ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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— 212 des peuples » (1). Era naturale che un illuso, il quale non aveva capito i veri intendimenti dei governi e come certe idee ed espressioni servissero soltanto di strumento per abbattere Napoleone, dovesse essere sconfessato. Le norme da lui emanate rappresentavano un temperamento tra le aspirazioni del Serra, del Pareto, degli altri suoi consiglieri, sostenitori della vecchia autonomia e del governo aristocratico, e le concessioni che non pote­ vano non esser fatte alla nobiltà ligure non cittadina e alla borghesia colta e ricca che aveva avuto il predominio nell’età napoleonica: necessario ricono­ scimento della profonda trasformazione avvenuta. 11 governo provvisorio, fornito di potere legislativo ed esecutivo, doveva essere costituito di 13 membri, formati in due collegi (Governatori o Senato e Procuratori o Camera, come nell’antica Repubblica) e destinati a rimanere in carica sino al 1° gennaio 1815, quando sarebbero stati compiuti nel numero che la nuova costi­ tuzione avrebbe determinato. Ci dovevano essere due consigli, minore e maggiore, due terzi dei membri dovevano essere nominati subito, il resto appe­ na formate le liste dei cittadini eleggibili. L'illusione dell’integrale ristabilimento dell’antica repubblica era così pienamente giustificata. Il Bentinck comunicò con Io stesso proclama i nomi dei componenti il governo provvisorio: Girolamo Serra, Presidente, Andrea De Ferrari, Agostino Pareto, Ippolito Durazzo, Gian Carlo Brignole, Agostino Fieschi, Paolo Girolamo Pallavicino, Dome­ nico De Albertis, Giovanni Quartara, Marcello Massone, Giuseppe Fravega, Luca Solari, Giuseppe Gandolfo. Ma parecchi si dimisero: il De Albertis, il Brignole, il Fravega, il Massone, il Gandolfo (2); a compimento del numero prestabilito furono poi eletti Francesco Antonio Dagnino, Carlo Pico, Giu­ seppe Negrotto, Domenico De Marini, Grimaldo Oldoini (3). Erano, con qualche ricco negoziante e qualche cospicuo avvocato, per lo più nobili, e ta­ luno delle Riviere; è l’antico programma dei Serra, l’autonomia e la repubblica con più larga partecipazione di nuovi elementi alla direzione dello Stato, che tenta di attuarsi. In realtà la nuova repubblica era sotto la tutela e la prote­ zione armata inglese come la precedente era stata sotto i Francesi. Il nuovo governo annunciò la sua costituzione con proclama del 28 aprile « Chi mai, si chiedeva, potrebbe dopo sì tristo esperimento della domi­ nazione straniera non desiderare di vivere e morire in seno d’una libera patria? »; pag. 138. (1) M. H. W e il, Les dessous du Congre's de Vienne, Paris, 1918, t. Il, pag. 405, n. 2252. (2) Raccolta delle Leggi ed A tti del Governo Provvisorio, t. I, pag. 4; Gazzetta, n. 35, (3) Raccolta, t. I, pag. 150; t. II, pag. 75. Di tutti, a cominciare da sè stesso, dà un breve giudizio il S e rra (Memorie, pag. 136 sgg.); più ampio e onorevole quello del Pareto; didice che nessuno gli negava esperienza di governo in tempi difficili, fermezza d’animo e vivo amore di patria, doti che anche ora nessuno potrebbe contestargli. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 213 — faceva appello alla cooperazione dei cittadini, conchiudendo: « Potremo così sperare che a giorni di servitù e di travaglio succedano ormai, se la Provvi­ denza lo conceda, giorni di risorgimento e di prosperità » (1). Speranze an­ che queste destinate a una pronta delusione. Per conto suo, il governo provvi­ sorio si metteva all’opera con grande attività ed entusiastico buon volere, cercando di ricostituire secondo le antiche tradizioni e i nuovi bisogni tutta l’amministrazione, dai provvedimenti economici più urgenti (legge sul porto­ franco, legge sul bollo, sulle gabelle del grano e del vino, sui sali e tabac­ chi, abolizione dell’odiata tassa sulle porte e finestre, ristabilimento del Semi­ nario o giuoco del lotto) alla sicurezza colla ricostituzione della Guardia Na­ zionale, con la formazione di una nuova Guardia di polizia e con una quan­ tità di misure occasionali, all’amministrazione della giustizia con la ri­ costituzione dei tribunali, con le riforme giuridiche. Notevole tra queste l’abo­ lizione del Codice napoleonico e il ristabilimento delle leggi anteriori al 1797 e al 1805 per quanto riguarda gli atti delio stato civile restituiti ai parroci, la celebrazione del matrimonio, il divorzio, la comunione di beni fra i coniugi, le successioni intestate, il diritto di legittima (2). Una commissione nominata subito nell’aprile (Agostino Pareto presi­ dente, Cosma Clavarino, Filippo Molfino) doveva esaminare la posizione dei condannati alle carceri e ai lavori forzati per reato di coscrizione; un’altra costituita nell’agosto, ancora col Pareto presidente e formata da Gian Carlo Brignole, Marcello Durazzo, Giuseppe Cavagnaro e Luigi Morro, era inca­ ricata di studiare la possibile ricostruzione del Banco di S. Giorgio, delibe­ rata infatti con legge del 2 dicembre (3). Nel settembre si era costituita una Deputazione agli studi con incarico di presentare un piano di studi, di amministrare le rendite e provvedere alle nomine necessarie (4). Per l’amministrazione municipale, uniformandosi anche a quanto il Bentinck aveva stabilito con proclama da Chiavari il 15 aprile (5), il governo aveva conservato dapprima tutte le norme vigenti e gli ordinamenti di carat­ tere amministrativo e di polizia, mantenendo in carica i Maires col titolo di Capi Anziani e i Consigli Municipali con quello di Consiglio o Parla­ mento degli Anziani (6). Un regolamento speciale doveva essere redatto per (1) Raccolta delle Leggi ed Atti ecc., t. 1, pag. 5; S e rra pag. 140. (2) Raccolta, I e II e Supplemento; S p in o la e M a r tin i, op. cit.; G azzetta d i Genova, passim; S e rra pag. 145 sgg. (3) Raccolta, t. I, pag. 8, 15, 221 e II, pag. 86. (4) Raccolta, t. II, pag. 24; Supplemento, pag. 42. (5) Gazzetta di Genova, 20 aprile, pag. 139. (6) Gazzetta, 4 maggio 1814 n. 35, pag. 152 e n. 36, pag. 161; Raccolta, t. I, pag. 8 e 11; D ra g o , Svolgimento storico ecc., pag. 37. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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des peuples » (1). Era naturale che un illuso, il quale non aveva capito i<br />

veri inten<strong>di</strong>menti dei governi e come certe idee ed espressioni servissero<br />

soltanto <strong>di</strong> strumento per abbattere Napoleone, dovesse essere sconfessato.<br />

Le norme da lui emanate rappresentavano un temperamento tra le<br />

aspirazioni del Serra, del Pareto, degli altri suoi consiglieri, sostenitori della<br />

vecchia autonomia e del governo aristocratico, e le concessioni che non pote­<br />

vano non esser fatte alla nobiltà ligure non citta<strong>di</strong>na e alla borghesia colta<br />

e ricca che aveva avuto il predominio nell’età napoleonica: necessario ricono­<br />

scimento della profonda trasformazione avvenuta. 11 governo provvisorio,<br />

fornito <strong>di</strong> potere legislativo ed esecutivo, doveva essere costituito <strong>di</strong> 13 membri,<br />

formati in due collegi (Governatori o Senato e Procuratori o Camera, come<br />

nell’antica Repubblica) e destinati a rimanere in carica sino al 1° gennaio<br />

1815, quando sarebbero stati compiuti nel numero che la nuova costi­<br />

tuzione avrebbe determinato. Ci dovevano essere due consigli, minore e<br />

maggiore, due terzi dei membri dovevano essere nominati subito, il resto appe­<br />

na formate le liste dei citta<strong>di</strong>ni eleggibili. L'illusione dell’integrale ristabilimento<br />

dell’antica repubblica era così pienamente giustificata. Il Bentinck comunicò<br />

con Io stesso proclama i nomi dei componenti il governo provvisorio: Girolamo<br />

Serra, Presidente, Andrea De Ferrari, Agostino Pareto, Ippolito Durazzo,<br />

Gian Carlo Brignole, Agostino Fieschi, Paolo Girolamo Pallavicino, Dome­<br />

nico De Albertis, Giovanni Quartara, Marcello Massone, Giuseppe Fravega,<br />

Luca Solari, Giuseppe Gandolfo. Ma parecchi si <strong>di</strong>misero: il De Albertis, il<br />

Brignole, il Fravega, il Massone, il Gandolfo (2); a compimento del numero<br />

prestabilito furono poi eletti Francesco Antonio Dagnino, Carlo Pico, Giu­<br />

seppe Negrotto, Domenico De Marini, Grimaldo Oldoini (3). Erano, con<br />

qualche ricco negoziante e qualche cospicuo avvocato, per lo più nobili, e ta­<br />

luno delle Riviere; è l’antico programma dei Serra, l’autonomia e la repubblica<br />

con più larga partecipazione <strong>di</strong> nuovi elementi alla <strong>di</strong>rezione dello Stato, che<br />

tenta <strong>di</strong> attuarsi. In realtà la nuova repubblica era sotto la tutela e la prote­<br />

zione armata inglese come la precedente era stata sotto i Francesi.<br />

Il nuovo governo annunciò la sua costituzione con proclama del 28<br />

aprile « Chi mai, si chiedeva, potrebbe dopo sì tristo esperimento della domi­<br />

nazione straniera non desiderare <strong>di</strong> vivere e morire in seno d’una libera patria? »;<br />

pag. 138.<br />

(1) M. H. W e il, Les dessous du Congre's de Vienne, Paris, 1918, t. Il, pag. 405, n. 2252.<br />

(2) Raccolta delle Leggi ed A tti del Governo Provvisorio, t. I, pag. 4; Gazzetta, n. 35,<br />

(3) Raccolta, t. I, pag. 150; t. II, pag. 75. Di tutti, a cominciare da sè stesso, dà un<br />

breve giu<strong>di</strong>zio il S e rra (Memorie, pag. 136 sgg.); più ampio e onorevole quello del Pareto;<br />

<strong>di</strong> sè <strong>di</strong>ce che nessuno gli negava esperienza <strong>di</strong> governo in tempi <strong>di</strong>fficili, fermezza d’animo<br />

e vivo amore <strong>di</strong> patria, doti che anche ora nessuno potrebbe contestargli.<br />

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