ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria
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- 280 - Vice-presidente, Marcello Durazzo, ne comunica la morte. Se ci siano state parole di elogio e di compianto non dice il verbale, che nell’arida insen sibilità burocratica aggiunge a questo « numero » delFcrrdine del giorno: < Non occorre provvedimento » (1). Così la glaciale secchezza protocollare lasciava senza commento la scomparsa di un uomo che in tempi e momenti vari e agitatissimi, alla scuola universitaria, da lui più volte, specie nel campo della sua scienza, ordinata e diretta, aveva dato nelle più varie forme con fervido spirito il proprio ope roso interessamento e l’illuminata attività. (1) Arch. Univ., Atti Deputazione studi, Reg. XVII, fol. 153; 22 settembre 1836. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
CAPITOLO Vili. La vita amministrativa Onofrio Scassi Sindaco e Medico Ispettore j t j t L’opera data da Onofrio Scassi negli ultimi anni della vita alla D eputa zione degli Studi non rappresenta la sola sua forma di attività perchè anzi in quel momento egli ritornò alFamministrazione cittadina mentre continuava a prestare l’opera apprezzata nei consessi tecnici ai quali da tempo apparte neva, e chiudeva la laboriosa esistenza capo supremo del servizio sanitario, nella veste di Ispettore e Presidente della Giunta degli Ospedali. L’età avanzata però gli aveva fatto abbandonare l’attivo lavoro scientifico e anche la pratica professionale (1). Medico principe, ormai non esercitava la professione che in casi ec cezionali in qualità di consultore o per particolari motivi di amicizia o di rapporti famigliari; così lo troviamo assistere nel 1829 più che come medico quale vero amico il marchese Cesare D’Azeglio, il padre di Massimo e di Roberto, dimorante a Genova ed ammalato d’idrope e di nervi (2). E la prestazione amichevole voleva in questi casi lasciata senza compenso (3). (1) « Cessò affatto da sette anni dall’esercizio della medicina e abbandonò la clientela » è detto in un documento del 1835; Arch. di Stato, Torino, Atti di polizia, 1835, Genova, cartella 5; e due anni prima il Brignole Sale scriveva che aveva « quasi abbandonato la sua professione restringendone l’esercizio pressoché esclusivamente alle funzioni di Medico consulente ». Cfr. lettera riportata più oltre. (2) T ononi, Il marchese Cesare D ’Azeglio (biografia scritta dalla m og lie C ristina Mo- rozzo) Rassegna Nazionale, 1 giugno 1884, pag. 709. (3) Così avvenne quando l’avv. Matteo Molfino volle ricompensarlo con un dono per l’assistenza a uno zio, nel 1830. A sua volta però egli inviava doni al figlio del Molfino per l’assistenza avuta da lui in una causa (Lettere in Collezione di autografi nella biblioteca Universitaria di Genova). Sul Molfino, valoroso avvocato, democratico acceso nel 1798, sindaco nel 1821, consultore giuridico del Corpo decurionale e decurione egli stesso, Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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La vita amministrativa<br />
Onofrio Scassi Sindaco e Me<strong>di</strong>co Ispettore<br />
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L’opera data da Onofrio Scassi negli ultimi anni della vita alla D eputa<br />
zione degli Stu<strong>di</strong> non rappresenta la sola sua forma <strong>di</strong> attività perchè anzi<br />
in quel momento egli ritornò alFamministrazione citta<strong>di</strong>na mentre continuava<br />
a prestare l’opera apprezzata nei consessi tecnici ai quali da tempo apparte<br />
neva, e chiudeva la laboriosa esistenza capo supremo del servizio sanitario,<br />
nella veste <strong>di</strong> Ispettore e Presidente della Giunta degli Ospedali. L’età<br />
avanzata però gli aveva fatto abbandonare l’attivo lavoro scientifico e anche<br />
la pratica professionale (1).<br />
Me<strong>di</strong>co principe, ormai non esercitava la professione che in casi ec<br />
cezionali in qualità <strong>di</strong> consultore o per particolari motivi <strong>di</strong> amicizia o <strong>di</strong><br />
rapporti famigliari; così lo troviamo assistere nel 1829 più che come me<strong>di</strong>co<br />
quale vero amico il marchese Cesare D’Azeglio, il padre <strong>di</strong> Massimo e <strong>di</strong><br />
Roberto, <strong>di</strong>morante a Genova ed ammalato d’idrope e <strong>di</strong> nervi (2). E la<br />
prestazione amichevole voleva in questi casi lasciata senza compenso (3).<br />
(1) « Cessò affatto da sette anni dall’esercizio della me<strong>di</strong>cina e abbandonò la clientela<br />
» è detto in un documento del 1835; Arch. <strong>di</strong> Stato, Torino, Atti <strong>di</strong> polizia, 1835, Genova,<br />
cartella 5; e due anni prima il Brignole Sale scriveva che aveva « quasi abbandonato la sua<br />
professione restringendone l’esercizio pressoché esclusivamente alle funzioni <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>co consulente<br />
». Cfr. lettera riportata più oltre.<br />
(2) T ononi, Il marchese Cesare D ’Azeglio (biografia scritta dalla m og lie C ristina Mo-<br />
rozzo) Rassegna Nazionale, 1 giugno 1884, pag. 709.<br />
(3) Così avvenne quando l’avv. Matteo Molfino volle ricompensarlo con un dono per<br />
l’assistenza a uno zio, nel 1830. A sua volta però egli inviava doni al figlio del Molfino per<br />
l’assistenza avuta da lui in una causa (Lettere in Collezione <strong>di</strong> autografi nella biblioteca<br />
Universitaria <strong>di</strong> Genova). Sul Molfino, valoroso avvocato, democratico acceso nel 1798,<br />
sindaco nel 1821, consultore giuri<strong>di</strong>co del Corpo decurionale e decurione egli stesso,<br />
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