ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 230 — potevano essere assunti alle cariche di Corte e ai diversi uffici. È un terzo elenco con notizie sulla capacità, sull’ingegno, sulla religiosità, sull’atteggiamento politico e l’influenza tra il popolo dei maggiori cittadini, che merita di essere accostato e può servire di controllo agli altri due e li precede. È limitato però ad alcune classi, ai membri dell’ultimo governo repubblicano, ai capi militari e alla nobiltà dei proprietari di terra; quasi assolutamente esclusa la borghesia ricca e colta; di ciascuno si nota specialmente se è o si può supporre che sarà affezionato al governo reale, in modo da poterglisi affidare cariche pubbliche, e si propongono anche le onorificenze, a cominciare dal Collare delFAnnunciata a Ippolito Durazzo e a Paolo Girolamo Pallavicini (1). Ma è notevole che nel preparare i quadri della imminente amministrazione non si tenga troppo conto delle informazioni poliziesche; molti dei cattivi e dei pessimi furono invitati e adoperati. Il Re voleva impiegare a Genova quanti più genovesi fosse possibile, e poteva essere buona politica attirare gli avversari coi favori (2). Così si pensò prima di tutti al Corvetto, molto stimato e ritenuto acquisto prezioso, e a Girolamo Serra; si offrì una legazione ad Antonio Brignole Sale (3); si progettò una reggenza provvisoria nella quale sarebbero entrati molti del governo repubblicano, tra essi Ippolito Durazzo, Agostino Fieschi, Paolo Girolamo Pallavicini, Gio. Carlo Brignole, Giovanni Quartara, Giuseppe Gandolfo. La reggenza non ebbe poi luogo: il Brignole prese tempo a delibe­ rare e solo più tardi accettò la legazione di Firenze (4) ma intanto mandò elenchi di persone raccomandabili per impieghi e uffici, e il Serra si allontanò da Genova prima dell’arrivo del Commissario regio per timore, se il popolo avesse commesso qualche atto imprudente, di esserne accusato ispiratore. Quanto al Corvetto, naturalizzato francese, non si mosse dalla nuova patria, dove ebbe una parte capitale nella sistemazione finanziaria della restaurazione. Tuttavia mandò anche lui il suo bravo elenco di persone da impiegare (5). (1) Archivio di stato, di Torino, Materie politiche in genere, Mazzo 9, Memorie per S. S. R. M. sullo Stato di Genova, Stato dei soggetti Genovesi che deggiono essere preferiti negli Onori, Cariche, Impieghi, ecc. (2) Il Re, scriveva il Ministro Vallesa ai San Marzano, « est disposé à user des plus grands égards pour les membres du Gouvernement ». E il San Marzano rispondeva, a propo­ sito dei timori delle Potenze sulla situazione genovese: « Il faut sans doute beaucoup de pru- dence de douceur et de fermeté. J’ai bien assuré tout le monde ici qu’on pouvait étre tranquille sur la manière dont ces nouveaux Etats seront gouvernés »; Segre, doc. XIV, pag. 160; XIX, pag. 170. > • (3) Fin dal 1° ottobre il San Marzano aveva chiesto l’autorizzazione a offrirgli un ufficio in caso di annessione. Arch. di Stato di Torino, Carte politiche diverse 1813-1856. (4) Gazzetta di Genova, 9 dicembre 1815, n. 98, pag. 391. (5) S e g re , pag. 61 sgg., 178, 182; R uini, Luigi Corvetto, pag. 104 sgg. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 231 — Invece della reggenza, il 30 dicembre fu nominata una R. Delegazione, presieduta dal maggior generale Giorgio Andrea De Geneys (1), con I incaii- co di applicare nell’ordinamento della Liguria le deliberazioni del Congiesso di Vienna. Vi appartennero, con funzionari piemontesi, il Pallavicini, Domenico De Marini, Egidio Sansoni, Gaetano Olandini e Luigi Carbonara, che compilò un memoriale per accelerare l’opera (2). La costituzione della Delegazione incaricata di proporre « tutti quei provvedimenti che le parranno più atti a promuovere qualunque ramo di pubblica amministrazione » era annunciata col proclama del 3 gennaio, col quale il Re prendeva possesso del nuovo dominio: « Se l’antica vostra gloria e quanto avete in vari tempi operato pei la difesa e per l’onore dell’Italia sono tuttora presenti alla nostra mente, non possiamo a meno però di rammentarci n e l t e m p o s t e s s o l e conseguenze necessarie della ristrettezza degli Stati e dell’opposizione degl’interessi fra due popoli destinati a stimarsi ed amarsi. Cotali effetti senza dubbio cesseranno sotto un medesimo Governo il quale, avvicinando gli animi, faccia sentire a tutti la sua benevo­ lenza » (3). Con lo stesso proclama era annunciata la nomina a governatore del cav. Ignazio Thaon di Revel, conte di Pralungo, che il 7 gennaio assunse effettivamente i poteri cedutigli dal colonnello Jhon Dalrymple, comandante del presidio inglese, il quale, interprete delle idee del Bentinck e favorevole al governo repubblicano, tentò sulle prime d’intralciarne l’azione. Vista inutile la sua opposizione, si indusse ad andarsene portando via dalla città e dall’arsenale tutto quello che potè (4) mentre gli Inglesi erano insultati per le vie di Genova. L’indignazione dei cittadini aveva il principal fon­ damento nella delusione delle speranze fatte accarezzare dal Bentinck e, secondo un rapporto di polizia, era così viva e generale che fu necessario ricorrere alla forza per trovare operai che si prestassero a lavorare nel palazzo ducale per il ricevimento del governatore piemontese (5). Ma può anche essere che queste dimostrazioni avessero incitatrice quella parte (1) Sul De Geneys v. l’ampia monografia di E. P rasca, L’ammiraglio Giorgio De Geneys e i suoi tempi, Pinerolo, 1926. Per la sua opera come ammiraglio e fondatore della marina sarda v. anche gli studi di G. G onni in Gazzetta di Genova, 31 luglio 1921 e special- mente del Com.te G u id o Po nel Bollettino dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore, 1 m ag­ gio 1929, pag. 200 sgg. (2) S e g r e, pag. 63. (3) Compilazione degli Editti e Patenti di S. M. il Re dì Sardegna, t. I, Genova, 1S14, n. 4, pag. 11; Gazzetta di Genova, 7 gennaio 1815, n. 2, pag. 5 sgg. (4) Secondo la tradizione, persino le inferriate e i serrami delle finestre e pretese un lauto riscatto per lasciare almeno le catene che legavano i galeotti al bagno penale. Ma il Serra chiarisce che questo avvenne per opera delia commissione delle prede alla prima oc­ cupazione della città; Memorie, pag. 130. (5) F. Lemmi, La restaurazione austriaca a Milano nel Diario del barone von Hiigel, Biblioteca Storica del Risorgimento, 1910, pag. 92-93. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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potevano essere assunti alle cariche <strong>di</strong> Corte e ai <strong>di</strong>versi uffici. È un terzo elenco<br />

con notizie sulla capacità, sull’ingegno, sulla religiosità, sull’atteggiamento<br />

politico e l’influenza tra il popolo dei maggiori citta<strong>di</strong>ni, che merita <strong>di</strong> essere<br />

accostato e può servire <strong>di</strong> controllo agli altri due e li precede. È limitato però<br />

ad alcune classi, ai membri dell’ultimo governo repubblicano, ai capi militari<br />

e alla nobiltà dei proprietari <strong>di</strong> terra; quasi assolutamente esclusa la borghesia<br />

ricca e colta; <strong>di</strong> ciascuno si nota specialmente se è o si può supporre che sarà<br />

affezionato al governo reale, in modo da poterglisi affidare cariche pubbliche, e<br />

si propongono anche le onorificenze, a cominciare dal Collare delFAnnunciata<br />

a Ippolito Durazzo e a Paolo Girolamo Pallavicini (1). Ma è notevole che<br />

nel preparare i quadri della imminente amministrazione non si tenga troppo<br />

conto delle informazioni poliziesche; molti dei cattivi e dei pessimi furono<br />

invitati e adoperati. Il Re voleva impiegare a Genova quanti più genovesi<br />

fosse possibile, e poteva essere buona politica attirare gli avversari coi<br />

favori (2). Così si pensò prima <strong>di</strong> tutti al Corvetto, molto stimato e ritenuto<br />

acquisto prezioso, e a Girolamo Serra; si offrì una legazione ad Antonio Brignole<br />

Sale (3); si progettò una reggenza provvisoria nella quale sarebbero entrati<br />

molti del governo repubblicano, tra essi Ippolito Durazzo, Agostino Fieschi,<br />

Paolo Girolamo Pallavicini, Gio. Carlo Brignole, Giovanni Quartara, Giuseppe<br />

Gandolfo. La reggenza non ebbe poi luogo: il Brignole prese tempo a delibe­<br />

rare e solo più tar<strong>di</strong> accettò la legazione <strong>di</strong> Firenze (4) ma intanto mandò<br />

elenchi <strong>di</strong> persone raccomandabili per impieghi e uffici, e il Serra si allontanò<br />

da Genova prima dell’arrivo del Commissario regio per timore, se il popolo<br />

avesse commesso qualche atto imprudente, <strong>di</strong> esserne accusato ispiratore.<br />

Quanto al Corvetto, naturalizzato francese, non si mosse dalla nuova<br />

patria, dove ebbe una parte capitale nella sistemazione finanziaria della<br />

restaurazione. Tuttavia mandò anche lui il suo bravo elenco <strong>di</strong> persone<br />

da impiegare (5).<br />

(1) Archivio <strong>di</strong> stato, <strong>di</strong> Torino, Materie politiche in genere, Mazzo 9, Memorie per<br />

S. S. R. M. sullo Stato <strong>di</strong> Genova, Stato dei soggetti Genovesi che deggiono essere preferiti<br />

negli Onori, Cariche, Impieghi, ecc.<br />

(2) Il Re, scriveva il Ministro Vallesa ai San Marzano, « est <strong>di</strong>sposé à user des plus<br />

grands égards pour les membres du Gouvernement ». E il San Marzano rispondeva, a propo­<br />

sito dei timori delle Potenze sulla situazione genovese: « Il faut sans doute beaucoup de pru-<br />

dence de douceur et de fermeté. J’ai bien assuré tout le monde ici qu’on pouvait étre tranquille<br />

sur la manière dont ces nouveaux Etats seront gouvernés »; Segre, doc. XIV, pag. 160; XIX,<br />

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(3) Fin dal 1° ottobre il San Marzano aveva chiesto l’autorizzazione a offrirgli un<br />

ufficio in caso <strong>di</strong> annessione. Arch. <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Torino, Carte politiche <strong>di</strong>verse 1813-1856.<br />

(4) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, 9 <strong>di</strong>cembre 1815, n. 98, pag. 391.<br />

(5) S e g re , pag. 61 sgg., 178, 182; R uini, Luigi Corvetto, pag. 104 sgg.<br />

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