ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 336 — più è strano che nel dominio napoleonico e specialmente nell’età successiva la G azzetta, che accenna tante volte ai genovesi fuori di patria, non ne faccia mai il nome. Certo, egli ha dovuto uscirne assai presto se nel 1813, a 28 anni, aveva già una posizione considerevole in Russia e poco dopo poteva parlare di opere compiute che presupponevano un periodo di tempo considerevole e una non breve esperienza. Q uando e per quali vicende sia andato a finire in Russia e vi sia divenuto consigliere imperiale, decorato nel 1818 dell’ordine di Vladimiro, è ignoto, come, si può dire,' tutto il resto della sua vita. La prima delle poche lettere conservate dirette al fratello, datata da Theodosia il 20 ottobre 1817, accenna a precedenti rimaste senza risposta e a comunicazioni marit­ time con Genova, ma sopra tutto dà notizie sue molto interessanti. Egli appare qui governatore della regione del Cuban nella parte della Ciscaucasia situata sul Mar Nero e confinante con la Circassia, e con una serena compia­ cenza, che appare sempre una delle sue caratteristiche più evidenti, descrive la visita fatta in sua compagnia dal Granduca Michele, fratello dello Czar, a quella regione, prima visita di un principe della famiglia imperiale a quei luoghi di cui egli è il primo governatore, e fino alle frontiere del suo governo. E non erano vanterie inconsistenti. Le poche notizie su questo avventuroso e intraprendente genovese, che negli atteggiamenti e nell’opera ha qualche cosa del viaggiatore mercante del rinascimento e deH’avventuriero settecentesco, lo mostrano appunto in veste di governatore di quella regione e di iniziatore di un nuovo porto e di nuove relazioni commerciali. La sua opera è strettamente connessa con l’espansione russa sul Mar Nero e ne appare a così dire una continuazione. È troppo noto che la poli­ tica di Caterina II spinse la Russia, nella costante ricerca dello sbocco ai mari caldi, verso il sud e che dopo il trattato di Jassy del 9 gennaio 1792, che chiudeva la guerra vittoriosa contro la Turchia, occupato tutto il paese tra il Bug e il Dniester, sorse artificialmente la città di Odessa all’intento di sfruttare la magnifica posizione e di farne lo sbocco dei prodotti dell’interno. La città e il porto furono creati in un anno e, se si deve credere alla relazione Ledere raccolta dal Malte-Brun, già nel 1796 acco­ glievano sessanta navi austriache, napoletane, russe e greche, e 552 navi vi entrarono nel 1803 (1). Appunto in quest’anno Alessandro I, il continuatore di Caterina nella (1) Leclerc, Notice sur Odessa, in M alte-Brun, Annales des Voyages, 1809, to. VI, pag. 201. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 337 — politica di favore verso Odessa e di espansione sul Mar Nero, nom inò governatore della città il duca di Richelieu, Armando Emanuele D u Plessis, che, emigrato dalla Francia nel 1789, aveva combattuto agli ordini di Sou- warow contro i Turchi acquistandosi le simpatie di Caterina e di Ales­ sandro (1). Rimasto governatore della città fino al 1814, egli le diede grande sviluppo e ne fece un emporio commerciale di prim’ordine, che anche dopo il suo ritorno in Francia ebbe un trattamento di favore a cominciare dal por­ tofranco da parte di Alessandro I. 1 rapporti tra il nuovo sbocco e la Liguria sono attestati e dalle lettere dello Scassi e da frequenti notizie, nei giornali di G enova, di partenze e, di arrivi di navi da quel porto (2), come del resto dagli altri del Mar Nero e del Mar d’Azof: è notorio, ad esempio, che a Taganrog, presso l’antica Tana, Giuseppe Garibaldi fu ascritto da G . B. C uneo alla Giovane Italia (3). In questo ambiente economico e nelFopera del Richelieu si inserisce l’azione di Raffaele Scassi secondo le sole notizie che, a mia conoscenza, ne parlano e servono di commento e di controllo alle lettere sue al fra­ tello. Il cav. Gamba console francese a Tiflis narrava nel 1826 un suo viaggio compiuto tra il 1820 e il ’24 nelle regioni del Caucaso e, parlando del paese tra la Circassia e le coste del Mar Nero e dei rapporti fra i Russi e i Turchi, scriveva: « Les Turcs avaient autrefois quelques troupes dans cette place (Ghelintchik) (4): ils les ont retirées ; ainsi que de Soudjouk-Kalè afin de concentrer leurs forces à Anapa. C ’est à Ghelintchik, q u ’un M . de Scassi génois, plein d’intelligence et d’activité a formé son principal établis- sement. C ’est à lui qu’est du l’idée primitive de civiliser par le commerce les Circassiens et successivement les autres peuples du Caucase. C e projet présenté en 1813 à feu le due de Richelieu ne pouvait manquer d ’ètre adopté avec enthousiasme par un homme qui, plein de courage et s’exposant au danger avec un véritable héro'fsme, n’était pas moins sensible à tous les (1) Sull’opera del Richelieu in Russia v. L. P i n g a u d , Le due de Richelieu en Russie, in « Correspondant » 1882, fase. II; A. R a m b au d , Le due de Richelieu en Russie et en France, Revue des Deux Mondes, 1887, fase. VI; D ’A u d i f f r e t - P a s q u i e r , Le due de Richelieu, in « Correspondant» 1906-7. (2) Gazzetta di Genova, 27 maggio 1820, pag. 173; 16 ottobre 1822, pag, 327. Mancano notizie precise e statistiche sul movimento degli Stati italiani con Odessa fino alla formazione unitaria. Ma dovettero essere notevoli e determinare il costituirsi di una importante colonia se il console Giuseppe Martone vi trovava nel 1862 numerosi connazionali e una società italiana di beneficenza con un consiglio di cinque membri; Bollettino Consolare, 1862, Voi. II, pag. 63 sgg. e 1128 sgg. (3) Memorie di G a r ib a ld i, Firenze, 1888, pag. 14. 22 (4) È il Gelengik delle nostre carte, cfr. Grande Atlante Geografico De Agostini, carta 63. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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più è strano che nel dominio napoleonico e specialmente nell’età successiva<br />

la G azzetta, che accenna tante volte ai genovesi fuori <strong>di</strong> patria, non ne faccia<br />

mai il nome.<br />

Certo, egli ha dovuto uscirne assai presto se nel 1813, a 28 anni,<br />

aveva già una posizione considerevole in Russia e poco dopo poteva parlare<br />

<strong>di</strong> opere compiute che presupponevano un periodo <strong>di</strong> tempo considerevole<br />

e una non breve esperienza.<br />

Q uando e per quali vicende sia andato a finire in Russia e vi sia<br />

<strong>di</strong>venuto consigliere imperiale, decorato nel 1818 dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>miro,<br />

è ignoto, come, si può <strong>di</strong>re,' tutto il resto della sua vita. La prima delle<br />

poche lettere conservate <strong>di</strong>rette al fratello, datata da Theodosia il 20 ottobre<br />

1817, accenna a precedenti rimaste senza risposta e a comunicazioni marit­<br />

time con Genova, ma sopra tutto dà notizie sue molto interessanti. Egli<br />

appare qui governatore della regione del Cuban nella parte della Ciscaucasia<br />

situata sul Mar Nero e confinante con la Circassia, e con una serena compia­<br />

cenza, che appare sempre una delle sue caratteristiche più evidenti, descrive<br />

la visita fatta in sua compagnia dal Granduca Michele, fratello dello Czar,<br />

a quella regione, prima visita <strong>di</strong> un principe della famiglia imperiale a quei<br />

luoghi <strong>di</strong> cui egli è il primo governatore, e fino alle frontiere del suo governo.<br />

E non erano vanterie inconsistenti.<br />

Le poche notizie su questo avventuroso e intraprendente genovese,<br />

che negli atteggiamenti e nell’opera ha qualche cosa del viaggiatore mercante<br />

del rinascimento e deH’avventuriero settecentesco, lo mostrano appunto in<br />

veste <strong>di</strong> governatore <strong>di</strong> quella regione e <strong>di</strong> iniziatore <strong>di</strong> un nuovo porto e <strong>di</strong><br />

nuove relazioni commerciali.<br />

La sua opera è strettamente connessa con l’espansione russa sul Mar<br />

Nero e ne appare a così <strong>di</strong>re una continuazione. È troppo noto che la poli­<br />

tica <strong>di</strong> Caterina II spinse la Russia, nella costante ricerca dello sbocco ai<br />

mari cal<strong>di</strong>, verso il sud e che dopo il trattato <strong>di</strong> Jassy del 9 gennaio 1792,<br />

che chiudeva la guerra vittoriosa contro la Turchia, occupato tutto il paese<br />

tra il Bug e il Dniester, sorse artificialmente la città <strong>di</strong> Odessa all’intento<br />

<strong>di</strong> sfruttare la magnifica posizione e <strong>di</strong> farne lo sbocco dei prodotti<br />

dell’interno. La città e il porto furono creati in un anno e, se si deve<br />

credere alla relazione Ledere raccolta dal Malte-Brun, già nel 1796 acco­<br />

glievano sessanta navi austriache, napoletane, russe e greche, e 552 navi vi<br />

entrarono nel 1803 (1).<br />

Appunto in quest’anno Alessandro I, il continuatore <strong>di</strong> Caterina nella<br />

(1) Leclerc, Notice sur Odessa, in M alte-Brun, Annales des Voyages, 1809, to. VI,<br />

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