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ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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G li ultimi anni della sua esistenza sono stati trascorsi tutti in<br />

veste ufficiale nell’aspetto amministrativo ed esteriore della vita citta<strong>di</strong>na,<br />

con benemerenze non <strong>di</strong>sprezzabili anche se ormai lontane dall’azione<br />

politica <strong>di</strong>retta.<br />

Sono stati gli anni dei primi movimenti e sussulti del nuovo spirito<br />

italiano che cercava le vie del suo rinascere: quel che egli pensasse e sentisse<br />

in proposito, <strong>di</strong>nanzi agli avvenimenti del 1831, alle congiure e ai processi<br />

del ’33 e del ’34, all’azione incitatrice e rinnovatrice del suo gran<strong>di</strong>ssimo<br />

concitta<strong>di</strong>no che a Genova appunto trovava i primi seguaci pronti ad atte­<br />

stare con l’esempio la santità e l’efficacia del martirio, non sappiamo.<br />

Egli viveva accanto a quella nobiltà che aveva dato la sua adesione e nu­<br />

merosi devoti alla Giovane Italia, collega e amico <strong>di</strong> Giacomo Mazzini e ben<br />

noto, come appare dalle lettere, a tutta la famiglia; viveva nella città ove<br />

soffrivano e speravano le madri sante, Maria Mazzini ed Eleonora Ruffini,<br />

ma nulla ci è dato sapere dei suoi rapporti con questo m ondo rivoluziona­<br />

rio in atto o in potenza. Ormai, per l’esperienza vissuta, per le delusioni<br />

provate, per la posizione ufficiale assunta, pur rimanendo costante e tenace<br />

assertore, attraverso l’ossequio delle forme, dei <strong>di</strong>ritti e degli interessi della<br />

sua città, non poteva essere amico e fautore <strong>di</strong> aspirazioni violentemente in­<br />

novatrici o <strong>di</strong> movimenti rivoluzionari; tuttavia le idee accarezzate nella gio­<br />

vinezza e maturate con prudente equilibrio attraverso tanto mutar <strong>di</strong> vicen­<br />

de non erano scomparse daH’animo e certo anche dalle intime conversazioni<br />

e dalle famigliari confidenze.<br />

E un vincolo non soltanto <strong>di</strong> sangue ma <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tà ideale lega in<strong>di</strong>s­<br />

solubilmente l’uomo che aveva vissuto tutto un periodo <strong>di</strong> profonda rivolu­<br />

zionaria trasformazione al figlio che la sospettosa polizia designava per<br />

i suoi atteggiamenti liberali come « una testa sventata » e al nipote che,<br />

uscito appena dall’Accademia militare, sottotenente nel Reggimento Novara<br />

cavalleria, e aiutante <strong>di</strong> campo del generale Casanova, rinunciava a tale uf­<br />

ficio, che temeva Io allontanasse dall’azione <strong>di</strong>retta, e alla testa dei suoi ca-<br />

valleggeri, buttatosi eroicamente all’assalto dei nemici, cadeva il 20 mag­<br />

gio 1859 a Montebello, meritando, alla memoria, la medaglia d’argento al<br />

valor militare. Agiva forse sul giovane, e a servizio d’una nuova causa, <strong>di</strong><br />

carattere, questa volta, nazionale, il richiamo dell’epopea napoleonica che<br />

nelle sale della <strong>di</strong>mora dell’avo gli parlava dai ritratti, dai quadri, dalle stampe,<br />

dagli oggetti rievocanti quella straor<strong>di</strong>naria e quasi fantastica avventura.<br />

E se nelle sale del superbo palazzo, tutto pieno <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> dell’intensa<br />

vita operosa, dei personaggi avvicinati, degli onori conseguiti, il vecchio<br />

scienziato riguardò negli ultimi momenti il cammino percorso, dovè avere<br />

la coscienza <strong>di</strong> non aver mancato al suo compito.<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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