ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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— 258 — Com e queste promesse siano state mantenute dimostrano le lamentele po­ steriori per guasti recati dalle truppe; e quale fosse realmente l’animo e l’atteggiamento della Deputazione indica la lettera scritta il 31 agosto suc­ cessivo dal marchese Grillo Cattaneo al Brignole per protestare « per i singolari modi co’ quali militarmente [la Deputazione] è stata svelta dalla sua sede in un colla sua segreteria, Cassa, Archivi, mandata errante nel suo fabbri­ cato e rifugiata in un angolo della sua Biblioteca, costretta per giungervi a passare per mezzo la chiesa S. Carlo .... ■ e finalmente la costante continua­ zione in questo stato, che un imperioso bisogno del momento più non giustifica, fornisce alla Deputazione assai forti argomenti d’acerbe riflessioni » (1). Le scuole universitarie rimasero chiuse per tutto l’anno scolastico nel quale erano avvenuti i torbidi e nei due successivi. Gli studi privati di medici­ na, permessi nell’Ospedale di Pammatone, cominciarono soltanto il 4 febbraio 1822 (2), e durarono per tutto il tempo della chiusura dell’Università. Final­ mente con biglietto del 7 ottobre 1823 il Re ordinò la « tanto sospirata riapertura dell’Università » come diceva la Gazzetta. La solenne cerimonia ebbe luogo il 5 novembre, mentre « il giubilo traspariva da tutti i volti al vedere finalmente ridonato al primitivo suo uso il tempio augusto di Miner­ va, il santuario delle lettere e delle scienze ». Al solito, dopo la funzione religiosa, i professori rinnovarono individualmente la professione di fede nelle mani dell’Arcivescovo e il giuramento dinanzi alla Deputazione; poi Nicolò Ardizzoni tenne il discorso inaugurale prendendo occasione dal recente R. Edit­ to che inculcava ai giovani l’osservanza dei doveri religiosi, per dimostrare la necessità di unire l’ardore per gli studi delle lettere al culto della religione e della pietà (3). Il discorso era lodato per lo stile ciceroniano e per l’ampia erudizione sacra e profana, ma l’argomento ha tutta l’aria d’essere stato scelto per opportunistica convenienza, se pure non era imposto (4). L’anno successi­ vo G. B. Leveroni, professore di clinica ostetrica, trattava invece di un argo­ mento di grande importanza civile e demografica, ma senza speciale connes­ sione con le condizioni politiche presenti; egli esaminava i mezzi offerti dalla sua scienza in aiuto al principio che « una numerosa e sana popolazione forma la vera ricchezza e la forza dello Stato » (5). veste ufficiale, anziché con la Deputazione. Per tutta la questione dell’occupazione militare nel 1821 v. ora B o r n a t e, La partecipazione degli studenti genovesi cit. pag. 118 sgg. (1) Arch. Univ. Genova, Registro Lettere segrete, n. 28; C o d ig n o l a , pag. 126. (2) Gazzetta di Genova, n. 8, 26 gennaio 1822, pag. 32. (3) Gazzetta di Genova, n. 82, 11 ottobre 1823, pag. 330 e n. 90, 8 novembre, pag. 362. (4) L’Ardizzoni si dimetteva poco dopo per una questione d’orario con la Deputazione; Is n a r d i-Ce l e s ia , Storia dell’Università di Genova, 11, 278-9. (5) Gazzetta di Genova, n. 93, 20 novembre 1824, pag. 410. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 259 Alla riapertura dell’Università la condizione accademica di Onofrio Scassi era ancora mutata. Già sulla fine del 1817, fosse effettiva stanchezza, che la florida età non giustificava, o insofferenza dei nuovi metodi o piutto­ sto mezzo per raggiungere altri uffici ambiti, aveva presentato la dom anda di giubilazione, che la Deputazione aveva trasmesso con parere favorevole (1). Il 27 febbraio successivo la Deputazione tornava sulla pratica e, considerati i servigi da lui prestati come professore, come decano della Facoltà e capo della scuola medica cui competevano le attribuzioni del Protomedicato, « dar volendo ad un così benemerito professore un attestato della sua speciale soddisfazione » proponeva gli fosse accordato « l’onorevole ritiro dalle fati­ che della cattedra da lui finora coperta, conservando però il titolo di Profes­ sore emerito, il godimento della metà dell’attuale suo stipendio e la parteci­ pazione delle intere distribuzioni come Dottore di Collegio, e venendo eretto in questa Regia Università il Magistrato del Protomedicato, il sig. Prof. Scassi venga dalla clemenza del Sovrano prescelto alla presidenza del medesimo nel qual caso abbia luogo la rinuncia da lui fatta nell’annessa supplica all’emolu- mento di sua giubilazione » (2). Ma la domanda non è accolta, nè gli vien data la nuova carica, forse per evitare il cumulo con le altre e specialmente con quella di Decano della facoltà. In questa veste egli appare infatti ancora in quell’anno ed insieme nel Magistrato di sanità (3), e come professore tiene il citato discorso inau­ gurale per l’apertura del nuovo anno scolastico, e professore è ancora nel 1821, quando compare in un caratteristico documento tenace assertore dei diritti e dei privilegi derivanti appunto da quell’ufficio. È una sua istanza in cui espone che, citato davanti al Giudice ordinario del quartiere della M ad­ dalena per ragione di una eredità dello zio Nicolò Scassi (4) si è creduto in (1) Archivio della R. Università di Genova, Atti della R. Deputazione a g li studi, Reg. II, 1817-18; c. 2, 4 dicembre 1817. (2) Ibid., c. 51; 27 febbraio 1818. (3) Almanacco del Ducato di Genova per il 1818, Genova, Frugoni, pag. 29; L ’Indovino, Lunario politico-filo so fico dilettevole per l’anno 1818, Genova, Scionico, pag. 89; qui è indicato anche il suo indirizzo: Strada Nuovissima, n. 871. (4) Nicolò Scasso nel 1808 era ricevitore generale del Registro (Amanach Imperiai de la 28me Division Militaire pour l’an 1808, Gènes, Chez Yves Gravier, pag. 149, in Bibliot. della Società Ligure Stor. Patria, B. 8, 57) e abitava nel Quartiere della Maddalena con la moglie e sei figlie (Arch. Civico, Museo del Risorgimento, Genova; Censimento 1808, Quartiere della Maddalena n. 8758). Ricco proprietario, nello stesso anno faceva largo acquisto di vini in Arenzano da Giuseppe Grimaldi (Collez. Appunti Storici e Documenti, Bibl. Univ. Genova, voi. XVIII, pag. 186) e nel 1812 apriva a Genova una fabbrica di tele (L ’Almanacco delle donne brutte, Lunario perii 1812, pag. 75; ibid.; Gazzetta di Genova, n. 10, 1 febbraio 1812, pag. 40). Nel 1822 il suo nome figura ancora con quello di Giovanni Scasso, il notaio e cancelliere tante volte trovato (e anche Gazzetta n. 69, 29 agosto 1818, pag. 283) tra quelli dei creditori del Banco di S. Giorgio in liquidazione (Gazzetta, Supplemento al n. 32 Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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Alla riapertura dell’Università la con<strong>di</strong>zione accademica <strong>di</strong> Onofrio<br />

Scassi era ancora mutata. Già sulla fine del 1817, fosse effettiva stanchezza,<br />

che la florida età non giustificava, o insofferenza dei nuovi meto<strong>di</strong> o piutto­<br />

sto mezzo per raggiungere altri uffici ambiti, aveva presentato la dom anda <strong>di</strong><br />

giubilazione, che la Deputazione aveva trasmesso con parere favorevole (1).<br />

Il 27 febbraio successivo la Deputazione tornava sulla pratica e, considerati<br />

i servigi da lui prestati come professore, come decano della Facoltà e capo<br />

della scuola me<strong>di</strong>ca cui competevano le attribuzioni del Protome<strong>di</strong>cato, « dar<br />

volendo ad un così benemerito professore un attestato della sua speciale<br />

sod<strong>di</strong>sfazione » proponeva gli fosse accordato « l’onorevole ritiro dalle fati­<br />

che della cattedra da lui finora coperta, conservando però il titolo <strong>di</strong> Profes­<br />

sore emerito, il go<strong>di</strong>mento della metà dell’attuale suo stipen<strong>di</strong>o e la parteci­<br />

pazione delle intere <strong>di</strong>stribuzioni come Dottore <strong>di</strong> Collegio, e venendo eretto<br />

in questa Regia Università il Magistrato del Protome<strong>di</strong>cato, il sig. Prof. Scassi<br />

venga dalla clemenza del Sovrano prescelto alla presidenza del medesimo nel<br />

qual caso abbia luogo la rinuncia da lui fatta nell’annessa supplica all’emolu-<br />

mento <strong>di</strong> sua giubilazione » (2).<br />

Ma la domanda non è accolta, nè gli vien data la nuova carica, forse<br />

per evitare il cumulo con le altre e specialmente con quella <strong>di</strong> Decano della<br />

facoltà. In questa veste egli appare infatti ancora in quell’anno ed insieme<br />

nel Magistrato <strong>di</strong> sanità (3), e come professore tiene il citato <strong>di</strong>scorso inau­<br />

gurale per l’apertura del nuovo anno scolastico, e professore è ancora nel<br />

1821, quando compare in un caratteristico documento tenace assertore dei<br />

<strong>di</strong>ritti e dei privilegi derivanti appunto da quell’ufficio. È una sua istanza in<br />

cui espone che, citato davanti al Giu<strong>di</strong>ce or<strong>di</strong>nario del quartiere della M ad­<br />

dalena per ragione <strong>di</strong> una ere<strong>di</strong>tà dello zio Nicolò Scassi (4) si è creduto in<br />

(1) Archivio della R. Università <strong>di</strong> Genova, Atti della R. Deputazione a g li stu<strong>di</strong>, Reg. II,<br />

1817-18; c. 2, 4 <strong>di</strong>cembre 1817.<br />

(2) Ibid., c. 51; 27 febbraio 1818.<br />

(3) Almanacco del Ducato <strong>di</strong> Genova per il 1818, Genova, Frugoni, pag. 29; L ’Indovino,<br />

Lunario politico-filo so fico <strong>di</strong>lettevole per l’anno 1818, Genova, Scionico, pag. 89; qui<br />

è in<strong>di</strong>cato anche il suo in<strong>di</strong>rizzo: Strada Nuovissima, n. 871.<br />

(4) Nicolò Scasso nel 1808 era ricevitore generale del Registro (Amanach Imperiai<br />

de la 28me Division Militaire pour l’an 1808, Gènes, Chez Yves Gravier, pag. 149, in Bibliot.<br />

della <strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> Stor. <strong>Patria</strong>, B. 8, 57) e abitava nel Quartiere della Maddalena con la<br />

moglie e sei figlie (Arch. Civico, Museo del Risorgimento, Genova; Censimento 1808, Quartiere<br />

della Maddalena n. 8758). Ricco proprietario, nello stesso anno faceva largo acquisto <strong>di</strong><br />

vini in Arenzano da Giuseppe Grimal<strong>di</strong> (Collez. Appunti Storici e Documenti, Bibl. Univ.<br />

Genova, voi. XVIII, pag. 186) e nel 1812 apriva a Genova una fabbrica <strong>di</strong> tele (L ’Almanacco<br />

delle donne brutte, Lunario perii 1812, pag. 75; ibid.; Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 10,<br />

1 febbraio 1812, pag. 40). Nel 1822 il suo nome figura ancora con quello <strong>di</strong> Giovanni Scasso,<br />

il notaio e cancelliere tante volte trovato (e anche Gazzetta n. 69, 29 agosto 1818, pag. 283)<br />

tra quelli dei cre<strong>di</strong>tori del Banco <strong>di</strong> S. Giorgio in liquidazione (Gazzetta, Supplemento al n. 32<br />

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