ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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— 306 — Genova (1). Onoranze ufficiali queste, s’intende, alle quali non è detto che tutta la cittadinanza partecipasse con fervida adesione, alle quali anzi non mancarono indizi significativi di incuria e di opposizione, specialmente da parte della nobiltà avversa al Piemonte e alla Monarchia (2). Intanto sin dal 2 maggio i Sindaci scrivono al Ministero delllnterno per esprimere i sentimenti di fedeltà e sommissione della città al nuovo sovra­ no chiedendo un’udienza per una Deputazione incaricata di rendergli omaggio; e poiché si sparge la voce che il Re stia per venire a Genova subito, si chiede quali forme di onoranze sarebbero permesse e gradite (3). Carlo Alberto ringrazia degli omaggi e fa rispondere che riceverà la Deputazione alla sua venuta a Genova; tuttavia, cedendo alle insistenze, riceve il 10 giugno una commissione non di Decurioni ma di alti funzionari genovesi residenti a Torino, il marchese Raggi, Primo Segretario di finanza, e il conte De Fornari, Direttore generale del Debito Pubblico, accompagnati dal Sindaco Doria Lamba nella sua qualità di Gentiluomo di Camera (4). È probabile che questa soluzione non sia molto piaciuta al Sindaco della seconda classe, desideroso di non essere tenuto da meno: già dal 4 mag­ gio, se non per ispirazione sua almeno per desiderio dei Decurioni della sua classe, è stato deliberato che, appartenendo in comune ai due Sindaci la rappresentanza del Corpo Decurionale, debbano comprendersi entrambi nella Commissione da nominare (5). Al suo ritorno il Doria Lamba porta la noti­ zia delPimminente arrivo del Re che non vuole però si facciano spese; il Consiglio Generale, che ha deliberato la costruzione di un arco di trionfo a Sampierdarena, si vede costretto a invocare il permesso di non abbatterlo (1) Gazzetta, n. 36, 37, 43: 4, 11, 28 maggio 1831; Registro Corrispondenza 1830-33, n. 2783, 21 maggio. I Sindaci facevano poi una larga distribuzione dell’orazione del Brignar- delli che mandavano al Ministro, al concittadino card. Lambruschini, ai Sindaci di Torino e a molte altre autorità; Ibid., n. 2836 sgg., 2 luglio segg. (2) Il 4 maggio il Governatore Venanson scriveva al Ministro dell’interno che « la Sig.ra Eugenia Pallavicini nata Raggi, moglie del Marchese Ignazio, Teresa Doria, nata D u­ razzo moglie del marchese Giorgio, Teresina Durazzo nata Spinola moglie di Carlino e mar­ chesa Giustiniani nata Schiaffino, moglie di Stefano, in seguito di accordo fra di esse con­ venuto, non solo non si sono limitate a non vestire a lutto, ma si presentano in pubblico e sopra tutto a teatro vestite con vesti in colore, con grave scandalo di ogni ceto di persone ». A. Luzio, Garibaldi, Cavour, Verdi-, Torino, 1924, pag. 249. La Schiaffino-Giustiniani è la famosa Anna amata dal Cavour; v. Luzio, ivi, 247 sgg.; F. R u f f in i, La giovinezza di Cavour, Torino, 1912, Voi. I, pag. 101 sgg.; H. N e l s o n Gay, Cavour e l’incognita, N u o v a A n to lo g ia , 1926, pag. 27 sgg., 289 sgg. (3) Arch. Civico, Registro Corrispondenza 1830-33, n. 2747 e 2755, 2 e 7 maggio. (4) Registro Consiglio Generale 1828-35 c. 235, 17 maggio; Gazzetta d i Genova, n. 48, 15 giugno. (5) Registro Consiglio Generale 1828-35, c. 228, 4 maggio. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 307 — poiché la spesa è ormai fatta e l’opera compiuta (1). Il permesso è accordato: e un’unica deliberazione approva le spese per i funerali di C arlo Felice e per le feste a Carlo Alberto (2). Il Re è morto, viva il Re. Carlo Alberto giunge il 2 luglio accolto solennemente dai Sindaci con la presentazione delle chiavi fuori della Porta della Lanterna e manifesta il rincrescimento di non poter fare che una breve sosta; riparte infatti il giorno 8 salutato da corrispondente cerimoniale e dopo aver visitato gli edifici e le istituzioni più notevoli, tra esse l’Università, la Biblioteca Civica, l’Accademia delle Belle Arti (3). Conseguenza di questa visita è la concessione della croce di cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro a Onofrio Scassi che come Sindaco e Deputato agli studi gli è stato guida costante (4). Alle onorificenze estere viene così ad aggiungersi questa dello Stato sabaudo. Tornato con la Regina il 5 novembre, Carlo Alberto si trattiene questa volta più a lungo, assistendo a cerimonie e ricevimenti nei quali è costante la presenza dei Sindaci (5) che offrono al Re una festa, fanwo nominare una commissione di sei Decurioni, tre per classe, che li assista nei preparativi e ottengono dai Consigli l’approvazione delle spese relative (6). La festa al Carlo Felice riuscì splendidamente: la regina aprì il ballo col Sindaco Lamba Doria e i Sovrani nell’accomiatarsi espressero ai Sindaci organizzatori e dirigenti tutta la propria soddisfazione e partendo a metà dicembre rinnovarono loro le più vive espressioni di compiacimento per le prove di devozione e di affetto ricevute (7). Di questa prima dimora genovese, come di quella del ’32, abbiamo ora ricordi e testimonianze nel Diario dello stesso Carlo Alberto pubblicato dal Salata. Vi è ricordo di provvedimenti presi, di ordini dati, come quelli già riferiti sulle opere pubbliche, di feste e cerimonie; e non mancano giudizi sulla situazione generale e sulle persone. 11 Re annota con soddisfazione d’aver avuto a pranzo il marchese Serra, Girolamo cioè, l’ex presidente della Repubblica e commenta soddisfatto: « Aussi il n’y a-t-il maintenant plus de (1) Registro Corrispondenza 1830-35, n. 2824 e 2828,27 giugno 1831. (2) Registro Consiglio Particolare 1815-31,19 luglio 1831, rispettivamente L. 9.535,75 e L. 3.153,30. (3) Gazzetta di Genova, n. 54-55, 6 e 9 luglio. (4) Gazzetta di Genova, n. 64, 9 agosto. (5) Registro Corrispondenza 1830-35, n. 2964, 31 ottobre; Gazzetta, n. 90 sgg., 9 no­ vembre sgg. (6) Registro Consiglio Particolare, 10 novembre 1831; Reg. Consiglio Generale, 20 novembre, c. 369. È notevole che a questa seduta del consiglio mancò al solito il numero legale e il R. Commissario consentì che le deliberazioni avessero egualmente valore. (7) Gazzetta n. 94, 23 novembre; n. 100, 14 dicembre. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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poiché la spesa è ormai fatta e l’opera compiuta (1). Il permesso è accordato:<br />

e un’unica deliberazione approva le spese per i funerali <strong>di</strong> C arlo Felice e<br />

per le feste a Carlo Alberto (2). Il Re è morto, viva il Re.<br />

Carlo Alberto giunge il 2 luglio accolto solennemente dai Sindaci con<br />

la presentazione delle chiavi fuori della Porta della Lanterna e manifesta<br />

il rincrescimento <strong>di</strong> non poter fare che una breve sosta; riparte infatti il<br />

giorno 8 salutato da corrispondente cerimoniale e dopo aver visitato gli<br />

e<strong>di</strong>fici e le istituzioni più notevoli, tra esse l’Università, la Biblioteca Civica,<br />

l’Accademia delle Belle Arti (3).<br />

Conseguenza <strong>di</strong> questa visita è la concessione della croce <strong>di</strong> cavaliere<br />

dei SS. Maurizio e Lazzaro a Onofrio Scassi che come Sindaco e Deputato<br />

agli stu<strong>di</strong> gli è stato guida costante (4). Alle onorificenze estere viene così<br />

ad aggiungersi questa dello Stato sabaudo.<br />

Tornato con la Regina il 5 novembre, Carlo Alberto si trattiene<br />

questa volta più a lungo, assistendo a cerimonie e ricevimenti nei quali è<br />

costante la presenza dei Sindaci (5) che offrono al Re una festa, fanwo<br />

nominare una commissione <strong>di</strong> sei Decurioni, tre per classe, che li assista nei<br />

preparativi e ottengono dai Consigli l’approvazione delle spese relative (6).<br />

La festa al Carlo Felice riuscì splen<strong>di</strong>damente: la regina aprì il ballo<br />

col Sindaco Lamba Doria e i Sovrani nell’accomiatarsi espressero ai Sindaci<br />

organizzatori e <strong>di</strong>rigenti tutta la propria sod<strong>di</strong>sfazione e partendo a metà<br />

<strong>di</strong>cembre rinnovarono loro le più vive espressioni <strong>di</strong> compiacimento per le<br />

prove <strong>di</strong> devozione e <strong>di</strong> affetto ricevute (7).<br />

Di questa prima <strong>di</strong>mora genovese, come <strong>di</strong> quella del ’32, abbiamo ora<br />

ricor<strong>di</strong> e testimonianze nel Diario dello stesso Carlo Alberto pubblicato dal<br />

Salata. Vi è ricordo <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti presi, <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni dati, come quelli già<br />

riferiti sulle opere pubbliche, <strong>di</strong> feste e cerimonie; e non mancano giu<strong>di</strong>zi<br />

sulla situazione generale e sulle persone. 11 Re annota con sod<strong>di</strong>sfazione<br />

d’aver avuto a pranzo il marchese Serra, Girolamo cioè, l’ex presidente della<br />

Repubblica e commenta sod<strong>di</strong>sfatto: « Aussi il n’y a-t-il maintenant plus de<br />

(1) Registro Corrispondenza 1830-35, n. 2824 e 2828,27 giugno 1831.<br />

(2) Registro Consiglio Particolare 1815-31,19 luglio 1831, rispettivamente L. 9.535,75 e<br />

L. 3.153,30.<br />

(3) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 54-55, 6 e 9 luglio.<br />

(4) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 64, 9 agosto.<br />

(5) Registro Corrispondenza 1830-35, n. 2964, 31 ottobre; Gazzetta, n. 90 sgg., 9 no­<br />

vembre sgg.<br />

(6) Registro Consiglio Particolare, 10 novembre 1831; Reg. Consiglio Generale, 20 novembre,<br />

c. 369. È notevole che a questa seduta del consiglio mancò al solito il numero legale<br />

e il R. Commissario consentì che le deliberazioni avessero egualmente valore.<br />

(7) Gazzetta n. 94, 23 novembre; n. 100, 14 <strong>di</strong>cembre.<br />

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