ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

storiapatriagenova.it
from storiapatriagenova.it More from this publisher
05.06.2013 Views

— 304 Era naturale perciò che il suo successore, il cav. Luigi Bongiovanni di Castelborgo fosse accolto festosamente. Alla notizia della sua destinazione i Sindaci gli rivolsero a Torino il primo saluto deferente della città (1). Due giorni dopo il suo arrivo, il 19 ottobre, ricevette il Corpo Decurionale presen­ tatogli dallo Scassi che gli rivolse il discorso d’occasione: « La destinazione di V. E. a Governatore Generale di Genova è stata ricevuta da questo Corpo Decurionale come un dono prezioso dell’Augusto Monarca che ha studiato profondamente e conosciuto l’indole e i diversi bisogni dei suoi popoli. Le qualità eminenti che distinguono V. E. e i sentimenti umani di affezione e di riconoscenza che eccitò il Vostro Governo in altre Provincie ci annunzia­ rono le benefiche intenzioni della Sovrana benevolenza. 1 Genovesi ben governati e promossi faranno a gara nella fedeltà e nell’amore cogli altri sudditi di Sua Maestà e ricorderanno i nostri più tardi nepoti con ammirazione il regno felice di Carlo Alberto che ha fregiato il Regio Trono della gloria ereditata dagli Avi suoi e della gloria personale » (2). Il Governatore rispose con generiche parole parafrasando il discorso del Sindaco, nel quale però quell’accenno alla necessità del buon governo e della cura degli interessi cittadini non era senza significato. Ma il nuovo governatore si dimostrò di un rigorismo formalista da superare i predeces­ sori, specialmente quando, appena entrato in carica, emanò nuove rigorose norme per la santificazione delle feste, arrivando a proibire, perchè il precetto festivo non fosse violato, la vendita del pesce e della neve nei giorni di festa. Neanche al tempo della Repubblica, fanno notare i Sindaci, quando si teneva fermo l’esatto adempimento delle pratiche religiose, si è arrivati a queste proibizioni: impedire la vendita del pesce rappresenta un danno troppo grave per una importante categoria di cittadini e quanto alla neve si tenga conto che non serve soltanto per tavola e per i caffè ma anche, e spesso con carattere di vera urgenza, per i medici. Propongono perciò che la vendita sia permessa sospendendola soltanto tra le 11 eie 12, nell’ora delle sacre funzioni (3). Che cosa sia stato deciso non risulta; ma non era certo quella gret­ tezza d’idee e di metodi che poteva attenuare la scarsa simpatia genovese verso il Governo. Il Castelborgo, :per quanto di buone intenzioni, rappre­ sentava ancora la vecchia burocrazia chiusa e arretrata, incapace di seguire, anche per l’età, l’evolversi dei tempi. Poco dopo fu collocato a riposo (4) e venne (1) Registro Corrispondenza I830-33\ n. 2941, 18 settembre 1831. (2) Gazzetta di Genova, n. 84, 19 ottobre 1831. (3) Registro Corrispondenza 1830-33, n. 2956, 22 ottobre 1831. (4) Secondo il F a l d e ll a , / fratelli Ruffini, Storia della Giovane Italia, Torino, 1895, pag. 141, il Castelborgo si trovava a disagio a Genova e si ritirò dopo le esecuzioni del Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 305 — a sostituirlo il marchese Filippo Paulucci, vecchio militare, tipico esem pio di funzionario testardo e retrogrado ma non privo d’intelligenza e di acume, destinato a rimanere lunghi anni a Genova e a vedervi le agitazioni del periodo delle riforme e delle costituzioni (1). Oltre al governatore, anche l’arcivescovo si mutava durante il Sindacato dello Scassi: il 1" settembre 1832 mons. Tadini, succeduto a Giuseppe Vincenzo Airenti morto l’anno precedente (2), prese possesso ufficialmente della diocesi, e ossequiato dal Corpo Decurionale, rispose « con parole di sacra unzione al discorso fattogli, in assenza del Sindaco di prima classe, dal Sindaco di seconda Conte e Cav. Onofrio Scassi nel quale gli esternava le felicitazioni e i sensi di devozione di tutto il popolo genovese » (3). Ma ben più importante era stato il mutamento del sovrano. Sul prin­ cipio del 31 le condizioni di salute di Carlo Felice si fecero così gravi da richiedere l’assunzione della reggenza da parte della Regina. Subito furono celebrate cerimonie religiose frequenti, con partecipazione ufficiale dei vari corpi o addirittura promosse così dal Corpo Decurionale su proposta dei Sindaci, come dalla Deputazione degli Studi, nelle quali naturalmente il Sindaco e Deputato assumeva una parte direttiva (4). Il 30 aprile il Gover­ natore comunicava ufficialmente la notizia della morte avvenuta il 27 ricor­ dando ai Sindaci e ai capi degli uffici l’obbligo di vestire a lutto nel termine di tre giorni e di disporre perchè fosse sospeso sino a nuove disposizioni ogni pubblico divertimento e ogni ballo o teatro, anche privato (5). Solenni onoranze ebbero luogo nella cattedrale di S. Lorenzo per iniziativa del- l’Arcivescovo e con partecipazione ufficiale di tutte le autorità, mentre in occasione del trigesimo della morte il funerale solenne fu celebrato a cura del Corpo Decurionale e sotto la immediata direzione dei Sindaci: l’orazione pronunciata dal P. Brignardelli fu poi largamente diffusa anche fuori di 1833, stanco di fare il carnefice di contraggenio; ma non so quanto questa opinione sia fondata. Un foglio volante Cenni biografici sul cav. Lodovico Bongiovanni d i Castelborgo fu pubblicata a Genova, Fratelli Pagano, il 30 aprile 1834 (Museo del Risorgimento, n. 3506). (1) Gazzetta di Genova, n. 59-61; 24-31 luglio 1833. Sull’opera del Paulucci, specialmente intorno al 1846-47, v. G. G a l l o , L’opera di Giorgio Doria a Genova negli albori della libertà, Genova, 1927; A. C o d ig n o l a, Goffredo Mameli, Voi. 1, Venezia 1927; e D ag li albori della libertà al proclama di Moncalieri, pag. 102, 106, 167 sgg.; A. C o l o m b o , La tradizione di Balilla a Genova nel Voi. Goffredo Mameli e i suoi tempi, Venezia, 1927 ; E. P a s s a m o n t i, Un amico della giovinezza di Giuseppe Mazzini, ibid. (2) Necrologio in Gazzetta di Genova, 1831, n. 72. (3) Gazzetta di Genova, n. 20, 1 settembre 1832. Una copia del discorso Scassi è nella Bibl. Brignole Sale. (4) Gazzetta di Genova, n. 20-24, 8-23 marzo 1831. (5) Gazzetta di Genova, n. 35, 30 aprile. Egualmente rigorose erano state le norme in occasione della morte di Vittorio Emanuele nel 1824 con curiose disposizioni sulla foggia degli abiti per gli uomini e per le donne; Gazzetta, supplem. n. 5, 17 gennaio 1824. 20 Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 304<br />

Era naturale perciò che il suo successore, il cav. Luigi Bongiovanni <strong>di</strong><br />

Castelborgo fosse accolto festosamente. Alla notizia della sua destinazione<br />

i Sindaci gli rivolsero a Torino il primo saluto deferente della città (1). Due<br />

giorni dopo il suo arrivo, il 19 ottobre, ricevette il Corpo Decurionale presen­<br />

tatogli dallo Scassi che gli rivolse il <strong>di</strong>scorso d’occasione: « La destinazione<br />

<strong>di</strong> V. E. a Governatore Generale <strong>di</strong> Genova è stata ricevuta da questo Corpo<br />

Decurionale come un dono prezioso dell’Augusto Monarca che ha stu<strong>di</strong>ato<br />

profondamente e conosciuto l’indole e i <strong>di</strong>versi bisogni dei suoi popoli. Le<br />

qualità eminenti che <strong>di</strong>stinguono V. E. e i sentimenti umani <strong>di</strong> affezione e<br />

<strong>di</strong> riconoscenza che eccitò il Vostro Governo in altre Provincie ci annunzia­<br />

rono le benefiche intenzioni della Sovrana benevolenza. 1 Genovesi ben<br />

governati e promossi faranno a gara nella fedeltà e nell’amore cogli altri<br />

sud<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Sua Maestà e ricorderanno i nostri più tar<strong>di</strong> nepoti con ammirazione<br />

il regno felice <strong>di</strong> Carlo Alberto che ha fregiato il Regio Trono della gloria<br />

ere<strong>di</strong>tata dagli Avi suoi e della gloria personale » (2).<br />

Il Governatore rispose con generiche parole parafrasando il <strong>di</strong>scorso<br />

del Sindaco, nel quale però quell’accenno alla necessità del buon governo<br />

e della cura degli interessi citta<strong>di</strong>ni non era senza significato. Ma il nuovo<br />

governatore si <strong>di</strong>mostrò <strong>di</strong> un rigorismo formalista da superare i predeces­<br />

sori, specialmente quando, appena entrato in carica, emanò nuove rigorose<br />

norme per la santificazione delle feste, arrivando a proibire, perchè il precetto<br />

festivo non fosse violato, la ven<strong>di</strong>ta del pesce e della neve nei giorni <strong>di</strong><br />

festa. Neanche al tempo della Repubblica, fanno notare i Sindaci, quando si<br />

teneva fermo l’esatto adempimento delle pratiche religiose, si è arrivati a<br />

queste proibizioni: impe<strong>di</strong>re la ven<strong>di</strong>ta del pesce rappresenta un danno troppo<br />

grave per una importante categoria <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni e quanto alla neve si tenga<br />

conto che non serve soltanto per tavola e per i caffè ma anche, e spesso<br />

con carattere <strong>di</strong> vera urgenza, per i me<strong>di</strong>ci. Propongono perciò che la ven<strong>di</strong>ta<br />

sia permessa sospendendola soltanto tra le 11 eie 12, nell’ora delle sacre<br />

funzioni (3).<br />

Che cosa sia stato deciso non risulta; ma non era certo quella gret­<br />

tezza d’idee e <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> che poteva attenuare la scarsa simpatia genovese<br />

verso il Governo. Il Castelborgo, :per quanto <strong>di</strong> buone intenzioni, rappre­<br />

sentava ancora la vecchia burocrazia chiusa e arretrata, incapace <strong>di</strong> seguire,<br />

anche per l’età, l’evolversi dei tempi. Poco dopo fu collocato a riposo (4) e venne<br />

(1) Registro Corrispondenza I830-33\ n. 2941, 18 settembre 1831.<br />

(2) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 84, 19 ottobre 1831.<br />

(3) Registro Corrispondenza 1830-33, n. 2956, 22 ottobre 1831.<br />

(4) Secondo il F a l d e ll a , / fratelli Ruffini, <strong>Storia</strong> della Giovane Italia, Torino, 1895,<br />

pag. 141, il Castelborgo si trovava a <strong>di</strong>sagio a Genova e si ritirò dopo le esecuzioni del<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!