ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria
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CAPITOLO VI. L’ultim a Repubblica e il passaggio al Piemonte j t j» Genova era stata tenuta, almeno ufficialmente, all’oscuro delle gravi vicende e dei rovesci militari degli ultimi tempi- Espressioni eufemistiche avevano mascherato, per quanto era stato possibile, il disastro della ritirata di Russia, nel 1813 non si era parlato che dei successi di Napoleone, benché poi la Gazzetta dovesse conchiudere che nelle due ultime campagne « sans avoir été abandonnés par la victoire nous avons été trahis par la fortune ». Tutto il dipartimento offriva, più o meno spontaneamente, e con maggiore entusiasmo Savona, un certo numero di cavalieri equipaggiati e spesati: Genova dava l’esempio allestendone 108. Le difficoltà della terribile situazione nei primi mesi del 14 imponevano ancora aumenti di tasse e maggiore severità nel reclutamento, mentre man cavano i mezzi per le necessità pubbliche e si ricostituiva e si riorganizzava la guardia nazionale (1). Quale fosse l’ ansioso fermento che doveva agitare gli spiriti in quei frangenti e nel succedersi di straordinari avvenimenti non è dato sapere; tutto sembra normale e tranquillo, a stare alle scarne notizie della Gazzetta. Se mai, qualche segno del disagio e della sofferenza trapela dalla corrispon denza tra la Municipalità e il Prefetto, che si va facendo nei primi mesi (1) Gazzetta di Genova, febbraio-marzo 1814; B orel, Gènes s o u s Napoléon I, pag. 116 sgg.; Fiorini-Lem m i, Periodo napoleonico, pag. 1006. Fin dal 20 febbraio 1813 il Prefetto Bour d o n scriveva: « II ne reste m aintenant dans le département de conscrits propres au service q u e ceux necessaires au soutien de leurs mères veuves, ou de leurs pères plus que septuage- naires o u de soeurs et frères orphelins ». Ibid. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— 207 — del 14 sempre più aspra e indica una evidente tensione di rapporti (1). Poi la situazione ha un riconoscimento ufficiale quando il 15 aprile il Prefetto di Genova scrive al Principe Borghese a Torino proponendo di sospendere la riunione dei Consigli municipali, che avrebbero dovuto convocarsi dal 1° al 15 maggio (2). Ormai l’agitazione è troppo evidente e minacciosa, deter minata daH’incalzare delle notizie straordinarie: la Francia invasa, vani gli sforzi disperati di Napoleone, Parigi assediata, gli Austriaci avanzati nel Regno Italico, Murat unito ai collegati, gli anglosiculi risalenti le coste del Tirreno. Questi, giunti a Sarzana il 23 maggio e occupata Spezia il 26 (3), ricevuti altri rinforzi, si spingevano su Chiavari e Rapallo. Il generale Pegot, convinto dell’impossibilità di rimanere a Rapallo perchè sulla sinistra lo m i nacciavano gl’insorti di Fontanabuona, centro sempre della reazione anti francese, si ritirò su Sori e Recco e di qui, assalito vigorosamente il 12 aprile, restrinse la difesa intorno a Genova, a Sturla e Albaro, facendo capo saldo della resistenza il Monte Fasce. Ferito, cedette il comando il giorno successivo al generale Piat, mentre sopraggiungeva ad assumere la direzione degl’inglesi lord William Bentinck, capo supremo delle forze inglesi nel Mediterraneo, deciso a compiere, occorrendo con la forza e valendosi della flotta comparsa dinanzi al porto, la conquista della città, punto politico ed economico di prim’ordine, chiave del Piemonte e della Lombardia (4). Il presidio francese, salito a seimila uomini, era comandato dal generale Fresia, che tentò far resistenza ai forti Richelieu e S. Tecla, ma, vista l’impossibilità di ulteriore difesa e di fronte anche all’atteggiamento ostile della popolazione minacciata dal conflitto e più dal bombardamento inglese, e sopraggiunte le notizie dell’abdicazione di Napoleone e della formazione di un governo provvisorio in Francia e dell’armistizio conchiuso tra il generale austriaco Bellegarde e il viceré Eugenio riguardante anche Genova, si indusse il 18 aprile a cedere la città al Bentinck. Questi aveva proclamato da Chiavari e da Nervi abolito il governo francese e molte delle più odiose misure fiscali (5) e si era messo in relazione coi malcontenti della capitale. Al suo (1) Archivio Comunale, Registro Corrispondenza 1814-15. (2) B o re l, pag. 122. (3) Interessanti particolari sulla occupazione inglese in questa regione e sulle sue vicende in una relazione di Domenico De Monte, Capo anziano di Sarzana, e altri documenti in Collezione di Appunti e documenti storici della Bibl. Univ. di Genova, voi. 20, c. 407-415. (4) B o tta , Storia d’Italia dal 1789 al 1815,1. XXVII, pag. 559 sgg. (ediz. Italia, 1837); M. S p in o la , La restaurazione della Repubblica di Genova nel 1814, Genova, Sordomuti, 1863, pag. 15 sgg.; G. M a r tin i, Storia della restaurazione della Repubblica di Genova l’anno 1814 e sua caduta e riunione al Piemonte Vanno 1815, Asti, 1858, pag. 25 sgg.; Fiorini-Lem m i, Periodo Napoleonico, pag. 1063; Serra; Memorie pag. 126 sgg. (5) Gazzetta di Genova, 20 aprile, pag. 130 sgg. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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degl’inglesi lord William Bentinck, capo supremo delle forze inglesi nel<br />
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flotta comparsa <strong>di</strong>nanzi al porto, la conquista della città, punto politico ed<br />
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presi<strong>di</strong>o francese, salito a seimila uomini, era comandato dal generale Fresia,<br />
che tentò far resistenza ai forti Richelieu e S. Tecla, ma, vista l’impossibilità<br />
<strong>di</strong> ulteriore <strong>di</strong>fesa e <strong>di</strong> fronte anche all’atteggiamento ostile della popolazione<br />
minacciata dal conflitto e più dal bombardamento inglese, e sopraggiunte<br />
le notizie dell’ab<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Napoleone e della formazione <strong>di</strong> un governo<br />
provvisorio in Francia e dell’armistizio conchiuso tra il generale austriaco<br />
Bellegarde e il viceré Eugenio riguardante anche Genova, si indusse il 18<br />
aprile a cedere la città al Bentinck. Questi aveva proclamato da Chiavari e<br />
da Nervi abolito il governo francese e molte delle più o<strong>di</strong>ose misure<br />
fiscali (5) e si era messo in relazione coi malcontenti della capitale. Al suo<br />
(1) Archivio Comunale, Registro Corrispondenza 1814-15.<br />
(2) B o re l, pag. 122.<br />
(3) Interessanti particolari sulla occupazione inglese in questa regione e sulle sue vicende<br />
in una relazione <strong>di</strong> Domenico De Monte, Capo anziano <strong>di</strong> Sarzana, e altri documenti<br />
in Collezione <strong>di</strong> Appunti e documenti storici della Bibl. Univ. <strong>di</strong> Genova, voi. 20, c. 407-415.<br />
(4) B o tta , <strong>Storia</strong> d’Italia dal 1789 al 1815,1. XXVII, pag. 559 sgg. (e<strong>di</strong>z. Italia, 1837);<br />
M. S p in o la , La restaurazione della Repubblica <strong>di</strong> Genova nel 1814, Genova, Sordomuti, 1863,<br />
pag. 15 sgg.; G. M a r tin i, <strong>Storia</strong> della restaurazione della Repubblica <strong>di</strong> Genova l’anno 1814<br />
e sua caduta e riunione al Piemonte Vanno 1815, Asti, 1858, pag. 25 sgg.; Fiorini-Lem m i, Periodo<br />
Napoleonico, pag. 1063; Serra; Memorie pag. 126 sgg.<br />
(5) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, 20 aprile, pag. 130 sgg.<br />
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