ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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— 194 una opposizione tenace (1), e tutto il sistema ebbe il torto di voler troppo rapidamente mutare, troppo meccanicamente unificare in un accentramento macchinoso e livellatore, che finì con l’essere soffocante. Lo riconosce an­ che il Borei che nel suo recente lavoro, in verità disordinato e inorganico, su Genova sotto Napoleone, ha intenti pienamente apologetici (2). Dall’esame della corrispondenza dei Prefetti egli rileva tutta una serie di lamenti di questi funzionari che si trovavano in situazione penosa tra gli ordini dall’alto e la resistenza passiva dal basso, con impiegati ignari dei metodi francesi e spesso della lingua. Anche se a lungo andare utili, quei metodi unificatori e accentratori, in un paese che era stato sempre composto di parti staccate e non aveva in realtà costituito mai un tutto solo e organico, dovevano trovare resistenze e opposizioni tenaci e irreducibili per quanto oscure e silenziose. Dannoso e pericoloso sopra tutto il sistema di imporre d’un colpo una così rapida e profonda trasformazione, quando « il eut fallu procèder graduellement et ne pas vouloir introduire toutes les réformes à la fois. On congoit que parmi les populations arriérées des campagnes sourtout, ce bouleversement complet n’était pas fait pour les apprivoiser ni les disposer en faveur du nouveau régime. Cela sans parler des nouvelles impositions dont le poids croissant devait inévitablement froisser le peuple plus que tout le reste » (3). E con le tasse, le leve continue e, massima delusione, la mancata ripresa della vita economica e marinara. Che i liguri gli stessero nel fondo del cuore Napoleone ha detto più volte, dal discorso ai Delegati che gli offrivano la signoria della Repub­ blica al ricevimento della deputazione del Collegio elettorale di Genova il 10 marzo 1811: « Mes peuples de Gènes connaissent la prédilection que j’ai eue pour eux dès le premier moment, où fai paru à la tète de mes armées en Italie. (La corrispondenza del 1796-97 dà a queste parole uno strano sapore). Ils peuvent aussi se vanter avec raison de m’avoir été costam- ment fidèles, et leur attachement n’a fait qu’acquérir une nouvelle chaleur toutes les fois que la fortune de mes armes a paru ètre incertaine. Ils fournissent aujourd’hui un grand nombre de matelots à mes.escadres et lorsque mes (1) D a u n rapporto del Prefetto Bourdon de Vatry risulta che dal 1805 al 1809 le re­ clute del D ip a rtim e n to di G enova furo no 4136: di queste, 415 disertarono prim a di arrivare ai re g g im e n ti. 11 B ourdon e il suo predecessore La Tourrette insistono cóncordi sull’avversione dei G enovesi per il servizio m ilitare di terra: Fiorini-Lemmi, pag. 1000; B o re l, pag. 100 sgg. (2) In realtà il Borei riprende e accentua concetti già espressi più volte dal PES- s a g n o , com e nel breve studio già ricordato: Genova sotto la Rivoluzione e l'Impero, e nell artic o lo n otoriam ente suo — e lo dice anche il Borei — se pure non firm ato Nel Centenario del Corso in Gazzetta di Genova, 30 aprile 1921. (3) B o r e l, pag. 54-55. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 195 - amiraux m ont rendu compte du zèle et du bon esprit qui les animaient, mon coeur en a été vivement ému » (1). Ecco il fatto essenziale: Genova gli era stata necessaria per ragioni militari e marittime; Genova era un punto di capitale importanza nella lotta navale con l’Inghilterra e perciò ne aveva avuto bisogno e naturalmente nell’interesse stesso dell’impero ne avrebbe voluto la floridezza (2). « Les moments — continuava nel discorso del 1811 — ne sont pas éloignés où je vous mettrai à méme de surpasser la gioire qu ont acquise vos pères sur toutes les cótes de la Méditerranée ». Quel momento invece non doveva venire e le speranze si allontana­ vano sempre più aggravando le delusioni e la stanchezza. La pace tanto attesa cedeva il posto a una guerra costante rovinosa, chiunque ne sia stato il responsabile, la cieca ambizione napoleonica, il freddo e invido egoismo inglese o più semplicemente e comodamente la fatalità storico­ politica del duello mortale. Fin dai giorni della dimora genovese, N apo­ leone si occupò dei forti e del porto di Genova e continuò costantemente a interessarsi delle costruzioni che vi si facevano e che si potevano ordinare, e insieme pensò di utilizzare il porto della Spezia (3). E se i primordi apparvero felici e la spedizione di Girolamo Bonaparte ad Algeri fu accolta con gioia e festeggiamenti per la liberazione dei prigionieri tolti ai Barbareschi (4), la ripresa della guerra con gl’inglesi diede un senso di delusione che non si riuscì a nascondere e provocò, per vecchie abitudini ma anche per la necessità economica dei rifornimenti, un’attiva ripresa di contrabbando e di spionaggio, che a sua volta determinò, in conseguenza del blocco, provvedimenti sempre più gravi e resi più penosi da farraginosi congegni burocratico-fiscali, accompagnati dal pesante bagaglio di ordinanze e di circolari in materia di tasse, di dazi, di imposte, di gravami vari e di di­ vieti inverosimili, cui si aggiungeva la caparbia e inintelligente pedanteria di zelanti esecutori (5). Il movimento portuale si trovò arrestato, il porto in­ gombro di bastimenti senza carico vide salire i noli ad altezze sconosciute (1) Gazzetta di Genova, 30 marzo 1811, pag. 92; B o r e l, pag. 110. B enedetto P areto fu in quell’ occasione nom inato Barone dell’im pero, Gazzetta, pag. 122, 10 aprile. (2) E lasciam o le ragioni psicologiche della pretesa benevolenza, stiracchiate an c h e nella parola di un com petente come A lb e r to Lumbroso (La Liguria e il Mediterraneo nella leggenda e nella storia del primo impero napoleonico, estratto dagli Atti della S o c ie tà L ig u stic a di Scienze e Lettere di G enova, voi. V II, fase. IV, pag. 16). Il L u m broso del resto m ette assai bene in evidenza la funzione di G enova nel program m a navale di N ap o le o n e . (3) B o re l, pag. 82 sgg. Tutte le lettere relative a questi arg o m e nti s o n o date in appendice, pag. 215 sgg. (4) Correspondance, n. 8971; Gazzetta di Genova, 31 agosto e 8 settem bre 1805; B o r e l pag. 79 sgg. (5) Correspondance, X II, 10489; X III, II, 11336; B o r e l, pag. 218, 2 2 0 ; C. M io li, La Consulta dei Mercanti Genovesi, pag. 55 sgg. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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amiraux m ont rendu compte du zèle et du bon esprit qui les animaient,<br />

mon coeur en a été vivement ému » (1). Ecco il fatto essenziale: Genova gli<br />

era stata necessaria per ragioni militari e marittime; Genova era un punto <strong>di</strong><br />

capitale importanza nella lotta navale con l’Inghilterra e perciò ne aveva<br />

avuto bisogno e naturalmente nell’interesse stesso dell’impero ne avrebbe<br />

voluto la floridezza (2). « Les moments — continuava nel <strong>di</strong>scorso del 1811 —<br />

ne sont pas éloignés où je vous mettrai à méme de surpasser la gioire<br />

qu ont acquise vos pères sur toutes les cótes de la Mé<strong>di</strong>terranée ».<br />

Quel momento invece non doveva venire e le speranze si allontana­<br />

vano sempre più aggravando le delusioni e la stanchezza. La pace tanto<br />

attesa cedeva il posto a una guerra costante rovinosa, chiunque ne sia<br />

stato il responsabile, la cieca ambizione napoleonica, il freddo e invido<br />

egoismo inglese o più semplicemente e comodamente la fatalità storico­<br />

politica del duello mortale. Fin dai giorni della <strong>di</strong>mora genovese, N apo­<br />

leone si occupò dei forti e del porto <strong>di</strong> Genova e continuò costantemente<br />

a interessarsi delle costruzioni che vi si facevano e che si potevano or<strong>di</strong>nare,<br />

e insieme pensò <strong>di</strong> utilizzare il porto della Spezia (3). E se i primor<strong>di</strong><br />

apparvero felici e la spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Girolamo Bonaparte ad Algeri fu<br />

accolta con gioia e festeggiamenti per la liberazione dei prigionieri tolti ai<br />

Barbareschi (4), la ripresa della guerra con gl’inglesi <strong>di</strong>ede un senso <strong>di</strong><br />

delusione che non si riuscì a nascondere e provocò, per vecchie abitu<strong>di</strong>ni<br />

ma anche per la necessità economica dei rifornimenti, un’attiva ripresa <strong>di</strong><br />

contrabbando e <strong>di</strong> spionaggio, che a sua volta determinò, in conseguenza<br />

del blocco, provve<strong>di</strong>menti sempre più gravi e resi più penosi da farraginosi<br />

congegni burocratico-fiscali, accompagnati dal pesante bagaglio <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nanze<br />

e <strong>di</strong> circolari in materia <strong>di</strong> tasse, <strong>di</strong> dazi, <strong>di</strong> imposte, <strong>di</strong> gravami vari e <strong>di</strong> <strong>di</strong>­<br />

vieti inverosimili, cui si aggiungeva la caparbia e inintelligente pedanteria<br />

<strong>di</strong> zelanti esecutori (5). Il movimento portuale si trovò arrestato, il porto in­<br />

gombro <strong>di</strong> bastimenti senza carico vide salire i noli ad altezze sconosciute<br />

(1) Gazzetta <strong>di</strong> Genova, 30 marzo 1811, pag. 92; B o r e l, pag. 110. B enedetto P areto<br />

fu in quell’ occasione nom inato Barone dell’im pero, Gazzetta, pag. 122, 10 aprile.<br />

(2) E lasciam o le ragioni psicologiche della pretesa benevolenza, stiracchiate an c h e nella<br />

parola <strong>di</strong> un com petente come A lb e r to Lumbroso (La Liguria e il Me<strong>di</strong>terraneo nella leggenda<br />

e nella storia del primo impero napoleonico, estratto dagli Atti della S o c ie tà L ig u stic a<br />

<strong>di</strong> Scienze e Lettere <strong>di</strong> G enova, voi. V II, fase. IV, pag. 16). Il L u m broso del resto m ette assai<br />

bene in evidenza la funzione <strong>di</strong> G enova nel program m a navale <strong>di</strong> N ap o le o n e .<br />

(3) B o re l, pag. 82 sgg. Tutte le lettere relative a questi arg o m e nti s o n o date in<br />

appen<strong>di</strong>ce, pag. 215 sgg.<br />

(4) Correspondance, n. 8971; Gazzetta <strong>di</strong> Genova, 31 agosto e 8 settem bre 1805; B o r e l<br />

pag. 79 sgg.<br />

(5) Correspondance, X II, 10489; X III, II, 11336; B o r e l, pag. 218, 2 2 0 ; C. M io li, La<br />

Consulta dei Mercanti Genovesi, pag. 55 sgg.<br />

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