ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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— 312 — Foce, sul colle degli Angeli e alla Cava. Nel 1803 si cominciò a permettere a qualche distinto signore di essere sepolto nelle chiese suburbane; nel 1805, occupata la Liguria dai Francesi, fu rinnovata la proibizione e i singoli quartieri della città furono assegnati ai vari cimiteri, divenuti quattro perchè, chiuso quello della Cava non ritenuto conveniente, ne furono aggiunti due: di Carbonara e di San Giacomo di Carignano. Nel 1814 per ragioni religiose e di sentimento fu rinnovato il permesso per qualche sepoltura in venti chiese suburbane, a turno e con autorizzazione del Magistrato di Sanità. Espo­ ste le attuali condizioni dei cimiteri, la lettera conchiude col parere del Consiglio Generale che gli esistenti rispondono così ai bisogni come alle regole igieniche (1). Questa volta l’opinione dello Scassi non ha fortuna: un editto del 26 maggio 1832, rinnovata l’assoluta proibizione della sepoltura nelle chiese, dichiara necessaria l’esistenza di uno o più cimiteri fuori dell’abitato corrispon­ denti ai bisogni dei singoli luoghi e ne impone l’eventuale costruzione indicando le norme da seguire. Il Senato trasmette l’ordine illustrandolo, e l’arcivescovo, forse ad evitare opposizioni e il rinnovarsi degli eccessi del 1814, avvalora con la sua parola l’ordine regio, ricordando, a dimostrare che non è una diabolica novità rivoluzionaria, che già fin dal 1777 Vittorio Amedeo 111 aveva proibito la sepoltura nelle chiese (2). Comincia allora un difficile lavoro di ricerca del luogo adatto, tanto più faticoso in quanto compiuto evidentemente di mala voglia perchè la nuova disposizione urta abitudini inveterate e sopra tutto perchè è imposta dal di fuori. Il 1° febbraio 1833 Lorenzo Pareto, il figlio di Agostino, lo scienziato futuro ministro costituzionale di Carlo Alberto (3), fa al Consiglio Generale una esposizione delle difficoltà che si incontrano a trovare un luogo opportuno proponendo una petizione al Re per ottenere la continuazione della tumula­ zione presso le chiese suburbane, anche in sepolture da costruirsi apposta. G li umori del Consiglio sono chiaramente indicati dal fatto che avendo egli proposto di indicare in via subordinata come località adatta il Ponte di S. Agata, chiedendo però per gli ospizi la conservazione dei cimiteri attuali (1) Arch. Civico, Registro Corrispondenza 1830-33-, lettera n. 3095, 3 marzo 1832. (2) Compilazione degli Editti e Regie Patenti, t. XXXIV, pag. 132 sgg., 26 maggio; pag. 138 sgg., 30 luglio; pag. 171, 7 settembre 1832; Gazzetta di Genova, n. 71, 5 settembre e n. 75, 19 settembre 1832. (3) P. B o s e lli, Lorenzo Pareto, in II Risorgimento Italiano di L. C a rp i, Milano, 1888, voi. IV, pag. 448. Per la sua azione nel 1847-48 F. R id e lla , La vita e i tempi di Cesare Gabella, Genova 1923 (Soc. Ligure Storia Patria, Serie del Risorgimento, voi. I) pag. 124 sgg.; A. C o d ig n o la , G off redo Mameli, La vita e g li scritti, Venezia, 1927, Voi. I, pag. 171, 211, 226 ecc.; D agli albori della libertà al proclama di Moncalieri (Bibl. di Storia Ital. recente, voi. V ili) Torino, 1931, pag. 98 sgg. e passim. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 313 della Foce e degli Angeli, la sua proposta è respinta in blocco, mentre la sola prima parte messa ai voti senza condizioni subordinate, ha quaranta voti favorevoli su cinquanta votanti (1). Le difficoltà indicate dal Pareto sono esposte nell’indirizzo dei Sindaci al Re. Il Corpo Decurionale ha fatto il possibile per obbedire all’ordine rice­ vuto ma, data la topografia della città, non si è riusciti a trovare un luogo adatto; bisognerebbe fare il cimitero in collina o fuori dei com une venendo a contese coi comuni vicini. Unica soluzione perciò che si stabiliscano tanti particolari cimiteri presso le chiese suburbane, ma fuori di esse, com e si è fatto finora e in modo da non accumulare soverchiamente i cadaveri. M a la petizione che si è cercato di appoggiare con lettere calorose al M ini­ stro deH’lnterno L’Escarène e al R. Commissario ha ancora risposta nega­ tiva; il Re vuole che anche a Genova si osservino le norme stabilite per tutto il regno (2). Non rimane che piegarsi e cercare i luoghi opportuni: i Sindaci e i Ragionieri propongono una località a levante, presso il ponte di S. Agata sul Bisagno, e una a ponente tra la Chiesa di S. Francesco di Paola e la collina di Fassolo. Il Consiglio Generale respinge la prima proposta e accoglie a non grande maggioranza la seconda, ma il Governo non approva e allora il C o n ­ siglio continua nella sua tattica ostruzionistica chiedendo un anno di tempo per trovare il luogo adatto. Tuttavia sotto le pressioni governative si pre­ sentano altre proposte e nel dicembre del 33 appare indicata la località presso il torrente Veilino, che pur provoca proteste di interessati e sopra tutto l’opposizione del Comune di Staglieno (3). Altre proposte si fanno nell’an­ no seguente indicando e successivamente eliminando varie località. M a l’atten­ zione sempre più si ferma, scartata anche l'idea di S. Benigno, sul proposito di un unico grande cimitero nella valle del Bisagno. Finalmente 1*11 settem­ bre 1835 il Consiglio Generale delibera la costruzione, sui disegni di Carlo Barabino, di un grande camposanto presso la villa Vaccarezza nel com une di Staglieno fra il torrente Veilino e la strada carrozzabile lungo il Bisagno, conservando nello stesso tempo il cimitero della Foce per gli Ospedali, quello degli Angeli per il quartiere di S. Teodoro e per l’ospedale militare della Chiappella (4). (1) Registro Consiglio Generale 1823-35, c. 389; R avasch io, pag. 68-69. (2) Registro Corrispondenza 1830-33, lettere n. 45, 46, 49: 6 e 9 febbraio. (3) Registro Corrispondenza 1830-33, lettera n. 138,8 maggio 1833 e n. 379,23 dicem bre. (4) Registro Consiglio Generale 1828-35, c. 495, 29 agosto 1834, c. 527, 555, 561: 13 gennaio, 22 aprile, 8 maggio 1835: Registro Consiglio Generale 1835-36, c. 8 sgg., 8,17 agosto, 11 settembre 1835; cfr. Ravaschio, pag. 74-87. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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della Foce e degli Angeli, la sua proposta è respinta in blocco, mentre la<br />

sola prima parte messa ai voti senza con<strong>di</strong>zioni subor<strong>di</strong>nate, ha quaranta<br />

voti favorevoli su cinquanta votanti (1).<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà in<strong>di</strong>cate dal Pareto sono esposte nell’in<strong>di</strong>rizzo dei Sindaci<br />

al Re. Il Corpo Decurionale ha fatto il possibile per obbe<strong>di</strong>re all’or<strong>di</strong>ne rice­<br />

vuto ma, data la topografia della città, non si è riusciti a trovare un luogo<br />

adatto; bisognerebbe fare il cimitero in collina o fuori dei com une venendo<br />

a contese coi comuni vicini. Unica soluzione perciò che si stabiliscano tanti<br />

particolari cimiteri presso le chiese suburbane, ma fuori <strong>di</strong> esse, com e si è<br />

fatto finora e in modo da non accumulare soverchiamente i cadaveri. M a<br />

la petizione che si è cercato <strong>di</strong> appoggiare con lettere calorose al M ini­<br />

stro deH’lnterno L’Escarène e al R. Commissario ha ancora risposta nega­<br />

tiva; il Re vuole che anche a Genova si osservino le norme stabilite<br />

per tutto il regno (2).<br />

Non rimane che piegarsi e cercare i luoghi opportuni: i Sindaci e i<br />

Ragionieri propongono una località a levante, presso il ponte <strong>di</strong> S. Agata<br />

sul Bisagno, e una a ponente tra la Chiesa <strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong> Paola e la<br />

collina <strong>di</strong> Fassolo.<br />

Il Consiglio Generale respinge la prima proposta e accoglie a non<br />

grande maggioranza la seconda, ma il Governo non approva e allora il C o n ­<br />

siglio continua nella sua tattica ostruzionistica chiedendo un anno <strong>di</strong> tempo<br />

per trovare il luogo adatto. Tuttavia sotto le pressioni governative si pre­<br />

sentano altre proposte e nel <strong>di</strong>cembre del 33 appare in<strong>di</strong>cata la località presso<br />

il torrente Veilino, che pur provoca proteste <strong>di</strong> interessati e sopra tutto<br />

l’opposizione del Comune <strong>di</strong> Staglieno (3). Altre proposte si fanno nell’an­<br />

no seguente in<strong>di</strong>cando e successivamente eliminando varie località. M a l’atten­<br />

zione sempre più si ferma, scartata anche l'idea <strong>di</strong> S. Benigno, sul proposito<br />

<strong>di</strong> un unico grande cimitero nella valle del Bisagno. Finalmente 1*11 settem­<br />

bre 1835 il Consiglio Generale delibera la costruzione, sui <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Carlo<br />

Barabino, <strong>di</strong> un grande camposanto presso la villa Vaccarezza nel com une<br />

<strong>di</strong> Staglieno fra il torrente Veilino e la strada carrozzabile lungo il Bisagno,<br />

conservando nello stesso tempo il cimitero della Foce per gli Ospedali,<br />

quello degli Angeli per il quartiere <strong>di</strong> S. Teodoro e per l’ospedale militare<br />

della Chiappella (4).<br />

(1) Registro Consiglio Generale 1823-35, c. 389; R avasch io, pag. 68-69.<br />

(2) Registro Corrispondenza 1830-33, lettere n. 45, 46, 49: 6 e 9 febbraio.<br />

(3) Registro Corrispondenza 1830-33, lettera n. 138,8 maggio 1833 e n. 379,23 <strong>di</strong>cem bre.<br />

(4) Registro Consiglio Generale 1828-35, c. 495, 29 agosto 1834, c. 527, 555, 561: 13<br />

gennaio, 22 aprile, 8 maggio 1835: Registro Consiglio Generale 1835-36, c. 8 sgg., 8,17 agosto,<br />

11 settembre 1835; cfr. Ravaschio, pag. 74-87.<br />

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