ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria
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— 330 - G li ultimi anni della sua esistenza sono stati trascorsi tutti in veste ufficiale nell’aspetto amministrativo ed esteriore della vita cittadina, con benemerenze non disprezzabili anche se ormai lontane dall’azione politica diretta. Sono stati gli anni dei primi movimenti e sussulti del nuovo spirito italiano che cercava le vie del suo rinascere: quel che egli pensasse e sentisse in proposito, dinanzi agli avvenimenti del 1831, alle congiure e ai processi del ’33 e del ’34, all’azione incitatrice e rinnovatrice del suo grandissimo concittadino che a Genova appunto trovava i primi seguaci pronti ad atte stare con l’esempio la santità e l’efficacia del martirio, non sappiamo. Egli viveva accanto a quella nobiltà che aveva dato la sua adesione e nu merosi devoti alla Giovane Italia, collega e amico di Giacomo Mazzini e ben noto, come appare dalle lettere, a tutta la famiglia; viveva nella città ove soffrivano e speravano le madri sante, Maria Mazzini ed Eleonora Ruffini, ma nulla ci è dato sapere dei suoi rapporti con questo m ondo rivoluziona rio in atto o in potenza. Ormai, per l’esperienza vissuta, per le delusioni provate, per la posizione ufficiale assunta, pur rimanendo costante e tenace assertore, attraverso l’ossequio delle forme, dei diritti e degli interessi della sua città, non poteva essere amico e fautore di aspirazioni violentemente in novatrici o di movimenti rivoluzionari; tuttavia le idee accarezzate nella gio vinezza e maturate con prudente equilibrio attraverso tanto mutar di vicen de non erano scomparse daH’animo e certo anche dalle intime conversazioni e dalle famigliari confidenze. E un vincolo non soltanto di sangue ma di eredità ideale lega indis solubilmente l’uomo che aveva vissuto tutto un periodo di profonda rivolu zionaria trasformazione al figlio che la sospettosa polizia designava per i suoi atteggiamenti liberali come « una testa sventata » e al nipote che, uscito appena dall’Accademia militare, sottotenente nel Reggimento Novara cavalleria, e aiutante di campo del generale Casanova, rinunciava a tale uf ficio, che temeva Io allontanasse dall’azione diretta, e alla testa dei suoi ca- valleggeri, buttatosi eroicamente all’assalto dei nemici, cadeva il 20 mag gio 1859 a Montebello, meritando, alla memoria, la medaglia d’argento al valor militare. Agiva forse sul giovane, e a servizio d’una nuova causa, di carattere, questa volta, nazionale, il richiamo dell’epopea napoleonica che nelle sale della dimora dell’avo gli parlava dai ritratti, dai quadri, dalle stampe, dagli oggetti rievocanti quella straordinaria e quasi fantastica avventura. E se nelle sale del superbo palazzo, tutto pieno di ricordi dell’intensa vita operosa, dei personaggi avvicinati, degli onori conseguiti, il vecchio scienziato riguardò negli ultimi momenti il cammino percorso, dovè avere la coscienza di non aver mancato al suo compito. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
- 331 — La sua generazione vissuta tra rapidi mutamenti politici e profonde tiasformazioni e dolorosi adattamenti non ha avuto a Genova uom ini di straordinaiio rilievo, e nessun nome di grande risonanza fuori della cer chia locale. Sola eccezione, sebbene la statura non sia stata di prim ’ordine, Luigi Corvetto. Ma tra le figure di secondo piano Onofrio Scassi merita di essere più di ogni altra accostata al suo grande amico. Usciti tutti e due dalla borghesia colta e benestante ma senza particolari dovizie cominciano col servire onestamente il governo oligarchico pur sentendo 1 alito dei tempi nuovi e il bisogno di mutamenti radicali; uom ini d ’ordine e fondamentalmente moderati, accettano perchè interpreta il bisogno e le aspira zioni della loro classe il movimento rivoluzionario, pur rimanendo avversi alle violenze e agli eccessi. L’uno, portato dagli studi legali, dall’attività forense, dall uso della parola, assumerà un atteggiamento dirigente nella vita politica; I altro, più pratico e posato dedito a una forma di attività che m eno espone alla vita pubblica, rimane in seconda linea; ma entrambi eccellono nei rispettivi campi onorando le scienze che sono loro proprie e acquistando benemerenze in patria, onori e riconoscimenti anche all’estero. Concordi sempre nell’azione, sentono, passata la furia demagogica, che Genova non può più vivere nel proprio isolamento politico ed economico tra il cozzo formidabile delle grandi forze in contesa, favoriscono e accettano l’unione all’impero come una neces sità politica non come un’adulazione. Il giurista e finanziere, tanto più vivace e attivo, rappresenta in Francia al Consiglio di Stato quella burocrazia lavoratrice silenziosa sulla quale poggia tanta parte della gloria dell’impero; il medico e scienziato rimane in patria contribuendo con l’opera didattica e scientifica all’incremento della scienza, anch esso titolo d’onore dell’età napoleonica. Favorevoli nel 1814 all’in dipendenza, hanno la sensazione dei tempi mutati e delle nuove esigenze storiche; e, se anche con qualche rimpianto del passato, accettano onesta mente la presente realtà mettendo l’opera propria a servizio del nuovo Stato, l’uno in Francia assurgendo a ordinatore e restauratore delle finanze, l’altro, al solito in più modesta posizione, dando alla patria nel nuovo dominio sabaudo l’opera propria di maestro e di amministratore. Saliti entram bi dalla modesta origine al titolo nobiliare, riconoscimento di cospicue e reali benemerenze, sono testimonianza delle forze e delle fortune della nuova classe borghese; provano, con affermazione che ha un valore morale perma nente, ciò che possa l’onesta e legittima aspirazione alle mete più elevate quando abbia a base l’operosità intelligente, la tenace volontà, il senso scrupo loso del dovere, la coscienza degli interessi superiori dei concittadini e della patria. j t j t Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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La sua generazione vissuta tra rapi<strong>di</strong> mutamenti politici e profonde<br />
tiasformazioni e dolorosi adattamenti non ha avuto a Genova uom ini <strong>di</strong><br />
straor<strong>di</strong>naiio rilievo, e nessun nome <strong>di</strong> grande risonanza fuori della cer<br />
chia locale. Sola eccezione, sebbene la statura non sia stata <strong>di</strong> prim ’or<strong>di</strong>ne,<br />
Luigi Corvetto. Ma tra le figure <strong>di</strong> secondo piano Onofrio Scassi merita <strong>di</strong><br />
essere più <strong>di</strong> ogni altra accostata al suo grande amico.<br />
Usciti tutti e due dalla borghesia colta e benestante ma senza particolari<br />
dovizie cominciano col servire onestamente il governo oligarchico pur sentendo<br />
1 alito dei tempi nuovi e il bisogno <strong>di</strong> mutamenti ra<strong>di</strong>cali; uom ini d ’or<strong>di</strong>ne e<br />
fondamentalmente moderati, accettano perchè interpreta il bisogno e le aspira<br />
zioni della loro classe il movimento rivoluzionario, pur rimanendo avversi alle<br />
violenze e agli eccessi. L’uno, portato dagli stu<strong>di</strong> legali, dall’attività forense,<br />
dall uso della parola, assumerà un atteggiamento <strong>di</strong>rigente nella vita politica;<br />
I altro, più pratico e posato de<strong>di</strong>to a una forma <strong>di</strong> attività che m eno espone<br />
alla vita pubblica, rimane in seconda linea; ma entrambi eccellono nei rispettivi<br />
campi onorando le scienze che sono loro proprie e acquistando benemerenze<br />
in patria, onori e riconoscimenti anche all’estero. Concor<strong>di</strong> sempre nell’azione,<br />
sentono, passata la furia demagogica, che Genova non può più vivere nel<br />
proprio isolamento politico ed economico tra il cozzo formidabile delle gran<strong>di</strong><br />
forze in contesa, favoriscono e accettano l’unione all’impero come una neces<br />
sità politica non come un’adulazione.<br />
Il giurista e finanziere, tanto più vivace e attivo, rappresenta in Francia<br />
al Consiglio <strong>di</strong> Stato quella burocrazia lavoratrice silenziosa sulla quale poggia<br />
tanta parte della gloria dell’impero; il me<strong>di</strong>co e scienziato rimane in patria<br />
contribuendo con l’opera <strong>di</strong>dattica e scientifica all’incremento della scienza,<br />
anch esso titolo d’onore dell’età napoleonica. Favorevoli nel 1814 all’in<br />
<strong>di</strong>pendenza, hanno la sensazione dei tempi mutati e delle nuove esigenze<br />
storiche; e, se anche con qualche rimpianto del passato, accettano onesta<br />
mente la presente realtà mettendo l’opera propria a servizio del nuovo<br />
Stato, l’uno in Francia assurgendo a or<strong>di</strong>natore e restauratore delle finanze,<br />
l’altro, al solito in più modesta posizione, dando alla patria nel nuovo<br />
dominio sabaudo l’opera propria <strong>di</strong> maestro e <strong>di</strong> amministratore. Saliti entram<br />
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benemerenze, sono testimonianza delle forze e delle fortune della nuova<br />
classe borghese; provano, con affermazione che ha un valore morale perma<br />
nente, ciò che possa l’onesta e legittima aspirazione alle mete più elevate<br />
quando abbia a base l’operosità intelligente, la tenace volontà, il senso scrupo<br />
loso del dovere, la coscienza degli interessi superiori dei concitta<strong>di</strong>ni e della<br />
patria.<br />
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