella ricerca di mezzi finanziari per lo sviluppo delle sue imprese e nell’acquisto di navi. Tolti quei fugaci accenni, egli non parla al fratello che di sè e dei suoi affari; eppure il fratello sarà incaricato di sostituirlo dopo la sua partenza. Lo dice esplicitamente il m ini­ stro russo Nesselrode: e non può riferirsi che a questioni commerciali e a mezzi finanziari, sopra tutto quelli appunto per i quali O nofrio Scassi avrà dopo poco l’onorificenza dell’ordine di Sant’Anna. Anche inform azioni dovette mandare Onofrio al fratello, ma sempre di carattere marittimo e finanziario, forse appunto per gli avviati commerci sul Mar Nero, come appare dalla let­ tera di Raffaele il 21 maggio-2 giugno 1820. Quando precisamente Raffaele sia arrivato a Parigi dalla Russia non risulta dalle lettere saltuarie: certo nei mesi in cui fu in occidente, oltre che a Marsiglia fu a Torino e a Genova; l’ultima lettera da Parigi il 19 aprile 1820 parla col solito entusiasmo, proprio dell’uomo irrequieto che m oltiplica i propositi e le imprese, dei progetti di nuove industrie da im piantare nel suo governo per una grande fabbrica di carne salata e per la fabbrica e purificazione dell’olio di canapa, di papavero e di pesce e ne decanta le prospettive offrendo anche ad Onofrio, a costo di spogliarsene lui, qualche azione della Società che si è costituita con la partecipazione del Richelieu. C’era tra i fratelli evidentemente una rete di interessi e di affari che non si può ricostruire per la scarsità delle notizie; ma è probabile che il m edico, grave e posato, considerasse un po’ fantastico e facilone l’ardito im prenditore e che, cauto e prudente negli affari, parco nelle spese e tenace risparmiatore, vedesse con qualche preoccupazione tutto quell’arruffio di iniziative e di tratte bancarie e di giri di capitali che risalta dalla curiosa corrispondenza e in cui, con banchieri francesi, hanno un posto cospicuo i De La Rue di ori­ gine ginevrina che da Napoleone a Cavour hanno avuto im portanza grandis­ sima nella vita economica e finanziaria genovese. La lettera da Pietroburgo il 12-13 maggio 1820, il giorno d o p o l’ar­ rivo, è un inno di trionfo: solo rammarico il pensiero di aver dato noia al fratello per le famose operazioni bancarie: ma le accoglienze del ministro Nesselrode e di quello delle finanze, la riconciliazione col Langeron, suc­ cessore del Richelieu col quale dovevano esserci stati dissapori, l’approvazione dei suoi piani per il porto di Kerc lo riempiono di gioia. Riferisce in fran­ cese le parole del Nesselrode relative a Onofrio e poi la curiosa lettera cominciata in italiano continua ancora in francese, di che si scusa alla fine come effetto del caos degli affari che ha nella testa. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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ha convocato i Cortes, ed eccovi la penisola semi-Republique, semi-Mo-<br />

narchique. La sola povera Liguria resta sotto il <strong>di</strong>spotismo ». E un breve<br />

spiraglio, ma serve a far conoscere i sentimenti del genovese <strong>di</strong> fronte al<br />

governo Sardo ritenuto usurpatore e <strong>di</strong>spotico, del funzionario <strong>di</strong> Alessandro 1<br />

ancora immerso nel suo vago liberalismo, del seguace del duca <strong>di</strong> Richelieu<br />

che aveva tentato nei due anni del suo ministero <strong>di</strong> attuare una restaurazione<br />

moderata, lontana dagli eccessi degli ultra reazionari.<br />

Qualche altro accenno politico è nelle lettere successive. Quella del<br />

2 aprile sulle leggi intorno alla censura e alle elezioni ha il colorito <strong>di</strong> pura<br />

notizia <strong>di</strong> cronaca; l’accenno alle vicende spagnole e all’insurrezione <strong>di</strong> Ca­<br />

<strong>di</strong>ce ha il non eccezionale commento: « Guai quando il Governo non gode<br />

della confidenza pubblica ». Più importante la lettera precedente, del 26<br />

febbraio, appunto per gli accenni al Richelieu. Tornato a Parigi da Marsiglia,<br />

lo Scassi non solo vi trova il duca che credeva ne fosse lontano ma lo trova<br />

alla testa del governo dopo l’assassinio del duca <strong>di</strong> Berry. È naturale che<br />

l’ammirazione e l’affetto per l’uomo che conosce da tanto tempo e del quale<br />

gode la stima provochino parole <strong>di</strong> grande sod<strong>di</strong>sfazione e che egli si lasci<br />

andare a riferire giu<strong>di</strong>zi politici u<strong>di</strong>ti, i giu<strong>di</strong>zi, naturalmente, <strong>di</strong> coloro che<br />

circondano il nuovo ministro e rimproverano gli errori del predecessore.<br />

« M.r Decasses ha finito come aveva cominciato, senza poter essere utile<br />

a nessun partito ha avuto l’abilità <strong>di</strong> renderseli tutti contrari. C iò lo carat­<br />

terizza appieno: ha provato che sulla grande scena politica la me<strong>di</strong>ocrità non<br />

può brillare. Un gran Ministro non riesce che allorquando ha solcato quel<br />

vasto oceano, e che ne ha una perfetta esperienza, col conoscere tutti gli<br />

elementi che influiscono e che, addotatone il piano, marcia con costanza al<br />

suo destino. M.r Decasses non aveva rotta fissa, senza carta e senza nessun<br />

compasso voleva navigare, ed avanzare sempre, con venti contrari ». Ma a<br />

questo punto l’uomo d’affari e il navigatore, che ha parlato del resto col lin­<br />

guaggio che gli è proprio, si riprende: * Non credete che perchè arrivato su<br />

questa tempestuosa spiaggia io cominci pure a politichizzare, no, carissimo<br />

Onofrio, vi <strong>di</strong>co ciò che ho sentito dai più consumati in questo genere ».<br />

Queste parole e tutto l’insieme della corrispondenza tolgono ogni atten<strong>di</strong>­<br />

bilità all’affermazione poliziesca che Girolamo Serra chiedesse la naturalizzazione<br />

russa « aiutato da un agente segreto russo, il fratello del me<strong>di</strong>co Scassi » (1).<br />

Quale che possa essere stato l’interessamento dello Scassi per il suo<br />

insigne concitta<strong>di</strong>no (2), nulla autorizza a considerarlo agente segreto, special-<br />

(1) V. P a l a z z i , L'attività politica del marchese Gerolamo Serra, in Risorgimento ita­<br />

liano, X, 1917, pag. 143.<br />

(2) I rapporti sono attestati anche dalla lettera del 21 maggio - 2 giugno in cui si accenna<br />

a sua corrispondenza col Serra.<br />

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