ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

- 202 - presiedere i Collegi di dipartimento Michelangelo Cambiaso a Genova, Luigi Corvetto a Savona, Stefano Rivarola a Chiavari, e per quelli di circondario, rispettivamente, Agostino Pareto, Michele Daste e Antonio Maghella. Per il Senato fu proposto il Saint Vaillier, per il Corpo legislativo a Genova Tealdi, Azuni, Dattili, Malaspina; nel dipartimento occidentale Littardi, Sansoni, Simoni, nell’orientale Rivarola e Maghella. Qui veramente, avendo avuto parità di voti, per ragione d’età era stato proposto Antonio Mongiardini, ma fu scelto Maghella più noto e ritenuto certo più devoto (1). Ma questo caratteristico enigmatico personaggio è esempio tipico del profondo mutamento che si viene svolgendo. Il Corpo Legislativo, ridotto da prima a discutere le leggi soltanto in comitato segreto, cessò di avere qualunque efficace funzione; e il Maghella passò a Torino in un ufficio finanziario, poi a Napoli con Giocchino Murat e Saliceti, per finire Ministro di Polizia e uno dei capi del movimento « italiano » di Napoli, onde fu richiamato irosamente da Napoleone in Francia come « prévenu d’ intrigues contre la sureté de l’empire et d’intelligence avec les Anglais pour faire un mouvement de soi-disant patriotes en Italie ». In Francia stette sino alla caduta dellTmperatore, per tornare poi a Napoli dove ebbe parte cospicua nei tentativi murattiani del 1814 e del 15, tanto da essere rinchiuso, caduto Gioacchino, per qualche mese nei forti di Mantova e di Fenestrelle (2). Eb­ bene, esiste nell’Archivio Sauli, tra le carte Scassi, una curiosa lettera. La busta (à Monsieur Scassi, membre de l'Academie de Gènes, Société imperiai d ’Edimburg et Société corréspondant de Naples, à Gènes) è scritta in un caratterino gotico rotondo che ha tutta l’aria di voler celare una ordinaria e normale calligrafia. Dentro, nessuna comunicazione e nessun indizio di provenienza, ma solo, su tre fitte facciate di carattere minuto, un discorso di Napoleone. Da un lato, in alto, un N. B. « Les premiers (sic) paroles de l’Emp.r n’ont pas été entendues, le corps entraint en foule ». È il famoso discorso con cui Napoleone, al ricevimento del 1" gennaio 1814, investì violentemente il Corpo Legislativo che, con un rapporto presentato dalla sua commissione il (1) Gazzetta di Genova, 1808, pag. 33, 45, 313, 340. 1 m em bri del C o rp o legislativo fu ro n o rin n o v a ti nel 1811; per G enova furono designati Benedetto Pareto e Pietro Serravalle, c o nfe rm ati d all'im p erato re ; Gazzetta, 26 gennaio 1811, pag. 29; 15 m aggio, pag. 159. (2) Biographie nouvelle des Contemporains, Paris, 1823, t. XII, pag. 239; A. N eri, Appunti, intorno ad A. M. in G iornale Storico e Letter. della Liguria, IX (1908), pag. 432 sgg.; M . H . W e i l , A. M. Docum. biogr. inediti (in Miscellanea di studi storici in onore di A. M anno, T o rin o , B occa, 1912) pag. 350; e Le rappel en Franee d’A. M. in Archivio Stor. per le prov. n a p o l., 1913, p. 73 sgg.; D r i a u l t , Napoléon en Italie, 1906, pag. 641; L. C. B o l l e a , A. M. nel Forte di Fenestrelle, in R isorgim ento italiano, voi. XI-XII, fase. Ili, n. 18; L u z io , Mazzini carbonaro, T o rin o , 1920, pag. 316-17; A. S e o re , Il primo anno ecc., pag. 112-113; D . Spa­ d o n i, La conversione italiana di Murat, N uova Rivista Storica, 1930, pag. 237 sgg. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

28 dicembre, aveva deplorato il mancato accordo coi collegati a Francoforte, lamentato gli abusi deH’assolutismo e richiesto il ritorno alla costituzione. Il discorso, nel foglietto mandato allo Scassi, è quasi testualmente identico a quello pronunciato da Napoleone e riportato, tra altri, dallo C ha­ teaubriand e in parte dal Thiers (1); ma è chiaro che il corrispondente, senza compromettersi, voleva mostrare a qual punto erano le cose in Francia, se l’imperatore, di fronte all’incalzare del nemico, era costretto a difendere con aperta asprezza la propria opera e la propria autorità dalle accuse e dagli assalti del Corpo Legislativo sin allora silenzioso e sottomesso. La minuta scrittura del documento non assomiglia ad alcuna di quelle dei corrispondenti dello Scassi, di cui rimangono lettere tra le sue carte, ma ha una strana somiglianza con la calligrafia del Maghella, quale almeno risulta dalle molte sue firme in atti conservati nell’Archivio di Stato genovese (2). Se l’indizio non è troppo tenue, Antonio Maghella, allora a Parigi, anche se non più appartenente al Corpo Legislativo, mandava allo Scassi per informazione quel discorso, con tutte le precauzioni per non farsi riconoscere; rna doveva pen­ sare e sapere di trovare nell’amico uno spirito pronto a intendere e a partecipare alle sue ansie e alle sue aspettazioni. Così coloro che avevano avuto maggior parte nell’avvento napoleonico a Genova per la forza delle circostanze e il sorgere di nuove concezioni, maturate in parte per reazione allo stesso Governo francese, si trovavano a nutrire nuove speranze e nuove illusioni di indipendenza. « Dans toute l’Italie — notava col solito acume il Fouché a Napoleone sulla fine del 13 — le mot d’indépendance a acquis une vertu magique Sous cette bannière se rangent sans doute des intérèts divers, mais tout le monde, tous les peuples veulent un gouvernement locai. Chacun se plaint d’ètre obligé d’aller à Paris pour les reclamations de la moindre importance » (3). Ideale e aspirazione comune perciò l’indipendenza da chi « dopo aver dato all’Italia un popolo di soldati valorosi, di magistrati illustri, di impiegati zelanti, di cittadini innamorati della libertà, voleva ancora continuare a gui­ darli come bambini, costringendoli a ricevere da lui, capo dei francesi,- le norme più minute di amministrazione interna, a pagare tributi alla Francia, a prender parte a guerre all’Italia straniere, se non del tutto dannose. Biso- (1) Mémoires d’Outre-Tombe par le V icom te de C h a te a u b r ia n d , B ruxelles, S ociété T ypographique Belge, MDCCCXL1X, t. Ili, pag. 325; Napoléon racontépar Chateaubriand, preface et notes par M a u ric e D reyfous, Paris, F lam n iarion, pag. 265 sgg.; A . T h ie rs , Histoire du Consulat et de l'Empire, Bruxelles, 1857, t. IV, pag. 349 sgg. e specialm e n te p a g . 353-4. (2) Caratteristica firm a indim enticabile, da raccom andare a un g ra fo lo g o : piccola,' m i­ nuta, sempre o bliqua, terminata da un tratto di penna che si ripiega in g iù e si ingrossa con un segnaccio nero a coda di scoiattolo. — 203 - (3) H. W e il, Le Prince Engine et Murat, Paris, Fontemoing, 1902, voi. Ili, 298. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

28 <strong>di</strong>cembre, aveva deplorato il mancato accordo coi collegati a Francoforte,<br />

lamentato gli abusi deH’assolutismo e richiesto il ritorno alla costituzione.<br />

Il <strong>di</strong>scorso, nel foglietto mandato allo Scassi, è quasi testualmente<br />

identico a quello pronunciato da Napoleone e riportato, tra altri, dallo C ha­<br />

teaubriand e in parte dal Thiers (1); ma è chiaro che il corrispondente, senza<br />

compromettersi, voleva mostrare a qual punto erano le cose in Francia, se<br />

l’imperatore, <strong>di</strong> fronte all’incalzare del nemico, era costretto a <strong>di</strong>fendere con<br />

aperta asprezza la propria opera e la propria autorità dalle accuse e dagli<br />

assalti del Corpo Legislativo sin allora silenzioso e sottomesso. La minuta<br />

scrittura del documento non assomiglia ad alcuna <strong>di</strong> quelle dei corrispondenti<br />

dello Scassi, <strong>di</strong> cui rimangono lettere tra le sue carte, ma ha una strana<br />

somiglianza con la calligrafia del Maghella, quale almeno risulta dalle molte<br />

sue firme in atti conservati nell’Archivio <strong>di</strong> Stato genovese (2). Se l’in<strong>di</strong>zio<br />

non è troppo tenue, Antonio Maghella, allora a Parigi, anche se non più<br />

appartenente al Corpo Legislativo, mandava allo Scassi per informazione quel<br />

<strong>di</strong>scorso, con tutte le precauzioni per non farsi riconoscere; rna doveva pen­<br />

sare e sapere <strong>di</strong> trovare nell’amico uno spirito pronto a intendere e a<br />

partecipare alle sue ansie e alle sue aspettazioni.<br />

Così coloro che avevano avuto maggior parte nell’avvento napoleonico<br />

a Genova per la forza delle circostanze e il sorgere <strong>di</strong> nuove concezioni,<br />

maturate in parte per reazione allo stesso Governo francese, si trovavano<br />

a nutrire nuove speranze e nuove illusioni <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza. « Dans toute<br />

l’Italie — notava col solito acume il Fouché a Napoleone sulla fine del 13 —<br />

le mot d’indépendance a acquis une vertu magique Sous cette bannière<br />

se rangent sans doute des intérèts <strong>di</strong>vers, mais tout le monde, tous les peuples<br />

veulent un gouvernement locai. Chacun se plaint d’ètre obligé d’aller à<br />

Paris pour les reclamations de la moindre importance » (3).<br />

Ideale e aspirazione comune perciò l’in<strong>di</strong>pendenza da chi « dopo aver<br />

dato all’Italia un popolo <strong>di</strong> soldati valorosi, <strong>di</strong> magistrati illustri, <strong>di</strong> impiegati<br />

zelanti, <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni innamorati della libertà, voleva ancora continuare a gui­<br />

darli come bambini, costringendoli a ricevere da lui, capo dei francesi,- le<br />

norme più minute <strong>di</strong> amministrazione interna, a pagare tributi alla Francia,<br />

a prender parte a guerre all’Italia straniere, se non del tutto dannose. Biso-<br />

(1) Mémoires d’Outre-Tombe par le V icom te de C h a te a u b r ia n d , B ruxelles, S ociété<br />

T ypographique Belge, MDCCCXL1X, t. Ili, pag. 325; Napoléon racontépar Chateaubriand, preface<br />

et notes par M a u ric e D reyfous, Paris, F lam n iarion, pag. 265 sgg.; A . T h ie rs , Histoire<br />

du Consulat et de l'Empire, Bruxelles, 1857, t. IV, pag. 349 sgg. e specialm e n te p a g . 353-4.<br />

(2) Caratteristica firm a in<strong>di</strong>m enticabile, da raccom andare a un g ra fo lo g o : piccola,' m i­<br />

nuta, sempre o bliqua, terminata da un tratto <strong>di</strong> penna che si ripiega in g iù e si ingrossa<br />

con un segnaccio nero a coda <strong>di</strong> scoiattolo.<br />

— 203 -<br />

(3) H. W e il, Le Prince Engine et Murat, Paris, Fontemoing, 1902, voi. Ili, 298.<br />

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