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ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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— 174 —<br />

alle 10 del mattino: Michelangelo Cambiaso presentò le chiavi della Città,<br />

(che Napoleone tosto, benevolmente, restituì) con un <strong>di</strong>scorso nel quale<br />

ricorreva l’appello alle virtù pacifiche dell’Imperatore. II car<strong>di</strong>nale Spina <strong>di</strong>ede<br />

l’incenso nella chiesa <strong>di</strong> S. Teodoro; prima <strong>di</strong> giungere al palazzo Doria a<br />

Fassolo, ove erano stati preparati gli appartamenti, il Corvetto come presi­<br />

dente del Consiglio Generale del Dipartimento, fece a sua volta un <strong>di</strong>scorso,<br />

in francese. Napoleone aveva liberato il buon popolo <strong>di</strong> Genova, lo aveva<br />

adottato come figlio, si trovava dunque tra figliuoli che <strong>di</strong>menticava!! le passate<br />

calamità ed erano sud<strong>di</strong>ti devotissimi, perchè rafforzavano i doveri più sacri<br />

con l’affezione più dolce.<br />

Dopo un breve riposo, l’imperatore ricevette in u<strong>di</strong>enza l’Arcivescovo<br />

e i Vescovi, il Prefetto ex doge Durazzo, Bartolomeo Boccardo e il Corvetto,<br />

che parlò una seconda volta con accenni al portofranco, al Banco <strong>di</strong> S. Gior­<br />

gio, al commercio, all’organizzazione giu<strong>di</strong>ziaria, a tutto ciò che si attendeva<br />

dal nuovo dominatore. « Pardon, Sire, — si riprendeva — c’est l'amour de<br />

mon sol natal qui m’inspire. Sire, vous ètes plus grand que César; il vous<br />

appartieni de changer sa devise: « Venez, voyez et rendez-nous heureux ».<br />

Venni, vi<strong>di</strong>, felicitai » traducono il nuovo motto, col Botta e col Clavarino,<br />

gli storici italiani, e il Ruini commenta: « Non era neppure eloquenza <strong>di</strong><br />

buon gusto. Di fronte all’inevitabile era sempre questione <strong>di</strong> atteggiamento<br />

e <strong>di</strong> tono, ed a noi, i nepoti, <strong>di</strong>spiace il tono del Corvetto ». Verissimo;<br />

pure bisogna riconoscere, e tutti dal Botta al Ruini lo ammettono, che il<br />

Corvetto, benviso a Napoleone e <strong>di</strong>venuto Consigliere <strong>di</strong> Stato, fu costante<br />

e utile assertore e <strong>di</strong>fensore degl’interessi della sua patria presso <strong>di</strong> lui. « È<br />

mia intenzione — fu la risposta in italiano <strong>di</strong> rendere la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

Genova la migliore possibile. È questo il principale oggetto che qui mi<br />

ha condotto ».<br />

Nei giorni seguenti ebbero luogo magnifici spettacoli con luminarie,<br />

archi trionfali e celebrazioni d’ogni sorta. Mirabile specialmente la gran festa<br />

a mare la sera del due luglio. Sopra navi legate e fissate sulle loro ancore<br />

era stato eretto un tempio chiamato <strong>di</strong> Nettuno, o Pantheon marittimo:<br />

intorno quattro isolette natanti, adorne <strong>di</strong> palme, <strong>di</strong> cedri, <strong>di</strong> melograni, <strong>di</strong><br />

zampilli d ’acque limpi<strong>di</strong>ssime, <strong>di</strong> cupole <strong>di</strong>pinte, cui facevano corona innume­<br />

revoli gondole elegantemente ornate. L’Imperatore e l’imperatrice, assisi sul<br />

tempio, assistettero alle regate, che si protrassero sinché una fantastica illumi­<br />

nazione trasformò il porto, dando luogo a una scena incantata. La serata<br />

terminò con un sontuoso banchetto nel palazzo <strong>di</strong> Girolamo Durazzo. Le<br />

feste continuarono nei giorni successivi, nei quali però l’imperatore, mentre<br />

continuava a curare gli affari dell’impero, come mostra la corrispondenza<br />

datata da Genova, si occupava degl’interessi del paese annesso e prima<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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