ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria
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— 310 — di studiare i mezzi per prevenire il pericolo, primo la scrupolosa cura della pulizia. La Commissione fu poi costituita nell’ottobre 1832 e vi apparten nero, col Governatore Presidente, il Brignole Sale vice presidente, i due Sindaci, i rappresentanti del Magistrato di Sanità, della Giunta degli Ospe dali, del Protomedicato, dell’Università: march. Giacomo Spinola, Giuseppe Morro, Prof. Mongiardini, Prof. Garibaldi (1). Per eseguirne le deliberazioni e su proposta dei Sindaci — qui la competenza dello Scassi era specifica e sua quindi l’iniziativa dei provvedimenti — i Consigli stanziavano anche le prime somme necessarie e indicavano i locali da mettere a disposizione della Commissione (2). Il pericolo però era ancora lontano; soltanto nel 1835 il colera si estese negli Stati Sabaudi e fece le prime vittime a Genova al principio di agosto (3). Ma già la minaccia aveva provocato provvedimenti e conseguenze notevoli. Sin dal 1831 per migliorare le condizioni sanitarie della città si era costituita, intitolandola a Nostra Signora della Provvidenza, una associazione per l’assistenza e la cura a domicilio degli infermi poveri. Componevano il Consiglio di amministrazione il Vicario Capitolare Presidente, e poi Gian Carlo Brignole, Antonio Brignole Sale, Fabio Pallavicini, Onofrio Scassi, Antonio Carrega, Giovanni Quartara e G. B. Cattaneo: medici con sulenti Covercelli, Garibaldi e Mazzini. 1 Soci sottoscrivevano una o più quote annuali di L. 20 e tra i sottoscrittori figurano sempre lo Scassi e suo figlio Agostino (4). U n’altra conseguenza di quel timore fu la trasformazione del M agi strato di Sanità avvenuta nel 1833 con l’intento di proteggere meglio le pro venienze dal mare mentre l’altra commissione doveva provvedere a difendere il territorio dall’interno (5). Posto sotto la tutela deH’ammiraglio De Geneys e sotto la presidenza effettiva del Marchese Gerolamo Cattaneo, il Magistrato comprendeva, con gli ufficiali di porto ed altri elementi militari, il Mongiar dini come protomedico e lo Scassi Sindaco e rappresentante i professori universitari (6); così attraverso le successive modificazioni dell’istituto egli (1) Compilazione Editti e Patenti, t. XXXII, pag. 34 sgg., 205 sgg.; Gazzetta di Genova, n. 77, 24 settembre; n. 83, 15 ottobre 1831; n. 33-34, 25 e 28 aprile 1832. (2) Registro Corrispondenza 1830-33, n. 3171, 28 aprile; Registro Consiglio Generale 1826-35, c. 319 e 329, 27 aprile e 18 maggio; Reg. Consiglio Particolare, 1831-36, c. 27, 9 maggio 1832. (3) Gazzetta di Genova, n. 62-64: 5, 12 agosto 1835. (4) Gazzetta di Genova, n. 97, 3 dicembre 2831; n. 28, appendice, 7 aprile 1832 e n. 31, 18 aprile; n. 46, 7 giugno 1833; n. 14, 18 febbraio 1835; n. 26, 35 marzo 1836. (5) Su Paolo Girolamo Pallavicini che era stato sin allora alla testa del Magistrato di Sanità, sulle sue esagerazioni per paura del colera e sulla sua avarizia gustosi accenni nei Diari di Carlo Alberto; S a l a t a , Carlo Alberto inedito, pag. 56. (6) Gazzetta, n. 18, 29 marzo 1833. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
- 311 - apparteneva sino all’ultimo della vita a quel Magistrato nel quale era entrato giovanissimo. Ma I effetto principale della temuta epidemia è stato un altro: si può dire che Genova le deve il Cimitero Monumentale di Staglieno Il 24 febbraio 1832 è comunicato al Consiglio Generale un dispaccio della Segreteria di Stato per l’ Interno sulle misure che il G overno vuole osservate per far cessare l’abuso di tumulare i cadaveri nelle Chiese o nei loro recinti e per sostituirvi invece i cimiteri. Per la specifica competenza in materia come medico e come appartenente alla Commissione di Sanità che si è tanto occupata della cosa, riferisce Onofrio Scassi con un rapporto verbale inteso a dimostrare « che i Cimiteri in questa città sono più che sufficienti alla tumulazione dei cadaveri provenienti dall’annuale mortalità e che sarebbe quasi impossibile rinvenire l’area adatta a stabilirne dei nuovi » e propone si risponda in questo senso e che i Sindaci e i Ragionieri siano autorizzati in caso di bisogno a provvedere alla conservazione e al miglioramento dei Cimiteri esistenti che si dovranno conservare anche per ragioni religiose di ossequio ai defunti (1). L’ultimo argomento, anche se rispondente a reale convinzione, è certo considerato come di gran peso dati i sentimenti del Re e del G overno piemontese; ma l’opposizione è derivata prima di tutto dal timore di nuove spese. La risposta al R. Commissario che ha trasmesso la lettera ministe riale ribadisce le ragioni esposte e tradisce nel linguaggio, nei dati tecnici, nella precisa indicazione dei precedenti storici la mano dello Scassi: « Benché non sia ancor dimostrato che dopo l’abolizione della sepoltura nelle Chiese la vita degli uomini sia diventata più sana e più lunga e possa credersi che la differenza non sia stata molto grande perchè non rimarcata dagli scrittori di statistica, pur essendo certo che la putrefazione sviluppata nel corpo umano tosto che cessa di essere animato distruggendone il tessuto orga nico dà luogo all’esalazione dei micidiali miasmi capaci di produrre le più funeste conseguenze, contaminando l’ambiente fluido che si respira, così è giusto che per la pubblica preservazione il Governo allontani ogni pericolo d’infezione ». Posta la premessa con le riserve scientifiche e di fatto, passa ad esporre quanto a Genova è stato fatto. Nel 1800, durante la terribile epidemia, con decreto 8 luglio la Commissione di Sanità, allora investita di tutti i poteri, proibì l’uso di sotterrare i cadaveri nelle chiese e formò tre cimiteri, alla (1) Arch. Civico, Consiglio Generale 1828-35, c. 301,2 febbraio 1832. V. anche A n to nio Giuseppe Ravaschio, Memorie sul Camposanto della città di Genova aperto a Staglieno, Genova, Sordo-Muti, 1864, pag. 63 sgg. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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nero, col Governatore Presidente, il Brignole Sale vice presidente, i due<br />
Sindaci, i rappresentanti del Magistrato <strong>di</strong> Sanità, della Giunta degli Ospe<br />
dali, del Protome<strong>di</strong>cato, dell’Università: march. Giacomo Spinola, Giuseppe<br />
Morro, Prof. Mongiar<strong>di</strong>ni, Prof. Garibal<strong>di</strong> (1). Per eseguirne le deliberazioni<br />
e su proposta dei Sindaci — qui la competenza dello Scassi era specifica<br />
e sua quin<strong>di</strong> l’iniziativa dei provve<strong>di</strong>menti — i Consigli stanziavano anche<br />
le prime somme necessarie e in<strong>di</strong>cavano i locali da mettere a <strong>di</strong>sposizione<br />
della Commissione (2). Il pericolo però era ancora lontano; soltanto nel 1835<br />
il colera si estese negli Stati Sabau<strong>di</strong> e fece le prime vittime a Genova al<br />
principio <strong>di</strong> agosto (3). Ma già la minaccia aveva provocato provve<strong>di</strong>menti e<br />
conseguenze notevoli. Sin dal 1831 per migliorare le con<strong>di</strong>zioni sanitarie della<br />
città si era costituita, intitolandola a Nostra Signora della Provvidenza, una<br />
associazione per l’assistenza e la cura a domicilio degli infermi poveri.<br />
Componevano il Consiglio <strong>di</strong> amministrazione il Vicario Capitolare Presidente,<br />
e poi Gian Carlo Brignole, Antonio Brignole Sale, Fabio Pallavicini, Onofrio<br />
Scassi, Antonio Carrega, Giovanni Quartara e G. B. Cattaneo: me<strong>di</strong>ci con<br />
sulenti Covercelli, Garibal<strong>di</strong> e Mazzini. 1 Soci sottoscrivevano una o più<br />
quote annuali <strong>di</strong> L. 20 e tra i sottoscrittori figurano sempre lo Scassi e suo<br />
figlio Agostino (4).<br />
U n’altra conseguenza <strong>di</strong> quel timore fu la trasformazione del M agi<br />
strato <strong>di</strong> Sanità avvenuta nel 1833 con l’intento <strong>di</strong> proteggere meglio le pro<br />
venienze dal mare mentre l’altra commissione doveva provvedere a <strong>di</strong>fendere<br />
il territorio dall’interno (5). Posto sotto la tutela deH’ammiraglio De Geneys e<br />
sotto la presidenza effettiva del Marchese Gerolamo Cattaneo, il Magistrato<br />
comprendeva, con gli ufficiali <strong>di</strong> porto ed altri elementi militari, il Mongiar<br />
<strong>di</strong>ni come protome<strong>di</strong>co e lo Scassi Sindaco e rappresentante i professori<br />
universitari (6); così attraverso le successive mo<strong>di</strong>ficazioni dell’istituto egli<br />
(1) Compilazione E<strong>di</strong>tti e Patenti, t. XXXII, pag. 34 sgg., 205 sgg.; Gazzetta <strong>di</strong> Genova,<br />
n. 77, 24 settembre; n. 83, 15 ottobre 1831; n. 33-34, 25 e 28 aprile 1832.<br />
(2) Registro Corrispondenza 1830-33, n. 3171, 28 aprile; Registro Consiglio Generale<br />
1826-35, c. 319 e 329, 27 aprile e 18 maggio; Reg. Consiglio Particolare, 1831-36, c. 27,<br />
9 maggio 1832.<br />
(3) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 62-64: 5, 12 agosto 1835.<br />
(4) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 97, 3 <strong>di</strong>cembre 2831; n. 28, appen<strong>di</strong>ce, 7 aprile 1832 e<br />
n. 31, 18 aprile; n. 46, 7 giugno 1833; n. 14, 18 febbraio 1835; n. 26, 35 marzo 1836.<br />
(5) Su Paolo Girolamo Pallavicini che era stato sin allora alla testa del Magistrato <strong>di</strong><br />
Sanità, sulle sue esagerazioni per paura del colera e sulla sua avarizia gustosi accenni nei<br />
Diari <strong>di</strong> Carlo Alberto; S a l a t a , Carlo Alberto ine<strong>di</strong>to, pag. 56.<br />
(6) Gazzetta, n. 18, 29 marzo 1833.<br />
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